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Autore: ciuiciui    23/04/2008    4 recensioni
Due lettere, scritte per scherzo in una serata tra compagni brilli e alticci, una ragazza perdutamente innamorata ... il tutto accompagnato dalle dolci note di Selena. Sulle parole di Dreaming of You, una piccola NaruHina.
[Dedicata a : _ayachan_]
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Canzone: Selena- Dreaming of You. Tutti I diritti sono riservati, pertanto non si ritiene leso nessun copyright. Questa fan’s fiction è stata scritta per diletto personale e non ha evidente scopo di lucro, né i personaggi di Kishimoto sono stati usati per questi fini.




Questa song-fic è stata scritta per una sola persona, ovvero _ayachan_ conosciuta anche come Susi. Buon compleanno, vecchiaccia che non sei altro!
Hai visto è NaruHina! XD Non sono stata di parte, per una volta! :P

Dreaming of You



Hinata con poca convinzione attirò a sé la lettera con mano tremolante.
In una grafia obliqua e molto pasticciata vi era un invito.

"Ciao Hinata chan,
senti avresti voglia di un ramen verso le sei questa sera?"


Naruto.

Una fitta al cuore.
Quella mattina il sole pallido di marzo irraggiava il portico di casata Hyuuga mentre i suoi inquilini abitudinari cominciavano solerti le loro attività.
Ma Hinata aveva aperto al postino.
Hinata aveva aperto quella missiva indirizzata a lei.
Ed era di Naruto.




And I'd wish on a star
That somewhere you are thinking of me too.

ed ho chiesto ad una stella
che da qualche parte anche tu stia pensando a me



Ho sognato mille volte questo momento. La lettera è profumata.

Hinata la prese ancora a sé quasi fosse una piccola e preziosa reliquia.
Era un piccolo rotolo verde di stoffa, e ne sapeva di fiori primaverili. Anche di muschio forse, ma alla ragazza non importava gran che.
Un brivido le carezzò il cuore mentre se la passava sulla guancia, quasi a sentirne l’odore di Naruto, per cogliere i solchi lasciati dal pennello da china.

Alzò gli occhi al cielo, ringraziandolo di avergli riservato il privilegio di avere aperto al postino per prima.
Hiashi avrebbe intercettato la lettera senza nessuna esitazione.

Era titubante a quel punto.
Accettare.
Era solamente un ramen ... solo un ramen. Con Naruto.
Un Ramen con Naruto.

Un altro brivido si scaricò veloce lungo la schiena, facendola sussultare al pensiero di anche solo un’ora passata con il ragazzo che tanto gli piaceva.

***
In quello stesso istante un Naruto spanciato e privo di pigiama giaceva riverso ancora pisolante nel letto mentre una piccola luce fioccava dalla finestra illuminandogli il viso.
Con bocca aperta russava sonoramente mentre con un tonfo sordo il postino gli posava il pacco del rotolo delle notizie davanti alla porta e con un gesto sgraziato, gli forzava delicatamente la cassetta postale.
Stessa lettera.
Lo stesso profumo.
Lo stesso espediente.

"Quell'idiota di postino! Ce la farà a fare più piano alla mattina? Tutto geloso solo perché lui si alza!" borbottò Naruto grattandosi il cappelli che aveva in testa.
Andò in bagno giusto per spaventarsi a dovere e svegliarsi con l’orrore della sua faccia cinerea. Occhiaie ovunque.
La notte prima aveva fatto casino. E adesso ne pagava le conseguenze.
La doveva smettere di fare l'imbecille assieme a Kiba di venerdì sera, ma forse non si poteva esimere, quando tornava dalle missioni, rincasava sempre così stanco che si buttava a capofitto nel divertimento.

Forse...

"Ciao Naruto-kun ...

Senti mi chiedevo se oggi ci vedevamo da Ichiraku per un ramen verso le sei di sera... all'imbrunire."


Naruto sbirciò la lettera per vedere chissà cosa ma non c'era scritto null'altro. Solo un profumo insistente quasi nauseabondo saliva prepotente verso le narici disgustandolo.

"Hinata-chan ..
."

Si guardò intorno stupito e stordito.
Che voleva Hinata?

Certo, ci sarebbe comunque andato. Un invito a un ramen da Ichiraku di certo non si poteva rifiutare. Certo che no. Però c'era qualcosa che lo turbava. Insomma Hinata cosa diamine voleva dirgli?

