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Autore: September_39    11/11/2013    1 recensioni
Sebastian perde una scommessa contro Blaine ed è costretto a scrivergli una lettera.
Una vera lettera, con carta, penna, busta e francobollo.
[Seblaine Sunday! Prompted Seblaine!]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Seblaine Sundays'
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Caro Blaine,”


No aspetta. Così sembra una di quelle lettere che mi obbligavano a scrivere a scuola.
Ricominciamo.


Blaine,”


No non va bene nemmeno così, troppo formale.


Hey Killer!”


Sì certo, poi gli faccio un cenno e andiamo a fare casino con il resto della gang. Manco fossimo nel Bronx.


Accartoccio per la millesima volta il foglio di carta che stringo tra le mani e con un lancio lo butto nel cestino a pochi passi dalla mia scrivania.
Maledizione.
Maledetta lettera.
Maledettissima scommessa.
Maledettissimissima voglia di vincere che mi fa fare sempre cazzate.
Come accidenti mi è venuto in mente di mettermi contro Blaine su una canzone di Katy Perry?
Certe volte sono proprio un idiota.


Incrocio le braccia dietro le spalle, stiracchiandomi il collo mentre mi rimetto a pensare.
Blaine vuole una lettera.
Non un post-it attaccato alla porta di casa per ricordargli il latte, non uno di quei bigliettini che gli lanciavo a lezione per chiedergli di uscire.
Una vera lettera.
Vuole che gliela mandi per posta, che gliela spedisca quando meno se lo aspetta. 
Vorrebbe anche che gliela mandassi di mia spontanea volontà, ma sa che non può pretendere così tanto da me. Non ancora.
E che debba essere d’amore logicamente è sottinteso.
Figurati se un romanticone come Blaine si accontenta di una semplice lettera, senza dolci parole e frasi smielate.


Sapevo bene che mi sarei cacciato nei casini quando ho deciso di ufficializzare la nostra relazione, ma non avrei mai pensato che mi sarei ritrovato a questo punto.


Ho bisogno d’aria.


Mi alzo dalla scrivania, spalanco la finestra ed esco sul balcone. Magistralmente infilato tra le fioriere, trovo il pacchetto di sigarette che ho nascosto da Blaine e dalle grinfie del nostro gatto; lui non vuole che fumi, anzi, loro non vogliono ma smettere non è così facile come l’ho fatto sembrare per cui ogni tanto mi concedo ancora qualche boccata di questo mio piccolo vizio.


Devo scrivere questa lettera entro stasera, voglio che questa storia sia chiusa entro l’ora di cena. Non mi piace perdere, specialmente contro Blaine.
Il suo atteggiamento fiero e soddisfatto mi infastidisce troppo. 
E non voglio che mi dia di nuovo del bambino, come ieri sera, solo perché diceva che avevo messo il broncio.


Che poi io non metto mai il broncio.
Forse solo un po’.


Con un’ultima lunga boccata, finisco la mia sigaretta e torno a sedermi. Fisso quel foglio bianco immacolato, in attesa solo che io lo riempia con le mie parole.
Già, ma quali parole.


Se devo fare questa cosa, tanto vale che la faccia bene una volta per tutte, altrimenti Blaine me lo rinfaccerà per il resto della vita.
E’ una lettera che vuole e una lettera avrà, la migliore che abbia mai ricevuto.
Perfino migliore di quelle sdolcinate che gli mandava Kurt dopo essersene, fortunatamente, tornato al McKinley: ricordo ancora fin troppo bene il sorriso idiota sulle labbra di Blaine in classe, la mattina, stringendo fra le mani un foglio rosa che profumava di petali di rose e gaiezza. Per non usare termini peggiori.
La mia lettera sarà più romantica di quelle di Faccia da checca, deve esserlo.
Così forse finalmente si deciderà a buttare quelle cartacce.


