Rieccomi con una
breve shot, semplice semplice
(…si, forse anche troppo xD), ispirata a quel capolavoro che è One Piece! *-*
In particolare, sul mio personaggio preferito (ovviamente lo è insieme a Rufy,
Zoro e Shanks *___*), cioè il cuoco più splendidoso che
ci sia, Sanji! *-*
Mi è venuta in mente ieri, mentre ascoltavo At the End's World, colonna sonora del terzo film dei Pirati dei
Caraibi... e ho deciso di buttarla giù subito! Fatemi sapere che ve ne pare...
ci tengo tanto! :D Preciso che alcuni nomi sono come
nella versione inglese, dato che ho letto e sto leggendo solo quella! (scarse finanze per comprarmi i volumetti ç_ç) E poi,
sinceramente... i nomi in inglese sono molto più bellini di quelli italiani *-*
Vabbeh! XD
A presto,
Kenjina ^^
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Il silenzio mattiniero
risuonava nelle orecchie del cuoco della Going Merry. Adorava svegliarsi prima
dell’alba per godere dello spettacolo che veniva
allestito in cielo, fumandosi in pace una delle sue adorate sigarette. Rimaneva
lì, poggiato sul parapetto della nave, gli occhi neri puntati verso il sole
nascente e la brezza mattutina che gli scompigliava i capelli biondi.
L’odore del mare era
salubre, gli rinvigoriva i polmoni ad ogni boccata d’aria… era difficile per
lui scegliere tra l’odore salmastro dell’oceano e quello del tabacco; entrambi sapevano rilassarlo, entrambi erano parte di lui da una vita.
Tirò l’ennesima boccata dalla sigaretta, ormai
quasi del tutto consumata, come se non volesse sprecarne neanche un po’. Fissò
il movimento calmo della distesa d’acqua sotto di lui che, pacatamente,
ondeggiava stanca. La giornata sembrava volgere ad un cielo limpido e un sole
caldo… ma solo Nami-chan poteva davvero dire con esattezza che tempo avrebbe
fatto lì, sulla Grand Line.
Spense la sigaretta nel suo porta
cenere personale e decise di andare nel suo mondo, quello che gli aveva segnato
la vita, quello in cui era se stesso. Aprì la porta della sua cucina, sua e di nessun’altro,
sorridendo mentalmente nel vedere che i piatti della notte prima, lavati alla
bella meglio da Luffy, erano sistemati con un’evidente cura, ma decisamente con
scarsi risultati, ammassati l’uno sull’altro.
Adorava svegliarsi
prima dell’alba anche per poter restare in pace con la sua cucina, per
dialogare con lei, per sentirla viva, proprio come lui si sentiva vivo mentre cucinava. A quell’ora del mattino tutti
dormivano ancora, e non c’era niente di meglio della tranquillità che aleggiava
sulla nave.
Amava preparare con
calma la colazione per quella ciurma pestifera di cui orgogliosamente faceva
parte; erano matti, su quello non c’erano dubbi. Ma per quanto adorasse restare
nella tranquillità del silenzio, mai avrebbe potuto fare a meno delle urla del
capitano che reclamava cibo, dei battibecchi con lo spadaccino che lui si
divertiva a chiamare “marino”, della navigatrice e dell’archeologa, le sue due
principesse, del codardo del gruppo e del tenero medico scambiato spesso e
volentieri per un peluche. No, per nessun oro al mondo
avrebbe rinunciato a loro, ai suoi amici. Erano legati indissolubilmente, così tanto da rischiare la propria vita pur di salvarla
all’altro. Amicizia profonda, solida e resistente come un diamante. Niente
avrebbe potuto intaccarla, neanche il peggiore uomo su quella terra.
Aprì l’anta della dispensa, grattandosi pensieroso
il mento. Alla prossima fermata avrebbe dovuto fare
assolutamente la spesa… in meno di due giorni più della metà del cibo era
sparita! Si, il lucchetto che bramava da tempo ci sarebbe stato proprio bene…
Scosse la testa, in un misto di divertimento e
sconsolatezza, e iniziò a preparare la colazione. In cucina poteva esprimere se
stesso come in nessun’altra occasione; si divertiva ad inventare ricette nuove,
a creare piatti innovativi e che rasentavano l’opera d’arte. Muoversi tra gli
attrezzi di cucina e i mobili carichi di cibo era per lui come controllare
nelle sue tasche.
Cucina e Mare: era
incredibile come le due cose, insieme, potessero farlo sentire veramente a
casa.
“Sanjiiiii! Ho fameeee!!”
gridò Luffy, dall’interno della sua cabina.
“Idiota, la prossima volta che ti svegli, vedi di
non buttarmi giù dall’amaca!!” rispose alterato Zoro.
“Ma io ho fameee!
Sanjiiiii! La colazioneee!!”
continuò il capitano, mentre il suono della sua voce si faceva sempre più
vicino.
“Luffy, seriamente, non è possibile che tu stia
sempre pensando a mangiare!” esclamò Nami, alquanto perplessa.
“Nami, mi sapresti dire
che fine hanno fatto i miei 50 berri?!” chiese Usopp.
Sanji sentì la ragazza ridere sommessamente e
scosse la testa, divertito.
Tra buongiorno vari e litigate mattutine, la
giornata stava iniziando nel migliore dei modi.
Quando Luffy, seguito dal resto della
ciurma, fece il suo ingresso in cucina, con il rischio di buttar giù la porta,
il biondo li accolse con un caloroso e sincero sorriso.
“Allora, questa colazione?!”
No, decisamente tutto questo era possibile solo in compagnia dei
suoi nakama.