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Autore: LyraB    12/11/2013    3 recensioni
- Ehi. -
Il suo cuore riconobbe quella voce molto prima della sua testa, perché iniziò a battere forte prima ancora che Rachel si voltasse per guardare chi l'avesse chiamata. La sua voce era poco più che un sussurro, mentre pronunciava il nome del ragazzo appoggiato al muro alle sue spalle.
- Finn. -
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn Hudson, Rachel Berry | Coppie: Finn/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tornare a casa





Rachel scivolò fuori dal suo camerino e chiuse la porta dietro di sé senza fare rumore, per non rompere il silenzio profondo del teatro: come sempre, era l'ultima ad andare via.
Tutti gli altri si affrettavano a tornare da mariti impazienti e figli piccoli, quando il sipario si chiudeva, ma
lei no: usciva in platea, si faceva raggiungere dai fan, scattava fotografie, stringeva mani e firmava tutti gli autografi, fino all'ultimo. Voleva godersi ogni singolo istante di quella popolarità tanto sognata e finalmente raggiunta, dopo tante fatiche e sacrifici. Uscì dalla porta di servizio sul retro e attraversò il vicolo buio rovistando nella borsa alla ricerca del telefonino per chiamare un taxi, maledicendo tra sè il disordine che non le permetteva di trovare niente.
- Ehi. -
Il suo cuore riconobbe quella voce molto prima della sua testa, perché iniziò a battere forte prima ancora che Rachel decidesse di voltarsi per guardare chi l'aveva chiamata. La sua voce era poco più che un sussurro, mentre pronunciava il nome del ragazzo appoggiato al muro alle sue spalle:
- Finn. -
Il giovane sorrise con immensa dolcezza.
- Come stai, Rachel? -
- Sto bene. Come sapevi che mi avresti trovato qui? -
- Ti conosco. - Rispose lui, con sincerità disarmante.
Rachel si costrinse a mettersi più dritta, ravviarsi i capelli e sorridere luminosa: Finn l'avrebbe dovuta vedere come la stella che era, non come una giovane donna incredibilmente emotiva.
- Sei venuto per vedere la prima? - Domandò.
- A dire la verità no, non lo sapevo neanche. Ma appena l'ho scoperto mi sono procurato un biglietto. Sei sempre stata la migliore cantante che io conoscessi… ma adesso sei indescrivibile. Non pensavo che saresti riuscita a migliorare ancora. -
Rachel abbassò gli occhi, facendo scivolare una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio. Il suo sorriso tradiva il piacere che provava nel ricevere quel complimento, ma non capiva perché si sentiva così imbarazzata: passava tutte le sue giornate tra persone che le ripetevano quanto fosse fantastica!
Fu Finn a rompere il silenzio che era sceso tra loro:
- Stavi andando a casa? -
- Stavo per chiamare un taxi. -
- Perché non facciamo due passi, invece? -
Si allontanò dal muro e si avvicinò a lei con un altro adorabile sorriso; il suo passo ciondolante era diventato una camminata decisa e un po' zoppicante e Rachel se ne accorse subito. Finn notò il suo sguardo interrogativo e rispose alla sua domanda prima ancora che la ragazza la pronunciasse ad alta voce.
- Una mina. Per fortuna me la sono cavata con poco. - Disse con un sorriso - Temo però che non diventerò un ballerino migliore di quanto lo fossi al liceo. -
Il suo tono scherzoso però non aveva fatto presa su Rachel, che lo fissava con i grandi occhi castani spalancati e in completo silenzio.
Lei, la più chiacchierina e loquace delle giovani star di Broadway, si ritrovava senza parole davanti all'amico del liceo.
Di certo il nodo allo stomaco che le si era formato nel momento in cui aveva sentito la sua voce nel vicolo aveva la sua parte di colpe, ma la verità era che Rachel detestava non avere la situazione sotto controllo: era facile sapere cosa dire e fare in un posto e in una circostanza che conosceva, davanti ad un obiettivo o sotto le luci della ribalta, tra folle adoranti, truccatori imbranati o giornalisti dalla critica facile… ma in quella strada secondaria di Broadway e davanti a una persona che non vedeva da quasi otto anni non aveva idea di come comportarsi.

