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Autore: Rin_Chan64    12/11/2013    1 recensioni
{[Chibi!Russia][OC non dettagliato]}
"-Sai…- gli disse il padre abbassando la testa. -Ti ho portato qui per dirti una cosa.
Il forte sole gli illuminava i capelli. A Ivan piacevano quei riflessi bianchicci. Sembravano dei raggi del sole scesi dal cielo rosa-azzurrino di quella mattina."
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Russia/Ivan Braginski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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ATTENZIONE:
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Himaruya Hidekazu; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Il personaggio citato come "Nuovo personaggio" non è un OC dettagliato, è solo per questa storia. Non chiedetemi, perciò, domande su di lui nelle recensioni; a meno che le ritenete molto importanti per capire il racconto. Russia vi dice di recensire.
Buona lettura!
 

Un incarico troppo grande.
 
-Papà, cosa sono quelli?
-Quelli? Quali?
-Quelli lì, davanti a noi.
-Oh, quelli… Quelli sono Girasoli.
-Che belli! Ne posso prendere uno?
-Certo. Prendine quanti ne vuoi.
Il piccolo Ivan saltellò vicino al mucchio di fiori, che in confronto a lui sembravano giganti, e staccò il più alto.
-Guardalo, ti piace? Puoi tenerlo!
-No… No, tienilo tu.
Suo padre sembrava molto serio. Il piccolo Ivan lo guardò preoccupato.
-Sai…- gli disse il padre abbassando la testa. -Ti ho portato qui per dirti una cosa.
Il forte sole gli illuminava i capelli. A Ivan piacevano quei riflessi bianchicci. Sembravano dei raggi del sole scesi dal cielo rosa-azzurrino di quella mattina.
Suo padre si voltò verso di lui e si inginocchiò mettendogli la mano sulla spalla. I loro nasi si trovavano l’uno di fronte all’altro. I loro grandi nasi. L’unica cosa che avevano in comune. Suo padre si comportava bene con Ivan, ma non era come dimostrava. Lui era un uomo che non perdeva l’onore, lui era un uomo crudele, un uomo che non esitava a cominciare battaglie. Invece Ivan era molto timido e dolce, e tutti lo prendevano in giro, ma suo padre lo difendeva.
I loro nasi erano uno di fronte all’altro. Ivan immaginava che si allungavano sempre di più, di più, fino a che non si toccavano e tutti e due si sarebbero messi a ridere.
Ma suo padre cominciò a parlare molto seriamente:-Sai… Io sono… Non… Non sono in forze.
Cosa significava?
-Non sono in forze in questo periodo, figliolo. Ho paura che…
La voce del possente uomo si spezzò improvvisamente. Si girò per nascondere una lacrima.
-Sai… Non so se riuscirò a mantenere… A riuscire a rappresentare… Ancora questo stato.
-Papà… Papà no!
Ivan cominciò a piangere.
-No, figliolo. Sii forte. Non potrai mai rappresentare uno stato se non impari a combattere e a sopportare anche…
-Papà…
-No. Insomma… Non resterò qui ancora a lungo. Sai cosa intendo.
Ivan abbassò la testa e si fece forza.
-Sì, lo so…
Ora i loro nasi non erano più l’uno di fronte all’altro. Il padre gli rialzò la testa.
-Dicevo… Non resisterò a lungo. Avrei potuto insegnarti. Ma… Ormai è troppo tardi. Devi prendere il mio posto, ora.
Ivan si guardò intorno. Non c’era nessun altro tranne i Girasoli e suo padre.
-…I…Io?
-Sì. Tu.
Ivan abbassò gli occhi verso terra.
-Perché proprio io?
-Guardami negli occhi. Proprio tu perché sei una persona speciale…
-Ma ci sono le mie sorelle…
-Non mi interrompere. Tu. Sei tu la persona speciale. Io credo in te.
-Sì. Certo papà. Lo farò. Ti sostituirò e manterrò l’onore del nostro stato. La…
-Russia, figliolo. La Russia.
-Sì. La Russia. Manterrò il suo onore. E manterrò l’onore del nostro cognome.
-Bravo. È così che ti voglio, figliolo. È così che ti voglio.
Suo padre se ne andò subito.
Il piccolo Russia glielo aveva promesso. Ma si ricordava a malapena il nome con cui adesso lo avrebbero chiamato tutti: Russia. Lo stesso nome che pochi secondi prima suo padre gli aveva lasciato.
Russia continuò a guardare il padre allontanarsi. I riflessi nei suoi capelli scomparivano, come il sole. Russia non avrebbe rivisto nessuno dei due.
Cominciò a piangere. Come se le sue lacrime si gelassero, cominciò a nevicare. Lui non aveva mai visto un fiocco si neve, ma di lì a poco si sarebbe abituato.
Russia guardò il suo Girasole e un fiocco di neve ci cadde sopra. Il Girasole si appassì piano piano.
Russia guardò avanti, nella nebbia. Suo padre era già andato via.
Russia ora era il suo nome. Un nome che gli avrebbe dato onore, un nome che gli avrebbe dato coraggio e voglia di continuare nella strada che suo padre gli aveva indicato all’ultimo momento.
Ma quello è diventato un nome che gli avrebbe solo dato difficoltà e insicurezza.
Cosa avrebbe dovuto fare?
  
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