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Autore: insane mind    10/11/2013    0 recensioni
Si è vero, magari leggendo l'introduzione può sembrare una semplice e banale storia d'amore,ma io avevo bisogno di scriverla e magari qualcuno ha bisogno di leggerla.
Tutti, prima o poi, trovano l'amore...chi più facile e chi meno, questo è il caso di Giò e "Alex", un amore più difficile di questo non poteva esistere, ma se davvero è importante, bhè si lotta...si lotta insieme, nel bene e nel male...soprattutto nel male.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sali le scale e ti rendi conto che è tutto vero, dopo tre anni di tranquillità stai salendo le scale per affrontare il tuo primo debito, e speri l'ultimo, a matematica...

Lo zaino in spalla e le equazioni per la testa.

-Giò....Giòò- mi sentii chiamare dal fondo delle scale, tolsi una cuffietta e mi girai lentamente

-spettami....aspettamiiii, oddio muoio, oddio, crepo-

-Hhahahahahah per due scalini? dai pirla sali che abbiamo il compito susu-

Jenny era la mia migliore amica, la migliore amica meno in forma che potessi avere, la sua unica fortuna era non ingrassare, se il metabolismo le fosse cambiato di li a poco sarebbe diventata la prozia di Poo (kung fu panda avete presente?)

Salimmo le scale entrammo in classe e ci sedemmo ad un banco scelto senza criterio.

-Giò, ho sentito che a farci l'esame sia scritto che orale sarà la Poliporo, hai presente la nana roscia che somiglia alla regina cattiva di Alice in Wonderland? ecco lei! dicono che si copia da paura quindi possiamo stare più che tranquille -disse con estrema soddisfazione intrecciando le mani dietro la testa e i piedi sulla sedia difronte

-Davvero? a bhè allora è tranquillissima-

La classe era ancora vuota, eravamo in anticipo, così usammo quel quarto d'ora per ripassare qualcosa.

Di li a poco la classe cominciò a riempirsi, entrò la proff e ci consegnò i fogli timbrati dal ministero.

-Ragazzi mi dispiace, avevano incaricato me di sorvegliarvi durante il compito, ma ho avuto dei problemi di comunicazione con il preside quindi non ci sarò io ma il nuovo proff di matematica, è entrato quest anno e sarà di ruolo per i restanti due anni, lui è Alessandro Raffaelli il nuovo proff-

Mi cadde la penna interrompendo quel silenzio imbarazzante e pieno di terrore, mi chinai per raccoglierla e quando tornai dritta mi ritrovai un proff che si vedeva che era grande, forse sulla trentina, ma era altrettanto visibile che li portava da dio... rasato, occhi scuri, magnetici,cerchiati da delle occhiaie rossastre, viso magro e molto pallido, ma ben delineato, alto, fisico asciutto, un sorriso timido e timoroso allo stesso tempo, quasi malefico, lo ammetto, pensai subito fosse una sottospecie di tossico...

Mi fece uno strano effetto, un misto di ansia e paura, però era affascinante in qualche modo.

Ma ora come ora la mia unica e più grande preoccupazione era il compito.

Il proff si sedette alla cattedra senza dire una parola, ci osservò un attimo e poi si mise a scrivere qualcosa.

Noi cominciammo e stranamente trovai il compito decisamente facile.

Le tre ore passarono abbastanza velocemente, ma nonostante la semplicità del compito non mi azzardavo ad alzarmi per prima e consegnarlo.

In classe rimanemmo in quattro, per poi rimanere solamente io e Jenny.

Ci alzammo consegnammo i compiti, firmammo e ce ne andammo dando un ultimo sguardo a quel proff...aveva qualcosa di sinistro, terribilmente affascinante.

Tornai a casa a piedi, a casa non c'era nessuno, l'aria fresca di settembre mi congelò le guance e fece lacrimare un pò gli occhi, ma era una sensazione piacevole.

