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Autore: AintAfraidToDie    23/04/2008    3 recensioni
Ho sempre odiato le favole; stupidi ed insulsi racconti.
Troppa gioia.
Troppo miele. Troppo amore.
... eppure ho sempre desiderato averne una tutta mia.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Die, Kyo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Story Of A Little Lonely Boy."




 
Non ho mai creduto nelle favole.
Le ho sempre odiate, in realtà.

Non accusatemi di blasfemia, per favore.

Uno può ritenere inutili degli stupidi racconti che non insegnano niente, no? Inutili, si.


*


C’era una volta un ragazzo solo.

Com’è consueto in ogni brava famiglia che si rispettinmia madre, per farmi addormentare, mi leggeva spesso delle corte storie della buonanotte.

“C’era una volta…”

C’era. O c’è ancora?

Iniziavano tutte così.
Tutte. Nemmeno una si salvava.
Ognuna era ambientata in un teorico passato, dove pace e armonia regnavano, disturbate solo ogni cento anni dal cattivo di turno.

Impossibile. Inverosimile. Ero un bambino, non uno stupido.

Sbuffavo, annoiato.
Mia madre mi rimproverava.

“A tutti i bambini piacciono le favole, Tooru." diceva, lei.

Ma io non ero tutti, e questo mia madre non l’ ha mai capito.

Continuò, per un po’, ad assillarmi con quelle ridicole storie.

“Una gentile e bellissima principessa, una strega invidiosa e cattiva e un principe bellissimo."

Unitile affermare che tifavo per la strega. Se tutti erano dalla parte dei buoni, chi rimaneva dalla parte dei cattivi?

… chi rimaneva dalla sua parte? Dalla parte del piccolo ragazzo solo?


"La strega, con i suoi aiutanti rapì la principessa."


Bene, io ero contento.Che ci restasse per sempre, nella sua prigionia. Lì, dove nessuno provava invidia per lei.

Era colpa sua, si. Non doveva essere tanto bella.
Non doveva essere tanto gentile.
E, soprattutto, non doveva essere tanto amata.

Si meritava l’eterno dolore.

“Il principe uccise la strega, salvò la principessa, si sposarono e…"

Ed ecco che tutto finiva. Il sipario si chiudeva.
I buoni vincevano. I cattivi mai.

Perdevano. Morivano. Venivano dimenticati.

Perché i cattivi non possono mai vincere?

“Perché io non posso mai vincere?" gridava il ragazzino.

“Perché sei solo… e cattivo."


“… vissero tutti felici e contenti."

Vivere per sempre, felici e contenti? Non era quello, ciò che io avevo imparato dalla vita.

“Mamma, nessuno può vivere felice e contento per sempre."


“O forse sono soltanto io, quel nessuno?" pensava il piccolo ragazzo solo.


“Ti sbagli. Se si fa i buoni, si può."


“Cattivo. Io sono cattivo." assillava la sua mente con queste parole.


Il volto di mia madre si spezzò in mille pezzi, direttamente davanti ai miei occhi. Per me, lei, non esisteva già più.

“Bugiarda." le urlai contro.

Da allora mia madre non mi raccontò più favole della buonanotte. Avevo offeso il suo orgoglio di perfetta genitrice; ma la realtà era che lei mi aveva tolto la speranza.

Perché un po’, in fondo, ci speravo. Volevo anch’io il mio “vissero felici e contenti".

Rammollito. Ma la speranza è sempre l’ultima, a morire.

E la notte, visto che mia madre non occupava più il mio tempo, avevo trovato un altro modo per passarlo. Tutto dormiva.
Tiravo su la manica del mio pigiama.


"Scusa mamma." sussurrava il piccolo ragazzo solo, nel limbo oscuro dove si nascondeva.


Sorridevo malignamente, affondando la lama lucente del trincetto nel mio braccio. Sorridevo mentre uccidevo pian piano il figlio che mia madre amava tanto.

Capelli rossi o biondi, l’importante era che non fossero del mio colore. Piercing al volto e tatuaggi sul corpo, bastava che mi facessero sembrare ancora più cattivo.


“Benvenuto, Kyo.
Condoglianze, mamma."



*



“Kyo, sei pronto per il sound check?"
Vengo distolto dai miei pensieri da una voce in falsetto, che sento provenire alle mie spalle. Dallo specchio cui sono davanti intravedo una figura rossa, stretta in un vestito lungo nero dalle tinture gotiche.
"Uh?" accenno, cascando dalle nuvole. Lui mi guarda perplesso.
“Tutto okay?" mi si avvicina, saltellando appena.
“Tutto bene, Daisuke." rispondo, ricominciando a truccarmi.
Mi osserva. Mi giro verso di lui, lanciandogli un’occhiata enigmatica.
Avvicina il suo viso al mio di scatto  lasciandomi, con le sue morbide labbra, un umido bacio sulla guancia. Corrugo un sopracciglio, arrossendo un poco.
“Ti amo, mio dolce pensieroso." sussurra, al mio orecchio e si allontana, con passo un po’ imbranato. “Ti aspetto di là con gli altri, fa presto!" esclama poi, ormai sull’uscio della porta, volatilizzandosi.

Sorrido: mi sento un idiota ad ammetterlo, ma forse ora credo nelle favole. Perché la mia ha avuto un lieto fine.



*




C’era una volta un ragazzo solo.

C’era, perché ora non c’è più.

Ora vive felice e contento.







OWARI





Note Finali:

Hello! Eccomi con un’altra OneShot su Kyo…questa volta dedicata a DarkRose86! Tesoro, sei sempre più stupenda con me, davvero. Conoscerti è stata davvero una grande fortuna, come già detto nella dedica. Anche se a me non mi convince del tutto questa Shot te la dedico lo stesso, nella speranza che ti possa piacere. E a voi altri che leggete, è piaciuta? O no?
Lasciatemi commenti, e fatemi felice**.

Baci a tutti,

AintAfraidToDie
  
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