Caro Harry,
 
 
Troppo banale, vero? Avrei potuto sicuramente trovare un modo migliore per cominciare, conoscendomi. Bhè, spero apprezzerai la semplicità.
 
Son passati sette lunghi mesi, quindici lunghissimi giorni e nove insopportabili ore, da quando sei andato via. Abbastanza tempo?
 
Abbastanza tempo, per cosa?
 
Forse per dimenticarti, per andare avanti. Per capire che non bastano i ricordi, a far passare il dolore. Non basta la mia forza, a superare i problemi, combatterli o almeno provarci. Non bastano gli amici, la famiglia, il tuo gatto, ad aiutarmi, per non farmi sovrastare dagli incubi.
Non basta la distanza, per annullare il tuo ricordo.
Non basta il tuo ricordo, per annullare la distanza.
Perché non si può vivere di ricordi, non è possibile vivere immaginando una carezza, un bacio, un abbraccio. Non basta il tempo, non basta mai.
Eppure, quello passa, senza guardare in faccia nessuno. Sembra beffardo, si prende gioco di me, dei miei sentimenti.
Ma passa comunque.
 
Abbastanza tempo, per cosa, se non per dimenticarti?
 
Forse per odiarti, per odiare ogni ricordo che ci lega. Per odiare il ricordo del suono della tua voce, il colore dei tuoi occhi, o la morbidezza delle tue labbra. Il ricordo della tua liscia pelle, diafana, dei fianchi morbidi e le spalle forti, in grado di portare pesanti problemi.
Eppure, non riuscivi a sopportarli, i problemi.
Ma ti giuro, Harry, che se avessi potuto mi sarei fatto carico io di tutti i tuoi guai.
Io sono più forte! Io avrei potuto sopportarli. Avrei preso io tutti i tuoi dolori, pur di non vederti soffrire. Ma non c’è stato il tempo.
Io mi odio, Harry.
Mi odio per non averti salvato, ma ogni volta che provavo ad allontanarti, ero terrorizzato all’idea di riuscirci davvero.
Mi odio perché ho perso tempo per decidere di dedicarmi a te, mi odio perché mi sono fatto abbindolare da altri, mi odio perché ho creduto fossero giuste e mi vergogno di questo.
Mi odio perché avrei dovuto capire subito di essere legato a te, da quel giorno in cui per caso la linea di rotta del tuo sguardo è entrata in collisione con la linea del mio. Mi hai guardato con quegli occhi, e non ho fatto altro che pensare a quell’instante per tutto il tempo, prima di rincontrarli, stavolta non per caso.
Mi odio per aver immaginato un intero futuro dopo quella frazione di attimo, mi odio perché spesso ciò che immaginiamo non diventa realtà.
Mi odio perché è passato abbastanza tempo, eppure ancora, alla domanda: cosa pensi ti riserverà il destino in futuro? Io, mi immagino sdraiato a letto al tuo fianco alla fine della giornata, immagino noi due chiacchierare allegramente, stretti l’uno nelle braccia dell’altro, mentre bacio e annuso i tuoi capelli e ti accarezzo la schiena lunga. Poi vedo tutto sfumare, e ricordo che spesso ciò che immaginiamo non diventa realtà.
Mi odio perché nonostante sia passato abbastanza tempo, io non odio nulla di te o del tuo ricordo.
 
Allora..
Abbastanza tempo, per cosa, se non per amarti?
 
Per amarti, come prima e più di prima.
Per amare te, il tuo ricordo.
Per amare il calore della tua mano, intrecciata nella mia, il calore del tuo braccio che sfiora il mio, il tocco leggero del tuo fiato sulla pelle, il tocco delle tue labbra sulle mie. Per amare il ricordo del calore del tocco del tuo cuore che stringe, in una morsa d’acciaio che non fa male, il mio di cuore.
Perché io Harry, nonostante sia passato abbastanza tempo, ti amo così tanto che il tuo ricordo mi provoca ancora brividi freddi lungo la schiena, mi fa prudere le mani, battere i denti, respirare affannosamente, battere il cuore.
Ti amo così tanto che il tuo ricordo mi fa sentire vivo, mi fa sorridere ogni giorno, mi da la forza di andare avanti, di farlo per te, anche se non ci sei. Il tuo ricordo mi fa sentire amato e mi fa amare te, ogni giorno di più.
 
E ogni mio giorno, Harry, amore mio, lo dedico a te,
a te che mi sei stato compagno nei sogni, nelle gioie, nei dolori, sempre. Anche adesso che non ci sei, ti sento accanto a me. Ora che ho capito di amarti ancora di più, la distanza che ci separa è ad un’alzata di dito.
Proprio così, mi basta alzare il braccio al cielo, puntare il dito, e sentirmi afferrare dolcemente, sollevare in aria e essere più leggero.. e questo mi basta, perché a sostenermi ci sei tu, Harry.
 
Ancora accanto a me, anche se mi attendi alla fine della strada.
 
 
 
 
Sinceramente tuo,
 
Louis.