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Autore: Ele28    11/11/2013    11 recensioni
Tutte le mattine i suoi genitori facevano una cosa buffissima: si spalmavano in faccia la panna, come fa papà Harry al lavoro sopra i dolci, e poi se la toglievano con un rasoio, papà Harry con quello suo verde e papà Louis invece con il suo blu. Quando infilava le dita nei buchi sulle guance di papà Harry, queste erano sempre morbidissime, e quando papà Louis le dava il bacio del 'buon pisolino' dopo pranzo, sentiva che anche lui aveva le gote soffici e lisce.
Anche lei voleva mettersi la panna in faccia, sembrava divertente, e poi voleva avere le guance morbide e profumate come i suoi papà.
-Harry/Louis - French!Louis - Harry e Louis!Parents - 27.4kb-
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Avviso: Il seguito di questa storia si intitola "Fiocchi di neve gialli tra dita sensibili"



Barba e Bua


 
 
Cécile, con i boccoli morbidi e scuri come il suo papà Harry e con il nome francese come il suo papà Louis, stava distesa a pancia in giù sul tappeto del salotto di casa, agitando le sue corte gambe da bimba di 5 anni, facendo dondolare i piedini rinchiusi nei calzini bianchi con i bordi ricamati, ricoperti da un paio di sandalini blu. Indossava un vestitino celeste, come gli occhi del suo papà parigino, che ricordava un po' quello di Alice nel 'Paese delle Meraviglie', forse solo un po' più stropicciato. Tra i serici capelli ricci e castani, a tenergli i boccoli lontano dai grandi occhi nocciola, una piccola molletta azzurra al lato destro.

Si annoiava.

Appoggiata sulle piccole dita raggomitolate della mano sinistra c'èra la sua guancia, la testa a pendere un po' da quel lato, mentre gli occhi erano puntati svogliatamente sul disegno che stava facendo: c'era un prato verde verde con tanti fiorellini colorati, un grande albero, uccellini che cantavano salutando il sole immerso in nuvole soffici. Sulla sinistra c'era il suo papà Harry, con i capelli riccissimi e le gambe lunghe, sulla destra c'èra papà Louis, con una t-shirt a righe ed un sorriso dolce, e poi al centro c'era lei che li teneva per mano.

Cécile aveva quasi concluso il suo disegno, doveva solo finire di colorare il suo vestitino e disegnarsi il viso ed i boccoli, ma non ne aveva più voglia.

Il suo papà Harry stava preparando un dolce in cucina, lui era molto bravo a cucinare, faceva torte sempre buonissime e non le faceva solo per lei e papà Louis, ma anche per tutti i suoi clienti della pasticceria. Papà Harry profumava sempre di buono.

Papà Louis invece avrebbe fra poco finito gli scrutini a scuola e sarebbe poi andato a comprare al supermercato tutti gli ingredienti per la cena che papà Harry gli aveva detto al telefono. Papà Louis aveva sempre le mani piene di qualcosa, compiti di francese, chiavi, buste, le mani grandi dell'altro papà o le mani piccoline della sua bambina.

E lei si annoiava. Non sapeva cosa fare, non voleva più colorare, né giocare con le bambole o vedere qualche cartone animato e poi aveva finito tutti i compiti.

Sbuffò. Lasciò scivolare tra le dita corte il pennarello azzurro che teneva stretto nella manina destra e si girò distendendosi supina, le gambe e le braccia spalancate, a fissare il soffitto.

Si portò un ditono sul mento, il viso in una smorfia pensierosa. Batteva la punta dell'indice ritmicamente riflettendo su ciò che poteva fare quel pomeriggio.

Poi le si accese una lampadina e sul suo faccino paffuto apparve un sorriso soddisfatto con tanto di fossette sulle guance rosee.

Tutte le mattine i suoi genitori facevano una cosa buffissima: si spalmavano in faccia la panna, come fa papà Harry al lavoro sopra i dolci, e poi se la toglievano con un rasoio, papà Harry con quello suo verde e papà Louis invece con il suo blu. Quando infilava le dita nei buchi sulle guance di papà Harry, queste erano sempre morbidissime, e quando papà Louis le dava il bacio del 'buon pisolino' dopo pranzo, sentiva che anche lui aveva le gote soffici e lisce.

