Spazio
deliri e chiarimenti:
allora
questa sarà una raccolta di One shots(AU)
sui fratelli della Sabbia (i miei
pupilli *-*!!♥).
Non saranno legate tra loro
cronologicamente e non avranno un filo conduttore, ma
avvertirò prima, nelle
nda, quale sarà il rating, gli avvertimenti, e il genere.
Saranno
presenti accenni di Shikamaru/Temari e altre
coppie, ma il vero protagonista sarà Gaara (o almeno
così credo).
Questa
è una One shot puramente demenziale
e verde come
un giardino in primavera:)
NOTA
BENE:
questo “capitolo”
non tratterà di incesto, ma
gli altri sì (nei limiti di efp, naturalmente) e
quindi se ciò non vi
aggrada vi consiglio di non leggere i capitoli dove sarà
presente l’avverimento
– lettore avvisato, lettore salvato.
–
Il titolo è preso dalla famosissimissima “Another brick in the wall” dei Pink Floyd.
Ringrazio Smith
of lies per avermi betato questo delirio| Vi lascio il mio profilo
facebook.
Peace, Love and
Sabaku no Brothers! ♥
ANOTHER BRICK IN THE WALL
Di assorbenti, destino infame
e
bionde terribili.
La
musichetta di sottofondo nel
negozio inizia a dargli alla testa.
Non
solo si trovano in un reparto
del supermercato dove non avrebbero mai pensato di entrare ma una tizia
dai
capelli rosa e dal cartellino verde fluo, continua a chiedergli se
hanno
bisogno di aiuto.
Sul
nome Sakura c’è persino un
terrificante cuoricino fatto col pennarello rosso e Gaara si costringe
a non
guardarlo, per non far pensare alla commessa di star fissando il suo
seno
inesistente, chiuso da una camicetta stretta e semitrasparente.
Non
capisce se la minigonna rossa
faccia parte della divisa, oppure se sia una libera e felice scelta
quella di
lasciare le gambe nude.
–
Non abbiamo bisogno di
nulla. – ringhia Kankuro, visibilmente imbarazzato e
infastidito, facendo
allontanare la ragazza.
Rimangono
così, soli e
abbandonati, in quell’angolo colorato e plastificato, che
è la corsia detersivi
del “Konoha supermarket”, a chiedersi il
perché siano finiti in quella
terrificante situazione.
Temari
è a casa
ammalata, Kankuro ha la patente e Gaara non sarebbe riuscito a
sopportare
l’idea di rimanere a meno di cento metri dalla sorella
raffreddata e con il
ciclo.
Eppure,
quando tra la
lista di cose da comprare, sotto la dicitura “qualsiasi cosa
di ipercalorico e
zuccherato” ha letto “assorbenti”,
sottolineato, cerchiato, ricalcato più
volte, ha desiderato seriamente tornare in riformatorio per chiudercisi
a vita.
Fissa
il fratello da
sotto la frangia rosso fuoco: con quel vistoso trucco viola sul volto e
il
cappuccio nero calcato sulla testa, pare un delinquente più
di quanto non lo
sembri lui; ciò nonostante sono lì, il carrello
pieno di schifezze, cibi in
scatola, dentifricio alla mela, ad aspettare che le luci al neon gli
indichino
la strada da seguire.
Non
demordono e si
avvicinano timorosi allo scaffale. Iniziano a dare
un’occhiata più da vicino,
prendono qualche confezione in mano, se la passano l’uno con
l’altro e la
ripongono quando vedono una vecchietta fissarli curiosa.
–
Secondo te come fanno
ad avere le “ali”? - chiede il minore dei due
grattandosi la testa.
–
Non lo chiedere a me,
non ne ho mai visto uno! -
–
Io direi di aspettare,
magari passa una ragazza e prendiamo anche noi quello che sceglie lei! -
–
E se non passasse
nessuno? Come faremo? Cosa le diremo? Che non siamo capaci di
considerare le
sue esigenze?!?-
Sentire
Kankuro parlare
delle “esigenze” di Temari lo imbarazza; per quanto
le voglia bene lei rimane
quel mondo misterioso di cui non riesce ancora bene a decifrare i
contorni.
E’ bella sua
sorella, ma in modo diverso dalle
altre donne che conosce, e il fatto che suo fratello la comprenda
più di lui, e
che sembri curarsi maggiormente dei suoi problemi, lo infastidisce un
poco.