Arrivai a casa mangiai un pò di pizza avanzata dalla sera prima e mi misi subito a studiare per l'esame orale di matematica che ci sarebbe stato tra soli due giorni.

Le mie buone intenzioni di studio non andarono a buon fine, mi addormentai pesantemente sul letto con i pearl jam dissolti nella stanza.

Mi svegliai cinque ore dopo, causa vescica, altrimenti avrei dormito fino alla mattina seguente.

Sciacquai il viso con acqua gelida, mi diedi una sistemata veloce buttai i libri nella borsa, presi il cappotto ed uscii.

A casa non c'era nulla da mangiare così sarei andata da Gino, un signorotto sulla sessantina, aveva una tavola calda invidiata da tutti, era li da parecchi anni ma era la più produttiva di tutte, nonostante le mille invenzioni di modernizzazione delle altre tavole calde.

-Buonasera Gino- dissi sparando un sorriso a 250 denti.

-Ooooh buonasera "Gina" come va?- mi sorrise amichevolmente sotto il batuffoletto "sale e pepe" di baffetti che si ritrovava sotto il naso.

-Tutto bene grazie, tu come stai?-

-Ooooh una meraviglia, hai visto la tavola calda che aveva aperto quì davanti? l'hanno chiusa! ho vinto ancora- mi disse strizzandomi l'occhio.

-hahahahah Gino lo sai che la tua tavola calda è imbattile-

-Oooh si che lo so piccola, comunque come mai quì? sei rimasta di nuovo senza cena?- mi guardò torvo, a lui faceva piacere che venissi li, ma mi aveva ripetuto più volte di fare la spesa per non spendere soldi inutilmente tutte le sere, infatti ogni tanto la cena me la offriva lui.

-Dai Gino lo sai che tanto la tua cena è palesemente migiore delle mie, io ci vengo volentieri-

-Hahaha va bene dai vatti a scegliere un tavolo tanto non c'è molta gente sta sera-

-Va bene, grazie mille- gli lanciai un ultimo sorriso e mi andai a sedere ad un tavolino un pò isolato con una grande vetrata che dava su strada.

Ordinai una zuppa agli asparagi e porro con crostini, delle crocchette di pollo un'insalata e una coca.

Mentre aspettavo la mia cena tirai fuori i libri e mi misi a ripassare le varie regole, per un attimo mi venne in mente il proff, ma lo raccattai velocemente ad un angolo remoto della mia mente per concentrarmi sulla matematica.

Poco dopo mi si parò davanti Gino con la mia cena.

-Ooooh che meraviglia, grazie mille- dissi mentre l'acquolina in bocca cominciava a riprodursi a velocità assurda.

-Di nulla cara, buona cena- mi sorrise Gino pulendosi le mani sul canovaccio che gli pendeva da una tasca .

Mangiai molto lentamente, non avevo alcuna fretta.

Alzai un attimo gli occhi, il cuore perse uno, forse due o anche tre battiti.

Il proff di matematica era a pochi tavoli da me che leggeva un giornale, probabilmente anche lui come me non aveva "potuto" fare la spesa.

In quel momento ringraziai Gino e le sue luci ocra molto soft, probabilmente non mi avrebbe notata, e poi di cosa dovevo preoccuparmi? non mi avrebbe mai riconosciuta, ero una delle mille alunne che aveva, probabilmente avevo il volto come quello di tutte le altre, nessun motivo per ricordarsi di me, nessun motivo di preoccuparsi.

Continuai con i miei studi, eppure c'era qualcosa che non andava, cominciai a senirmi osservata, ma sapevo perfettamente che era uno stupido scherzo della mia mente, mi ero lasciata condizionare dalla situazione.

Non resistetti, alzai lo sguardo e notai che il professore mi guardava accigliato.

"cazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzo Giorgia mantieni la calma" dissi alla me stessa terrorizzata.

Quando vidi che il proff tornò sul suo giornale mi sentii sollevata, non mi aveva riconosciuta, grazie al cielo...
 

  
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