Anche lei voleva mettersi la panna in faccia, sembrava divertente, e poi voleva avere le guance morbide e profumate come i suoi papà.

Papà Harry sapeva che lei stava colorando e Cécile gli aveva espressamente proibito di entrare in salotto, il disegno era una sorpresa e lui non lo avrebbe dovuto sbirciare finché non fosse finito. Non sapeva però che la sorpresa era inconclusa e abbandonata sul tappeto con sopra il pennarello azzurro senza tappo, e che la sua bambina era corsa nel bagno adiacente alla loro camera da letto.

Cécile era consapevole che le erano proibiti i rasoi, infatti si trovavano nel bagno accanto la camera dei papà, quello più piccolo, con lo specchio posto in alto, dove la sua immagine non arrivava a riflettersi, e che erano nascosti nell'ultimo ripiano del cassetto bianco al lato destro di quest'ultimo. Comunque se ne avesse preso uno non lo avrebbero mai scoperto no?

La piccola aggrappò una manina ai bordi del lavandino facendo forza su di essa per darsi la spinta per saltare e riuscire con l'altra manina ad arrivare ad aprire l'anta del cassetto. Ma era davvero tropo in alto e non ce la faceva. Si guardò intorno alla ricerca di qualcosa su cui poter salire sopra e vide vicino alla doccia il cestino di plastica bianco. Perfetto!

Prese il piccolo secchio e lo posizionò di fronte il lavandino, vi salì su ed una faccetta birichina e sorridente apparse allo specchio. Aprì il cassetto e nella terza mensola in alto li vide. Si mise sulle punte dei suoi sandalini blu, il cestino un po' traballante, tese al massimo il braccio destro e con la punta delle dita riuscì a farne cadere uno dentro al lavello: quello verde. Poi prese il tubicino cilindrico che spruzza la panna nel ripiano al centro ed iniziò la sua opera.

Agitò il barattolo proprio come facevano i suoi papà e ne spruzzò il contenuto nella sua manina aperta. Ne uscì una montagna, una grande nuvolona soffice e candida che spalmò sulle sue guanciotte. Però non era contenta, non bastava, ne voleva di più. Così cominciò a spruzzarsi la panna direttamente sul viso: sotto il naso, sul mento, hai lati delle orecchie, anche un po' sugli zigomi, attenta a non mandarla negli occhi, e poi di nuovo sopra le gote. Stava mettendo così tanta schiuma in faccia che le colava da tutte le parti. Cadde prima una nuvoletta a terra alla sua sinistra e poi una alla sua destra, entrambe con un sonoro 'plop', e poi una anche sul suo bel vestitino. Il barattolo della schiuma da barba completamente vuoto.

Le sfuggì dalle labbra una leggera risatina con tanto di occhi strizzati, le fossette nascoste sotto un pesante strato di schiuma. Sembrava Babbo Natale, solo la fronte, il nasino e gli occhietti vispi non erano nascosti. Anche i boccoli al lato del viso si erano imbiancati.

"OH, oh, oh!" Fece il verso di Babbo buono e panciuto che porta doni e poi un'altra piccola risata.

Ora doveva passare alla fase due: Togliere la barba di Santa Claus.

Prese il rasoio di papà Harry abbandonato sul lavandino, si guardò allo specchio con l'arnese in mano ed incominciò.

Girò il viso a destra e a sinistra per scegliere da dove incominciare, come facevano sempre i papà, e poi decise: avrebbe cominciato dal mento.

Vi passò lentamente sopra una porzione di esso, poi ancora un'altra ed un'altra ancora, finché...

Gli occhietti cominciarono ad inumidirsi, grandi goccioloni ai lati di questi che cominciarono a scendere lungo il viso affogando nella schiuma e cercando di lavarla via, il sorriso era sparito per lasciare spazio ad una smorfia, la bocca aperta ed impastata, sul mento un po' di rosso.

Lasciò andare dalla sua presa il rasoio come scottata, scese velocemente dal cestino facendolo traballare di nuovo e corse singhiozzando verso la cucina.

"Papà! Papà!"

Harry, con un bianco cappello da cuoco in testa, che era indaffarato a mescolare con un mestolo di legno qualche strano impasto dentro una bastardella sul piccolo tavolino della cucina, quando vide Cécile in quello stato corrergli incontro, con un'espressine mista tra sorpresa e preoccupazione, le si inginocchiò davanti, viso a viso, quello della piccola sconvolto dal pianto e tutto imbrattato di bianco.

