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Autore: HisRose    11/11/2013    1 recensioni
Finalmente dopo una lunga e estenuante avventura attraverso un bosco, seguiti dalle guardie reali accusati di stregoneria per via dell’apparizione improvvisa del TARDIS; una nuotata, o meglio un tuffo, in un fiume ghiacciato e tanta corsa mentre scappavano da banditi, animali selvaggi e guardie, Rose e il Dottore avevano finalmente raggiunto un villaggio.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente dopo una lunga e estenuante avventura attraverso un bosco, seguiti dalle guardie reali accusati di stregoneria per via dell’apparizione improvvisa del TARDIS; una nuotata, o meglio un tuffo, in un fiume ghiacciato e tanta corsa mentre scappavano da banditi, animali selvaggi e guardie, Rose e il Dottore avevano finalmente raggiunto un villaggio. Entrati in una locanda, il Dottore cacciò dalla tasca le poche monete che aveva che fortunatamente erano abbastanza per affittare una camera. Quest’ultima era minuscola, con solo una sottospecie di armadio con un’anta rotta e un letto a una piazza e mezzo, ma i due erano troppo stanchi per lamentarsi e poi era solo una situazione temporanea, fino a quando non avrebbero ideato un piano per riappropriarsi del TARDIS e andare via. Rose si trascinò verso il letto e fece per stendersi sopra. “No, Rose aspetta”, la fermò il Dottore, lei si girò a guardarlo confusa, con ancora le coperte in mano. “ Se ti addormenti con quei vestiti addosso ti ammalerai, sono bagnati fradici”, le spiegò. Rose fece spallucce. “Non ho altro”, gli ricordò cercando di nuovo di stendersi sotto le coperte. “Dovrei avere qualcosa nelle mie tasche, aspetta” e detto questo ci frugò dentro e ne cacciò un pigiama. Rose non avrebbe mai smesso di meravigliarsi dall’infinità di cose che potevano trovarsi in quel cappotto, ma in quel momento era troppo stanca per commentare. “Un altro per te non ce l’hai?”, chiese prendendo il pigiama che il Dottore le stava porgendo. Lui cercò di nuovo per poi fare un cenno di diniego con la testa.
“Allora questo lo metti tu”, disse lei con un tono che non ammetteva discussioni. “Rose, sono un Signore del Tempo, non soffro così tanto il freddo come te. Io starò bene”.
Rose rifletté sulle sue parole cercando di capire se fossero vere o se le aveva dette solo per convincerla a indossare qualcosa di asciutto. Era convinta che fosse la seconda opzione, ma anche se fosse stata la prima, Rose non avrebbe mai potuto lasciare il Dottore in una tale condizione. Poteva non sentire il freddo quanto gli umani, ma ciò non significava ch non lo sentisse.
“Facciamo a metà”, propose lei e non appena vide il Dottore aprire la bocca per controbattere insistette dicendo: “O facciamo così o nessuno dei due mette il pigiama”. Il Dottore roteò gli occhi per la sua testardaggine, ma ripensandoci non poté far altro che scappargli un sorriso; d’altronde era uno dei motivi per cui si era innamorato di lei. I due si misero di schiena, in modo tale da concedersi un po’ di privacy mentre si cambiavano. Rose si levò la maglietta che puzzava di sudore e di muschio e si mise quella del pigiama, calda e che odorava del Dottore. Rose ne inspirò il profumo e un sorriso gli apparve in volto. Sapeva che quello che stava per fare forse sarebbe stato imbarazzante visto che il Dottore era presente nella stanza e che dovevano condividere un letto, ma non sopportava di dover dormire con dei pantaloni bagnati e appiccicati addosso, quindi se li tolse, ringraziando che la maglietta fosse abbastanza lunga da coprire quello che doveva coprire. “Rose posso girarmi?”. Rose fu sopraffatta dal tono di dolcezza nella sua voce.
