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Autore: Seryka    11/11/2013    0 recensioni
[Attenzione] Questa storia non l'ho scritta io, ma la mia carissima amica Angel_15, che l'ha pubblicata nella categoria f(x). Lei mi ha PERSONALMENTE DATO IL PERMESSO di One Directionizzarla (?) e pubblicarla in questa sezione.
"Sentì con ogni cellula del suo corpo, le morbide labbra del più piccolo posarsi sulla sua guancia.
Un brivido che cercò di trattenere lo travolse dalle dita dei piedi alle punte dei capelli.
Il contatto con le labbra di Harry era un emozione indescrivibile.
Passarono due secondi, che a Louis parvero ore.
Poi un altro brivido, che stavolta non riuscì a trattenere e che pregò con tutto se stesso che Harry non se ne fosse accorto, lo travolse fino alle ossa.
La lingua del ragazzo infatti era passata a setacciare la sua guancia. Rimuovendo ogni traccia del cioccolato."
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[Larry]
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Bacio Al Sapor Di Cioccolato

 
 

Avete presente il sole?
Caldo, luminoso, raggiante, splendente.
Insomma… Il centro dell’universo.
Con i suoi raggi può arrivare a illuminare qualsiasi cosa.
Per Louis Tomlinson… Harry era il suo sole. Il centro dei suoi pensieri.
Colui che con un solo sorriso riusciva ad illuminargli le giornate più buie.
Ma lui si sentiva come la luna. E la luna non gira mai direttamente intorno al sole. Deve prima fare il giro della terra.
Per Louis… La terra rappresentava la consapevolezza. La consapevolezza del suo eterno amore a senso unico.
Harry non era minimamente a conoscenza dei sentimenti del ragazzo nei suoi confronti. Non avrebbe mai avuto il coraggio di confessarglieli.
Non, senza considerare la società discriminatoria in cui vivevano. Senza contare il fatto che facevano entrambi parte degli One Direction, il gruppo di giovani idol.
Ed era quella consapevolezza che lo teneva lontano dal suo sole.
Insomma, Louis aveva accantonato da anni ormai, la possibilità di dichiararsi.
In più, non aveva la certezza che Harry lo ricambiasse.
Che sarebbe successo se lui gli avesse riso in faccia di fronte a una dichiarazione? Avrebbe rovinato per sempre la loro amicizia? Senz’altro, l’equilibrio del gruppo non sarebbe più stato lo stesso…
Quindi, per il momento, al ragazzo bastava continuare ad essere la luna, e girare libero intorno al suo sole. Pur accettando ogni ostacolo.
Così, come ogni mattina, in un’umida giornata di fine ottobre, si svegliò nel suo caldo letto aprendo gli occhi. Sguizzò immediatamente con lo sguardo sul letto di fronte al suo. Ma il suo compagno di stanza si era già alzato.
Peccato. Non esisteva miglior risveglio del vedere il suo sole addormentato.
Rimase per qualche secondo immobile, sdraiato sul letto a fissare il soffitto. Era una delle loro rare giornate libere, quindi avrebbe potuto restarsene anche a letto. Ma, dato che il sonno gli era passato, decise di restarsene semplicemente disteso e immerso nei suoi pensieri.
Rimase così qualche minuto, fin quando la sua quiete fu interrotta da un improvviso rumore.
Sembravano… Pentole che cadevano?
Si liberò dalle coperte e corse subito in cucina. Sgranò gli occhi quando vide, accucciato davanti al ripiano della cucina, proprio lui. La sua ragione di vita che si massaggiava la testa.
< Harry che succede? > Gli chiese avvicinandosi.
Il ragazzo alzò lo sguardo solo quando Louis gli fu accanto.
< Possibile che le pentole siano così dure! >
< Che stavi facendo? > Chiese aiutandolo ad alzarsi.
< Volevo prendere una pentola dalla credenza ma non ci arrivavo. Così ho provato a fare un salto e afferrandola ne ho fatte cadere altre due, di cui una mi è caduta dritta in testa > Piagnucolò tastandosi il punto su cui stava iniziando a crescergli un livido.
Louis raccolse le due pentole a terra e, alzandosi sulle punte dei piedi, le ripose nella credenza. Afferrò anche quella che teneva in mano Harry e la poggiò sul bancone della cucina.
