Malfoy guardò il letto
affianco a lui e sospirò come se la sua condanna a morte fosse ormai certa.
C’erano diverse cose che
voleva cambiare di quella situazione e la prima giaceva tranquilla proprio in
quel letto a leggere; c’era da chiedersi come una ragazza potesse trascorrere
il tempo tra le pagine ingiallite di qualche vecchio tomo piuttosto che tra le
sue braccia, soprattutto in uno di quei pochi momenti che poteva davvero
dedicarle qualche attenzione da persona adulta.
La Granger, questo il nome
della sua nemesi, pareva non essere toccata da un problema tanto esistenziale e
stava scegliendo senza ombra di dubbio la compagnia di “Trasfigurazione dal
1300 al
La sbirciò oltre il bordo del
letto: le ginocchia erano ripiegate per sorreggere le dimensioni fuori scala
del libro, anche piuttosto pesante se si considerava la copertina rigida
avvolta in pelle rossa e fermata con chiusure d’ottone e pietre dure come era
usanza nel mondo magico; le braccia sorreggevano le due ali del tomo, aperto
nella pagina desiderata e la testa era china sullo scritto con i capelli che
scendevano morbidi sul davanti, coprendo l’orribile fantasia del pigiama con i
lucchetti, metafora azzeccata di quello che era a tutti gli effetti ovvero una
cintura di castità.
Seguì il profilo del corpo e
riconobbe alla mano destra l’anello che era stato dei Black e che ora indossava
lei, completamente diverso, l’unica cosa che gli aveva lasciato della precedente
esistenza era un amore strano per quell’oggetto.
Quando tornava bambino non
poteva portare l’anello, così lo appendeva ad una catenina e lo lasciava
nascosto nella camicia, a volte lo aveva fatto anche quando era a scuola,
soprattutto se il peso della famiglia, dei segreti e delle responsabilità dei
Black diventava insopportabile, ogni volta che lo vedeva poteva ricordare le
fiamme di Malfoy Manor e il momento in cui aveva
preso la dolorosa decisione di rinchiuderla nell’inferno.
Lui non era un Black e,
quindi, non doveva portare un simile oggetto, a ben rifletterci, era stato più
il tempo che quello era rimasto attaccato alla catenella che infilato al dito,
ciò fin da prima che arrivasse quel triste giorno. L’unico anello che aveva il
diritto di portare davvero era quello dei Malfoy perché, se c’era una cosa che
era davvero, beh, era un Malfoy.
E così, mentre lui partiva
per Saturno con questi bei pensieri allegri, la Granger neppure si sognava di
aiutarlo e magari distrarlo anche un po’.
Se poi avesse dovuto
continuare la lista delle cose da modificare, beh, la Chips
che passeggiava avanti e indietro per l’infermeria con barattoli colmi di occhi
contro il malocchio, code di lucertola e altri rettili sotto spirito aveva una
posizione piuttosto alta; l’arredamento stile ospedaliero era senza ombra di
dubbio al terzo posto della classifica.
E quella benedetta infermiera
la doveva smettere di far finta di controllare quella medicazione o quell’altro
contenitore solo per tenerlo d’occhio che non attentasse alla virtù della
mezzosangue.
Come l’aveva capito? Beh, gli
lanciava certe occhiate pregne di odio ogni volta che sfilava davanti al suo
letto!
D’accordo, se era la guerra
quello che quelle due donne tenaci volevano, l’avrebbero avuta!
Richiamò uno dei suoi tomi
preferiti di Pozioni, si slacciò la camicia del pigiama che la medimaga l’aveva costretto a indossare e, affondando sempre
più con la schiena nei cuscini, finse di interessarsi alla lettura.
Gli occhi dorati della
Caposcuola colsero un movimento e lo videro mentre si sistemava comodamente nel
letto a torso praticamente nudo e con un libro di Piton
tra le mani.
Sembrava uscito da qualche
giornalino sconcio per ragazzine, di quelli pieni di bei ragazzi in pose
provocanti che ammiccano al pubblico facendo lavori quotidiani o impegnati in
scene usuali, bisognava però ammettere che Malfoy avrebbe fatto un baffo a
tutti quanti i grandi palestrati delle copertine
intenti a cucinare uova al tegamino e ad arare l’orto.
Male, molto male, aveva
cercato di ritardare il più possibile il momento della verità mettendosi a
leggere per far passare il tempo nella speranza che lui si addormentasse, ma
era come credere al Coniglio Pasquale, bastardo com’era con ogni probabilità
Malfoy sarebbe rimasto lì ad aspettare finchè la Chips non avesse accusato gli effettivi colpi del sonno e
lei non fosse crollata addormentata per poi svegliarla in malo modo.
Non che in quel momento le sarebbe
dispiaciuto troppo essere svegliata dal certo qualcuno che leggeva Pozioni
accanto a lei, ma si sentiva terribilmente terrorizzata all’idea di doversi
spingere un po’ più in là di dove erano sempre arrivati.
Il perché, poi, era un assoluto
mistero visto che a Capodanno se non fosse stato lui a fermarsi, probabilmente
gli avrebbe permesso di continuare il lavoro appena iniziato.