Finn le porse il braccio senza dire niente e Rachel lo prese, stringendosi a lui.
I suoi tacchi facevano poco rumore, sull'asfalto umido dei marciapiedi di New York. I mucchi di neve raccolti agli angoli delle strade si stavano lentamente sciogliendo e allagavano le strade, creando pozze lucide che riflettevano le luci e i cartelloni pubblicitari con tanta vivacità che sembrava di camminare su un tappeto di frammenti di vetro colorato.
Era da molto che non si vedevano, ma sembrava non ci fossero poi tanti argomenti di cui parlare: la madre di Finn, i papà di Rachel. Kurt, Quinn, Mercedes e Puck. Discorsi privi di senso per Rachel, parole dette giusto per coprire il rumore dei locali notturni e del traffico... e per non sentire il battito del proprio cuore, che aumentava ogni volta che il braccio di Finn la stringeva a lui per evitarle gli schizzi di neve sciolta sollevati dalle macchine che sfrecciavano lungo la strada.

Ferma davanti al portone del grande condominio dove aveva comprato un appartamento, Rachel si sentì stringere il cuore come se fosse sul punto di dirgli di nuovo addio.
- Sono arrivata. - Disse, voltandosi verso Finn con un sorriso forzato.
Il giovane aveva le mani affondate nelle tasche e una espressione strana sul viso mentre guardava il cartellone pubblicitario di Funny Girl che giganteggiava sulla parete del palazzo vicino.
- Il sogno d'amore di Kurt che si corona, tu che reciti in Funny Girl, il nostro incontro… - Esordì Finn, con un tono leggero così simile a quello del ragazzo che era stato.
Rachel alzò gli occhi verso di lui, in un gesto così naturale e spontaneo che sentì il cuore mancare un battito.
Nonostante i tacchi, Finn era ancora più alto di lei e la guardava con quei i suoi incredibili occhi nocciola colmi dello stesso sguardo di sempre.
- Sembra proprio uno di quei film che danno su Fox a Natale, non trovi? - Continuò.
Per un attimo, Rachel si sentì di nuovo una ragazzina di diciotto anni, in piedi in una silenziosa via di New York davanti a un quarterback in giacca e cravatta che l'aveva appena portata a mangiare da Sardi.
- E in questo momento cosa succede, in quei film? - Domandò, in un sussurro così impercettibile da chiedersi se l'aveva effettivamente detto ad alta voce.
Finn le sfiorò il mento con una mano e si chinò verso di lei con lentezza, per darle il tempo di decidere cosa fare... e allontanarsi, se lo voleva.
Il cuore di Rachel batteva forte, più forte dell'accompagnamento musicale di uno qualunque dei suoi pezzi da musical, così forte che copriva tutti gli altri suoni attorno a lei. Si aggrappò alla giacca di Finn e si alzò in punta di piedi, colmando la distanza tra le loro labbra in un decimo di secondo.
E mentre le mani calde di Finn sulla schiena cancellavano il freddo di quella gelida sera di dicembre,
Rachel si rese conto, finalmente, di essere tornata a casa.
















Ho scritto questa storia molti mesi fa, quando Glee era appena a metà della terza stagione.
Non la seguivo perchè non avevo tempo, ma avevo ricevuto uno spoiler: Finn voleva arruolarsi nell'esercito.
Siccome sapevo che Rachel avrebbe seguito i suoi sogni a Broadway, ero certa che si sarebbero lasciati.
Ma ero altrettanto certa che l'amore tra loro non sarebbe mai finito.
E per questo ho scritto questa storia.

Poi è successo quello che è successo e non sono riuscita nemmeno a finire di vedere la terza stagione.
Di continuare, poi, non se ne parla. Non voglio sapere niente di quello che accade a loro o gli accadrà o che so io.
Glee, per me, è finito con la terza stagione. Punto e basta.

Quindi ecco qui. Una storia scritta senza base e senza futuro,
solo perchè io credo - e continuerò a credere per sempre - che non ci sarà mai nessuno come Finn e Rachel.

Oggi sono cinque anni che mi sono iscritta ad Efp.
Ci tenevo ad omaggiare questa ricorrenza con la mia coppia preferita.
Finchel forever.


Flora









   
 
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