Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: Madelyne Scott    10/11/2013    3 recensioni
[ AU | Verde | Happy HiroMido Day! | Romantico-Sentimentale, magari un filo Malinconica | Epoca di PH ]
Il rosso camminava tranquillamente alla luce della luna, non riuscendo a prendere sonno.
I suoi occhi turchesi erano fissi ad osservare il nulla, perso nei suoi pensieri, quando si accorse di alcuni passi alle proprie spalle.
Si voltò lentamente, e vide una figura avvicinarglisi. Restò immobile, un leggero sorriso ad arricciargli le labbra.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
  • Titolo: Heart’s Melody –wtf???-
  • Pairing: HirotoxMidorikawa
  • Parole: 115 –secondo Word-
  • Note Iniziali dell’Autore: ho scritto l’inizio di questa di questa –pessima, ma ok- OS sulle note della Lacie Melody, perciò l’intera storia è ispirata all’epoca di PH.
Sempre che ci sia un’epoca precisa
          Uh, dicevo: immaginate tutti con abiti Ottocenteschi o giù di lì, se non avete in                               mente il manga di cui vi parlo.
          E, per fugarvi ogni dubbio, Hiro-chan e Mido-chan appartengono a classi nobiliari differenti.
          Ora non so che altro dire .-.
          Beh, Happy HiroMido Day, dears~
          Hope you like it! C:
 