Scosse la testa scacciando i pensieri.
"Via via ... adesso si mangia!" si diresse con una marcia serrata in cucina a sorbirsi il suo uovo mattutino in vista degli allenamenti.

Aprì il frigo tappezzato di mille e una calamite e si prese un uovo fresco.
Certo, lui si che era l'uomo duro. Lui seguiva la scuola del maestro Gai!

Lo aprì con un gesto secco trenta secondi dopo era riverso nel lavandino a farsi passare il cattivo resto gusto dell'albume.

"Sono un'idiota" si disse mentre si guarda ancora allo specchio tirandosi uno schiaffo.
Prese a borbottare qualcosa davanti allo specchio mentre si lavava i denti mentre la figura sbalzata davanti a lui non ne voleva proprio sapere di avere un aspetto vagamente decente. Si accontentò di far sparire per un po’ le occhiaie sciacquando ripetutamente il viso nell’acqua gelida.

Da quando era tornato dopo l'allenamento con Jiraya, aveva sempre voglia di fare movimento. Allenamenti su allenamenti erano sempre stati da sempre il suo pane quotidiano, ma anche alla sera sentiva sempre la necessità di uscire. Della sera prima però non ricordava niente. Che sensazione spiacevole.

Gli sembrava di aver combinato qualche casino assieme a Kiba e Rock Lee, e voleva, infatti, sincerarsene, ma doveva andare dall'Hokage per tenersi informato circa gli esami dei Chuunin. Era ancora l'unico Genin.
Brutta storia, in tutti i sensi. Qualche giorno prima aveva beccato Shikamaru e Temari che se la filavano allegramente per le vie della città quasi mano nella mano, facendo finta di essere colleghi di lavoro.
“Pfui, quante palle. Questa città è più ipocrita di quanto faccia apparire in realtà!”

Il pensiero gli ritornò ad Hinata, quella strana ragazza che in sua presenza non dava segno di considerarlo, anzi tutt’altro. Alle volte proprio non la capiva. Se ne stava a fare la bella statuina perché provava chissà quale imbarazzo. “Pfui, le donne!”

Lui pensava ancora a Sakura.
Accidenti a lui, voleva sempre e comunque farsi del male. Sakura andava dietro Sasuke, mica dietro a lui.

Ma a quel pensiero si era già quasi rassegnato.
***

Quel giorno Hinata doveva aiutare in casa padre Hiashi a sistemare alcune faccende importanti della casata. Poi come al solito c'era l'allenamento serale che avrebbe dovuto saltare per l'appuntamento con Naruto.
Non sapeva cosa era peggiore: dire a suo padre che non poteva o andare poi da Ichiraku e intrattenersi con Naruto.
"N-no, padre Hiashi mi osteggerà. Non ci andrò, tanto Naruto non se ne farà niente ... lui è sempre lì"
Aprì di scatto la porta della sala da pranzo ariosa e soleggiata mentre ancora con ferocia e determinazione teneva in mano il piccolo volume rotolo scritto da Naruto.

Hanabi era seduta pigramente su un cuscino mentre sorseggiava un succo di frutta.
"Che cosa hai in mano?"
"... n-niente" tentò debolmente di difendere in anticipo il prezioso rotolo.
"Dai Hinata, lo so che c'è qualcosa ...voglio vederlo" espresse senza tanti giri di parole la piccola sorellina dalla lingua biforcuta.

Hanabi si avventò addosso a sua sorella Hinata e con un gesto secco glielo strappò di mano.
Voltandosi cercando di non farglielo riprendere, Hanabi lo srotolò; gli bastò una lettura veloce e capì subito.

“Hai intenzione di andarci, vero?”
“I-io … sono affari miei” si girò Hinata di spalle avvampando violentemente.

“Ok vediamo cosa hai nell’armadio”
“Hanabi!” strillò Hinata andandosene via.
“Eh no carina … tutte quelle smancerie sul fatto che Naruto non la filava e adesso fa così?” e contemporaneamente la rincorreva, come se il fatto di giocare a “prendimi” fosse la cosa più ovvia del mondo in casa Hyuuga.

“Hanabi” infatti, tuonò Hiashi con quel tono severo che gli si confaceva.
“Ti ho detto mille volte che non si corre nei corridoi”.

