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Autore: _onedirectionhugme_    12/11/2013    0 recensioni
Ero seduta su una panchina della mia città quandoun ragazzo biondo e dagli occhi azzuri si avvicinò a me dicendomi:”Ehi ciao!".
Bastarono quelle due parole per cambiarmi la vita.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel pomeriggio era stato diverso dagli altri, così speciale forse perché avevo conosciuto lui.
Ero ancora lì appoggiata alla porta a pensare e a sognare fin quando il campanello di casa suonò rumorosamente;erano arrivati i miei genitori dal lavoro.
Entrarono e come al solito mi fecero la fatidica domanda:” Che hai fatto oggi?”.
La mia testa pensava a tutto e sembrava che dicesse euforica: “Come cosa ho fatto oggi?. Ho conosciuto un ragazzo meraviglioso, mi ha aiutata molto e probabilmente mi sono innamorata di lui.”
Ma la mia bocca si limitò a dire loro annoiata come se non fosse successo niente:” Ah, niente di che, adesso inizio a studiare.”
Non volevo ancora raccontargli di Luke non so cosa ma qualcosa me lo impediva, era una sensazione che sentivo, quasi come se poi non lo accettassero.

Andai frettolosa in camera mia salutando velocemente i miei genitori e mi buttai sul letto a fantasticare per un attimo, sembravo una piccola bambina di sei anni che sognava il suo principe azzurro.
I miei sogni furono interrotti dalla visione del mio zaino in camera mia, tutti i libri gli uscivano fuori e questo mi ricordò che era ora di studiare.
Così presi i libri e studiai…
Beh, la giornata passò velocemente sempre con la stessa routine pomeridiana.

La mattina seguente mi svegliai sentendo una breve suoneria e vibrazione che proveniva dal mio telefono, mi era arrivato un messaggio, ma da chi poteva essere?
Non ebbi tempo di controllare il telefono che subito mia mamma mi disse di sbrigarmi per non fare tardi a scuola così scesi a fare colazione, mi lavai, mi vestii e mi sistemai.

Avevo l’ansia, si anche per un piccolo messaggio avevo l’ansia, poteva essere Luke, chi lo sa?
Ma perché la mia testa ormai pensava sempre a Luke?
Era un ragazzo che avevo appena conosciuto da un giorno eppure sentivo che me ne ero innamorata.
Sapete quando vi sentite strane, avete paura di guardarlo per non diventare tutte rosse o non perdervi nei suoi occhi e incantarvi come una scema e sentite quelle maledette farlalle che vi trapanano lo stomaco che fra poco vi faranno volare per quante sono e per quanto sono agitate?
Ecco, io mi sentivo così quando ero con lui.
E' strano, lo so, l'ho appena conosciuto e pure mi succedeva tutto questo.
Sarà per le sue parole, per il suo carattere, non so, ma quel ragazzo aveva qualcosa di speciale che gli altri non avevano.

Così prima che mia mamma potesse urlare per dirmi di sbrigarmi presi il telefono al volo e controllai il messaggio.
Era di un numero mai visto, non poteva essere quello di Luke, li avevamo appena scambiati ieri.
“Antooo!Sbrigati o farai tardi a scuola!” sentii urlare dall’altra stanza, ecco lo sapevo, tutte le mattine sento questa frase.
Distrattamente lasciai il telefono sul comodino e correndo con lo zaino sulle spalle andai verso la porta.
Salutai mia mamma e lei come sempre mi fece le solite raccomandazioni.
Mentre stavo camminando per andare a scuola notai che mi ero dimenticata il telefono a casa, ancora mi domandavo di chi poteva essere quel messaggio con scritto:”Buon giorno bellissima!”.
Il mio numero lo avevano poche persone non più di una decina e non era di nessuno che conoscessi quel numero altrimenti lo avrei memorizzato.