Heart’s Melody ♫
 
Il ragazzo muoveva velocemente le dita, senza perdere la presa sullo strumento. Ad occhi chiusi, un’espressione concentrata sul viso, seguiva un preciso schema di movimenti: non una nota, una battuta era sbagliata, a discapito della difficoltà del brano che stava eseguendo.
La melodia, dolce e malinconica, sembrava scritta su misura del musicista dai capelli color pistacchio, che sembrava completamente trasportato dalla musica; chiunque l’avesse ascoltata in quel momento non avrebbe potuto trattenere le lacrime, tanto era sentita l’armonia.
Perché Ryuuji era così.
Metteva il cuore nelle proprie esecuzioni, facendo emozionare tutti coloro che avevano avuto l’onore di assistere ad una sua rara quanto magnifica esibizione.
Solo una, fra le persone che erano state invitate ad una di quelle occasioni, era rimasta impassibile. “Bella musica” aveva detto guardando il verde con i suoi occhi verde-grigio, senza degnarlo nemmeno di un sorriso.
Il ragazzo era rimasto ferito da quell’atteggiamento. Perché, sin dalla prima volta in cui aveva incrociato gli occhi freddi del rosso, era rimasto folgorato dalla profonda oscurità che vi aleggiava. E per la prima volta, Midorikawa aveva assaggiato il sapore del dolore.
***
Erano passati mesi, ormai, da quella serata, ma lo sguardo del giovane tornava ogni sera per tormentarlo. La pelle nivea, in contrasto con i capelli color rosso rubino, metteva in risalto gli occhi turchese ghiaccio cupo, che lo fissavano con espressione dura.
A quella vista, puntualmente, il ragazzo si svegliava di soprassalto, per poi ricadere in un sonno agitato.
Quella notte, però, le cose andarono diversamente: quando richiuse gli occhi per tornare fra le braccia di Morfeo, si accorse con leggera stizza che non si sarebbe più assopito.
Dopo diversi tentativi inutili, Midorikawa abbandonò le calde lenzuola del suo letto, per andare alla finestra. Aprì le ante dell’infisso delicatamente, rabbrividendo al leggero alito di vento freddo che gli colpì il viso. Si sporse all’esterno, osservando l’oscuro cielo invernale che si stagliava dinanzi ai suoi occhi.
Mille punti luminosi iniziarono a comparire nel buio, per rischiarare dolcemente quella gelida notte in compagnia di una fredda luna piena. I suoi raggi argentei colpivano delicatamente il paesaggio addormentato, delineando la sagoma delle colline che segnavano i confini della valle e facendo brillare le foglie di un ulivo, che tendeva i suoi rami vicino alla finestra.
Il giovane si posò al davanzale, puntellandosi sui gomiti ed afferrandosi le braccia. I suoi lunghi capelli verdi cadevano morbidamente sulle spalle, facendolo assomigliare ad una ragazza.
In quel momento, però, era troppo concentrato ad ascoltare il leggero suono della brezza tra le foglie per riflettere sulle proprie sembianze femminili.
Sospirò, chiudendo gli occhi, mentre si decideva a tornare a letto, sentendo le palpebre pesanti. Lanciò un’ultima occhiata all’orizzonte stellato e fece per voltarsi, quando un movimento attirò la sua attenzione: come un riverbero della luce pallida della luna, Ryuuji riconobbe la figura di una persona.
Si sporse dalla finestra, afferrandosi al davanzale per non perdere l’equilibrio, e assottigliò gli occhi scuri per concentrare lo sguardo. Per un attimo, al ragazzo parve di vedere un volto chiaro incorniciato da capelli rossi, e il suo cuore perse un battito.
Scattò all’indietro, abbandonando la sua postazione e vestendosi frettolosamente, mentre il suo battito cardiaco iniziava ad aumentare.
Per qualche motivo, il verde sapeva di non sbagliare.
***
Il rosso camminava tranquillamente alla luce della luna, non riuscendo a prendere sonno.
I suoi occhi turchesi erano fissi ad osservare il nulla, perso nei suoi pensieri, quando si accorse di alcuni passi alle proprie spalle.
Si voltò lentamente, e vide una figura avvicinarglisi. Restò immobile, un leggero sorriso ad arricciargli le labbra.
- Kiyama-sama?
La voce del giovane fugò ogni dubbio al rosso che, freddo, rivolse un’occhiata indagatrice al nuovo arrivato, nel tentativo di celare una leggera ed impercettibile sorpresa.
- Midorikawa-san. Cosa ci fa in giro a quest’ora?- domandò, rispondendo indirettamente al dubbio dell’altro, che per un attimo rimase interdetto. Velocemente, però, il verde si riscosse.
- Potrei farle la stessa domanda.
- Comunque- aggiunse dopo qualche istante, sospirando – Non riuscivo a prendere sonno.
Il rosso sorrise.
- Siamo in due in questo caso. Le va di fare una passeggiata?- propose poi, quasi con noncuranza.
Midorikawa fu sorpreso per la seconda volta, ma senza accorgersene annuì.
I due si mossero verso il bosco che circondava la tenuta, in un silenzio imbarazzato.
- Stavo pensando…- iniziò Kiyama, con tono distaccato – Che ne direbbe di darci del tu? È più comodo, a mio parere.
- Oh, euh… Sì, per me va bene.- rispose il più giovane, arrossendo, mentre il cuore prendeva a battergli più forte.
- Bene.- riprese l’altro – Midorikawa, potrei sapere perché hai iniziato a suonare il violino?
Il ragazzo rimase dalla domanda improvvisa. Quale poteva essere la risposta?cosa poteva averlo spinto a suonare quello strumento?
- Qual è il tuo obiettivo?- sibilò il rosso, fissandolo con i suoi occhi freddi.
- Io… Ho sempre voluto far commuovere le persone. Far provare loro la stessa emozione che provo io.
Quella era la risposta giusta, Ryuuji lo sapeva. Eppure, per qualche strana ragione, aveva l’impressione che le sue parole avessero fatto rabbuiare il suo interlocutore, che tuttavia aveva le labbra pallide arricciate in un debole e tirato sorriso.
Dopo alcuni minuti di profondo silenzio, durante i quali entrambi rifletterono sulle parole che si erano appena scambiati, i due giunsero in una piccola radura, all’interno della quale la luce lunare filtrava attraverso le fronde quasi totalmente spoglie degli alberi che la delimitavano.
Si sedettero ai piedi di una vecchia quercia, rimuginando entrambi su qualcosa.
Improvvisamente, il verde spezzò il denso silenzio che si era creato e che sembrava soffocare persino il rumore della brezza.
- Perché sei così…? così freddo, insensibile, distaccato?
Aveva sussurrato quelle parole con risentimento, quasi con sofferenza, e non ne sapeva il motivo.
Questa volta fu il turno del rosso di stupirsi. Tentò di ribattere, ma le parole gli morirono in gola.
Rivolse lo sguardo al cielo, in modo da non guardare quello ferito del ragazzo, e notò che si stava oscurando. Sentiva una morsa serrargli il petto, mentre lo stomaco gli si contorceva furiosamente.
- Non voglio soffrire.
Tre semplici parole, pronunciate appena soffiando tra le labbra, fecero voltare Midorikawa. I suoi grandi ed espressivi occhi color liquirizia si posarono sul viso pallido dell’altro, che osservava ancora il firmamento. Dopo qualche secondo, però, il rosso diresse il viso verso il più giovane, rivolgendogli un sorriso triste.
Un sorriso sincero.
E poi, calore.
Hiroto aveva avvicinato il volto a quello di Ryuuji, facendo combaciare le loro labbra in un dolce e casto bacio.
- M-ma cosa- cominciò il verde, ma venne interrotto.
- Ti amo. Il resto non conta.- sussurrò Kiyama ad un centimetro dalle sue labbra, prima di rimpossessarsi di lui.
 
*Angolo autrice*
Yeeeeeeep~
Felice HiroMido Day, minna!
Sì, sono felice, perché dovevo pubblicare un mese fa e mi ero disperata e invece ora ho potuto pubblicare in tempo!
Ceh, amatemi!
No, sul serio, sono felice e soddisfatta!
All’inizio era messa peggio, ma poi riscrivendola ho migliorato qualche pezzo.
Anche se nel complesso poteva uscire meglio -.-‘’
Ma passiamo alle spiegazioni –sarò breve: ho una recensione da fare, io u.u-
Qui, Hiroto è un bastardo senza cuore una persona fredda e insensibile perché ha avuto un’infanzia difficile.
Magari potrei fare una OS esplicativa per chiarire questo fatto!
*la linciano*
Ok, ok…
Comunque, i miei due funghetti pasticciosi (???) si amano da sempre, ecco.
E ora non so cos’altro dire.
Il titolo –sappiate che mentre scrivo queste note non ci ho ancora pensato-…
È una schifezza –io metto sempre titoli schifosi-
Ma adesso vi lascio!
Spero che vi sia piaciuta, o comunque non vi abbia fatto vomitare!
Un abbraccio al profumo di anice (???)
Maddy
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Madelyne Scott