Come preso da un’illuminazione divina, inizio a scrivere di getto: le parole arrivano in massa, formulo frasi talmente in fretta nella mia mente che è difficile tenere il passo mentre le scrivo.
Ne getto due copie prima di essere soddisfatto della calligrafia.
Tutto deve essere perfetto.


Poi esco, compro un francobollo e la imbuco e torno a casa diretto, senza fumare la solita sigaretta che mi concedo di nascosto quando esco.
Non ne ho bisogno.
Sono felice.
Sento di essere riuscito perfettamente nel mio intento, e non è nemmeno stato così orribile come credevo.


*


Oggi Blaine torna a casa dal suo seminario finalmente.
Sono passati tre giorni da quando ho spedito la lettera ma non è ancora arrivata. 
Stupide poste, ecco perché ormai tutti usano internet.
Durante questi giorni quando ci parlavamo al telefono, Blaine non ha mai nominato la scommessa o la lettera; so che si aspetta che io ignori questa cosa come faccio sempre quando non mi va di fare qualcosa, specialmente qualcosa di così assurdo. 
Ecco perché non vedo l’ora che questa dannata lettera arrivi.
Voglio sorprenderlo, voglio vederlo sorridere, voglio fargli capire quanto sia importante per me.


Sento la serratura scattare due volte, la porta aprirsi e Tubby miagolare segno che Blaine è realmente tornato a casa.
Gli vado incontro sorridendo, guardandolo entrare con il manico del trolley ancora stretto nella mano destra e la sinistra allungata per accarezzare il nostro gatto.
Tra le labbra, stringe delle lettere, ed finalmente la vedo: una busta azzurra, inconfondibile.
Nessuno ti manda bollette o pubblicità in buste azzurre, e a noi le uniche lettere che arrivano sono quelle. 


Mi avvicino a lui e gli tolgo quel bottino dalle labbra, lasciandolo finalmente libero di parlare ma sopratutto concedendo a me stesso il bacio di bentornato che agogno da ore.
“Bentornato killer” sussurro ancora contro la sua bocca, baciandolo ancora prima di lasciarlo andare.
“E’ arrivata posta!”
Blaine strilla, spaventando il nostro amico felino e stordendo me.
Lascia la presa sul trolley, che ondeggia appena prima di fermarsi fortunatamente in piedi, dopo di che strappa dalle mie mani il piccolo malloppo e inizia a far passare avidamente le buste.
Lo fa con talmente tanta foga che alcune cadono a terra.
Sì, sono molte le lettere.
Per tutta la settimana che Blaine è stato via non mi sono mai scomodato a portare le lettere in casa: controllavo la cassetta della posta e se non c’era niente di interessante, le lasciavo esattamente dove le avevo trovate.


Mi distraggo un istante, guardando Tubby avviarsi furtivo verso la sua cuccia. 
Strano, di solito quando siamo tutti e due in casa non ci lascia soli un momento.
Deve star tramando qualcosa, ma non ci faccio caso. Sono troppo ansioso di vedere la faccia di Blaine quando troverà la lettera.


Quando mi volto di nuovo a guardare il mio ragazzo però, non trovo una faccia sorpresa ne tantomeno felice; è leggermente imbronciato, decisamente triste.
“Sono solo bollette” sospira deluso lasciando posando le lettere sul tavolo a fianco.


Lo guardo stupito, incredulo. E’ impossibile.
“Ma no guarda, qualcuna è caduta”
Mi chino a raccoglierle sconcertato, sempre più allibito quando mi rendo conto che anche le due buste a terra sono semplici lettere bianche.


“E’ impossibile... Giuro che...”
“Sebastian ti prego non dire niente. Lo so che non dovevo aspettarmi nulla, è solo che... Ogni tanto mi piacerebbe sbagliare su di te”
“Ma Blaine! Stavolta davvero c’era...”
“Abbi almeno la decenza di non raccontarmi balle Sebastian cavolo”


Blaine è fuori di sé.
Inizia a sfogarsi, tirando fuori tutto quello che tiene sempre dentro riguardo a me, riguardo a quanto mi ami ma mi vorrebbe un po’ diverso a volte, riguardo a quei piccoli sacrifici che potrei fare per lui.
So che ha ragione, su tutto, ma stavolta non mi merito quella ramanzina.
Non oggi.