Sente
che quei due anni
di distanza hanno cambiato irrimediabilmente le cose, e non
può fare a meno di
sospirare.
–
Potremmo provare a
chiamarla. – lo interrompe cambiando discorso.
–
Ci parli tu con lei!
Quando siamo usciti ha ripetuto tre volte testuali parole
“non rompetemi il
cazzo che sto guardando Grey’sAnatomy” e posso
assicurarti che la puntata non è
ancora finita.
–
Potremmo provare a
chiamare lui. – ed è
l’ispirazione del secolo per Gaara.
Lui,
è un’altra figura dai contorni sfuocati, nella
vita del rosso, la prima volta che lo ha visto usciva in boxer dalla
camera di
sua sorella, li ha fissati per un secondo, ha alzato le spalle e si
è andato a
versare una tazza di latte freddo dal frigo.
Kankuro
lo ha preso a
pugni quella mattina, finché non è intervenuta
Temari che ha preso a pugni lui.
Da
quel poco che è
riuscito a capire, dalle frasi buttate lì da lei tra un
“è la mia vita” e un
“fatevi gli affari vostri”, è il suo
nuovo ragazzo, ma lui non ne ha mai
conosciuti di precedenti.
È
alto, moro e ha la sua
età, tre anni in meno della sorella, eppure a lei sembra
andare bene, anzi
benissimo.
Al
secondogenito, al
contrario, non piace, e non si fa scrupolo di mostrarglielo palesemente.
–
Che vuoi che ne sappia
lui, poi non abbiamo il suo numero-
Gaara
sa che Kankuro ha
il suo numero, e che lo ha chiamato più volte per
minacciarlo di starle
lontano, accennando al fatto che “sono pericolosi”,
ma il ragazzo non sembra
essersi scoraggiato facilmente, al contrario delle chiappe di suo
fratello su
cui Temari ha stampato più volte la suola dei suoi anfibi,
ma non replica
nulla.
Differentemente
da lui,
la mano del destino, ha deciso di intervenire, forse positivamente, in
quella
situazione; infatti, da dietro alcuni scaffali, lui,
proprio quel lui,
li raggiunge con una biondina e un carrello pieno zeppo di roba.
–
Shika, qui dovrebbero
esserci i piatti di plastica e i bicchieri. – trilla lei,
correndo per tutta la
corsia.
Quel
nome, che per loro
è associato ad un tipo in boxer neri, appare vestito e
annoiato, mentre cerca
di calmare l’entusiasmo dell’amica; si squadrano
tutti e tre per un attimo che
sembra un secolo e poi azzardano un saluto di circostanza.
–
È il compleanno del
mio migliore amico – si giustifica per la compagnia della
ragazza – gli
facciamo una festa a sorpresa, voi che ci fate qui? – si
gratta la testa nera e
getta un occhio all’amica che rovescia tutto il possibile nel
carrello.
–
Temari sta male, ha il
ciclo e non sappiamo che assorbenti prenderle. – confessa
Gaara in un soffio e
il fratello gli pesta un piede così forte che non riesce a
trattenere un grido.
–
Brutta faccenda. – gli
risponde Shikamaru Nara, continuando a torturarsi il codino, lo sa pure
lui
com’è il carattere della sua morosa, ma ad un
tratto un’idea gli prende forma
nella sua testa.
–
Ino – chiama, facendo
segno alla bionda di avvicinarsi.
Le
converse viola e
disastrate strusciano contro il pavimento lucido; arriva sculettando e
muovendosi a ritmo di quel che passa la radio del negozio.
Li
guarda dall’alto al
basso, scostandosi il ciuffo biondo platino dal visino magro e affilato
– E
questi chi sono? – dice appoggiandosi all’amico.
–
I fratellini di
Temari. – le risponde.
–
Chi? I due
psicopatici?
Kankuro
stringe i pugni
sotto le maniche lunghe della felpa, non sa se per il diminutivo o per
l’offesa, ma si trattiene, l’altro lo osserva,
pronto a intervenire a sua
volta.
–
Devono fare la
spesa per la sorella. – spiega, dopo averle
assestato una gomitata alle
costole.