 "Che succede? Che cos'è tutto questo pasticcio?" Le chiese Harry mentre avvolgeva le sue mani intorno alle piccole braccia di Cécile con dolcezza.

"I-io vo-volevo m-metter-mi la pa-panna in f-faccia come te e pa-papà, ma-ma... mi sono tagliata..." disse tra un singhiozzo e l'altro, concludendo con tono acuto e strozzato, per poi fiondarsi su di Harry aggrappandogli le braccia al collo strette come una morsa, affondando la faccia nell'incavo del suo collo, sporcandogli la maglietta, la palle e qualche riccio.

Harry avvolse subito le sue lunghe braccia intorno al corpicino della sua bimba che continuava a singhiozzare. Le carezzò un po' la schiena, si tolse poi il cappello che poggiò sopra il tavolo prima di mettere i suoi grandi palmi sotto le cosce della piccola, tirandola su e portandola in braccio verso il bagno grande in corridoio.

La poggiò sul piano in marmo, dove al centro vi era incastrato il lavello, e sciolse gentilmente la presa ferrea della sua bambina dal suo collo. Aprì il mobilio e prese un asciugamano che avvolse in parte nella sua mano.

Con tanta delicatezza cominciò a togliere dal viso di Cécile la schiuma, passandolo sulle guance lentamente come una carezza, mentre il pianto della bambina cominciava a placarsi, lasciando spazio solo a qualche leggero singhiozzo.

"Amore, tu non puoi farti la barba, non ne hai bisogno e devi promettermi che non userai mai più il rasoio hai capito? Potevi farti molto male, è un oggetto per grandi, non per le bambine piccole come te, ok?"

Cécile annuì passandosi il pugnetto sopra l'occhio destro.

"Scusa papà non lo faccio più"

Harry continuava a pulire il viso di Cécile dalle lacrime e dalla schiuma, frizionando anche i boccoli ai lati delle guance che si erano imbiancati. Bagnò poi con acqua fredda un lembo del tessuto morbido color panna  e con attenzione lo passò sopra il mento della bimba, la quale si irrigidì un pochino lasciandosi sfuggire dalle labbra sottili un piccolo lamento.

Il viso era pulito, solo il vestitino era ancora imbrattato, il quale infatti Harry sfregò all'altezza del petto sempre con lo stesso panno bagnato. Infine asciugò, con dei baci sugli zigomi e sugli occhi un po' arrossati, le ultime lacrime sfuggite ai lati delle sue noccioline e quelle incastrate tra le ciglia.

Le passò con il tocco di una nuvola i grandi palmi sulle guance, spostando dalla fronte e ai lati del viso qualche capello che le si era appiccicato sulla pelle calda.
Con le mani ancora sulle sue guance le chiese

"Ma come hai fatto a raggiungere i rasoi? Sono sull'ultima mensola!" Domandò con la fronte corrugata.

"Ho-ho messo il cestino davanti al lavandino e ci sono salita su" disse abbassando lo sguardo colpevole.

Harry la guardò con sguardo un po' arrabbiato.

"Guardami" disse in modo un po' severo anche se comunque dolce.

La bimba alzò lo sguardo acquoso titubante pronta ad essere sgridata.

"Potevi cadere " disse passando lentamente i pollici sulle guance. "Non farlo mai più intesi!" Cécile annuì ancora nelle grandi e dolci mani del suo papà, prima che quest'ultimo disse

"Promesso?"

"Promesso" soffiò lei alzando il mignolino, allacciandolo a quello lungo il doppio del suo papà, suggellando così il giuramento.

"Ok, adesso cerchiamo innanzitutto di mettere un cerottino sulla bua"

"Quelli colorati!" disse Cécile con un sorrisino timido sulle labbra, segno che il taglio non le faceva poi più così tanto male.

Harry sorrise leggermente. "Va bene quelli colorati".

Si abbassò piegando le ginocchia e prendendo la scatolina dei cerotti sul cassettino in basso.

La aprì di fronte alla bambina facendole estrarre il colore che voleva.

"Quello giallo, ottima scelta".

Glie lo riprese dalle mani, tirò via le linguette, e dopo aver tolto sempre con il panno qualche goccia di sangue che era fuoriuscita di nuovo, ce lo mise sopra tamponandolo piano con la punta delle dita.

