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Autore: koorime    24/04/2008    7 recensioni
-Draco Lucius Malfoy torna immediatamente qui!- L’ordine perentorio di Pansy Parkinson rimbombò nel corridoio di pietra e, subito dopo, la sua esile figura di ragazza diciassettenne apparve sulla soglia della Comune segreta di Serpeverde, per poi lanciarsi con agilità all’inseguimento del suo migliore amico.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi è il compleanno di Salazar1

Per il compleanno di Salazar18 (che era ieri...):

TANTI AUGURI TESORO!!!^___^

Credevi che me ne fossi dimenticata eh?! Ed invece no mia cara. U_U io mantengo sempre le promesse.

E quindi eccoti qui il mio regalino per il tuo ventunesimo anno di vita!

Ancora tanti auguri, e scusa per il ritardo della consegna XP come sempre la mia vita è puro caos.

 

A tutti gli altri, buona lettura, Yu.

 

Veritaserum

 

-Draco Lucius Malfoy torna immediatamente qui!-

L’ordine perentorio di Pansy Parkinson rimbombò nel corridoio di pietra e, subito dopo, la sua esile figura di ragazza diciassettenne apparve sulla soglia della Comune segreta di Serpeverde, per poi lanciarsi con agilità all’inseguimento del suo migliore amico.

Il quale migliore amico, nella specifica figura di Draco-sono-il-Principe-di-Serpeverde-Malfoy, se la dava a gambe come se avesse alle calcagna una mandria di ippogrifi imbizzarriti.

Come siamo arrivati a questo?!?

È molto semplice: Veritaserum!

 

Tutto ebbe inizio una mattina di due settimane prima:

Draco si era svegliato di buon’ora e con il sorriso sulle labbra senza nessun motivo in particolare, aveva indossato la divisa ed era sceso nella Comune, dove aveva trovato Pansy in pigiama e codini.

La ragazza era seduta a gambe incrociate al centro di un caos che lei poi definirà “organizzato”, e rimescolava attentamente un intruglio nel calderone lasciato a bollire nel camino.

La fronte corrugata, la punta della lingua che spuntava dalle labbra carnose e rosee e gli occhi assottigliati denotavano una concentrazione degna solo di atti vitali, quali la produzione di una pozione e la ceretta.

A giudicare dagli ingredienti sparsi per il pavimento, Draco dedusse, correttamente, che la sua amica era impegnata nella distillazione di una pozione, e più precisamente di Veritaserum, a giudicare dal colore trasparente e dal grado basso di vischiosità.

Draco aggrottò la fronte:

-Buongiorno Pansy.-

-Buongiorno tesoro.- rispose lei monocorde senza neanche voltarsi a guardarlo.

Un altro paio di secondi di silenzio e poi il biondo diede adito alla sua perplessità:

-Quello è Veritaserum?!-

-Ah ah-

Le fini sopraciglia del Principe delle Serpi si aggrottarono ancora di più.

-E perché c’è del Veritaserum che bolle nella mia Comune?- poi ci ripensò –Anzi no, rettifico: perché non mi sono mai accorto che c’è del Veritaserum che bolle nella mia Comune?-

Finalmente gli occhi di Pansy si posarono su di lui.

-Piton.- fu la sua laconica risposta.

Draco annuì, comprendendo. Ovviamente la criptica risposta alludeva alla possibilità di alzare il proprio voto distillando una pozione scelta dal professore. Pansy voleva un Eccellente e quindi ecco spiegato il perché di quel grado di difficoltà.

 -Questo però non spiega il fatto che, fino ad oggi, io non abbia mai notato il calderone in bella mostra nel camino.- ragionò a voce alta il ragazzo.

-In quest’ultimo periodo sei molto distratto.- gli rivelò lei, ritornando a concentrarsi sulla sostanza che ribolliva davanti a loro.

Poi la giovane si fermò. Posò il mestolo e con calma si voltò nuovamente verso il suo migliore amico. Tutta quell’ostentazione di calma mise ansia al giovane.