“Sì …”
“Come no …”borbottò sommessamente con evidente fastidio.
***
“Ehi … si può sapere perché non posso passare Chuunin come tutti gli altri?” chiese furioso Naruto mentre Tsunade accarezzava un TonTon gracchiante.
“Perché la sessione quest’anno è saltata. Gli esami dei Chuunin costano. Se l’anno scorso eri in giro affari tuoi. Dovrai aspettare il prossimo anno!”
Naruto si portò la mano alle dita contando “aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre … ehi io non aspetto nove mesi!”
“Somaro sono dieci!”
“Appunto ancora peggio”
“Non hai altro da fare? Che ne so … ho notato che l’erba nel tuo giardino cresce! Non vorrai mica che ti dia la multa!”
Naruto sbuffò forte corrucciato in modo che Tsunade lo sentisse.
“Il tuo disappunto e il suo sputo vallo a rigettare da un’altra parte grazie … e ora ARIA!”
“Certo certo …”

Naruto uscì dall’edificio prendendo a calci la prima pietra che gli era capitata a tiro.
“Che noia …”

“Ehi Naruto!” lo chiamò una voce famigliare.
Naruto si girò sbirciando alla sua destra e vi scovò Kiba.
“Ehi ieri sera abbiamo fatto casino! Tu e Rock Lee eravate fradici come due spugne!”
“Ah sì?”
“Non ti ricordi” prese a ridere Kiba.
“Le hai pure suonate a Rock Lee, e quando è ubriaco, è difficile da gestire!”

In effetti, quella mattina Naruto si era ritrovato dei lividi sul braccio e sulla gamba destra, però non ci aveva dato tanto peso. Era sempre infortunato da qualche parte.

So, I wait for the day and the courage to say
How much I love you(Yes, I do)

Quindi aspetto quel giorno, aspetto di avere il coraggio
di dirti "ti amo" (sì,ti amo!)
Hinata tirò un sospiro.
Era davanti allo specchio da ore.
Da ore.
Si era sciacquata il viso almeno tre volte. Gli pareva troppo sudato, troppo caldo.
Troppo emaciato.

“No non ci vado …”


Ma una vocina insistente gli diceva di andare avanti.
Era diventata grande. Il suo corpo era cambiato.

Forse Naruto l’avrebbe notata. Forse non avrebbe badato a come andava vestita.
A dire il vero non vi badava e basta. Non si accorgeva di lei.

La sera prima l’aveva visto con Kiba in un locale.
Sapeva che stava festeggiando il ritorno.
“Manca mezz’ora, perciò comincia a vest…” s’interrupe Hanabi mentre vedeva sua sorella specchiarsi già completamente vestita.
“Papà … ?”
“Non ti preoccupare, gli ho detto che non stai bene e che stasera si salta.”
“O-ok …”
“Oh, vedo che sei pronta … sei in ansia?”
“No, no , no ! C- che dici Hanabi?” rispose sottovoce

Hinata si girò verso la sorella guardandola e cercando un assenso per il suo look o anche solamente un cenno di speranza.
Hanabi le sorrise speranzosa.

“Vai, Hinata … buon appetito!”

***
Naruto era già davanti al chioschetto di Ichiraku e osservava la mano abile del commesso muoversi con maestria nel girare in brodo e nello scolare i sottili spaghetti.
“Ciao Ichiraku …”
“Oh ciao Naruto! Solita doppia porzione extra?”
“No grazie oggi aspetto una persona per ordinare”.

“N-Naruto?” chiese una vocina flebile dietro le spalle di Naruto.
“Hinata-chan!”

A quell’esclamazione Hinata per poco non mancò. Anzi. Il suo cuore mancò un battito. Ne era sicura.
Se ne stava lì in quella posizione imbambolata, con un sorriso imbarazzato e con un movimento meccanico delle dita a demarcare bene il suo imbarazzo.
“Hinata che vuoi ordinare?” chiese il ragazzo tastando e accarezzando lo sgabello accanto a sé per invitarla.

“Q-uel- lo che ordini t …”
“Dai ragazza, oggi offre la casa! Doppio ramen per tutt’e due!” esclamò Ichiraku sorridendo e intavolando due scodelle di pietanza fumante sotto i loro occhi.