Era stato così anche quella
volta, aveva avuto una paura maledetta, ma quando lui la guardava e la
accarezzava questa se ne volava dalla finestra, invece sarebbe dovuto essere
l’esatto contrario! Maledetti ormoni che le giocavano strani scherzi…
Sbatté un paio di volte gli
occhi e tornò alla lettura, dov’era rimasta? Di cosa stava leggendo?
Accidenti a Malferret, riusciva a svuotarle completamente la mente e
questo non andava per niente bene, non voleva essere sua succube come lo erano
state tutte le altre, lei era diversa, per se stessa e per lui, doveva
comportarsi in maniera diversa; anche se, a giudicare da come ghignava, in quel
momento lui avrebbe davvero voluto che facesse come tutte le altre, chiudesse a
chiave le porte e si lanciasse a braccia spalancate verso di lui… con ogni
probabilità non erano le braccia ad essere spalancate, ma si poteva sorvolare
sui sofismi dell’atto in sé.
* * *
Lanciando un’altra occhiata
ai suoi due pazienti che sembravano pronti per iniziare la guerra nucleare,
Madama Chips richiuse la porta dell’infermeria dietro
di sé prima di crollare addormentata in uno dei letti a furia di andare avanti
e indietro.
La Granger era una persona
assennata, dopotutto, non avrebbe permesso a qualche mascalzone di farle
qualcosa che non voleva, sapeva usare la bacchetta come nessuno e certo non
sarebbe stato Malfoy a impedirglielo.
Draco udì il suono della
serratura della porta principale che scattava, guardò attorno al buio dove
risaltavano solo le due grosse abat-jour sui loro comodini
-
Vogliamo finirla
con questa pagliacciata? – disse chinando il libro e guardandola con aria
sufficientemente eloquente
-
Non capisco di
cosa tu stia parlando – rispose lei, ma dovette alzare tutta la copertina per coprirsi
la faccia che aveva assunto un inusuale colorito rosso. Inusuale per modo di
dire perché, con Malfoy tra i piedi, lei quel colore lo prendeva fin troppo
spesso.
-
Se mi prendi in
giro guarda che non ne ho voglia e non credo che tu ti sia dimenticata di una
cosa del genere…
-
Io… continuo a
non capire – farfugliò lei incerta
Lo Slytherin
allungò una mano e tirò giù il libro
-
Granger… -
sospirò mesto - sono due ore che stai leggendo la stessa pagina… - le fese
notare indicando il numero apposto in alto
-
È… una formula
molto complessa… - si giustificò lei prendendo nota della sua totale
inesperienza in fatto di bugie
-
Sinceramente, non
credo…
Perché era arrossita?
Maledizione, doveva assolutamente smetterla!
-
Draco… - cominciò
– io… non credo di…
Le sopracciglia bionde si
sollevarono, pareva che il messaggio subliminale “mi ci sarei giocato le palle”
stese lampeggiando a caratteri cubitali dietro di lui, si sentì terribilmente
meschina a fargli una cosa del genere.
-
Di essere pronta
per…
-
Per cosa,
Granger? – s’informò, lei avvampò di nuovo, stupido!
-
Beh, lo sai… - se
glielo stava facendo apposta lo avrebbe schiantato, lei era lì che si deprimeva
per lui e quello cosa faceva di utile?
-
Non credo… che
cosa? – ok, Draco Malfoy aveva appena firmato la sua
condanna a morte: ad ucciderlo non sarebbero stati i mangiamorte
capeggiati dalla zia Bellatrix e neppure Harry Potter
in un eccesso di rabbia, bensì lei, Hermione Granger
-
Lo stai facendo
apposta, Malfoy? – indagò, lui ghignò come solo lui era capace
-
Ovvio
Si morse le labbra per non
alzarsi e tirargli uno schiaffo. Chiuse di scatto il libro e guardò negli occhi
il ragazzo
-
Ti ci potrei
spaccare la faccia, lo sai? – sottolineò agitando la pesante arma impropria
-
Come credi…
Ma facevano un corso
accelerato a tutti i Malfoy per risultare così odiosi e terribilmente
irritanti? Perché lei non aveva altra spiegazione…
-
Dai, vieni qui –
e le indicò le coperte con il palmo della mano
-
Cheeee? Ma ti ho detto che non me la sento! – lui sbuffò
-
Non ti farò
niente, promesso, ma tu vieni qua
C’era da fidarsi? Le promesse
delle serpe erano come quelle dei marinai, non venivano mai mantenute.
Amen, se fosse dovuto
accadere meglio lui che qualcun altro, almeno non le avrebbe fatto tanto
schifo…
Posò il libro sul letto,
scese e risalì in quello appena affianco. Sollevandola praticamente di peso, la
pose tra le sue gambe e, abbracciandola, la tirò indietro con lui
-
Che cosa stai
facendo?
-
Niente… - e non
mentiva, in effetti era immobile come una statua
Passò qualche attimo di
silenzio
-
Draco, che cosa
hai intenzione di fare? – Draco spostò la testa
-
Nulla
-
Ma scusa, non ti
annoi a stare qui così?
-
Se ti dà così
fastidio possiamo sempre impiegarci in qualcosa di più…gratificante?
-
Questo è
divertentissimo - si affrettò a dire lei. Lui rise
-
Dunque se io
facessi così – e spostò lentamente la mano accarezzandole la spina dorsale –
non sarebbe meglio?