Mentre Blaine parla, un flash mi attraversa la mente e rivedo il mio gatto andarsene furtivo.
Stupido gatto, ecco perché tanta fretta.
Senza dare spiegazioni corro all’inseguimento, quasi gettandomi a terra per togliergli dalle zampe la busta azzurra che già aveva iniziato a mordicchiare.
“Tra tutte le buste che c’erano proprio questa dovevi prende eh!” gli urlo contro, nero.


Ma la mia rabbia non dura a lungo, perché è impossibile arrabbiarsi con quel musetto dolce.
Sospiro rassegnato, grattandogli la testolina.
“Mannaggia a te”
Sento dei passi alle mie spalle e vedo Blaine guardarci confuso, al che mi ricordo il perché di tutta quella faccenda.


Leggermente imbarazzato, gli allungo la busta azzurra con gli angoli mordicchiati.
“Questa deve essere per te”
Blaine mi guarda perplesso, esita qualche istante e poi finalmente afferra la lettera.
“Scusa la forma, Tubby ha voluto dare il suo contributo” mormoro continuando ad accarezzare il felino, ma senza mai staccare lo sguardo dal mio ragazzo.
“Avanti aprila”


Ci vuole ancora qualche istante prima che Blaine finalmente si decida a strappare del tutto la busta e a prendere il foglio, accuratamente ripiegato in tre.
Lo vedo prendere un respiro profondo, socchiudendo appena gli occhi, e poi so che ha iniziato a leggere.


Amore mio,


mentre scrivo già vedo lo sguardo incredulo sul tuo viso.
Sebastian mi ha davvero scritto una lettera?
Sebastian mi chiama amore mio?


Ebbene sì. 
Sono proprio io.


Ti scrivo perché te lo meriti Blaine, non perché devo farlo. Voglio che sia chiaro.
Questa non è semplicemente una lettera di sconfitta (che tra l’altro, deve ancora essere appurata del tutto, sai che aspetto ancora la risposta di Katy prima di dichiarare la tua vittoria).
Ti scrivo perché voglio farlo, perché ti amo, perché voglio che tu abbia tutto ciò che desideri.


Questa lettera fa schifo, sai che non sono bravo in queste cose, quindi ti prego non aspettarti grande frasi in stile Nicholas Sparks.
Volevo solo che tu avessi una busta nuova da mettere in quella tua oscena scatola con i gatti strabici, che magari finalmente potresti svuotare dalle lettere di... quell’altro. 


Volevo dirti che sei tutta la mia vita, che ti amo sempre di più, in ogni momento. Anche quando scommetti contro di me e quando poi mi metti alla prova con queste sfide assurde.


Forse la mia lettera non profumerà di rose, non sarà su carta da lettera intestata rosa e non sarà piena di cuoricini e di ti amo.
Forse non sono comunque il fidanzato che volevi o che ti aspettavi, che sognavi di trovare.
Forse questa sarà l’unica lettera d’amore che ti scriverò in tutta la vita.
Anzi togli quel forse.


Sai che queste cose non sono da me, perché credo che un bacio o uno sguardo valga più di mille lettere. E no, non sono poetico.
E nemmeno pigro, so che stai pensandolo!
Sono solo molto meno romantico e sognatore di te, come sempre.
Ma se per te è importante, allora è importante anche per me amore.


Ora hai una prova scritta di quanto io sia indecentemente, follemente, pazzamente, assurdamente innamorato perso di te.
Non usarla per ricattarmi e, ti prego, non farla mai leggere a tua madre.


Ti amo.


Sebastian”
  
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