Who am I?

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L’io era ciò di cui volevo apprendere il senso e l’essenza.

In verità nessuna cosa al mondo ha tanto occupato

i miei pensieri come questo mio io.

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Herman Hesse, Siddharta

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Chi sono io? Un essere umano che a quarant’anni suonati si crogiola ancora nelle sue crisi d’identità. Un uomo che ha seguito degli ideali errati per tanti anni, per poi scoprire che aveva passato metà della sua vita dalla parte del torto. Un uomo che ha perso ogni dignità, ogni valore, ogni certezza. Un uomo che si fa in quattro per seguire la giusta strada e per rimediare agli errori commessi. Eppure io a volte me lo chiedo ancora. Nelle notti senza luna, quando mi è difficile prendere sonno, io mi pongo ancora questa domanda: chi sono io? Non riesco a comprendere il vero valore umano. Non riesco ad insegnare a degli stupidi ragazzini la composizione di stupide pozioni. Non sono neanche riuscito a maritarmi, ho fallito in tutto. Eppure una cosa, nella mia più completa ignoranza, la so fare. So usare quelle tanto malfamate arti oscure. Sono proprio loro, che mi hanno portato sulla cattiva strada. Eppure, tutt’ora mi piace sperimentarle. Quando ero ancora a servizio dell’ Oscuro, ero uno dei suoi servi più fedeli. Le mie conoscenze in campo Oscuro, seppur non superassero quelle del mio Signore, erano superiori a quelle di molti altri miei coetanei. Ora mi sembra di essere riuscito ad inquadrare il concetto che contraddistingue il bene e il male. Eppure non sono sicuro di aver ragionato bene. Nessuno ci dice che uccidere e torturare sono due verbi che passano dalla parte del male. Come niente ci dice che perdono e amore sono due verbi appartenenti al bene. Per questo a volte mi chiedo se quello che ora sto facendo, sia nel bene. Però una cosa la so: so che Voldemort non è un buono. Ricordo che quando uccise le uniche persone a cui io volessi bene, i miei genitori, non riuscii a sopportarne il peso, fuggendo lontano, rintanandomi nel girone degli ignavi. Poi Silente mi propose il posto di lavoro, vedendomi solo una povera strisciante serpe a cui è stato prelevato tutto il veleno. Alle sue idee mi ci ha portato piano, poco per volta, usando una tecnica che non saprei definire. So solo che un bel giorno, lui mi convinse a schierarmi con il tanto da me in precedenza odiato Ordine della Fenice. Non accettai subito, sebbene il gusto della vendetta esplodeva dentro di me. Presi tempo, che usai per riflettere sui rischi a cui sarei andato in contro opponendomi al mio Padrone. Poi decisi. Pensai che valeva la pena sperimentare dei nuovi ideali, così accettai. Ah! Se quel giorno fossero stati presenti i miei vecchi compagni di scuola! I Serpeverde probabilmente mi avrebbero rinnegato dalla loro casa, mentre Potter e la sua banda avrebbero passato l’eternità a bocca spalancata. In questi mesi ho lottato, combattuto, difeso, salvato. –Come ci si sente a stare dalla parte del bene, Severus?- questa è la domanda che mi pose Lui, nel nostro ultimo incontro. Allora lui lo ammetteva. Ammetteva di essere un cattivo. Io non gli risposi, ormai potevo permettermi il lusso di non rispondergli più. Sono arrivato alla conclusione che ormai la mia vita ha come scopo la vendetta dei miei genitori. Voglio vederlo morto. Voglio che Potter lo uccida. Già, mi ero dimenticato del carissimo Potter, che mi ha tolto tutto, anche la possibilità di vendicare in modo perfetto i miei defunti cari. Ora che la seconda guerra è alle porte, mi chiedo quale sarà il mio destino. Mi chiedo tante cose. Ma la domanda che assilla sempre più spesso i miei pensieri è: chi sono io?