Ino
da un’occhiata allo
scaffale di fronte a loro, ci mette poco per capire la situazione, e
soprattutto per capire che è arrivato il momento di farla
pagare a Shikamaru,
per tutte le sere dove gli ha dato buca per la nuova ragazza.
Prende
una confezione azzurra
e gliela lancia. – Questi andranno bene, sono quelli che uso
anche io –
dice – perché non vai con loro? Tanto
noi ci vediamo stasera.-
Il
Nara ci pensa un po’,
abita vicino ai no Sabaku, e forse facendo un salto da lei, si
risparmierebbe
un sacco di ramanzine sulla sua insensibilità.
–
Se a voi sta bene –
sussurra, e ci ripensa subito, con quelli in macchina non si sa mai
cosa possa
succedere – ma non dobbiamo finire di preparare per stasera?
Cerca
di tirarsi
indietro, ma oramai è tardi; – Tranquillo, finisco
io! Vai pure!
Capirà
tardi cosa
significa davvero una donna in cerca di vendetta.
L’abitacolo
della
panda è stretto.
Con
le gambe pressate
dal sedile davanti e il codino, che quasi finisce nel bagagliaio,
Shikamaru, si
chiede se il destino abbia scelto per lui una fine tragica, magari
fatto a
pezzettini e dato in pasto ai pescicani di qualche acquario.
Gaara
è silenzioso come
sempre, le ginocchia del moro piantate nella schiena e un braccio fuori
dal
finestrino; è stata una mattinata stressante, non vede
l’ora di tornare a casa
e sdraiarsi un po' a letto per recuperare qualche ora di sonno.
Kankuro
sfreccia lungo
la strada, preme violentemente sul clacson, impreca, sorpassa una
vecchietta.
Preme sull’acceleratore con più forza, poi
inchioda. L’orologio segna le dieci,
le repliche di Grey’sAnatomy sono finite e sicuramente Temari
li sta spettando
e probabilmente è arrabbiata.
Tutti
e tre sperano solo
di arrivare al pomeriggio sani e salvi.
Temari,
seduta a gambe
incrociate sul tavolo della cucina, controlla che ad ogni punto dello
scontrino
corrisponda un alimento nei sacchetti.
Le
patatine alla paprika
ci sono, i surgelati pure, eppure sente che c’è
qualcosa di sbagliato.
Continua
a togliere le
cose dalle borse e le passa ai fratelli perché le mettano
nella dispensa mentre
il suo ragazzo le accarezza i codini biondissimi.
Ha
il naso rosso, la
testa pesante e sente come un peso tra gli occhi verdi e stanchi: fosse
per lei
sarebbe rimasta a letto e forse adesso starebbe meglio, ma non se la
sente di
lasciare quei due da soli senza un briciolo di guida.
Nel
pigiamone felpato
grigio perla, un po’ troppo lungo sulle maniche, li scruta,
per cercare
qualcosa nei loro sguardi di sbagliato, di incoerente o poco innocente.
La
Coca Cola c’è, i
rasoi rosa e gli orsetti gommosi pure.
L’aria
è tesa, Kankuro
si toglie il sudore dalla fronte con la manica della felpa, Gaara
spalanca gli
occhi azzurri a disagio, e da quando Shikamaru è dolce?
L’ultimo
articolo della
lista è quello che, al momento, le sta più a
cuore; pesca la confezione in
fondo alla borsa: è grande, troppo grande.
Se
la porta davanti agli
occhi che subito diventano due fessure, la plastica tra le sue dita
sembra
sciogliersi, da quanto la stringe con tenacia.
–
Mutande-assorbenti-per-donne-incontinenti? –
scandisce lentamente con le
labbra.
Tutti
e tre, prima
perplessi, cercano di mimare la loro espressione mortificata
più convincente,
tuttavia dentro di loro non riescono a trattenere una risata.
–
Se è uno scherzo è di
pessimo gusto. – ringhia, ma i suoi fratelli sono
già scappati, hanno sceso le
scale quattro gradini alla volta, hanno chiuso le portiere della
macchina e si
sono defilati verso il supermercato per cercare di rimediare.
Shikamaru,
invece, è lì,
il viso rosso e il codino chiuso tra le dita di Temari, che continua ad
urlargli
frasi sconnesse.
Forse
ha capito tardi cosa significhi una donna in cerca di vendetta, ma
sicuramente
imparerà presto quanto le bionde possano essere terribili.