Death is a losing game

È un istante paragonabile all’eternità, al ticchettio dell'orologio, all'infrangersi di un'onda contro gli scogli.
Le tue dita allentano la presa esercitata sul cucchiaio che cade sul pavimento con un tintinnio subito dimenticato, che si amplifica debolmente nella stanza tinta di una luce rossastra.
Il tuo corpo scivola in avanti, comincia a perdere mobilità negli arti, a non percepire più una parvenza di vita. Inerte, più che mai simile a un burattino, a una marionetta, precipiti al suolo, rischiando di farti male. Crolli a terra con un tonfo sordo, no, Light riesce ad attutirti la caduta, proteggendoti.
Consideri assolutamente chimerico quell’atteggiamento. Non te lo aspettavi? Non ne eri sicuro? Hai visto abbastanza di quel ragazzo sfuggente, al punto da arrivare a considerarlo – quasi – un amico, forse il primo che hai avuto nella tua breve vita.
Sprazzi di ricordi si susseguono nella tua mente, saltano fuori dallo scrigno della tua memoria, veloce sempre più veloce, le immagini si affollano davanti ai tuoi occhi spalancati.
I tuoi occhi iniziano a velarsi, ma trovi la forza di guardare Ligth negli occhi, forse per ringraziarlo, forse per apostrofarlo. Non sai come manifestare la tua sorpresa.
Poi, i tuoi occhi scuri incrociano di sfuggita il suo volto. 
Vedi quelle labbra arricciarsi appena in un ghigno assieme beffardo ed esultante.
Beffardo, perché ti ha guidato consapevolmente alla tua morte, ingannandoti grazie al quaderno.
Esultante, perché ti ha superato in pieno, L, ammettilo. Light è, probabilmente, uno stratega superiore a te, che sei considerato il più abile detective attualmente esistente sul pianeta.
Capisci, la comprensione dura un attimo, ma per te è sufficiente. Light è…
Non riesci a terminare il tuo ultimo pensiero.
Quella cacofonia di voci ti turba, ti dà fastidio, cerchi di ignorarle come puoi. E capti appena la voce di Light, ma probabilmente non sta parlando, è una tua impressione.
Le palpebre calano lentamente sugli occhi, velando maggiormente la visuale già spenta.
La morte ti viene incontro come una vecchia amica, tu fai finta di niente, ma avanzi accanto a lei, lungo quel sentiero oscuro.
Un attimo, e i suoni si affievoliscono, i colori svaniscono del tutto, la sua vita si congeda da quel mondo, tutto attorno a lui.
Un attimo, e dopo non c’è più neanche lui.