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Autore: Fecalina    10/11/2013    3 recensioni
Tu eri un semplice viandante, un uomo perso che era caduto nella trappola meglio orchestrata che la vita potesse tendergli.
Chuck and Blair song-fic.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chuck Bass | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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hotel california

Timeline: dopo la 2x13. Oh, Brother, where Bart thou?

Hotel California.

 

She stood in the doorway

I heard the mission bell

And I was thinking to myself

This could be Heaven or this could be Hell.*

Whisky, è questo che t’infiamma la gola, che scivola e raggiunge le ultime fibre del tuo corpo ad essere ancora sobrie, sane.

Brucia, come se fosse benzina. Ti chiedi se non lo sia per davvero.

Comunque, non te ne accorgeresti, c’è così tanta roba in circolo nel tuo corpo che potrebbero versarti anche del tè e tu lo prenderesti per scotch, probabilmente.

Ma non t’importa, oramai, perché, qualsiasi sostanza inebrii i tuoi sensi non riesce nell’intento.

Sbatti violentemente il pugno contro il tavolo in mogano al centro della sala da pranzo, o della cucina, o della camera da letto.

Non hai idea di dove ti trovi: in quale città, quale nazione, su quale pianeta.

Senti in lontananza una risata aspra, amara, derisoria.

Ti convinci che sia la cocaina che comincia a fare effetto.

Beh, se è questo ciò che ti ha provocato, bella merda.

I tuoi problemi erano più sopportabili quando non potevano palare.

Gli occhi di Bart ti fissano, mentre la sua risata aleggia ancora nell’aria.

Sbatti la bottiglia a terra, frantumandola in tante piccole scaglie di vetro.

E’ questo che sei ora: tante scaglie di vetro sparse sul pavimento, distrutte e pericolose per chiunque ci cammini vicino.

La bevanda ambrata è riversa a terra, e con un tonfo ti lasci cadere sulla poltrona rosso porpora al tuo fianco.

Non serve più bere ormai, te ne rendi conto.

Puoi fare ciò che vuoi di stesso, ma prima o poi il tuo corpo si ribellerà, vomiterà anche l’anima e tu sarai di nuovo in grado di pensare lucidamente, di renderti conto che sei fottuto.

Decisamente.

Ma non è colpa tua, per una volta non lo è.

Tu eri un semplice viandante, un uomo perso che era caduto nella trappola meglio orchestrata che la vita potesse tendergli.

E lei, sull’uscio della porta, ti aspettava, aspettava che abboccassi all’amo, che sospendessi per una notte, una notte soltanto, quel viaggio masochista che era la tua vita.

Borbotti qualcosa d’incomprensibile che assomiglia ad una maledizione.

Perché nessuno, nemmeno Blair Waldorf, avrebbe dovuto incastrarti in quel modo.

Ma tu il campanello d’allarme l’avevi sentito,eri stato avvertito, ti eri ritratto sussurrandole di aspettare, chiedendole se fosse sicura.

E poi: nulla.

Quella maledetta bocca si era premuta contro la tua con così tanta decisione che tu avevi ignorato il campanello, immergendo le mani in quella cascata di boccoli scuri che tanto amavi.

Diamine, se sei fottuto.

Ed eccoli che ricominciano: i sensi di colpa, le fitte al petto, quella spiacevole sensazione allo stomaco che neanche gli alcolici riescono a nascondere.

Quell’incendio che ti arde dentro come nessun alcolico riuscirebbe a fare.

E poi lei, tu e tante parole non dette.

Tante lacrime, troppe.

Lei non dovrebbe piangere, non per te.

Sei tu che sei cascato nella trappola, tu ti ritrovi in una stanza che non riconosco mentre cerchi di lasciare questo fottuto mondo una volta per tutte.

Per liberare tutti dall’inconveniente Chuck Bass.

L’Inferno e il Paradiso.

E’ questa la tua vita da quella maledetta notte dell’anno prima.

Eppure lo rifaresti: entreresti ancora una volta in quell’albergo, risponderesti ancora una volta a quel bacio, la stringeresti ancora per paura che ti scivoli via.

Dannazione.

Hai provato tante di quelle volte a scappare che hai perso il conto.

Ma alla fine capisci.

Puoi scappare quante volte vuoi, ma non te ne libererai.

Puoi distruggere, calpestare e martoriare il cuore di entrambi, se ti fa comodo, ma questo non cambierà la realtà dei fatti.

La ami.

Complimenti, Chuck Bass, e benvenuto all’Hotel California.

You can check out any time you like

But you can never leave.*

Angolo Autrice.

[1] Il testo è tratto dalla celebre canzone degli Eagles: Hotel California, successo del 1976. In realtà l'Hotel California descritto nella canzone sarebbe una metafora per indicare la dipendenza da sostenze stupefacenti e quindi l'impossibilità, una volta entrati nel giro, di poterne uscire. 

La mia è una rivisitazione nel brano, e l'Hotel California è inteso come l'amore di Chuck per Blair.

Spero vi piaccia e spero sia riuscita a trasmettere ciò che volevo ♥

  
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