Entrai in quel cancello e mi sentii chiamare da dietro mi girai e non vidi nessuno ma quando stavo per camminare in avanti notai lui davanti a me.
“Piaciuto il messaggio di stamattina?!” mi disse con tono molto sfacciato.
Era lui ad avermi mandato il messaggio e chi se lo aspettava, non volevo più avere a che fare con lui, ormai il mio cuore apparteneva ad un altro e poi finalmente dopo tanto tempo io avevo capito che lui era solo un pallone gonfiato che si dava tante arie.
Ancora lo guardavo sorpresa e con aria interrogativa, perché mi aveva mandato quel messaggio?
“Ehi, ci sei?Ti sto parlando!” mi disse.
Io scossi la testa e gli dissi con aria stranita:” E tu come fai ad avere il mio numero?”
Lui quel ragazzo così vanitoso e menefreghista, mi avrebbe inviato un messaggio del genere? Se lo ha fatto ci sarà anche un motivo, non credo gli spunterebbe subito la dolcezza e i buoni modi all’improvviso.
Si fino a due giorni fa mi piaceva da morire ma da due giorni ad adesso avevo capito che non faceva proprio per me e che era soltanto un ragazzo senza valori che si divertiva a fare il bullo.
E’ cattivo dire questo a delle persone ma lui mi aveva fatto soffrire troppo sia ieri che gli altri giorni, da adesso avevo capito chi era veramente e lo odiavo, avevo deciso di non avere più nessun genere di rapporto con lui.
Mi prese dalla mano inaspettatamente,me la strinse fortemente e mi porto verso la classe sorridendomi e dicendomi:”Andiamo, su!”
Cercava di fare il ragazzo carino e gentile, poteva apparire così ma non ai miei occhi.

Lo frenai e gli dissi con scortese:”Ehi, Ehi, fermati!A che gioco stai giocando? Se vuoi giocare non lo farai di certo con me e i miei sentimenti!”
Lui si rivoltò davanti a me e mi disse guardandomi intensamente:” Io, non sto giocando. Tu sei mia ora!”
Rimasi bloccata a quelle parole, ero scioccata, il mio viso era così sorpreso che non cambiò espressione per molti secondo.

Noi camminavamo mano per mano, lui con la sua giacca di pelle e il suo aspetto da bullo mi teneva stretta quasi a farmi male ed io con la mia faccia ormai senza espressione, che fissavo il suolo con occhi assenti.

Mentre avanzavamo per la classe tutti ci guardavano subito, avevo tutti gli occhi puntati su di me e odiavo questo.
Poi mi resi conto della situazione,scossi la testa mentre schizzavo gli occhi e ritornai quella di prima, mi frenai con i piedi e gli dissi:” Adesso lasciami, io non sono né tua e né di nessuno. Cosa vuoi fare ora? No, a me non illudi col tuo dire e fare, io sono una ragazza intelligente non sono come tutte le ochette che ti vengono dietro e detto questo, lasciami la mano perché mi stai facendo male.”
Mi staccai da lui, scuotendo la mano per dividerla dalla sua, lui rimase immobile probabilmente nessuno mai aveva avuto il coraggio di dirgli questo e nemmeno io avrei pensato di poter dire cose del genere a lui.

Al suono della campanella entrammo tutti in classe, tutti mi guardavano come se fossi tipo un alieno, davvero avevo fatto così scandalo per un paio di parole dette ad un bulletto?
Forse l’amore mi aveva spinto a questo.
Beh, il mio pensiero era solo che Luke mi sarebbe venuto a prendere dopo la scuola.
Luke, Luke, Luke ormai erano diventati monotoni anche i miei pensieri, pensavo solo a lui.

