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Autore: Water_wolf    11/11/2013    5 recensioni
Un'idea nata a Halloween e che non potevo non scrivere. Ade/Maria di Angelo [1.173 parole]
«Non vuoi conoscere le peggiori pene che la perversa mente umana ha ideato, vero?» sibilò, appena udibile. Il ragazzo-Iron Man sventolò una mano vicino al naso, fece una smorfia e dichiarò: «Puzzi di morto.»
***
«Ma voi del sesso maschile fate fatica a compiere due azioni contemporaneamente, come collegare il cervello e ordinare alle gambe di portarlo avanti» continuò, quasi indifferente. «Non mi prendo la briga di venire a Los Angeles per essere insultato, Maria.»
***
Sei anche bravissima a distruggere i miei sentimenti, pensò, ma replicò: «Guarda te se mi devo preoccupare anche per la sicurezza di una morta…»
Genere: Comico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Poseidone
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ruggine
 
Ade amava Halloween, non tanto perché poteva divertirsi a spaventare bambini mortali travestiti da quelli che loro credevano mostri –se solo avessero visto una manticora!-, piuttosto per via di ciò che accadeva quella notte di Ottobre.
Era risaputo che, solo il 31 di quel mese a cavallo tra l’Autunno e l’Inverno, i morti fuggivano dalla loro prigione sotterranea per tornare nel mondo dei vivi e perseguitare le anime.
Quello che non molti sapevano, invece, era che tutto questo era vero. Halloween era l’unico giorno feriale per Ade, il solo in cui potesse lasciare a sé stessa tutta la schiera di anime di cui era padrone per fare ciò che più gli andava a genio. Per molti anni, si era limitato a far uscire di senno qualche gallese qua e a far ingozzare di rane fino alla morte un francese qui, oppure si fermava ad assaporare gli involtini primavera migliori del primo secolo avanti Cristo direttamente in Cina.
Insomma, azioni normalissime per un dio. Se non fosse stato per la disgrazia di diversi anni prima che gli aveva imposto una ricorrenza ben più importante di tutte le altre.
Avvolto nella sua mantella nera, camminava svelto sull’asfalto, il capo chino e lo sguardo fisso sui suoi piedi. Un gruppetto di bambini travestiti, capeggiati da una bimba bionda vestita da zucca rosa shocking, gli fece le pernacchie e un ragazzino –la brutta copia di Iron Man- lo innaffiò con dei dolcetti. Ade si fermò di botto, si girò lentamente, facendo scricchiolare la suola delle scarpe sulla carta delle caramelle e si chinò sul piccolo.
«Non vuoi conoscere le peggiori pene che la perversa mente umana ha ideato, vero?» sibilò, appena udibile.
Il ragazzo-Iron Man sventolò una mano vicino al naso, fece una smorfia e dichiarò: «Puzzi di morto.»
Avanti, Ade, è ancora innocente e c’è pericolo di sovraffollamento nei Campi Elisi, non puoi incenerirlo, si disse per trattenersi dallo strangolare quel marmocchio.
Si raddrizzò, indirizzò l’indice verso un punto indefinito più in là ed esclamò: «Guarda, danno leccalecca gratis!»
Gli occhi del bambino si illuminarono, giusto un secondo prima che l’intera combriccola si fiondasse verso la misteriosa distribuzione di dolci.
Magari regalassero cervelli funzionanti a questa generazione, pensò, sbuffando.
Riprese a camminare per le vie, riconoscendo un negozio thailandese all’angolo. La persona che cercava non compariva sempre nello stesso luogo, non le piaceva rimanere vicino al monte assieme agli altri. Mai, però, lasciava Los Angeles; altrimenti, come poter incontrare il dio? Ade continuò a percorrere la strada, con la sua falcata lunga e agile, il suo passo molleggiato, senza badare a nessuno.
Quando l’odore della salsedine gli solleticò il naso, si accorse di stare camminando sul lungo mare, dove diverse feste in spiaggia illuminavano l’oscurità sempre maggiore. Borbottò qualche insulto contro Poseidone, allo stesso tempo pregando di non trovarla proprio vicino a un luogo di suo dominio. La risacca divenne il sottofondo di quella notte, calma e regolare. Poi, il cigolio di diverse assi di legno attirò la sua attenzione.
Si trovava davanti un ristorante di pesce abbandonato, con la vernice blu e bianca scrostata, e la veranda che si estendeva a lungo, fino a trasformarsi in un pontile attaccato dalle alghe e dalla ruggine. Stava per imprecare e darsi dell’idiota per essersi voltato solo per un rumore, quando una lanterna si accese sul molo. Il suo cuore fece una capriola.