-
Lo sai che
dovresti smetterla di prendermi in giro?
-
Non posso farne a
meno…
Ammise lui mentre con le
labbra socchiuse le percorreva appena il contorno dell’orecchio destro: era
lecito gemere?
I grandi interrogativi
esistenziali sulle possibili conseguenze di quanto stava per fare
attraversavano la sua mente con la potenza della piena del Fiume Giallo e
chiedevano a gran voce udienza ai suoi neuroni che, tuttavia, erano decisamente
troppo impegnati ad occuparsi del ragazzo che la stava abbracciando.
-
E’ come essere
dentro ad un libro – disse all’improvviso, lui si fermò e rimase ad ascoltarla
– la nostra storia segue proprio tutti i passaggi: la conoscenza, l’odio, la
condivisione, la similitudine, le esperienze in comune, la segretezza…
-
Veramente ci
mancano ancora il sesso e la tua verginità – puntualizzò lui facendola
arrossire, lei comunque non tacque
-
Non ti sembra
tutto così strano – Draco la guardò sorpreso e un poco preoccupato: non è che
la Chips gli aveva drogato la Granger per evitare
qualche follia? Nessuna ragazza poteva mettersi a parlare di cose del genere in
un momento del genere!
-
Granger – disse
con aria solenne – stai filosofeggiando un po’ troppo per trovarti tra le
braccia di un uomo, lo sai?
Hermione rise, un po’ più
rilassata e un po’ felice
-
Ma se sei solo un
ragazzo – protestò
Quando voltò la testa per
guardarlo, però, l’espressione maliziosa che colse sul viso della serpe non la
tranquillizzò molto di più: il ghigno made-in-malfoy
storpiava le belle labbra e gli occhi luccicavano di un brillio assai sospetto
-
Vuoi che ti
mostri che cosa sono davvero
Lei si affrettò a girarsi e a
guardare avanti nel vano tentativo di non pensare a… già, a cosa? Probabilmente
a quello che lui voleva davvero dire. Draco Malfoy non parlava per giri di
parole, se aveva qualcosa da comunicare lo faceva senza mezze misure.
-
Rilassati
Granger, non farò niente, dopotutto ho promesso, no?
-
Posso davvero
fidarmi delle tue promesse?
Il ghigno sadico che si
dipinse sul viso di lui la diceva lunga
-
Tu che dici? – un
sospiro mesto le uscì dalle labbra, di certo la risposta non poteva essere sì…
-
No
-
Beh, in quel
caso… - la mano s’insinuò sotto il pile della maglietta finchè
le dita di lui non girarono attorno al suo ombelico – non credo che potrei
peggiorare la già pessima opinione che hai di me…
Sentì un borbottio e poi
avvertì la stretta al polso della mano sottile di lei e la parola “fermo” venne
finalmente riconosciuta dal suo cervello prima in stand by.
Lei voltò il viso e lo guardò
negli occhi imbarazzata
-
Io… mi vergogno…
- disse appena spostando la mano lontano – io… sono grassa. Non voglio che tu
mi tocchi così.
D’accordo, le cose stavano
così: nonostante la Granger fosse senza dubbio la persona più preparata in
circolazione le mancavano addirittura le basi di una certa cosetta. E stava
usando stupide scuse per non fargli credere una cosa così assurda.
Ma c’era mai stato un cazzo di qualcuno che le avesse parlato di tutte quelle stronzate da bambini come le api, i fiori, le cicogne, i
cavoli o quant’altro?
Ma la Granger lo sapeva
davvero da dove era venuta fuori?
Che non gli dicessero che la
responsabilità di tutto questo toccava a lui perché non avrebbe retto, oh no!
-
Mezzosangue, tu
sai da dove nascono i bambini, vero? – indagò preoccupato
Lei annuì riluttante.
D’accordo, almeno quello…
-
Allora spiegami
dove sta il problema!
La vide arrossire al buio,
doveva esserci qualcosa, qualcosa d’altro
-
Ecco… io… non è
che non so… o che non sappia… sì, cioè, so come succedono queste cose, l’ho
letto in molti libri… però… non so cosa bisogna fare, cosa devo fare, cosa va
fatto…
Era dunque quello il
problema?
Beh, se non altro era un
passo avanti.
Maledette vergini, creavano
solo casini, avrebbe preferito mille volte che la mezzosangue fosse una
schifosissima puttana che era andata a letto con mezza scuola, almeno quei
problemi non sarebbero saltati fuori proprio con lui.
No, alt, un momento, puttana
un accidente, la Granger era solo sua, non avrebbe permesso che venisse
condivisa da altri.
Bah, si faceva troppi
pensieri in un momento in cui, in genere, i pensieri non dovrebbero esserci per
niente.
-
Tu e i tuoi libri
– mormorò mentre le sue teorie sulle brave ragazze vedevano la loro completa
conferma nelle parole della grifoncina. E quella
sarebbe stata l’ultima volta che sarebbe andato a letto con una vergine, si
appuntò mentalmente. Dopotutto, la Granger non poteva mica tornarlo, no? – ma
hai mai fatto qualcosa senza quelli?
Hermione annuì convinta
-
Non preoccuparti
Lei alzò le sopracciglia,
poco convinta e molto imbarazzata.
