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Autore: Io_me stessa    10/11/2013    3 recensioni
Marius vive a Capitol City, ma non sop porta le sciocche convinzioni dei suoi concittadini. In fuga da Snow scoprirà che sopravvivere nel "mondo reale" non è facile come credeva...Una storia tra il drammatico e l'ironico che vorrebbe mostare come a Capitol City non tutti siano come appaiono...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Li osservo in un disgustato silenzio, mentre si passano fazzoletti e cercano di consolarsi a vicenda. E’ il quarto giorno degli Hunger Games e tutta la famiglia è riunita di fronte al televisore. Come fanno a guardarli? Mi si rivolta lo stomaco se solo vedo un immagine! Cosa ci trovano di bello? Ventiquattro ragazzi innocenti infilati in un’arena e costretti a uccidersi a vicenda? No, non fa niente, è inutile cercare di capire i miei familiari.
“Marius, vieni a vedere” dice mia madre, con la voce rotta dai singhiozzi, girandosi verso di me. Mi viene voglia di  prendere a schiaffi quel viso esageratamente rifatto. Inghiottisco la rabbia e cerco di darmi un contegno. Mi siedo vicino a lei. Sullo schermo ci sono due 16enni che si danno il bacio più finto che abbia mai visto. Ah, già: ”gli sfortunati amanti del Distretto 12”.  I miei concittadini vedono questa storia come una soap opera, ma nessuno osa metterne in dubbio la veriticità. Forse perché a Capitol City è tutto così tremendamente falso. La cosa peggiore è pensare che probabilmente anch’io sarei diventato così, se non fosse stato per la mia visita nei distretti più poveri un paio d’anni prima, che mi ha permesso di vedere i giochi con i loro occhi. Non credo che dimenticherò mai quei bambini terrorizzati e  i loro genitori in lutto.
Non riesco più a trattenermi. Mi alzo e spengo il televisore. “Ehi!” gridano all’unisono quegli idioti. “Tutto questo è orribile!” urlo io, con le lacrime agli occhi. Mi guardano senza capire, come sempre. Corro fuori di casa. Nessuno mi segue ma mentre mi allontano sento mia madre chidere sconsolata:” Cosa devo fare io con quel ragazzo?”. Non ho bisogno di sentire il resto, so già cosa voleva dire. Mi ha offerto lei il viaggio nei distretti 10 e 11, ma certo non si aspettava che sortissero su di me quest’effetto. Mi siedo contro il muro color pastello della nostra casa e lascio correre le lacrime lungo le guance. Piango di un pianto disperato e silenzioso. Piango per la vergogna di far parte di un popolo come questo.
 
 
Angolo dell’autrice
Ciao, gente! Sì, sono io ad aver scritto questa schifezza, ora potete scannarmi xD, scherzi a parte spero che vi sia piaciuta, non tutti sono insensibili a Capitol City, ho sempre pensato che dovesse esserci qualcuno che non la pensa come gli altri. Per piacere, recensite, dite quello che ne pensate anche in tre parole.  
  
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