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Autore: LittleRed_    11/11/2013    1 recensioni
[Norwegian Wood]
Anche da qui, anche se siamo lontane, so che finchè potrò vedere le stelle sarai al mio fianco. Qui dove cadono le stelle.
Quando andavo alle scuole medie non c'erano molte persone con cui parlassi. Sono sempre stata una persona introversa, ma in quegli anni ero peggiorata tantissimo.
Non ho quindi tanti momenti particolari che valgano la pena essere ricordati.
Tranne uno. Che persino ora è tutto per me.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Anche da qui, anche se siamo lontane, so che finchè potrò vedere le stelle sarai al mio fianco. Qui dove cadono le stelle. 

Quando andavo alle scuole medie non c'erano molte persone con cui parlassi. Sono sempre stata una persona introversa, ma in quegl'anni ero peggiorata tantissimo. Non ho quindi tanti momenti particolari che valgano la pena essere ricordati. Tranne uno. Che persino ora è tutto per me.

Il mio nome è Midori Kobayashi, frequentavo una delle scuole pubbliche della periferia di Kyoto, non molto conosciuta. Tornavo a casa ogni giorno in totale solitudine. Avevo preferito io non farmi degli amici. Non ero molto brava a socializzare, e così avevo deciso di non provarci nemmeno. Era molto più semplice non doversi aspettare qualcosa dagli altri. Ed ero abituata a stare da sola. La strada che percorrevo passava vicino al fiume, in una zona molto tranquilla, dove erano stati piantati centinaia di ciliegi sulle sue sponde. In primavera era come se nevicassero petali.  Sarei restata a guardarli cadere nell'acqua per ore. Così uscita da scuola mi sedevo o sdraiavo sulla sponda del fiume e rimanevo li, fino a tardi, anche solo per poi poter vdere il tramonto. Mi dava stare li un senso di pace e comunione col mondo. A volte leggevo o ascoltavo musica.  E soprattutto guardavo il cielo, da cui continuavano a cadere ininterrottamente candidi fiocchi rosa. Nel mio piccolo mondo silenzioso non c'era nient'altro di altrettanto bello. Nonostante fossi li da sola ogni giorno per quasi tutta la stagione non chiedevo altro. Ha sempre avuto la primavera un fascino particolare su di me. Era il 18 Aprile quando ebbi l'onore di incontrare qualcuno di ancora più bello dei fiori di ciliegio. 

 
Quel giorno avevo deciso di saltare le lezioni. Le persone erano rumorose e non mi adava di dover sopportare la loro compagnia. Non quel giorno. Solo ora riesco ad accorgermi di quanta malinconia dovessi reprimere nel mio cuore. Era un cuore pieno di solitudine e insofferenza al mondo. Un cuore come il mio poteva cercare soltanto il conforto di qualcosa di ancora più malinconico. Come il cadere incessante dei fiori di ciliegio, che cadono come lacrime quando si lascia sfogare l'anima. Come le lacrime di quella bella ragazza triste che seduta appoggiata al tronco di un albero piangeva, in un modo così struggente da far male al cuore. Così forte da colpire anche il mio di cuore, lontano e sfuggente, distante da ogni altro dolore, se non il mio. Ma come avrei potuto ignorare le sue lacrime? Mi sedetti accanto a lei, ma non avevo le parole giuste. Feci ciò che ero sempre stata brava a fare. Rimasi in silenzio. E senza riuscire a trattenermi le presi una mano e piansi con lei tutto quel dolore che sentivo di condividere. Lei fu quel giorno per me come un albero di ciliegio. Era venuta a piangere i suoi petali così che potessi aprire al mondo il mio cuore ferito.
  
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