< Tranquillo ora ci mettiamo del ghiaccio > Lo rassicurò, carezzandogli il punto dolorante.
Il più piccolo sorrise e al ragazzo mancò un battito.
Dio, non esisteva sorriso più bello.
Si riscosse dai suoi pensieri e si diresse al frigorifero. Lo aprì ed estrasse un impaccò ghiacciato, che avvolse in un asciuga piatti pulito.
Con la mano fece segno a Harry di accomodarsi sulla sedia del tavolo da pranzo. Gli si avvicinò e posò delicatamente l’impacco sulla sua testa.
Sentì il più piccolo emettere un gemito strozzato. Probabilmente dovuto al dolore, o al freddo.
< Male? >
< N-no sta passando? >
Seguì qualche secondo di silenzio, e Louis ne approfittò per ammirare la bellezza di Harry.
Nonostante la sua misera mise, composta da un pigiama invernale blu e bianco e pantofole marroncine a forma di cane, lo trovò stupendo.
< A che ti serviva la pentola? > Chiese iniziando a tastargli il livido con l’impacco.
< Visto che qualche giorno fa non abbiamo potuto festeggiare il compleanno di Liam, oggi che non abbiamo impegni, volevo preparargli una torta >
Louis sorrise tra se e se.
< Emh… Adesso spiegami quale tipo di torta ha bisogno di essere preparata in pentola >
Harry sbuffò mettendo su un adorabile broncio.
< E che ne so… Non sono mica un cuoco. Volevo solo provarci >
< Scemotto… > Sussurrò scompigliandogli un poco i capelli < Tieni > Gli porse in mano l’impaccio ghiacciato < Continua a tastarlo sul livido. Su, dimmi che torta volevi preparare >
Ripose nella credenza anche la pentola che aveva poggiato prima sul bancone.
< Mhh… Pensavo panna e cioccolato, la sua preferita >
Louis rifletté un attimo, poi aprì nuovamente lo sportello della credenza e afferrò una pirofila.
< Ok… Il cioccolato già ce l’abbiamo, e la panna è facile da preparare. Che ne dici, facciamo uno strato di pasta sfoglia, due di panna e due di cioccolato? > Constatò, aprendo il frigorifero.
< Si, ottima idea! > Esclamò il più piccolo euforico per l’idea dell’amico.
Louis tirò fuori tutti gli ingredienti per preparare la panna e la pasta sfoglia, poggiandoli sul bancone della cucina.
< Aspetta, se fai tutto da solo mi sentirò in colpa >
Harry si alzò dalla sedia, lasciando l’impacco sul tavolo.
< Ma, il tuo livido >
< Non morirò per una bottarella sulla testa >
Tolse dalle mani di Louis gli ingredienti per la panna.
< La panna almeno la so preparare. Tu fai la pasta sfoglia >
< Mhh, devo fidarmi? >
Il più piccolo rispose con una linguaccia, mentre iniziava a versare del latte in una ciotola.
Louis sorrise iniziando anche lui il suo compito.
Seguì qualche secondo di silenzio. Entrambi erano concentrati in quello che stavano facendo. In fondo ci tenevano a mostrare al loro amico che non si erano del tutto dimenticati del suo compleanno.
< Zayn e Niall sono ancora a letto? > Chiese Louis sbattendo le uova.
< Mhh, credo di sì. Non li ho ancora visti >
< Forse dovremmo chiedere loro se vogliono partecipare alla sorpresa. Non sarebbe cortese da parte nostra escluderli. Vado a svegliarli… >
Fece per uscire dalla cucina, quando sentì una calda mano afferrare il suo braccio.
Si voltò verso Harry che lo guardò supplicante.
< No… Lasciali dormire. Possiamo preparare noi la torta e chiedere loro di contribuire in altro modo. Avevo intenzione di organizzare una mini festicciola tra noi stasera. Loro possono addobbare. Ti prego, prepariamola solo io e te. Da soli >
Io e te.
Quelle parole, e quello sguardo supplicante. Non resistette e tornò alla sua postazione davanti al bancone della cucina.
Infondo, non gli dispiaceva restare un oretta da solo con lui.
< Ma che facciamo se anche Liam si sveglia? > Chiese tornando alle sue uova.