Cielo, ma stava davvero
implorando una ragazza di andare a letto con lui? Era davvero caduto così in
basso?
Suo padre avrebbe voluto
morire.
I genitori della Granger,
invece, con ogni probabilità avrebbero voluto ucciderlo.
Il che presupponeva comunque
il decesso di qualcuno.
Beh, come al solito vigeva la
regola che era meglio se i genitori della ragazza non fossero venuti a
conoscenza di tutta la faccenda, meglio che morisse suo padre, almeno lui
sarebbe potuto rimanere in vita a godersi i frutti del suo lavoro.
-
Sicuro? – gli
domandò all’improvviso la Gryffindor dopo aver
riflettuto sull’intera questione, lui si riprese e annuì
-
Cosa credi, lo so
sai che non hai mai combinato niente in vita tua, mica è una novità! – lei
parve offendersi
-
E comunque resto
grassa lo stesso – mugugnò contrariata voltandogli di nuovo le spalle
Povero Draco, costretto a
quei punti, non avrebbe immaginato di potersi mai trovare in una situazione del
genere…
-
Facciamo così,
spegniamo le luci, d’accordo?
La ragazza annuì, buon segno.
-
Però tu potrai
sentire quanto sono grassa anche al buio
Il Principe degli Slytherin si morse un labbro per non imprecare; ma il
cervello della mezzosangue andava mai a farsi una passeggiata?
Occorrevano misure drastiche
e anche molto.
La afferrò per un braccio, la
strattonò verso di lui, strinse le spalle minute e la baciò, se non altro
avrebbe dato un taglio a quella serie di ragionamenti insulsi, la mezzosangue
non era solo la Regina dei Gryffindor, era anche la
Regina delle Seghe Mentali!
-
Adesso ti spiegò
le uniche due cose da sapere in questo momento – le disse forte del fatto che
lei stava ancora cercando di non morire per mancanza d’aria – la prima è che
puoi fare tutto quello che vuoi: non sono solo io che faccio qualcosa né solo
te. Io non lo so che razza di idee bacate abbiano da voi al Grifondoro
sulla questione, ma cancellale tutte, d’accordo?
Annuì convinta, finalmente
una argomentazione costruttiva.
-
E la seconda
cosa? – finalmente poteva dirlo, quasi non ci credeva… magari stava sognando
-
Ci sono troppi
vestiti tra me e te – le fece notare puntando un dito al bottone che chiudeva
il pigiama fino all’ultima asola.
-
Però…
-
Smettila di
parlare. Adesso vediamo se c’è qualcosa che Draco Malfoy può permettersi di
insegnare alla so-tutto-io Hermione Granger.
Hermione rise e, per una
volta, non aggiunse altro.
Draco le sorrise e con un
gesto si voltò sul fianco e poi la spostò sotto di sé, c’era una cosa, un
punto, che aveva visto quando erano a Londra ed ora pensava che sarebbe morto
se non l’avesse baciato subito.
Slacciò i pomelli della blusa
e le scoprì una spalla mettendo in mostra l’attaccatura del seno, lì, in quel
lembo di pelle, posò un bacio e vi passò la lingua facendole il solletico.
Hermione gli chiuse le
braccia intorno al collo, quella era una buona cosa; aveva aspettato molto,
aveva deciso di assecondare lei, se avesse voluto, allora l’avrebbero fatto
sennò… l’avrebbe fatta dire comunque di sì, l’esperienza lo aiutava.
Si scostò un poco e la
guardò, sembrava una persona diversa… poi le indicò col dito un punto sul
petto, proprio sopra il cuore
-
Che stai facendo?
– s’informò preoccupata
-
Mi sembra ovvio –
rispose lui – ti sto insegnando
-
Ma ma… che dovrei fare?
-
Quello che ho
fatto io, no?
L’espressione costernata che
lesse sul viso di lei lo frenò un poco, non gli pareva di essere andato troppo
oltre, non ancora, almeno…
Sospirò, altro che lavoro da
fare… poi le prese la mano e se la posò sul petto
-
Cosa senti? – lei
parve riflettere su quella domanda
-
Il cuore che
batte, no?
Era una risposta che avrebbe
preferito non udire, anche se era stato proprio lui a chiedergliela
-
Hai paura? – gli
domandò, lui parve divertito
-
Direi che se
batte a quel modo è per un altro motivo…
-
Quale?
La mano di lui si spostò sul
torace di lei, accarezzandolo piano, andando poi a posarsi proprio dove si
poteva facilmente percepire il cuore di lei che batteva all’impazzata
-
Il tuo perché
batte a quel modo? – s’informò
-
Perché ho paura…
- Draco alzò gli occhi al cielo, ancora un po’ e si sarebbe dato alla resa
incondizionata. Ci mancava solo che una volta successo il fatto la Granger si
trasformasse in una ninfomane!
-
Bugiarda
Hermione rimase un po’
sbigottita di quella risposta. E lui come faceva a sapere che non gli aveva
detto la verità?