-Che c’è?- chiese lui, temendo la risposta.

-Io ti voglio bene Draco, lo sai vero?!-

-Ehm si.-

-E sai anche che fare tutto per te, vero?-

Draco sospirò:

-Cosa vuoi Pansy?-

La giovane si illuminò:

-Mi fai da cavia? Per testare il siero. Ti prego, voglio essere sicura di non aver fatto errori.-

I due sostennero gli sguardi in silenzio per minuti, fino a quando un sospiro stanco non decretò la fine di quella amichevole faida.

-Essia.-

Pansy trillò felice e gli saltò al collo, scoccandogli un bacio sulla guancia. Poi prese un mestolo di pozione e la travasò in una fialetta, che porse con apprensione al compagno.

Draco osservò sospettoso la fiala per poi berla tutto d’un fiato, gettando la testa all’indietro. Al diavolo, si fidava di Pansy!

Dopo di che il silenzio tornò a farla da padrone. Pansy osservava Draco come se da un momento all’altro dovesse spuntargli un terzo braccio giusto al centro della fronte, fino a quando Draco non decise che stava diventando irritante.

-Pansy, tesoro, dovresti farmi delle domande per sapere se hai fatto effetto.- le ricordò paziente. La ragazza sembrò riscuotersi.

-Giusto. Okay, comincio con qualcosa di semplice allora: quel’è il giorno del tuo compleanno?-

-Il Cinque Giugno.-

-Okay. Ed il mio?-

-Il Ventitre Aprile.-

-Perfetto.-

-Pansy così non serve a niente però! Per testare l’efficacia del siero devi pormi una domanda sulla quale io mentirei spudoratamente!- le suggerì lui.

Lei si strinse nelle spalle:

-Okay. Allora... dimmi: sei innamorato Draco?-

-Si.- rispose tranquillamente lui, per poi irrigidirsi nell’istante in cui si rese conto della sua effettiva risposta.

Pansy sgranò di poco gli occhi scuri mentre lui mormorava un più che udibile –Cazzo!-

-Bene, bene, bene. Draco Malfoy dimmi: chi è il tuo amore segreto?-

-Non me lo fare Pansy.- piagnucolò lui.

-Rispondi!-

Draco tentò in tutti i modi di resistere alla pozione in circolo nel suo corpo, ma ahimè la lotta era impari ed a suo sfavore. Alla fine cedette e mormorò a denti stretti:

-Harry Potter.-

Gli occhi della giovane Serpeverde si sgranarono così tanto che gli ricordarono in modo impressionante quelli degli elfi domestici, e lui quasi si sentì un po’ in colpa per quell’accostamento. Infondo, era la sua migliore amica.

Poi Pansy scoppiò a ridere, stendendosi a terra e tenendosi la pancia con le mani, ed i suoi sensi di colpa svanirono all’istante.

-Smettila di ridere razza di oca giuliva e dammi l’antidoto!- sibillò acido lui, colpito sul vivo.

-Mi dispiace ma non ce l’ho. Non credevo mi servisse.- spiegò lei, anche se, pensò Draco, non sembrava affatto dispiaciuta per tutta quella situazione.

Con l’umore nero e gli occhi dardeggianti, Draco si alzò dal pavimento e si diresse sicuro verso la propria camera, deciso a non uscirvi fino a quando l’effetto del Veritaserum non fosse svanito. Certo non poteva andarsene in giro in quelle condizioni con Pansy che conosceva il suo sporco segreto!

E mentre si chiudeva la porta alle spalle, sentì indistintamente la voce allibita e divertita della sua amica mormorare un –Potter?!?- e scoppiare nuovamente a ridere.

 

Ecco, questo era accaduto esattamente due settimane prima.

Da quel momento Pansy, paladina degli amori impossibili, l’aveva trasformato nella sua crociata personale ed aveva tentato in tutti i modi di convincerlo a dichiararsi, perché no! Potter non gli avrebbe riso in faccia, e no! Non si sarebbe assolutamente messo in ridicolo davanti a tutta Hogwarts!