"Ecco fatto"

"Papà mi ci dai sopra un bacino? Papà Louis dice che i baci sono come cure e che fanno passare via ogni dolore"

Harry sorrise alle parole della bimba e posò sopra al cerottino un leggero bacio.

"Grazie" disse Cécile dando un bacio alla guancia sinistra del suo papà per ringraziarlo.

Harry prese il panno e se lo passò anche sul suo collo, sulla maglietta ed un po' sui capelli, ma decise che era il caso di cambiare i vestiti ad entrambi.

Prese Cécile, che dondolava le gambe penzoloni, per la vita e la mise a terra.

"Ora andiamo a cambiarci"

Cécile racchiuse tra le sue dita l'anulare di papà Harry, lasciandosi guidare fino alla sua cameretta.

Harry si fermò davanti all'armadio (giallo) della cameretta di Cécile e ne tirò fuori una gonna bordeaux, una maglietta marrone ed un cardigan beje. La bimba seduta al bordo del letto ad osservare la scena.

"In piedi" disse gentilmente Harry. "Alza le braccia"

La piccolina ubbidì ed Harry le si inginocchiò di nuovo davanti prendendo i lembi della gonna del suo vestitino azzurrò sfilandoglielo da sopra la testa. Prese poi la gonna poggiata sul letto e glie la posizionò a qualche centimetro da terra accanto i piedini , tenendo ben aperto l'elastico alla vita. Cécile alzò un gamba dopo l'altra facendoci entrare dentro i sandali. Harry portò la gonna fin sopra l'ombelico e poi le infilò la t-shirt. Infine prese uno per volta i suoi avambracci sottili facendoli passare con delicatezza dentro le maniche.

"Et voilà! Come direbbe papà Louis" e sorrise.

"Ora prendiamo una maglietta anche per me ed andiamo a finire il dolce, se no che gli diamo da mangiare a quel golosone del tuo papà sta sera?"

"Io voglio fare il dolce!" gridò gioiosa la piccola, facendo ridire Harry.

Entrarono nella camera dei papà, la porta del bagno socchiusa.

"A proposito" Disse lui poggiando le mani ai fianchi. "Com'è il bagno?"

Cécile abbassò lo sguardo catturando con i suoi dentini bianchi il labbro inferiore, allacciando le mani dietro la schiena e facendo ruotare la punta del piede sinistro a terra.
"beh ecco..."

"Non lo voglio sapere" scosse esasperato la testa "Ci pensiamo dopo".

Si infilò una camicia al volo per poi ritornare in cucina.

Allacciò le sue mani sotto le ascelle di Cécile e la sollevò facendola sedere sopra il tavolo, tra panna, cioccolata, farina e fruste sporcate di qualche impasto giallo e gustoso.

"Allora, dobbiamo sbrigarci che tuo padre dovrebbe tornare a casa tra circa tre quarti d'ora, quindi al lavoro" Disse mettendo in testa a Cécile il suo cappello da cuoco che le ricadeva sulla fronte perché troppo grande.

"Papà ci mancano i grembiuli, se no sporchiamo anche questi vestiti!"

"Giusto tesoro, hai ragione". Un grembiule rosso per Harry, che si allacciò ai fianchi stretti, ed uno bianco per Cécile.

Papà Harry aveva ricominciato a mescolare l'impasto profumato, quando Cécile, con occhi bassi e battendo la punta degli indici tra di loro disse piano

"Papà"

"Si amore?

"io non volevo fare la bambina cattiva, solo che tu e papà vi mettete la panna in faccia tutte le mattine e io volevo avere la guance profumate e morbide come le vostre"

"Oh amore... ma le principesse come te hanno le guance già morbide, solo hai maschi grandi come noi serve farci la barba... e poi non è panna, tesoro, è schiuma." "Questa è panna" disse infilando il dito dentro uno dei recipienti, portando l'indice teso di fronte alla bocca della sua bambina.

Cécile prese con entrambe le mani quella enorme del suo papà e chiuse le labbra intorno al dito succhiandolo e chiudendo gli occhi in segno di apprezzamento.

"Ancora"

Harry compì la stessa operazione e di nuovo fece assaggiare la panna alla bambina.

"Che dici ci vuole più zucchero?"

