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Autore: NevillePupp    12/11/2013    3 recensioni
"Credo che abbiate ragione, l’orgoglio oscura spesso le cose più facili da vedere, per quanto belle possano essere, come voi."
Questa è un OS improvvisata su Godric Grifondoro e Tosca Tassorosso, che io vedo molto bene insieme.
Premetto che scrivere con un linguaggio antico non è il mio forte, quindi perdonate eventuali errori.
Infine, ci tengo a specificare che è stata scritta per divertimento personale, senza troppo impegno.
Spero vi piaccia comunque!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Godric, Tosca, Tassorosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Come un bagliore argenteo nell’oscurità, la spada tempestata di rubini di sir Grifondoro saettava nell’aria, fendendo e squarciando i manichini di paglia, disposti a cerchio intorno a lui.
Poco più in là, sull’erba verde e curata del giardino, sedeva lady Tassorosso, intenta a osservare l’uomo a qualche metro da lei, reggendo un libro in grembo, che aveva appena smesso di leggere.
Sir Godric si voltò a guardarla, con il volto ricoperto di sudore, che scivolava lungo le sue guance ricoperte da una leggera barba, andando a finire sotto la stoffa della maglia d’allenamento, che lasciava trasparire la fisionomia del suo corpo allenato da tante battaglie. Si scostò i lunghi capelli rossi dalla fronte e le sorrise, come se vederla lì non fosse una novità.
<< Mi chiedo il perché voi siate così interessata ai miei allenamenti, lady Tassorosso. >>
La donna non si scompose, ma gli sorrise in modo benevolo e gentile.
<< Mi sembrava di avervi detto di chiamarmi Tosca, sir Godric >>, rispose, con un tono di chi lo aveva ripetuto ormai innumerevoli volte, << e vi ripeto che son qui perché interessata a voi. In tutta onestà, mi attraete, messere, tutto qui >>, concluse la donna, sorridendo e lisciandosi le pieghe della lunga veste gialla, con ricami neri.
L’uomo sorrise, più a se stesso che a lei, chiedendosi il motivo di tanto interesse. Lui era irrequieto, attivo, impulsivo; lei era gentile, paziente, ragionevole.
Le attenzioni di quella donna le apprezzava, come apprezzava i suoi tratti aggraziati, i suoi capelli biondi, i suoi occhi di un verde intenso…
Scosse la testa e rise sinceramente divertito, sapendo già che qualunque cosa avrebbe detto, sarebbe stata ribattuta a tono.
<< Determinata come sempre, lady Tosca, vero? >> le chiese, con un’espressione spavalda.
<< Certamente, come potete vedere. Vi amo, e so che anche voi mi amate. Siete solo più testardo di quanto mi aspettassi, ma la pazienza è una mia virtù, sapete? Vi aspetterò per tutto il tempo necessario, aspettando che il vostro orgoglio ceda il passo al buonsenso >>, rispose la donna, con tono semplice e pacato e una sincerità disarmante.
Sir Grifondoro fu decisamente spiazzato e colto alla sprovvista da quella risposta, al punto che le sue guance si accesero di un rosso più vivo, punto nell’orgoglio e colpito dalla verità di quelle parole.
Lady Tassorosso si alzò e gli voltò le spalle, sicura che le sue parole avrebbero sortito l’effetto desiderato, il quale non tardò ad arrivare.
Sentì la mano ruvida e umida dell’uomo afferrarle il polso, trattenendola. Lei non oppose resistenza e lasciò che l’uomo parlasse, lasciandogli stringere delicatamente il suo polso.
<< Perché siete così decisa a volermi? >>, mormorò con voce flebile e a testa bassa, << Sono troppo imprevedibile, lo sapete… >>.
Tosca Tassorosso si voltò verso di lui e rispose in modo serio e deciso.
<< È tutto qui? È solo questo che vi turba, sir Godric? Mi state sottovalutando. In fondo, io sono l’unica che può starvi accanto, nessun’altra potrebbe calmarvi. Non mi arrabbierei, sono paziente; non vi tradirei, sono leale; non sareste insoddisfatto, l’impegno fa parte di me; non mi tirerei indietro, sono decisa in ciò che voglio; e non vi lascerei, perché so ciò che provo per voi. Questo è quanto. >>
Quelle parole furono come rigeneranti come una sana dormita dopo una giornata faticosa. Sir Godric alzò la testa e la guardò negli occhi, puri e traboccanti della verità che lui non era riuscito a vedere fino a quel momento.
<< Credo che abbiate ragione, l’orgoglio oscura spesso le cose più facili da vedere, per quanto belle possano essere, come voi. >>
Lady Tosca rise e picchiò affettuosamente il libro sulla testa di Sir Grifondoro.
<< Il vostro lato cavalleresco è molto più affascinante del vostro orgoglio, sapete? Sapete come corteggiare una donna, ma io so come controllarvi, ricordatevelo. >>
Entrambi risero, felici di aver chiarito le incomprensioni che li dividevano.
<< Lo so, cercherò di ricordarlo. >> rispose l’uomo, tranquillamente.
<< Bene, sarà meglio che non mi facciate arrabbiare, allora. >>
Detto questo, Lady Tassorosso si protese verso la guancia di sir Godric e la baciò con le sue labbra rosse e delicate, per poi allontanarsi da lui, avviandosi a passi eleganti e aggraziati dentro il castello.
<< Credo abbiate bisogno di un bagno, ora >> gli disse in modo allegro, riferendosi alla maglia ricoperta di sudore per l’allenamento.
Sir Grifondoro si guardò e concordò mentalmente con la sua affermazione. Era davvero impresentabile, in quelle condizioni.
Rise, in maniera tale da liberare tutto ciò che lo preoccupava e lo separava dalla donna con cui avrebbe voluto passare il resto della sua vita. Riprese a colpire i manichini, facendo roteare la spada d’argento, guidato dall’euforia del momento, rinvigorito da quei nuovi e semplici sentimenti.
Non c’era davvero modo migliore di concludere una giornata come quella.
  
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