-O meglio, al suo adorabile naso-

Brendon era seduto in cucina. I gomiti appoggiati sul legno di ciliegio di cui era fatto il tavolo, il viso appoggiato sui palmi aperti delle mani. Faceva freddo, era pieno inverno, ma in quel momento il cantante era troppo impegnato fissare la figura del fidanzato che si era accoccolato sul divano, per pensarci.
Ryan infatti se ne stava raggomitolato su se stesso, il capo affondato nella coperta pesante color panna, dalla quale spuntava solo dal naso in su. Ed era proprio questo il particolare sul quale Brendon aveva fissato il suo sguardo: quella piccola protuberanza collocata nel mezzo del volto infantile che ancora caratterizzava il suo chitarrista: la linea del profilo formava una morbida curva perfetta che si concludeva in un piccolo gonfiore tondeggiante, perfettamente in linea con il resto dei suoi dolci lineamenti. E ora, quell'adorabile punto focale, spuntava dalla coperta come un coniglietto farebbe dalla sua buca.

Brendon non poté fare a meno di trovarlo maledettamente tenero.

«Bren, la smetti di fissarmi? Mi sto congelando, non capisco perché tu stia lì fermo in cucina al posto di venire qui a scaldarmi!» pronunciò Ross leggermente infastidito, con la voce tremante per il freddo.

Ma Brendon sembrò non sentire, o forse preferì semplicemente evitare la domanda, troppo preso dalla sua impegnata osservazione.
Ryan ne rimase allibito, odiava quando il fidanzato non gli prestava attenzione. Sfidando il pavimento che bruciava come il ghiaccio, si alzò e si diresse a passo veloce verso la porta che separava il salotto dalla cucina, la attraversò e in breve raggiunse la sedia dove Brendon era accomodato, ancora con lo sguardo fisso al centro del suo volto. Gli cadde in braccio, raggomitolandosi nuovamente nel caldo involucro, grato che quella corsa sui ghiacci ardenti fosse terminata.

«Allora mi vuoi dire che ti prende?» chiese sospettoso per lo sguardo incantato di Boyd. «A che diavolo stai pensando?»

«Il tuo naso...» mormorò quello «dovrei dedicargli una canzone.»