Nevicava. Stavo imbambolato ad osservare la tua figura rannicchiata sui gradini del portone dall'alto della staccionata, con in mano la sigaretta fumante. E tu stavi li seduta con le mani giunte, come in preghiera, sussurrando qualcosa. E piangevi.
Successe nella notte di Natale, quella in cui mi innamorai di te. Quella notte in cui il mio universo cambiò radicalmente.

Ci si chiederà forse come sia possibile innamorarsi così di una persona che piange la notte di Natale. Ma a vederla con le lacrime agli occhi, lei che rideva sempre, mi è preso qualcosa. Vederla in quel momento presa dalla sua fragilità, mi colpì talmente tanto che stetti a guardarla per un tempo che mi sembrò così lungo che non saprei dire con precisione quanto. Mi sembrò un'eternità. Fino a che non decisi di avvicinarmi.

« Tutto a posto? »

La mia domanda ti scosse e fece tornare in te. Ti girasti col volto ancora bagnato.
Nella mia mente presero a scorrere un'infinità di pensieri riguardanti tutte le volte che ci rivolgemmo la parola negli anni passati. Ripensandoci, erano veramente pochi.

« Si. »

Rispondesti con voce rotta, girando la testa dall'altra parte. Presi una boccata di fumo e tenni la sigaretta in bocca. Eri assolutamente conscia del fatto che ti stessi osservando. La temperatura scese. Tenendo la sigaretta con la bocca mi tolsi la giacca e te la tirai.

« Se stai così leggera finirai per prenderti un malanno. Buon Natale. »

Feci per tornare dentro quando sentii un flebile grazie alle mie spalle. Con aria soddisfatta sorrisi e tornai in casa.
Nonostante fosse successo tutto in pochi minuti sentii chiaramente che dentro di me qualcosa era cambiato. Mi ero innamorato di te, e non potevo negarlo.