< Oh, non c’è pericolo. Ieri sera abbiamo fatto la maratona di film horror fino a tardi. Non si sveglierà prima di tre ore >
< Ecco cos’era tutto quel baccano in salotto >
Louis si sentì un po’ sollevato sapendo che il tempo che Harry aveva dedicato a Liam, la sera prima, era servito unicamente allo svolgimento della sua sorpresa.
< E tu non sei stanco? >
< Io? Naaah… Non sono un dormiglione come tutti voi quattro messi insieme >
< Heeey! >
Con un involontario scatto della mano, Louis schizzò per sbaglio la guancia di Harry con del tuorlo d’uovo.
< Hey. Stavo scherzando, non c’era bisogno di sporcarmi >
< Scusa, scusa. Non l’ho fatto a posta > Si scusò non riuscendo a trattenere un risolino dato che un po’ di uovo gli era finito anche nei capelli.
< Ah si. Ora ridi pure di me? Prendi questo >
Il più piccolo prese in mano una piccola manciata di farina, e con un rapido gesto delle dita, la sparse sul viso del più grande.
Louis rimase interdetto qualche secondo, mentre Harry lo prendeva in giro.
< Ahaha. Che è successo Louis? Ti ha nevicato sui capelli? Ahaha >
Il più grande infilò un dito nell’impasto della panna < Vuoi la guerra? > E glielo spalmo sul naso.
Harry spalancò la bocca dalla sorpresa.
< Questo è veramente immaturo da parte tua! >
< Senti chi parla > Disse Louis indicandosi i capelli cosparsi di farina.
< Hai iniziato tu! >
< Non l’ho fatto apposta! >
< Ok, ok. Farò finta di crederti >
Louis si arrese, sorridendo rassegnato per il carattere infantile dell’amico.
< Immaturo > Lo accusò scherzosamente.
< Brontolone >
Sorrisero entrambi dopo essersi fatti la linguaccia a vicenda.
Si ripulirono e ripresero le loro mansioni mantenendo un espressione del tipo “La guerra non è ancora finita”.
< Senti bambino non ancora cresciuto > Disse il Louis < Puoi prendermi il cioccolato in frigo che con la pasta sfoglia ho quasi finito? >
Harry obbedì, estrasse la confezione di cioccolato liquido dal frezzer.
Stava per appoggiarla davanti a Louis quando, inciampando nei suoi piedi, cadde su di lui.
Il più grande ebbe dei buoni riflessi e riuscì ad afferrarlo, ma la confezione gli cadde dritta sul pigiama pulito, sporcandogli la maglietta, dato che il cioccolato era già aperto.
Il più piccolo si rialzò, raccogliendo la confezione e osservando i danni sul pigiama di Louis.
Non riuscì a trattenersi dal ridere di nuovo.
< Stavolta lo hai fatto apposta… Cosa ridi? > Piagnucolò. Era il suo pigiama preferito.
Harry tentò di trattenere le risate.
< … No no. Davvero, stavolta non l’ho fatto a posta. Aspetta che ti aiuto a ripulirti >
< No lascia stare, dopo lo infilo in lavatrice >
< Non intendevo il pigiama. Ti è caduto anche sul viso >
Louis si tastò le guance, sentendole effettivamente appiccicose.
Allungò la mano per afferrare un pezzo di carta, quando Harry gli afferrò, per la seconda volta, il braccio.
< Fermo, ti pulisco io >
Il più piccolo avvicinò il viso a quello di Louis.
Il ragazzo sentì il cuore accelerare, mentre i centimetri diminuivano.           
Che aveva intenzione di fare?
Le loro bocche erano così vicine e il richiamo di fare sue quelle carnose labbra, era incontenibile per lui.
Riuscì a trattenersi, ma Harry si stava ancora avvicinando.
Che poteva fare?
La parte ragionevole di lui gli diceva di fermarlo… Ma il ragazzo diede invece ascolto al volere del suo pulsante cuore, che obbiettò di fronte a quell’ipotesi.
Sentì con ogni cellula del suo corpo, le morbide labbra del più piccolo posarsi sulla sua guancia.
Un brivido che cercò di trattenere lo travolse dalle dita dei piedi alle punte dei capelli.
