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Autore: payneyes    12/11/2013    2 recensioni
Questa os parla di una bambina che è costretta anche nel suo giorno a scontrarsi con la violenta realtà.
Tratto dalla storia :" A risvegliarmi dai miei ogni ad occhi aperti fu un rumore, di preciso un *crush*."
Spero di avervi incuriositi, entrate a recensite grazieeeee :D
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Finalmente al sicuro 

Evelyn, una bambina snella, di statura normale, con i capelli biondo-cenere e gli occhi color nocciola, viveva nella paura, nell'ansia e nel dolore, ma quel giorno no. Quello era il suo giorno.

*dal punto di vista di Evelyn*

Aspettavo questo giorno da un po', finalmente era arrivata la mia comunione, sarei stata al centro dell'attenzione e se da un lato questo mi preoccupava a causa di una possibile brutta figura, dall'altro potevo definirmi felice di ciò, finalmente tutti si sarebbero interessati a me, sarebbero stati clementi nonostante i miei errori e sarebbero stati gentili con me. 
Gran parte della famiglia era riunita in salotto, tutti i parenti volevano contribuire a rendere questo giorno, molto importante per la mia famiglia e per me, perfetto, c'erano davvero tutti anche la nonna che in questo periodo non si sentiva molto bene. Ero quasi pronta, mi aspettavano in salotto, riuscì a finire di prepararmi prima, nei capelli avevo una coroncina di fiori bianchi e rosa,indossavo un vestitino bianco fino alle caviglie, con tanto tulle sotto la gonna e stretto all'altezza del torace da un nastro rosa, portavo anche delle calze bianche coperte sul piede da bellissime scarpette bianche mi diressi, quindi, verso i miei parenti che, venendomi incontro e stringendosi attorno a me, mi accolsero con numerosi complimenti, tranne lui, l'oggetto delle mie paure, delle mie ansie e di tutto ciò che mi angosciava, mio padre.
Lui era comodamente seduto sulla sua poltrona, era sua non solo perché l'aveva comprata lui, ma anche perché chiunque ci si fosse seduto sarebbe stato punito, e io , bhè, ne avevo già abbastanza di punizioni. 
Guardai le sue spaventose mani e i suoi terrificanti piedi che più volte mi avevano provocato dolori. Le une erano stese sui bracci poltrona, gli altri ben piantati atterra quindi mi avvicinai a lui lentamente e leggermente impaurita, girò la testa verso di me, mi guardò dall'alto al basso, mi guardò negli occhi e poi tornò nella sua posizione iniziale. Speravo che mi parlasse, o mi facesse un complimento, o mi abbracciasse, o  mi sorridesse, o mi facesse un cenno di assenso, o mi desse l'ok con il pollice, ma non fece altro che distruggere le mie speranze. 
Eravamo in anticipo di 30 minuti pertanto decidemmo di aspettare in salotto il momento giusto per andare in chiesa. Io ero vicino ad un tavolino e mi dondolavo facendo muovere il vestito. Quel movimento aveva cullato i miei pensieri e aveva condotta la mia fantasia in un altro mondo, un mondo fantastico in cui io ero con il mio vestito e correvo, correvo e correvo in mezzo ai fiori rincorrendo le farfalle con un sorriso smagliante stampato sul viso.
A risvegliarmi dai miei ogni ad occhi aperti fu un rumore, di preciso un *crush*. 
Mi fermai.
Mi guardai attorno.
Vidi un vaso vicino a me, caduto dal tavolino vicino a cui ero.
Era in mille pezzi.
Era colpa mia.
Il mio cuore si fermò automaticamente e boccheggiando mi girai verso mio padre che mi guardava con uno sguardo arrabbiato, vendicativo, pauroso, bruciante, feroce, fiammeggiante. Le sue mani erano chiuse in due grossi pugni che stringeva così tanto da avere le nocche bianche, la sua faccia era rossa come non mai e i suoi piedi iniziavano a muoversi nervosamente. Subito atterrita iniziai a correre con le lacrime agli occhi. Mi rifugiai nel mio piccolo nascondiglio che avevo scoperto mesi prima mentre giocavo a nascondino. Mi cercarono per mezz'ora, un ora, due ore, tre ore. Le urla iniziarono a diventare richiami, poi sbuffi e poi niente. 
A nessuno importava più dove fossi o come stessi, nessuno mi cercava più. 
Tutti mi avevano tradita. 
La cosa positiva? Ero riuscita a fuggire dalle grinfie di mio padre. Finché fossi rimasta lì non sarei stata picchiata come invece accadeva ogni giorno. 
Io ero la bambola di sfogo di mio padre.



*spazio autore*
La storia è alquanto triste. Spero di aver reso la mia idea al meglio e spero anche di avervi fatti emozionare. Detto questo non vi faccio perdere altro tempo. Ciao Ciao e recensite! :D <3

P,s.= la storia è totalmente inventata.

xoxo

 
  
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