Ma quando si era resa conto che quando Draco diceva no voleva dire proprio no, era passata all’azione. Perché si sa, i Serpeverde si distinguono per astuzia ed intelligenza e così Pansy aveva sfruttato al meglio il rimanente Veritaserum tentando di farglielo ingerire in tutti i modi possibili ed immaginabili.

Ma essendo anche Draco un Serpeverde, anzi no. Essendo Draco IL Serpeverde, era riuscito ad evitare tutti i tranelli, con magistrale abilità, fino a quel giorno.

Infatti, quel giorno Pansy aveva deciso di prendere il proverbiale toro per le corna ed aveva affrontato Draco di fronte all’intera Sala Comune, stranamente piena a quell’ora del giorno.

Quando Draco era entrato dal passaggio nel muro, si era trovato di fronte ad uno schieramento di forze in piena regola: Tiger, Goyle, Blaise e Theo si aprivano a i due lati di una Pansy Parkinson decisa e con in mano una fialetta di liquido trasparente.

Non le aveva neanche dato il tempo di parlare che lui era già schizzato fuori dal buco e correva in cerca di un nascondiglio dove stabilirsi fino alla fine della scuola, ed oltre conoscendo la caparbietà dell’amica.

Era così scattato l’inseguimento, ed ora Draco si trovava a dover schivare gli sfortunati pedoni piazzati lungo la sua via di fuga, mentre Pansy da dietro gli urlava di smetterla di scappare e di fare l’uomo coraggioso.

Ma, ragionò lui, se fosse stato dotato di coraggio sarebbe finito a Grifondoro.

Comunque la sua ragione fu riportata alla sua disastrosa situazione dalla nuova frase gridata a pieni polmoni da Pansy:

-Ehi! Voi due! Fermate Malfoy, a qualunque costo!-

Il “qualunque costo” si rivelò un placcaggio in piena regola che schiantò il povero fuggitivo al suolo.

Quando gli assalitori lo lasciarono finalmente alzare, i suoi compagni lo avevano raggiunto ed immobilizzato, e lui aveva scoperto l’identità dei due treni che lo avevano investito.

Nientemeno che Ronald Wealsey ed Harry Potter!

Quando si dice la sfiga...

Draco guardò i due, imprigionato dalla morsa delle sue guardie del corpo traditrici, e sbottò un –Perché cazzo mi avete fermato?-

Harry e Ron si guardarono.

-Istinto.- spiegò il rosso con un’alzatina di spalle.

Harry sorrise sghembo:

-Mi conosci: non dico mai di no alla possibilità di sbatterti a terra.-

Ron serrò gli occhi ermeticamente, diventando bordeaux fino alla punta delle orecchie, ed Hermione, accanto ai due, si schiaffò una mano in faccia, in preda all’imbarazzo. Alle loro reazioni il moro aggrottò la fronte, e presa coscienza della frase pronunciata, sgranò gli occhi verdi.

-No!- decretò con voce più acuta del dovuto e sentendo il viso imporporarsi notevolmente –Non in quel senso!-

Pansy intanto fissava la scena in silenzio e con un’espressione che Draco definì, nella sua mente, paurosamente preoccupante.

-Okay, bene. Siamo alla resa dei conti!- decretò alla fine la moretta con sguardo deciso. Stappò la fialetta e ordinò a i due energumeni –Tenetelo fermo.- poi con decisione tappò il naso di Draco ed aspettò che la sua natura di essere umano facesse il resto.

Nell’istante in cui Draco spalancò la bocca per l’impellente bisogno di ossigeno, lei, rapida, gli versò il siero in gola, chiudendogli poi la bocca per evitare che sputasse.