Al suono dell’ultima campanella dopo il corso di sei lunghissime ore di scuola, era ora di tornare a casa.
Mi precipitai al cancello d’uscita avevo già visto Luke. Anche lui aveva visto me e mi salutò agitando la mano e sorridendomi per dire che mi apettava li.
Mentre correvo verso di lui per andarlo ad abbracciare qualcuno mi fermò aggrappandomi forte il polso girandomi a se e facendomi appoggiare sulle sue labbra.
Dopo questa sorta di bacio vidi un sorriso malizioso e dalla stretta forte della mia mano avevo riconosciuto subito chi fosse.
Ancora lui? Ma che voleva da me?
Perchè tutto ad un tratto a lui interessavo?

Luke alla vista di quel "bacio" cambiò completamente espressione: dal suo sorriso sgargiante era diventato serio, freddo e triste allo stesso tempo.
Con aria scocciata se ne stava quasi per andar via ma mi staccai in tempo dalla mano che mi stringeva con forza, non interessandomi di tutto quello che mi circondava e correndo velocemente gridando il suo nome cercai di impedirgli di andarsene.
“Luke, Luke, Luke!Fermati!Non è come pensi!” gli dissi urlando mentre correvo e mi facevo spazio tra la gente che mi fissava.
Lui si fermo mi guardò e mi disse con un sorriso falso accennato sul viso:”A quanto pare anche io sono quello che si illude troppo qui!”
Si girò e con la sua aria fredda se ne andò.
Non feci in tempo a fermarlo che tutte le persone che camminavano su quel marciapiede mi stravolsero comprendoni Luke e non facendomi più individuare più la sua posizione.

Si sentì un rumorosissimo e violento tuono e subito dopo il suo inquietante suono incominciò a piovere a dirotto.
Ero senza ombrello. La pioggia mi stava bagnando tutta.
Avevo i capelli e i vestiti tutti bagnati ma non me ne interessava molto ero troppo triste, così triste che non sentivo neanche il freddo sulla mia pelle.
La pioggia accompagnava le mie lacrime, sembrava che la pioggia scendeva proprio per non lasciarmi piangere da sola.
Vedevo tutta la gente correre sotto i suoi ombrelli per andare a casa propria ed io ero lì, sotto la pioggia senza nessuna preoccupazione per l'acqua che mi bagnava in continuazione.
Ero tra i miei pensieri, stavo ripensando alla faccia di Luke, quelle poche parole che mi disse fecero riflettere tutto il suo umore.
Si doveva sentire illuso, proprio come mi sentivo io ieri.
Avevo un senso di colpa allucinante, una tristezza che regnava nel mio cuore e la mia mente continuava a riflettere sulle mie azioni e su quello che era appena successo pochi minuti fa'.

Intanto pioveva, ero bagnata fradicia, con le lacrime agl'occhi e la testa rivolta verso bassa con i miei occhi distrutti, assenti e riflessivi.
Non potevo rimanere in quelle condizioni anche se adoravo la pioggia, dovevo rifuggiarmi in un posto finchè non smettesse di piovere per poi tornare a casa e poi i miei genitori non dovevano vedermi in queste condizioni.

Mi venne la brillante idea di andare a parco e rifuggiarmi sotto la mia panchina finchè non avrebbe smesso di piovere, tanto li, sotto quella grande quercia, non arrivavano molto le gocce della pioggia ma oltre a questo decisi di andare lì anche perché avevo bisogno di riflettere e starmene un po’ per conto mio. Ne avevo bisogno.

Entrai nel parco, l'erbetta e i piccoli giochi con le panchine erano tutti bagnati. Quel posto era desolato, non si vedeva una sola persona e tutto ciò con il cielo grigio che accompagnava la pioggia faceva sembrare questo luogo triste ma anche attraente perchè rispecchiva in pieno il mio stato d'animo.
Anche se  pioveva ancora molto forte feci un piccolo giro per esplorare la zona, anche se conoscevo a memoria quel posto con quest'aria sembrava tutt'altro di quel che vedevo tutti i giorni.
Camminando lentamente arrivai alla mia panchina ma...
  
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