-
Guarda che non mi
scandalizzo mica… - sottolineò – ho comunque sentito di peggio…
-
Mh…
Quel suono cosa doveva
essere, come doveva interpretarlo? Bene, male, malissimo, ottimamente…
La mezzosangue se ne stava girata
con la faccia da un lato, tutta rossa e affaticata; se fossero stati in
un’altra occasione avrebbe avuto almeno una dozzina di battutine sarcastiche da
farle, ma… non era più così e quella situazione l’aveva cercata proprio lui
quindi aveva poco da lamentarsi, doveva prendersi moglie e suocera.
-
D’accordo, vorrà
dire che faremo un passo avanti, prendo il tuo brontolio per un sì…
E senza la minima esitazione
prese insieme l’elastico dei pantaloni e quello delle mutandine e cominciò a
tirare in giù.
Animata da nuova vita, Hermione
si ridestò dalla sua riflessione sulle parole della serpe e afferrò appena in
tempo gli indumenti che stavano scivolandole via
-
Che fai,
smettila! – quasi gridò all’indirizzo del biondo. Dire che era imbarazzata era
un eufemismo, un volgare eufemismo.
-
A Capodanno non
facevi tutte queste storie - borbottò lui poco prima di posare un altro bacio
sull’osso sporgente del bacino.
Hermione avvampò mentre lui
rimaneva così.
Pensò di spostarlo, ma come
le dita vennero in contatto coi capelli di lui, non riuscì a pensare davvero di
volerlo allontanare.
Era successo come la volta
prima, era bastato poco e tutti i suoi castelli di timori erano crollati con un
bacio.
D’accordo, aveva preso la sua
decisione.
-
Signor Malfoy! –
la voce squillante della Chips proveniente da oltre
l’uscio riportò i due alla realtà: quella non era certo la posizione migliore
dove farsi scoprire dall’infermiera, soprattutto se questa era estremamente
convinta che nulla sarebbe accaduto tra i suoi letti quella notte, soprattutto,
niente di così sordido.
Sollevando di scatto la testa
prima che la chiave girasse nella serratura della porta, Draco afferrò la
bacchetta posata sul comodino e fece scorrere la tenda bianca tutt’intorno al letto, cercando di coprire la figura sua e
quella della Gryffindor in abiti… decisamente poco
presenti.
Hermione avvertì il freddo
nel punto dove prima erano le labbra dello Slytherin e
udì poi i passi affrettati della medimaga per il corridoietto.
-
Che cosa vuole?
Ho sonno e sono le due del mattino – guaì la serpe sentendola avvicinarsi
-
Signor Malfoy,
dov’è
-
Che ne so, sarà
in bagno – bofonchiò nella miglior recitazione che gli fosse mai riuscita. La Chips borbottò qualcosa
-
E perché ha la
tenda tirata?
-
Perché quella
stupida Grifondoro si ostina a tenere l’abat-jour
accesa – rispose coerente beccandosi un’occhiata poco amichevole dalla “stupida
Grifondoro”.
-
Signor Malfoy –
continuò ancora la strega – non ho motivo di credere che
-
No e adesso mi
lasci dormire. Non ha nient’altro da fare? – e bofonchiò dell’altro sulle
stupide insegnanti che non lasciavano dormire i malati.
Di malumore quanto lui,
Madama Chips lasciò la stanza sbattendosi in malo
modo la porta alle spalle, piuttosto offesa dal comportamento maleducato
dell’erede dei Malfoy.
Tirando un sospiro di
sollievo, lui alzò la testa e scostò la tenda spegnendo in un colpo di
bacchetta la lampada da tavolo.
-
Torna nel tuo
letto, Granger
Hermione sgranò gli occhi, un
poco delusa da quelle parole e molto, molto sorpresa
-
Perché? – chiese
preoccupata
-
Se rimanessi
ancora qui conciata in quel modo non credo riuscirei a trattenermi come prima…
Non che prima si fosse trattenuto
poi molto, ma erano sottigliezze. E comunque lei doveva solo andarsene, almeno
non si sarebbe compiuto quello che prima voleva quasi evitare.
-
Ma… avevi detto…
-
Senti, tu non
vuoi ancora fare niente e io mi ero detto che non ti avrei forzato. Torna a
dormire prima che ti stenda qua sopra e continui il lavoro.
-
No. – secca e
perentoria. La risposta della Granger lo sbalordì quanto il primo fulmine del
temporale. Sollevò le sopracciglia e aspettò che lei parlasse non sapendo cosa
sperare
Senza dire niente lei slacciò
l’ultimo bottone della maglia del pigiama e rimase un attimo in piedi a
guardarlo.
-
Io… ho deciso –
mormorò sottovoce. Il tono non era incoraggiante, pareva che la stessero
portando al patibolo, ma in effetti doveva ammettere di non aver mai preso
seriamente in considerazione i sentimenti di una vergine, insomma, una vergine
è una vergine, per lei le cose sono diverse…
-
E sei io non
volessi collaborare? – probabilmente si sarebbe ammazzato per quello che aveva
appena detto… ma che razza di fesserie andava dicendo in un momento simile,
maledetto lui?!
-
Beh… allora… -
una pausa – resterò vergine tutta la vita.
La parola “vergine” che a Serpeverde circolava così tanto, che tutti dicevano e
ciascuno aborriva, aveva un sapore strano sulle labbra della mezzosangue.
Pareva che fosse stata fatta apposta per lei.