Il contatto con le labbra di Harry era un emozione indescrivibile.
Passarono due secondi, che a Louis parvero ore.
Poi un altro brivido, che stavolta non riuscì a trattenere e che pregò con tutto se stesso che Harry non se ne fosse accorto, lo travolse fino alle ossa.
La lingua del ragazzo infatti era passata a setacciare la sua guancia. Rimuovendo ogni traccia del cioccolato.
Non seppe ben definire quali pensieri gli passarono per la testa in quel momento.
Sentiva solo il contatto di quella lingua scottargli la guancia.
Logico, il suo sole lo stava scottando.
Ne fu certo quando sentì una vampata di calore invadergli il viso.
Harry se ne accorse e si staccò immediatamente da quel contatto che, in realtà, per Louis era stato paradisiaco.
Il più piccolo ridacchiò, quando si accorse di quello che in realtà non era imbarazzo ma che lui scambiò per tale.
< Adesso sei pulito… E questo cioccolato è veramente buono >
Louis riuscì a malapena ad annuire. Tentò di assumere un’espressione normale, al contrario di quella che nascondeva. Un misto tra la sorpresa e l’emozionatissima.
< Dai finiamo di preparare questa torta, prima che gli altri si sveglino >
Harry tornò alla sua panna, mentre al ragazzo ci vollero alcuni secondi per rimettere a posto la vagonata di emozioni che gli aveva appena attraversato il cervello e che si stava dirigendo al cuore.
Riprese anche lui, con movimenti lenti e misurati, a finire di preparare la pasta sfoglia.
Ma migliaia di dubbi non lo abbandonarono.
Harry si era forse accorto della tempesta interiore che gli aveva scatenato? Se si, che aveva pensato? Che cosa aveva significato per lui quel gesto?
Decise di accantonare quei dubbi, godendosi ogni istante del tempo che le rimaneva da passare da solo col suo sole che, aveva appena scoperto, possedeva pure il dono di scottarlo.
 
***
 
Quella sera, la festicciola riuscì alla perfezione. Liam ne rimase totalmente entusiasta.
Senza contare della velocità con cui i cinque ragazzi divorarono la torta.
< Mhh… Ma è buonissima dove l’avete comprata ragazzi? > Chiese il festeggiato portandosi una forchettata alla bocca.
< In realtà l’ha preparata Harry > Confessò Niall, gustandosi anche lui la sua porzione.
Liam spalancò gli occhi.
< Tu Harry? Come hai fatto a non incendiare la cucina? >
< Ahah, spiritoso. Comunque non l’ho fatta solo io. Mi ha aiutato Louis > Rispose attirando a se il ragazzo in questione.
Louis, che ancora non si era ripreso dal gesto di quella mattina, sentì la testa riempirsi di nuovo. Dubbi e emozioni che cercò di accantonare come aveva fatto durante tutta la giornata.
< Wow, devi avere molta pazienza Louis > Ironizzò Zayn lanciando un sorrisetto divertito ai due.
Taemin scosse la testa, lanciando una smorfia al resto del gruppo.
< Vi divertite davvero tanto a prendermi in giro eh? Quando diventerò un cuoco famoso ve ne pentirete >
< Pensa a fare il cantante per ora… > Suggerì Louis facendo ridere gli altri ragazzi.
La serata trascorse così, tra scherzi, risate e prese in giro.
Louis riuscì a controllare quei tartassanti dubbi, continuando a godersi lo svolgimento di quella che era stata veramente una bella giornata.
Quando però la notte, nel suo letto, quei pensieri tornarono a galla, dovette decidersi ad affrontarli.
Il fatto è che… Neanche lui sapeva trovare una risposta.
Quel gesto che per lui era stato paradisiaco e che avrebbe voluto ripetere altre cento volte, poteva anche non contare niente per Harry.
Non poteva nascondere però, che era stato abbastanza azzardato da parte sua.
E non è certo una cosa così usuale “pulire” in questo modo la guancia di un amico.
La stanchezza fu più forte di ogni pensiero, e chiuse lentamente gli occhi.
Addormentandosi con la certezza che, almeno per lui, quel bacio al sapor di cioccolato gli aveva dato ancora di più la certezza di quanto fosse attratto da quel sole raggiante.

   
 
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