"Non so devo sentirla meglio"

"No basta furbetta, non va nemmeno bene infilare le dita nel cibo... ultima volta!"

La bimba sorrise.


 
Passarono così il resto dei quindici minuti successivi. Harry sbatteva uova, mescolava, impastava e zuccherava e Cécile... beh, lei supervisionava e assaggiava di tanto in tanto. Qualcuno doveva pur dirigere e appurarsi che tutto stesse venendo buono, no?


 
Cécile era piegata sulle ginocchia davanti al forno osservando l'impasto crescere e prendere forma. La luce del forno ad illuminargli il viso. Il suo papà stava ripulendo il tavolo ed il piano cucina mettendo sul lavello i vari strumenti.


 
Quando la torta fu cotta e raffreddata mancava solo la decorazione.

"Allora cosa vogliamo scriverci sopra?"

"Mmmh... Barba e Bua!"

"Barba e Bua?" disse con un sopracciglio alzato.

"Sì, come la barba e la bua che mi sono fatta oggi!"

"Ok, vieni"

Prese Cécile in braccio cingendogli la vita con il braccio sinistro e con il peso poggiato sul fianco.

Cécile prese la saccapoche con dentro il cioccolato ed Harry avvolse la sua grande mano intorno quella piccola della sua bambina racchiudendola completamente e guidandola lettera dopo lettera. La scritta un po' storta.

Misero la torta in frigo e si batterono il cinque per il lavoro ben fatto.

In quel momento, mentre si sentiva il rumore del frigo che si chiudeva, quello della serratura che scattava rivelò un Louis trafelato. Sembrava un mulo da soma, tra buste della spesa dove fuoriusciva una lunga filetta di baguette (perché sosteneva che era il pane migliore del mondo), borsa di lavoro, giacchetto, chiavi della macchina e scontrini.

Cécile lo aveva detto che aveva sempre qualcosa tra le mani.

Appoggiò le spesa al tavolo  ed appoggiò il resto su di una sedia, lasciando sfuggire dalle labbra un sospiro.

"Bonsoir"

"Ciao papà!"

Disse Cécile felice, la quale gli corse incontro saltandogli in braccio ed allacciandogli le gambe alla vita.

"Ciao pâtisserie" disse dandole un bacio sulla punta del nasino sporca di farina.

"Ou maman! Cosa hai fatto al mento?"

"Mi sono fatta la barba! Però papà Harry ha detto che le principesse non se la devono fare perché hanno già le guance morbide e quindi io gli ho promesso con il mignolino che non lo faccio più. Però mi sono fatta la bua proprio qui e papà mi ha messo il cerotto giallo e mi ci ha dato un bacino sopra, così il dolore è andavo via subito"

Louis era rimasto un po' scioccato dal poema della piccola e con i suoi occhi esageratamente spalancati e celesti rivolse lo sguardo ad Harry.

"Ha fatto la barba? Con il rasoio? Ma come..?" disse velocemente ruotando la 'r' ad ogni parola.

Harry alzò le spalle "È un peste questa furbetta, ne combina sempre una" "... a proposito, non sono ancora entrato in bagno e non oso immaginare come sia"

Louis si accigliò rivolgendo uno sguardo severo alla bambina che sorrideva colpevole. Cécile sapeva che papà Louis non glie l'avrebbe fatta passare liscia come papà Harry.

"Però abbiamo fatto una torta!"

"Cécile non pensare che la storia finisca qui" disse battendogli il palmo con leggerezza sul grande cappello da cuoco che aveva in testa in segno di rimprovero, rimettendola poi a terra.

"Harry, io vado a vedere la situazione in bagno, tu intanto comincia a preparare la cena e tu signorinella vedi di non combinare altri pasticci"

"Agli ordini!" Rise Cécile correndo in camera sua.

"E ora dove va? ... Che birichina" disse Louis scuotendo la testa "A preso tutta da te, chérie"

"Io non ci giurerei" disse Harry allacciandogli le mani alla vita e tirandoselo contro, piegandosi leggermente per lasciargli una bacio leggero sulle labbra sottili con quella delicatezza che sembra accompagnarlo in ogni gesto.

Louis scese dalle punte. "Sarà meglio che vado a sistemare la situazione di là" disse con il suo accento francese.