Avrebbe commesso una follia a
liberarla per sempre? A levarle la possibilità eterna di pronunciarla?
Di sicuro non avrebbe più
potuto prenderla in giro per quello visto che la responsabilità sarebbe stata
in parte sua.
Ma poi, in fondo, perché
doveva farsi tutti quei problemi?
Al diavolo tutto!
Al diavolo le Reliquie,
Silente, la McGranitt e anche la Chips!
Una bella carovana, in quel momento voleva solo rimanere con LEI.
Avrebbe aspettato, se necessario,
avrebbe fatto tutto quello che lei avrebbe voluto.
Se gli avesse chiesto di
diventare il suo elfo domestico, probabilmente non sarebbe riuscito a
rifiutare.
Tutto pur di rimanere con
lei, tutto perché lei non dovesse avere paura di lui e scappare di nuovo.
-
Vieni qui… - e
indicò il letto accanto a lui e, felice, lei si avvicinò. La abbracciò,
cullandola un poco come si fa con i bambini. – lo sai che non si torna
indietro? Guarda che la verginità non sono capace a ricucirtela
-
Lo so.
-
D’accordo.
-
Draco?
-
Sì?
-
Non mi lasciare,
non abbandonarmi, d’accordo?
Che qualcuno lo salvasse, che
gli dicessero che non era quello che aveva sentito!
Erano davvero così le cose?
Volevano davvero tutti e due rimanere insieme? Avevano tutti e due paura che
l’altro scappasse?
C’era della tristezza in
quelle riflessioni, eppure in quel momento era molto, molto felice.
-
D’accordo. Non
fare più la stupida, però, mi farai preoccupare…
-
Non avrei mai
detto che un giorno tanto paradossale sarebbe esistito, non lo credevo
possibile.
-
Evidentemente,
anche Hermione Granger può sbagliare. – lei rise
-
E se tornasse la Chips? Se domattina ci trovasse insieme?
-
Non tornerà
-
Come lo sai?
-
Ho messo indietro
il suo orologio di un paio d’ore… - confessò
-
Draco, non
avresti dovuto! – in realtà non sembrava molto pentito, no, per niente.
Attesero qualche minuto, lui
la baciò di nuovo.
C’era qualcosa di magico
nella Granger, c’era qualcosa di magico in quella strega.
Qualcosa di magico che
trascendeva la magia fatta di sortilegi e formule.
-
Forse non sei bella
e sei anche una rompiscatole di prima categoria – confessò lui – ma mi basta
che tu ci sia, nient’altro mi interessa.
-
Chiudi la luce e
tira la tenda – disse sorridente lei
-
Non credo che
questo sia qualcosa che tu debba insegnare a ME – frecciò lui agitando la
bacchetta e facendo scomparire la lampada.
-
Allora vediamo un
po’ che cosa c’è che TU dovresti insegnare a ME
-
Di questo se ne
parla
E la tenda bianca del letto
scivolò lungo la sbarra metallica, circondando il materasso e nascondendo i due
dall’altra parte.
-
E se sono timida
e mi vergogno è perché non so cosa fare… – si udì appena – non credere qualche
altra stupidaggine, Draco.
Spazio autrice:
ordunque, eccoci giunti ad un capitolo un po’
particolare.
Mi rendo conto che la
descrizione di ciò che accade non è né carne né pesce, né una bella scena
romantica come nelle Relazioni né una presentazione decisamente più spinta come
nella shot.
Forse descrivere scene
d’amore non è il mio forte o forse è solo che tramite questa scena non sono
riuscita a trasmettere a me stessa quello che volevo dirmi, boh.
Ad ogni modo mi sarebbe piaciuto rappresentare le insicurezze di una ragazza al
momento della sua prima esperienza, una tematica che nelle altre fic avevo deliberatamente saltato a piè pari; in
particolare, in questo caso, al di là che Malfoy possa essere un figo da paura, bisogna ammettere che una verginella come
Hermione avrebbe qualche bel dubbio, qualche insicurezza che le nasce,
fondamentalmente, da questo elenco di cose:
1)
è la sua prima
volta e quindi è normale perché le manca l’esperienza
2)
il soggetto con
cui dovrebbe condividere la sua prima volta è nientemeno che il Principe degli Slytherin che, invece, di esperienza nel settore ne ha fin
troppa il che, penso io, aumenta notevolmente il suo senso di inadeguatezza
3)
in questa
particolare fic
4)
la sua prima
volta, momento che ogni ragazza immagina a modo suo, dovrebbe essere in una
infermeria di Hogwarts con il terrore di Madama Chips che apre la porta e grida “Sacrilegio!” (ammetto che
la mia vena moooooolto sadica avrebbe voluto metterci
quella scena, ma poi ho avuto pietà dell’intimità di quei due).
5)
Direi che,
nonostante parli e parli troppo, Hermione non si sente davvero e veramente
pronta per fare un passo del genere, o almeno finchè
non lo capisce…
Insomma, dubito che tutto
questo sia stato trasmesso tra le mie parole, ma dopotutto, lo spazio autrice
serve a questo, no?
Io mi auguro comunque (sempre
troppo speranzosa) di esserci riuscita.