“Carina la tua lettera … profumava!” esclamò Naruto tirando fuori un rotolo molto simile a quello che aveva con sé Hinata.
Per poco Hinata non soffocò nel ramen.
Prese a tossire convulsamente.

“Ehi ehi, Hinata! Bevi dell’acqua! Ehi, calma!” prese a tranquillizzare la ragazza mentre gli massaggiava la schiena.

“Che mal di testa! Accidenti, ieri sera ho fatto tanta baldoria … vorrei sapere che mi è saltato in testa!”

‘Perciò è tutta una montatura, perciò ieri Kiba ha scritto per entrambi questa lettera …’.
‘Ho sognato questo istante notti e notti … forse la mia buona stella mi ha abbandonato’
‘Forse mia sorella, mio padre si sono completamente sbagliati … ’

If you looked in my eyes
Would you see what's inside?
Would you even care?

Se mi hai guardata negli occhi
avrai visto cosa provo?
Te ne sei mai preoccupato?
Forse non te ne sei mai accorto …

“Ehi, Hinata chan … che succede, piangi?”



“Ehi, Hinata chan … che succede, piangi?”

‘Sì … sto piangendo ‘

“N-no che dici! E’ lo che ho respirato male, sono solo gli occhi che mi lacrimano …”
“Davvero stai bene?”

“I-io … i-io devo andare Naruto-kun Hiashi, Hanabi …”
“Hinata …”

Hinata lasciò le bacchette nere e girandosi corse via in lacrime.
Cascarono ciotola di ramen, bacchette e sgabello.

“Che macello! Che cosa è preso a quella ragazza?”

“Non si preoccupi Ichiraku, sistemo io!” si propose Naruto accucciandosi per raccattare i cocci della ciotola.
Poi lo notò.

Un rotolo accanto allo sgabello. Piccolo e verde, legato da un cordino intrecciato di color panna.

“Ma quello è …”


“Kiba … Hinata …”

Si ricordò.
Tutto.

Cieco.
Non se ne era mai accorto prima. Eppure quegli occhi non gli erano nuovi. Il modo in cui lei lo guardava, tutte le volte che lei sussultava quando le rivolgeva la parola …
Quello sguardo pieno d’amore …
Hinata era innamorata di lui ed era stato tanto sciocco da non accorgersi di nulla.



If you looked in my eyes
Would you see what's inside?

Se mi hai guardata negli occhi
avrai visto cosa provo?
Ora sì.
Di quello sguardo non aveva capito niente.

Guardò il rotolo identico al suo soppesandolo e comparandolo al suo.
“Hinata chan!” si rimise a correre verso quella figura alta dalla giacca bianca.

“Nar …”

Troppo tardi.
Naruto l’aveva presa e l’aveva baciata.
Si era sentita in una morsa. Troppo rischioso accettare quel bacio. Si sarebbe illusa e lei non voleva illudersi. Naruto doveva rimanere irraggiungibile.
Portò entrambe le mani avanti staccandosi.

“Hinata, scusa … sono stato uno sciocco. Mi ricordo che ho scritto io assieme a Kiba quella lettera.”confessò Naruto mentre dalla rabbia serrava i pugni.
E Hinata piangeva.
“Naruto-kun … t-tu non ti devi scusare …” mentre respirava a fatica e singhiozzava ancor più convulsamente.
“Ti prego Hinata … perdonami.”

Sì avvicinò di nuovo a lei con cautela, mentre lei si reggeva le lacrime con le mani e se le asciugava.
“Ti prego Hinata-chan …”

Le spostò i capelli corvini dalla faccia e la ribaciò. A quel punto lei non fece nessuna obbiezione ma semplicemente si abbandonò nelle braccia calde e forti di Naruto. Quel pasticcione di Naruto Uzumaki che anche in amore sbagliava e che sapeva sempre però rimediare.
Quello stesso Naruto Uzumaki che era stato tanto stupido da non capire che Hinata era innamorata di lui.





…Till tomorrow, I'll be holding you tight
fino a domani ti starò accanto stringendo forte.

‘ Non mi lasciare, ho bisogno di te …”
‘ Non mi lasciare, fino a domani …’

‘ Non mi lasciare … ’
'Till tomorrow and for all of my life
fino a domani e per il resto della mia vita


… a sognare con te, per sempre...
  
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