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Autore: nefos    10/11/2013    0 recensioni
Tutto scaturito da una conversazione di pochi giorni fa in cui han cercato di convincermi che la musica non ha la capacità di cambiare e salvare le persone. Dal testo:
"Sapeva per certo però che le veniva richiesto ciò che lei non poteva dare, quindi fingeva."
Genere: Angst, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Music don't “save” people

 

 

 

Non si ricordava esattamente quando si era trovata incastrata in una routine che la costringeva a fingere che tutto fosse normale.
Non si ricordava quando esattamente si era trovata circondata da persone che non la conoscevano minimamente.
Non si ricordava e sinceramente ne le importava sapere il momento preciso.
Sapeva per certo però che le veniva richiesto ciò che lei non poteva dare, quindi fingeva.

Stava bene?
Ovvio che stava bene.
Come poteva non star bene? Con tutte quelle persone al mondo che stavano molto peggio, robe da matti, nemmeno avevano da mangiare. Lei come osava non star bene? Certo che stava bene.

Le piaceva quel che faceva?
Oh, si assolutamente.
Tanto lo aveva scelto lei, quindi se non le piaceva doveva tenerselo per se, non le era permesso dissentire, non poteva permettersi, le era stata pure data l'occasione di scegliersi la propria scuola.

Come andava con la famiglia?
Ottimi rapporti.
Ogni volta non si facevano mancare un occasione per guardarla dall'alto in basso e per ricordarle che così, con tutti quegli interessi strani, musica, telefilm, libri, con quel modo di vestire non andava bene. Non si risparmiavano nel ricordarle che non stava facendo abbastanza. Ma erano in ottimi rapporti.

E gli amici?
Ah, sì, gli “amici”.
Tutto a posto. Probabilmente non si consideravano nemmeno suoi amici. Probabilmente la vedevano solo come quella stramba e spesso indesiderata. Eppure lei dava anima e corpo. Si svenava per loro. Li aiutava a raggiungere i loro obbiettivi, a crescere, a iniziare i primi passi di quella che sarebbe stata la loro vita futura, in cui lei non compariva assolutamente era solo da sfruttare e poi gettare. Lei li aiutava e nel mentre rimaneva bloccata nel presente senza obbiettivi o senza la forza necessaria per attuarli.

Bastava rispondere bene a queste domande e nessuno più sospettava nulla. Iniziavano subito a parlare di loro stessi. Tanto lei con un sorriso tirato aveva appena detto che andava tutto bene.
Era imbrigliata in una vita che in realtà non era la sua.
Obbligata a fingere che fosse tutto a posto. Tutti i giorni. Tutto il giorno.
Finché finalmente la sera non si coricava stremata sul suo letto, e le faceva male tutto.
Le faceva male il cuore, che ormai sentiva pieno di tagli da cui stillava sangue.
Le faceva male lo stomaco, come se dovesse rigettare per quanto si faceva schifo.
Le faceva male la schiena a furia di portare i suoi problemi e quelli degli altri.
Le facevano male le braccia perché sempre tese ad aiutare gli altri, le gambe a forza di correre dietro a gente che nemmeno la considerava, la testa sempre piena di insulti a se stessa e moniti sullo smettere di star male visto che non ne aveva motivi, la gola a causa del suo continuo gridare che quella non era la vera lei senza che nessuno l'ascoltasse e perfino le vene dove sentiva scorrere il sangue troppo denso.
Così passava la notte, stesa nella posizione in cui si era buttata sul letto, dolorante e tormentata dai suoi demoni anche in sogno.
Tanto che il mattino dopo si svegliava più stanca di prima e doveva ricominciare quella stupida routine. Imbastiva il suo sorriso più bello e si alzava.

Arrivò il giorno in cui pensò che se fosse andata avanti così avrebbe preferito togliersi la vita piuttosto che andare avanti.
Chissà forse lo pensava già.
Ben nascosto da altro magari quel pensiero si stava già facendo spazio nella sua mente.
Decise quindi, con estremo egoismo, di prendere le cuffiette e alzare il volume finché non riusciva più a sentire i suoi stessi pensieri.
Fu così liberatorio. Non credeva che potesse davvero servire la musica.
La cullava di sera, rattoppava il suo cuore, le dava quasi forza.
Quelle canzoni, quegli artisti, che nemmeno sapevano della sua esistenza, comprendevano ciò che stava passando meglio delle persone che conosceva da tempo.
E la sostenevano.
E credevano in lei più di qualsiasi persona avesse fatto fino a quel momento.
Iniziò a fregarsene della sua famiglia, di quelli che si dichiaravano, solo a parole, suoi amici.
Gridò il suo schifo per tutti loro.
La allontanarono. Oh, ma era così cambiata. Che le era successo? Non era più la ragazza di prima, era una fase sicuramente.
Che dicessero quello che volevano, finalmente aveva trovato il coraggio di venir fuori e di interrompere quel continuo fingere e mentire.
Aveva trovato la forza di fregarsene per la prima volta in tutta la sua vita.

Senza che nemmeno fosse lei a cercarli iniziò a conoscere persone che erano come lei, nelle sua stessa condizione.
Persone che dentro erano in mille pezzi e che non facevano altro che fingere per evitare troppe domande, rifugiandosi nella musica e tenendo duro perché non volevano darla vinta a nessuno.
Iniziarono a venirle incontro, senza una ragione precisa, e per loro lei divenne importante quanto loro lo divennero per lei.
Non capiva, aveva solo detto come realmente era e d'improvviso tutte quelle persone si avvicinavano a lei.
La sostenevano come prima faceva solo la musica.
Credevano in lei.
La aiutavano.
E lei ricambiava, felice per la prima volta di poter aiutare a raggiungere quel futuro che era anche il suo.
Così fu per caso che un giorno, circondata da quelle stesse persone si ritrovò a cantare con un lieve sorriso sulle labbra.

Il peggio è passato.


--




Nota dell'autrice:

*coff*

Emm, salve.
Allora dopo tipo, decenni d'inattività è uscito fuori questo.

Per spiegare un po', qualche tempo fa stavo avendo una discussione con “amabili” personcine che sostenevano che la musica non ha la capacità di salvare le persone, infatti il titolo è esattamente quello che loro han detto a me.
Io personalmente non ero d'accordo, perché un po' ci passata anche io, un po' conosco persone che sarebbero d'accordo con me quindi ho deciso di scrivere questo, che, spero, sia riuscito a rappresentare un po' ciò che è la situazione di parecchi ragazzi, almeno per quel che vedo io.

Mi spiace se non vi sembra che sia venuta così bene e mi spiace non sia nemmeno lunghissima >.<
Lasciatemi un commento o una recensione con quel che ne pensate e vedrò di rilavorarci su magari.

Intanto un abbraccio:

*hugs*

  
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