Non fidandosi della propria voce, fece un suono di consenso, al ché il Dottore si girò e non appena posò gli occhi su di lei le sue pupille si dilatarono. Ingoiò e serrò la mascella, come se volesse trattenersi dal fare qualcosa. Infatti quello che Rose non sapeva è che il Dottore si stava trattenendo dal tirarla a sé e baciarla e mostrarle quanto ardentemente l’amasse.
I due si stesero nel letto, che per via della sua piccola grandezza, li costringeva a stare molto vicini. Così vicini che Rose aveva metà della sua faccia sulla maglietta del Dottore. “Ehm.. Dottore.. la tua maglietta è zuppa, mi fa sentire freddo”, confessò lei, al ché il Dottore si mise a sedere chiedendole scusa e si levò la maglietta. Si ristese, irrigidito e nervoso per la situazione, anche Rose lo era, ma la stanchezza aveva la meglio su tutti gli altri sentimenti in quel momento, quindi avrebbe fatto i conti con l’imbarazzo la mattina seguente.
Rose appoggiò la testa sul petto di lui per una maggiore comodità e anche perché essendo il letto piccolo aveva finalmente la scusa adatta per fare quello che aveva desiderato fare da tanto tempo e anche perché non le dispiaceva ricevere un po’ di calore corporeo; e cinse la vita del Dottore con un braccio. Lui smise di respirare per un secondo, brividi gli correvano lungo le parti del corpo toccate da Rose. Non andava bene, non doveva provare piacere, no. Lei era una compagna e lui non si innamorava delle compagne, ne ora ne mai. No. Lui era il Dottore, non era destinato a essere felice, la avrebbe persa un giorno e se lui avesse ammesso che… no, no, no, no, no aspetta un momento. Ammettere che? Non c’era niente da ammettere. Adorava il profumo di Rose che in quello stesso momento stava inalando come se fosse droga, adorava il suo sorriso al quale non poteva far altro che rispondere con un sorriso a sua volta, adorava la sua voce, le sue battute, il suo corpo, il suo tocco, le sue labbra… ma non era innamorato di lei. Oh, ma chi prendeva in giro?! Lo sapeva che non era vero, lo sapeva benissimo; ma come fare ad ammetterlo? Come poteva solo pensarlo sapendo che non avrebbero avuto un lieto fine? Ma il quel momento avere Rose appoggiata al suo petto sembrava così giusto, lo faceva sentire così bene, i loro corpi si incastravano in modo così perfetto che non poté far a meno di cingerla a sé. Iniziò a rilassarsi, nonostante in lui stesse crescendo una paura per quanto gli piacesse solo stare così con Rose. Oh al diavolo, dopo una giornata così stressante aveva diritto ad avere una nottata di riposo. Solo questo chiedeva: una nottata in cui tutto svaniva, ogni pensiero, ogni problema, tutto; esistevano solo lui e Rose, il resto non contava. Così si rilassò del tutto e strinse a sé la sua umana, che nonostante fosse già in uno stato di sonno profondo, aveva un enorme sorriso stampato in faccia. Quando il Dottore si svegliò, notò la posizione a cui erano giunti durante tutta la nottata: il viso di lei era nascosto nell’incavo del collo di lui, la gamba di Rose circondava quelle del Dottore, mentre lui la cingeva da sotto con il braccio destro, mentre la sua mano sinistra era poggiata sulla coscia nuda di lei e la teneva stretta a sé. Il Dottore rifletté se levarla o meno, per poi iniziare ad accarezzarle la gamba, su e giù, allargando sempre di più la distanza, fino ad arrivare poco sotto il suo sedere. Pensò che essendo a conoscenza solo lui del suo gesto, niente era stato ammesso, e che quindi poteva farlo. Intanto, una Rose Tyler sveglia, con il cuore che le batteva a mille, faceva finta di dormire per godersi le coccole del suo Dottore, con la felicità che le spruzzava da tutti pori per via di questa intimità che Rose pensava non avrebbe mai avuto con lui. Si sentiva felice, si sentiva protetta, si sentiva amata.
  
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