Il biondo si trovò costretto ad ingoiare suo malgrado e tossicchiò un po’ per essersi quasi strozzato. Quando finalmente i suoi “amici” lo lasciarono libero lui si raddrizzò e si rassettò alla bell’e meglio, passandosi una mano tra i capelli per riportare un improbabile ordine.

Con tutto l’orgoglio di cui era disponibile in quella situazione, fissò Harry negli occhi e disse: -Cos’hai da guardare Potter? Perché non te ne ritorni con lo Straccione e la Zannuta in quel letamaio che chiamate Torre?!?-

Harry sbatté le palpebre un paio di volte e, registrata l’offesa, lo fulminò con lo sguardo e scattò:

-Perché devi essere sempre così stronzo?!?-

Draco tentò nuovamente di resistere all’influsso di quella maledetta pozione, ma essa prese di nuovo il sopravvento.

-Perché mi piaci stupido Grifondoro e  questo è l’unico modo che ho per non saltarti addosso e perdere anche quell’ultimo briciolo di dignità che mi rimane!-

Le facce sbigottite dei tre Grifoni avrebbero potuto allietare molte delle sue giornate avvenire, se solo non si fosse trovato al centro di tutta quella bufera.

Ancora una volta Hermione Granger risultò essere una strega davvero brillante.

-Veritaserum!- decretò infatti sicura, guardando la boccetta ancora nelle mani della compagna verde-argento.

-Sbagliato.-

-Esat- Draco si voltò verso Pansy –Come scusa?- chiese mentre la vena sulla sua tempia cominciava ad ingrossarsi in maniera preoccupante.

Pansy si cimentò nel noto ghigno-Malfoy, che le venne decisamente perfetto, e spiegò:

-Quella Draco era pura e semplice acqua. Ti sei dichiarato di tua spontanea volontà!-

L’espressione sconvolta del biondo ed i suoi occhi che gridavano “vendetta!!!” la convinsero a fare un passo indietro ed a riparare dietro il muro umano dei suoi compagni.

Per sua fortuna, la furia di Draco scemò ben presto, sostituita dal panico puro, quando la voce di Harry lo raggiunse.

-Cosa…- il moro si schiarì la voce acuta, decisamente imbarazzante, e riprese – Cosa significa che si è dichiarato di sua spontanea volontà?-

Il suo sguardo verde, schermato dalle lenti tonde, era fisso sulla mora Serpeverde. No, non aveva alcuna intenzione di incontrare gli occhi di Draco.

Pansy alzò le mani e senza dire null’altro, si voltò e se ne andò, seguita dai suoi amici.

Harry continuò imperterrito a fissarle la schiena, assolutamente terrorizzato di sapere cosa ci fosse di vero in tutta quella paradossale storia, ma incapace di andarsene senza avere avuto una risposta. Neanche la sentì Hermione avvisarlo che lei e Ron andavano in cortile.

Draco si chiarì la voce e con tutta la nonchalance possibile annunciò: -Bene, i-io vado.-

-Resta dove sei Malfoy!- si voltò finalmente a fronteggiarlo –Esigo una spiegazione. Ora!-

Draco lo guardò, mordendosi nervosamente un labbro e vagliò le possibilità a sua scelta. Non erano molte, e lui non ne usciva granché da tutte.

Alla fine decise per la più giusta.

-È come ho detto. Mi piaci, tutto qui. Ora se vuoi scusarmi, vorrei dileguarmi da qui prima che tu scoppi a ridere.- e così dicendo fece per andarsene, ma la frase che seguì lo pietrificò sul posto.

-Dovevo essere io. Io sono quello coraggioso. Io sono il Grifondoro, dovevo essere io a dichiararmi.-

Il resto non sapeva com’era andato esattamente. L’unica cosa di cui era certo era che un attimo prima era fermo impalato come una statua di sale, e l’attimo dopo Harry Potter lo stava baciando in pieno giorno, nel bel mezzo di un corridoio.

E mentre schiudeva le labbra per rispondere al bacio, volò con il pensiero all’artefice di tutto quello.

Grazie Pansy.

   
 
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