Precisazione:
viste le tematiche trattate in questo capitolo e l’attuale rating della fic, Arancione, quindi non vietato a minorenni, se ritenete
che la scena possa offendere il vostro senso del pudore riferitemelo che
provvederò a mettere un avviso ad inizio capitolo e a far diventare
PS: ho tagliato la soglia del
ventesimo capitolo, eh già… e dire che nel plot originario questo doveva essere
l’ultimo, vabbè, le cose sono andate diversamente, ma
il finale si avvicina ormai a grandi passi…
Adesso passo ai
ringraziamenti di tutti voi che seguite così fedelmente la mia storia, grazie
davvero dal cuore per il sostegno che date ad una autrice in erba =^_^=
Luana1985:
penso che geniale sia un po’ eccessivo e sminuisca i veri scrittori che
impiegano ricerche e studi approfonditi per le loro storie. Però sono molto
felice di essere in grado di tenere col fiato sospeso i lettori, in effetti
quando ho scritto la storia dei tre gemelli mi sono detta: “non sarà un po’
eccessivo?” ma intanto, anche in libri famosi e di successo, fanno accadere
cose decisamente meno probabili, quindi mi sono decisa.
Io mi auguro che ti sia
piaciuto anche questo stravagante e forse un po’ malriuscito capitolo, aspetto
quindi i tuoi commenti, ciao! Nyssa
Gloria85: le
cose tra Draco ed Herm prendono qualche svolta in
questo capitolo (chiamiamola svolta, va’). Per quanto riguarda la storia, dal
prossimo post cominceranno le avventure vere e proprie, ovvero i casini di ogni
santa favola.
Tutto semplice? Beh… no, non
lo è proprio e ci sono ancora un paio di questioni che vorrei chiarire prima di
mettere la parola fine.
Spero comunque che ti piaccia
anche questo capitolo, un bacio, Nyssa
Vavva:
mentre scrivevo il cappy precedente pensavo se non
sarebbe stato più saggio dividerlo, ma poi ho pensato che, se l’avessi fatto,
metà dei collegamenti sarebbero andati perduti da un aggiornamento all’altro e
così alla fine ho fatto qualche taglio e li ho uniti, anche perché la storia di
Silente, bene o male, era già stata ampiamente discussa qualche post
precedente.
Per quanto riguarda il
preside, io penso che sia davvero troppo troppo
saggio per non aver toccato con mano la sofferenza umana, dopotutto credo sia
un ottimo modo per comprenderla davvero e fino in fondo, per questo comprese
così bene la situazione di Orion come quella si Sirius, Honor, Nicholaa, Harry e anche Tom Riddle.
Se d/h fanno morire te che
leggi, immaginati io che scrivo, sto sempre a fissare il vuoto immaginandomi
scenette romantiche poco probabili, ma il fatto è che li adoro veramente veramente tantissimo ^^
Per la lunghezza non posso
dare un dato definitivo perché sto ancora scrivendo, ma mi auguro di non
superare i 25 capitoli, anche perché sarebbe il caso che cominciassi seriamente
a studiare per l’esame ehehe
Mi auguro che ti piaccia
anche questo cappy strampalato, ciao e un grande kiss! Nyssa
Sly_Monica:
innanzi tutto benvenuta! Secondo punto: ottimo nick,
sono una Monica anche io e quindi molto orgogliosa di trovare qualcuno con quel
nome tra i miei lettori, insomma, il solito spirito campanilistico spostato al
nome che mi coglie in maniera inspiegabile… (sorvoliamo che non è il caso).
Io non credo di avere una
fantasia così sfrenata, penso che la storia che davvero mi aiuta sia l’intrico
di parentele stravaganti che mi piace creare, gli alberi genealogici sono la
mia passione e quando si mescola un po’ di sangue è facile costruirci una bella
vicenda sopra ^^
Concordo con te, Draco ed Herm sono una coppia super fantastica e, secondo me,
Happy ending o non happy ending? Bel
problema… sono la prima ad amare i lieti fine ma chiaramente deve adattarsi
alla vicenda, quindi non so se posso spoilerare sulla
cosa anche perché sarebbe legato ad un sviluppo che si deve ancora vedere, ehehe
Nel frattempo spero che ti
piaccia anche il ventesimo capitolo, ciao e un bacione!
Nyssa
Giuliabaron:
meno male che non annoia, quando comincio a descrivere parentele e simili mi
diverto moltissimo (io), ma rischio sempre di far diventare il tutto una
minestra melensa e noiosissima, quindi sono felice che non sia così, anche
perché le parentele sono al centro della storia, quindi se sono noiose tutta la
vicenda lo è.
Mi auguro che ti piaccia
anche questo cappy quindi aspetto un tuo commento,
ciao! Nyssa
Shavanna:
su su, non era niente di così TERRIBILE… solo la
rivelazione shock di una famiglia disperata con storia drammatica alle spalle e
presente da suicidio immediato, il solito insomma. A parte gli scherzi,
immagino che seguire una storia come questa debba essere un vero calvario.
Visto quello che mi hai
scritto l’altra volta probabilmente darai della malata mentale ad Herm per farsi tutte quelle piste mentre succede “il fatto”
(non quello di Enzo Biagi), ma alla fine finisco
sempre per giustificare i miei poveri personaggi perseguitati da un’autrice
crudele… probabilmente li compatisci anche tu, ammettilo XP
Se però il bacio era un passo
avanti, in questo momento ci siamo dotati letteralmente degli stivali delle
sette leghe! Ottimo, vuol dire che non ho messo in stallo la vicenda, bene!