Harry si destreggiava come al solito ai fornelli preparando la cena. Louis sospirava e mentre puliva pensava a cosa fare a Cécile riguardo a quella marachella. Cécile invece era di nuovo stesa sul tappeto del salotto a completare la sua sorpresa per i papà. Aveva aggiunto qualche particolare...

Dopo cena, tra il racconto degli scrutini di Louis e quello della preparazione del dolce di Cécile, Harry portò a tavola la torta che profumava di cioccolato e panna e Louis alzò un sopracciglio curioso.

"Barba e Bua?"

"Chiedi a tua figlia"

"Basta parlare, è ora di mangiare" disse Cécile inginocchiata sulla sedia a scalciare impaziente i piedini ed immergendo un dito nella panna portandoselo alle labbra.

"Vous êtes une peste! Chi ti ha insegnato certe cose?"

Cécile, con un dito ancora tra le labbra piegate all'insù indicò con l'altro indice Harry.

"Harry! Mon Dieu!"

"Cécile che peste che sei!" disse Harry puntando gli occhi spalancati verso la piccola facendola ridere.

La bimba ancora tra le risa estrasse il foglio ripiegato che teneva sotto al piatto, pronta per rivelare la sua sorpresa. Tese il biglietto.
"Questo è per voi"

Harry e Louis lo aprirono insieme: c'era un prato verde verde con tanti fiorellini colorati, un grande albero, uccellini che cantavano salutando il sole immerso in nuvole soffici. Sulla sinistra papà Harry, sulla destra papà Louis, tenevano per mano Cécile con un vestitino azzurro, sandalini blu, un cappello da cuoco troppo grande in testa e la panna in faccia come la Barba di Santa Claus.


 
Harry continuava a profumare sempre di buono e a cucinare ad ogni ora del giorno. Louis aveva sempre le mani piene di qualcosa, compiti di francese, chiavi, buste, le mani grandi dell'altro papà o le mani piccoline della sua bambina e continuava a sgridare rassegnato, con il suo accento francese, Harry e Cécile. Cécile... beh, Cécile continuava ad essere una pesta pasticciona. La loro peste pasticciona.


 
Tra l'odore di dolce, parole francesi e sorrisi birichini, al centro del frigo, tenuto fermo da una magnete a forma di coccodrillo (giallo), una sorpresa.
































 



--> CORNER <--

 
Buona sera a tutti!! ;) Allora, ora vi faccio sorridere... diciamo che questa storia è presa dalla realtà, dalla mia realtà... ebbene si, mi sono fatta la barba! Hahaha, avevo circa, non so, 4, 5 o 6 anni... comunque avevo fatto un macello con la schiuma spruzzata davvero ovunque svuotando completamente il barattolo.. e poi ecco, mi sono fatta la bua. La mia famiglia ancora mi ci prende in giro, ma va beh :). E poi mi ci rivedo perché, non so se ci avete notato, ma alla nostra Cécile piace il giallo, che è il mio colore preferito ^^. Hahah, ok non vi interessa. Bene poi passiamo al punto 2. Non so come ho avuto davvero il coraggio di inserire nella storia quel disegno orribile! Davvero è mostruso, Harry sembra che più che avere i capelli ricci abbia in testa un parrucca afro. Va beh l'ha fatto comunque una bambina di 5 anni no? (Anche se io ne ho 18.. ma dettagli). Poi se ci avete fatto caso ho inserito qualche particolare caruccio: tipo il rasoio, il cerotto giallo, la bastardella con la panna, il pennarello azzurro, il cappello di Babbo Natale ecc. Ho anche cercato di scrivere 'for my daddies' in modo un po' storto ed infantile... Va beh, punto 3! Papà mi ha detto che 'bua' si dice solo nel nostro dialetto, io credevo fosse italiano! Hahahah, comunque è la ferita, ma penso che tutti lo abbiate capito comunque, va beh non si sa mai, meglio precisare. ... A proposito di cose delle parti nostre, mamma oggi ha fatto i roccioletti! (Buonissimo), ve li spedisco via computer.
Ok basta, non voglio annoiarvi troppo con le mie note sempre lunghe. Mando un grande bacio a tutti e ringrazio tantissimo chi ha deciso di lasciare recensioni alle altre mie OS... infine volevo ringraziare Finitem_ , perché è davvero un amore.
ps:( mi sono accorta di aver inserito qualche 'va bhe', ma pochi è ahahah...VA BEH )
Elena :)
  
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