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Autore: Stellina_chan    10/11/2013    7 recensioni
Ed eccomi qui con un'altra ff. Mi dispiace per chi sperava che fossi morta. XD
Avevo già pubblicato i primi tre capitoli, ma questo accadeva un anno fa. Ora li ripubblico, dopo averli modificati - spero in meglio- e dopo aver preso l'impegno di finire anche questa.
***
Un risveglio qualsiasi. Una mattina qualsiasi. Una gita un pò meno usuale. E indovinate un pò?
La vittima è già un maschiaccio.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La scena, vista da un occhio esterno, risultava quasi comica: in fila indiana, uno a pochi metri dall'altro, lungo quel sentiero nascosto dalle montagne camminavano degli strani personaggi.

Ad aprire la fila era un ragazzo alto: indossava una camicia di foggia cinese rossa e dei pantaloni blu. I folti capelli neri, che incorniciavano gli splendidi occhi grigio-azzurri, erano tenuti a bada con un codino.
Subito dopo venivano un panda col fiatone e una grossa goccia di sudore sulla tempia che teneva in mano un cartello con cui supplicava di rallentare, un papero che sbatteva di qua e di là come se fosse cieco, una ragazza cinese con i capelli viola lunghissimi che stava combattendo contro l'aria con i suoi bombori e una famiglia composta dal padre e dalle sue tre figlie.
La più grande aveva i capelli castani raccolti in un fiocco bianco e sorrideva, contenta della gita organizzata all'ultimo momento, la mezzana aveva i capelli corti e marroni che le arrivavano appena sopra le spalle, creatori di una sinistra ombra nera sul viso a dir poco scocciato a causa delle perdite di profitti dovute alla recente distruzione di certi rullini in cui immortalava le gambe della più piccola, ovvero colei che chiudeva quella strana processione, avente capelli neri dai riflessi blu che le arrivavano alle spalle e, come la sorella, altrettanto impegnata a chiedersi perchè mai quello stupido ragazzo con il codino fosse geloso del maialino nero che teneva tra le braccia.

Direi che non c'è bisogni di delineare altro, vero?


***


Akane era andata, come ogni mattina, a svegliare Ranma con un' "amorevole" secchiata d'acqua fredda, dando origine alla solita routine: il ragazzo che le urla contro, lei che fa lo stesso, lui (ormai diventata lei) che esce dalla stanza diretta in bagno per tornare normale, entrambi che si siedono a fare colazione... Ma poi era finita qui, la loro "normalissima" mattinata.

-Ranma, Akane, Nabiki...Oggi non andrete a scuola. Faremo una gita alle sorgenti maledette.- aveva detto Soun Tendo.
-Papà, ma non erano andate distrutte dopo la battaglia sul monte Hooh?- aveva chiesto Kasumi.
-Si, vero. Ma abbiamo pensato che una piccola perlustrazione non farebbe male. Certe voci dicono che stanno riacquistando il loro potere.-
- Ma sono in Cina!- aveva commentato esterrefatta Akane.
- E' per questo che vi ho fatto alzare presto lo stesso. Partiremo fra due ore con il primo volo.-


Mentre Nabiki protestava per la decisione ormai presa affermando di dover vendere proprio quel giorno almeno un centinaio di foto, Akane si era accorta che Ranma si stava soffocando con un pò di riso.
Per aiutarlo si era alzata e, dopo essersi posizionata dietro di lui, incurante del ragazzo che le faceva segno di no con la testa, gli aveva sferrato un colpo sulla schiena degno del campione internazionale di arti marziali: immediatamente il "fidanzato" aveva cominciato a respirare e... a insultarla.


-Scema, dovevi proprio colpirmi così forte? Sei proprio un maschiaccio!-
-Ti ho salvato la vita! Scusa se per farlo ti ho fatto male!- lo aveva deriso lei.
-Farmi male? TU?? Neanche tra un milione di anni!-
Immediatamente intorno alla testa di Akane era comparsa un'aura blu molto minacciosa.
-A..Akane.. aspetta... parliamon....-

La carpa, che se ne stava tranquilla a nuotare nel proprio laghetto, cinque secondi dopo aveva salutato mentalmente quello strano umano che ormai ogni giorno veniva a trovarla.