Ad ogni modo spero che ti
piaccia il mio nuovo cappy, me lo auguro davvero e
sono curiosissima di conoscere i tuoi commenti al proposito! Quindi aspetto la
tua recensione, ciao e un bacio! Nyssa
Lord Martiya: confesso che all’inizio di ogni storia mi dico sempre
“no, questa volta devo cambiare famiglia, non possono essere sempre i Black…”
ma poi finisce che li uso e strauso sempre, sarà che mi piacciono, sarà chissà
che ma è successo di nuovo.
Considero una piccola
conquista quindi, essere riuscita a sorprenderti e ti ringrazio tantissimo per
il sostegno e l’aiuto che mi hai dato mentre sto buttando giù la bozza della
prossima storia che, tuttavia, non so se vedrà davvero la pubblicazione prima
dell’estate (causa ovvi motivi).
Nonostante sia un capitolo un
po’ sdolcinato spero che ti piaccia ugualmente, ciao e a presto! Nyssa
Semplicementeme:
anche a me a volte capita di leggere un cappy e di
recensirlo dopo, solo che sono fondamentalmente un po’ svampita e nella maggior
parte dei casi mi dimentico anche di lasciare commenti, quindi sono
un’autrice/lettrice degenere e ti ammiro molto perché te, invece, hai trovato
la memoria e il tempo di lasciarmi una recensione così bella, grazie mille!
Mi hai fatto prendere un
mezzo accidente quando ho letto che sei rimasta delusa, se non vuoi ammazzare
l’autrice prima della fine della pubblicazione ti prego di non attentare più
così brutalmente alla mia vita ç_ç
A parte gli scherzi, sono
davvero molto felice e lusingata che ti sia piaciuto. Devo dire che sei molto
acuta ad intuire chi era davvero Devlin, sarà che
invece io sono una lettrice che si sbalordisce di tutto… Dev
è un personaggio a cui sono affezionata perché è ispirato ad un bambino molto
speciale per me, quindi mi fa piacere che riscuota il suo modesto successo.
Faccio solo una piccola
precisazione: quando Albus va nel futuro consegna la
cesta al vecchio Silente ma non incontra Minerva infatti lui non saprà mai se
lei, terminati gli studi, andrà a insegnare a Hogwarts
oppure no, capirà solo dopo. Il vecchio Albus, però,
sa quello che succederà di lì a poco e lo guarda con rassegnazione. So che è un
po’ un pasticcio, il fatto è che non so bene come rendere uno che guarda se
stesso da giovane sapendo ciò che accadrà ma impossibilitato a cambiare il
tutto.
Figurati, è sempre bello
rispondere ai miei lettori anche perché la cosa mi riempie di orgoglio. In
effetti è un impiego che occupa il suo tempo e mi riduco sempre
all’ultimissimo, ma fa piacere sentire cosa le persone hanno da dire e a volte
ho anche preso qualche spunto interessante.
Tempo scaduto anche per me,
ciao! un bacio, Nyssa
Potterina_88_:
non prendertela con te stessa, quelli che parlano da soli sono doppiamente
intelligenti perché sostengono una doppia conversazione, no? (volgare scusa con
cui l’autrice giustifica il suo costante parlare da sola).
Concordo con te, la verità
viene a galla, lentamente e a modo suo, ma si scopre sempre qualcosa. È
spuntato il passato di Silente, il suo viaggio nel tempo, la storia dei Malfoy,
adesso anche quella dei black, insomma, manca solo quella della pozione che ha
reso piccoli i protagonisti e arriverà presto.
Per quanto riguarda
1)
Orion ha tre gemelli dalla ragazza di cui è innamorato
2)
Georgiana e Honor vengono portate tra i babbani
e cresciute lì come sorelle ma credendo di non esserlo
3)
Sirius entra nei black
4)
A unidici anni si conoscono
5)
A quindici Orion riconosce Honor e cerca di
parlarle ma questa scappa
6)
Incontra Nicholaa/Georgiana e riconosce anche lei
7)
A casa dice a Regulus di aver trovato una delle due gemelle perdute
(riferendosi a Nicholaa) e delle sue intenzioni di
ufficializzare la cosa
8)
Regulus parla con Bella che crede si tratti di Honor (perché somiglia a Sirius)
9)
Bella uccide Honor
10) Quello stesso giorno Orion
la dichiara ufficialmente sua figlia (lo fa per prima visto che è la maggiore
delle due)
11) Spaventato da quello che è successo, decide di non
riconoscere l’altra per paura che le capiti la stessa sorte
Questo è quanto, spero di
essere stata esauriente, effettivamente sarebbe più efficace un diagramma di
flusso, ma penso che verrebbe un po’ troppo complesso.
Immagino che tu abbia
confusione, ma stai tranquilla che presto sparirà quando tutti i tasselli
prenderanno il loro posto in questo gigantesco puzzle.
Spero che ti piaccia anche
questo capitolo, ciao e un bacio! Nyssa
PS. Aspetto con ansia la tua
recensione, kiss!