Il diafano viso femminile di chi cercava era illuminato dal bagliore rosato della lampada, che spandeva i suoi raggi anche sulle vesti scure dall’aspetto un po’ retrò. I suoi piedi si mossero da soli, rischiando di inciampare nella sabbia. Ade rabbrividì quando l’acqua salata li avvolse, inzuppandogli anche il mantello.
«Potevi passare dal ristorante» osservò la donna.
«Potevo fare molte cose» replicò il dio.
«Ma voi del sesso maschile fate fatica a compiere due azioni contemporaneamente, come collegare il cervello e ordinare alle gambe di portarlo avanti» continuò, quasi indifferente.
«Non mi prendo la briga di venire a Los Angeles per essere insultato, Maria.»
Lei alzò le spalle, si sedette sul pontile, lasciando che le gambe nude penzolassero giù e fece cenno a Ade di avvicinarsi di più. Il dio eseguì, guidato dal suo sguardo. Alzò una mano, fece per sfiorarle il viso, poi si ritrasse. Maria sorrise, divertita dall’improvvisa insicurezza del suo partner, e prese il palmo di Ade tra la sua, poggiandola sulla sua guancia. Lui chiuse gli occhi, accarezzò il suo volto, e quando li riaprì fu invaso dalla felicità.
Era ancora lì, in carne e ossa, e non si sarebbe dissolta fino al mattino, come invece accadeva per tutto il resto dell’anno. Come nei suoi incubi.
Senza altri indugi, premette le sue labbra su quelle di Maria. Erano fredde, ma non importava; tutto ciò che riusciva a percepire era il caldo fuoco che gli stava scaldando il cuore dentro. Quando gli mancò il respiro, si staccò e ansimò un po’.
«Mi sei mancata» sussurrò, posando la sua fronte contro la sua.
«Non sai quanto» bisbigliò la donna all’orecchio di Ade.
Si diede una piccola spinta, aggrappandosi al suo collo e fidandosi della stretta del dio. Si baciarono una e più volte ancora, alimentando le fiamme dell’anima, senza pensare ad altro se non a quel momento.
Poi, Ade inciampò nel suo mantello, scivolò a cadde in acqua, trascinandosi dietro anche Maria. L’impatto gelido e l’improvvisa mancanza d’aria lo fecero uscire da quella sorta di quel piacevole torpore in cui era piombato. Scattò in piedi e si guardò in torno, nonostante i capelli corvini gli si fossero incollati al viso.
«Maria!» gridò, una nota disperata nella voce.
Fu  investito da numerosi schizzi d’acqua, che lo costrinsero a ritrarsi, scappando sulla battigia. Stava per mettersi a declamare un poema costituito da insulti verso suo fratello Poseidone, quando una risata cristallina ben conosciuta lo interruppe.
«Maria» ripeté, quasi fosse un’accusa.
La donna uscì piano dall’acqua, prendendosi tutto il tempo necessario, e disse: «Sono italiana fino a prova contraria, nuoto da quando ero piccola così, Ade!» 
Sei anche bravissima a distruggere i miei sentimenti, pensò, ma replicò: «Guarda te se mi devo preoccupare anche per la sicurezza di una morta…»
«Non brontolare» lo rimbeccò lei, strizzandosi i capelli e accennando una treccia.
I due si fissarono negli occhi per qualche istante e sorrisero quasi all’unisono per quel buffo incontro.
«Siamo un po’ arrugginiti» constatò Ade.
«Già» convenne Maria. «Sai cosa si fa con la ruggine?» domandò, con l’aria di chi non vede l’ora che l’altro risponda negativamente per poterlo illuminare.
«No» disse il dio, scuotendo la testa.
«La si toglie. E sai come la si toglie?»
Mosse qualche passo verso di lui.
«Ne ho una vaga idea» rispose Ade, catturando i suoi fianchi.
«Prova a metterla in pratica» incalzò Maria.
«Mh mh»  mormorò, baciandola delicatamente, prendendole il mento tra le dita.
«Ce n’è ancora, continua» sussurrò lei.
E Ade lo fece, tolse tutta la ruggine, finché i raggi del Sole non presero il posto delle tenebre e finché non ritrovò altro che il nulla tra le sue braccia. Come nei suoi incubi. Era l’1 Novembre.


Angolino dell'Autrice
Seconda fanfiction in questo fandom, yay! tanto non importa a nessuno
Be', non c'è molto da dire, shippo come una dannata i semidei ma, per il momento, scrivo solo sui loro genitori. E Ade e Maria solo troppo dolci *-* Li adoro insieme, dopotutto mi piace anche Nico ^u^
Spero di non essere stata banale, aver scritto improperi, aver sortito l'effetto di un lassativo etc. etc. Enjoy!
Cuore nero scuro

Water_wolf
 
  
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