-Stupido...- aveva detto la più piccola delle Tendo digrignado i denti.

Genma si era avvicinato allo stagno preoccupato per il figlio, ormai di nuovo ragazza, che stava ancora galleggiando a testa in giù nell'acqua cristallina, e al contempo abbastanza divertito dalla scena.

-Te la sei cercata, figliolo.- aveva annunciato, sistemandosi gli occhiali.

***

Quando si avvicinarono a un lato del sentiero, a un cinque di metri di altezza sopra le sorgenti, ed ebbero la possibilità di constatare che le voci erano vere, Ranma, come era prevedibile, era al massimo della contentezza: la sua maledizione stava per essere annullata... si sarebbe immerso nella sorgente dell'uomo annegato e sarebbe ritornato un ragazzo normale.

-Hai visto Ranma? Ce l'hai fatta.- disse Akane dopo che gli si fu avvicinata, con gli occhi scintillanti per l'emozione.
-Si, Akane. Ce l'abbiamo fatta.-

Alla ragazza, al solo sentire quell' “abbiamo”, comiciò a girare la testa. Poi quando Ranma ci aggiunse anche un "Grazie per avermi accompagnato.", le cedettero le gambe.

E cadde nel vuoto.
Proprio in direzione di una delle sorgenti.
Poi Akane sentì l'acqua inzupparle i vestiti.
Che si fecero improvvisamente troppo stretti.

Sentì la mano di Ranma che le afferrava il braccio e la issava fuori dal luogo bagnato in cui era precipitata. Poi si accorse dello sguardo del ragazzo.

-Oh no... non può essere caduta proprio in questa sorgente....-

***

Era un ragazzo. Era diventata un ragazzo. Alla fine, l'ironia della sorte aveva vinto. D'altronde Ranma non l'aveva sempre chiamata maschiaccio?
Non riuscì a trattenersi.
Cominciò a piangere.
Ranma, stranamente, non esitò neanche un attimo. La abbracciò facendole appoggiare la testa sulla propria spalla, anche se ormai stava avvolgendo con le sue braccia muscolose un ragazzo altrettanto muscoloso.


-Akane, non ti preoccupare... Basta che tu ti immerga nella sorgente in cui sono caduto io... Tutto si sistemerà, vedrai.- disse Ranma abbastanza sconvolto, ma cercando di sembrare forte per lei.

Akane allora alzò la testa e il fidanzato si accorse che le sue erano lacrime di dolore e... ironia. Akane stava ridendo.

-E adesso perchè ridi?- domandò isterico il ragazzo.
-Sto... ridendo....- disse lei tra un respiro e l'altro, con una voce profonda -..perchè... Ranma...è solo temporaneo. Leggi il cartello.-rispose l'Akane-ragazzo, indicando qualcosa dietro all'altro mezzo uomo.

Ranma lesse. E sbiancò.
Il cartello recitava: "La sorgente dell'uomo affogato è momentaneamente esaurita. Questa è solo sostitutiva, per cui gli effetti dureranno circa una settimana. Ci rincresce per i nostri visitatori e clienti. Per la sorgente con effetti duraturi, riprovate tra seicento anni."
Akane, non dando il codinato segni di vita, cercò di richiamarlo alla realtà con una pacca sulla spalla, che risultò leggermente più forte del dovuto.

-Ranma...?- Lui si girò molto lentamente nella sua direzione. -Mi dispiace tantisimo. Ma vedila così: sapevi già che le sorgenti erano andate distrutte... il nostro era solo un modo di passare del tempo in famiglia. Non hai perso niente. O almeno, non di nuovo.-
-Si, però...-
-Niente “ma”, Ranma. Pensa alla tua fidanzata ora.- si intromise Genma, tornato chissà come umano.
-Ehm... a proposito, Ranma: potresti versarmi una teiera d'acqua calda? Devo fare la pipì.- disse lei imbarazzatisima.
Lui la guardò divertito, ma fece come richiesto non appena Kasumi gli porse un termos.
-Ho fatto proprio bene a prepararne tanti!- cinguettò, contenta di essersi resa ancora una volta utile.

Una volta svitato il tappo, l'acqua cominciò a scivolare veloce dalla testa di Akane.
Ranma contò mentalmente.

Uno.

Due.

Tre.
  
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