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Autore: Mikhan    12/11/2013    0 recensioni
Il riflesso nello specchio non sembrava saper mentire a differenza della persona che era riflessa.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Probabilmente le persone che mi conoscevano non immaginavano nemmeno come io fossi realmente, il demone che sembrava vivere dentro di me, non ho mai detto a nessuno quello che sentivo davvero, non ho mai avuto nessuno su cui contare, a cui rivelare la mia malattia, probabilmente me ne andrò prima che qualcuno lo possa scoprire, possa scoprire chi sono e come sono.
Quella mattina inziò come ogni mattina, il riflesso nello specchio non sembrava saper mentire a differenza della persona che era riflessa, le occhiaie grazie al cielo non si vedevano, sul mio viso sembrava che non fosse mai comparso il dolore, sembravo perfettamente normale, lo ero sempre sembrata a tutti, tranne che a me stessa.
Arrivai a scuola, le cuffie nelle orecchie, il volume al massimo, All I wanted dei Paramore, l'acuto di quella donna incredibile, quella donna che mi aveva sempre ispirato forza, quella che io non sentivo di avere.
I miei compagni mi passarono davanti, accenai un saluto e un sorriso, aumentai il passo, entrai nella scuola, provai a raggiungere il bagno, le crisi aumentavano ogni giorno di più, non pensavo sarebbe successo a scuola, crollai a terra, l'unico pensiero che mi passò in testa e in quel momento fu che se ne sarebbero accorti tutti, tutti si sarebbero preoccupati, avrebbero finto che gli interesse, sapevo che non era vero.
Mi risvegliai in infermeria, non sentivo voci, stranemente, poi ad un certo punto una voce sorpresa esclamò: "Ti sei svegliata! Come ti senti?"
"Chi sei?"
"Zayn"
Giusto mi sembrava famigliare.
"Mi hai fatto spaventare, mi sei crollata davanti."
"Ah, scusa."
"Perchè ti scusi?"
Le sue parole mi lasciarono sorpresa, i miei mi avevano sempre fatto pesare i miei malori, tutte le volte che ero svenuta, che avevano dovuto spendere soldi per le terapie, quando avevano passato notti a tenermi i capelli.
"Non lo so" sorrisi
"Oh, hai sorriso"
"Le persone lo fanno"
"Tu, no, fingi di sorridere."
Come aveva fatto a capirlo.
"Che dici?!"
"Guarda che con me non si riesce a mentire" mi sorrise alzandosi dalla sedia e avvicinandosi alla brandina dove ero sdraiata.
"Se ti può rassicurare non lo dirò a nessuno, comunque come stai adesso?"
"Meglio" risposi.
"Ce la fai ad alzarti?" 
"Credo di si"
"Non credo sia il caso di fare lezione, ti va di saltare?"
"Si"
"Ti porto in un bel posto, è tranquillo"
"Ok"

***

Mi portò in un posto vicino alla scuola, dove sembrava che il resto del mondo non esistesse, sembrava un posto segreto, che solo lui conosceva.
"Non ho mai portato nessuno qui" disse confermando i miei sospetti.
"Ah, perchè ci hai portato proprio me?" chiesi sorpresa.
"Mi sembrava che avessi bisogno di un posto come questo."
Aveva ragione.
"Hai di nuovo quello sguardo"
"Quale?"
"Quello vuoto, come se tu non fossi qui."
"Hai ragione, si nota così tanto?"
"No, non credo se ne siano accorti in molte, neanche le tue amiche, quando sei con loro però non hai quello sguardo, in un certo senso sembri accenderti"
"Davvero?" 
"Si, ma dovresti dirglielo..."
"Dirgli cosa?"
"Che hai un tumore..." guardò in basso.
"Come lo sai?" dissi sorpresa.
"Lo so e basta"
"Non voglio dirglielo, si preoccuperebbero"
"Credi sia meglio affrontare tutto da sola?"
"Si"
"Puoi contare su di me, puoi chiamarmi quando vuoi, il mio numero lo hai..."
Fu l'ultima cosa che ci dicemmo quel giorno il resto del tempo lo passammo sdraiati per terra in quel posto a fissare il cielo che quel giorno lasciava spazio al sole.

***

Andare in quel posto era diventata un'abitudine, ci trovavamo lì, era il nostro posto, parlavamo o stavamo zitti per pomeriggi interi, ma in un certo senso mi sembrava che anche nei silenzi ci dicessimo tante cose, gli avevo raccontato tutto, di lì ad due mesi avrei iniziato la Kemio, sapeva che avevo paura, ma io sapevo che lui mi sarebbe stato accanto, alle mie amiche non avevo ancora detto niente, non ce la facevo, ma loro, mi avevano fatto capire che sapevano, lo avevano capito, ma non ce la facevano a parlarne.
Un giorno erano semplicemente arrivate, mi avevano guardata mi avevano preso la mano: "Noi ti staremo sempre vicine" avevano detto poi abbracciandomi, sapevo che era vero.
"A cosa pensi?" mi chiese Zayn.
"Che sono fortunata, in un certo qual senso" risi delle mie parole.
"In un certo qual senso" sorrise.
"Ti amo Zayn"
"Ti amo, anche io" disse avvicinadosi per baciarmi.
"Ho paura di perdere tutto questo"
"Vorrei dirti che io non ho paura" i suoi occhi erano lucidi, appogiai la testa sulla sua spalla.
"Io ci sarò sempre"
"Anche se non tu dovessi esserci più, in questo senso?" mi chiese.
"Si..."

***
Zayn's Pov

5 mesi dopo quel giorno lei ci lasciò...
L'unica cosa che mi rimase di lei fu il suo amore e una lettera che lo testimoniava e poi il niente, solo un vuoto enorme che non avrei colmato, mai, avrei provato a non farlo vedere agli altri, ma avrei sempre avuto quel buco, nell'anima, nessuno lo avrebbe visto, avevo imparato da lei a fingere, come avevo imparato da lei a vivere e a sentire tutto, anche il dolore pultroppo, l'amavo, il suo nome? Lucy...
  
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