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Autore: Nyssa    25/04/2008    8 recensioni
L'amore non è solo come una rosa che sboccia o una pesca delicata, l'amore è anche una mela selvatica dal sapore un po' asprigno che nasce al freddo e tra le spine.
L'amore è fatto di tante cose, anche di imprevisti, esattamente come quello che colpisce Draco Malfoy ed Hermione Granger durante una delle loro solite litigate, ma che cosa gli è capitato veramente? E quali sono i tanti misteri della Londra babbana (ma non troppo) che Hermione è più che mai decisa a scoprire? E quali sono gli altrettanto sconosciuti motivi che spingono (o costringono?) Draco Malfoy a seguirla?
Prima classificata al Never Ending Story Awards - Terzo Turno secondo la scelta del pubblico.
Vincitrice nelle categorie: Best Saga, Best Romance, Best Plot e Best Couple (Draco/Hermione)
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Malfoy guardò il letto affianco a lui e sospirò come se la sua condanna a morte fosse ormai certa

Malfoy guardò il letto affianco a lui e sospirò come se la sua condanna a morte fosse ormai certa.

C’erano diverse cose che voleva cambiare di quella situazione e la prima giaceva tranquilla proprio in quel letto a leggere; c’era da chiedersi come una ragazza potesse trascorrere il tempo tra le pagine ingiallite di qualche vecchio tomo piuttosto che tra le sue braccia, soprattutto in uno di quei pochi momenti che poteva davvero dedicarle qualche attenzione da persona adulta.

La Granger, questo il nome della sua nemesi, pareva non essere toccata da un problema tanto esistenziale e stava scegliendo senza ombra di dubbio la compagnia di “Trasfigurazione dal 1300 al 1467” piuttosto che la sua… beh, doveva trattarsi senz’altro di un volume molto affascinante se poteva rapirla fino a farle dimenticare che Draco Malfoy versione diciottenne le dormiva praticamente accanto e lei, lo sapeva, non era una che scordava qualcosa del genere così facilmente, fosse solo per fargli una bella paternale sullo “starle lontano”.

La sbirciò oltre il bordo del letto: le ginocchia erano ripiegate per sorreggere le dimensioni fuori scala del libro, anche piuttosto pesante se si considerava la copertina rigida avvolta in pelle rossa e fermata con chiusure d’ottone e pietre dure come era usanza nel mondo magico; le braccia sorreggevano le due ali del tomo, aperto nella pagina desiderata e la testa era china sullo scritto con i capelli che scendevano morbidi sul davanti, coprendo l’orribile fantasia del pigiama con i lucchetti, metafora azzeccata di quello che era a tutti gli effetti ovvero una cintura di castità.

Seguì il profilo del corpo e riconobbe alla mano destra l’anello che era stato dei Black e che ora indossava lei, completamente diverso, l’unica cosa che gli aveva lasciato della precedente esistenza era un amore strano per quell’oggetto.

Quando tornava bambino non poteva portare l’anello, così lo appendeva ad una catenina e lo lasciava nascosto nella camicia, a volte lo aveva fatto anche quando era a scuola, soprattutto se il peso della famiglia, dei segreti e delle responsabilità dei Black diventava insopportabile, ogni volta che lo vedeva poteva ricordare le fiamme di Malfoy Manor e il momento in cui aveva preso la dolorosa decisione di rinchiuderla nell’inferno.

Lui non era un Black e, quindi, non doveva portare un simile oggetto, a ben rifletterci, era stato più il tempo che quello era rimasto attaccato alla catenella che infilato al dito, ciò fin da prima che arrivasse quel triste giorno. L’unico anello che aveva il diritto di portare davvero era quello dei Malfoy perché, se c’era una cosa che era davvero, beh, era un Malfoy.

E così, mentre lui partiva per Saturno con questi bei pensieri allegri, la Granger neppure si sognava di aiutarlo e magari distrarlo anche un po’.

 

Se poi avesse dovuto continuare la lista delle cose da modificare, beh, la Chips che passeggiava avanti e indietro per l’infermeria con barattoli colmi di occhi contro il malocchio, code di lucertola e altri rettili sotto spirito aveva una posizione piuttosto alta; l’arredamento stile ospedaliero era senza ombra di dubbio al terzo posto della classifica.

E quella benedetta infermiera la doveva smettere di far finta di controllare quella medicazione o quell’altro contenitore solo per tenerlo d’occhio che non attentasse alla virtù della mezzosangue.

Come l’aveva capito? Beh, gli lanciava certe occhiate pregne di odio ogni volta che sfilava davanti al suo letto!

D’accordo, se era la guerra quello che quelle due donne tenaci volevano, l’avrebbero avuta!

 

Richiamò uno dei suoi tomi preferiti di Pozioni, si slacciò la camicia del pigiama che la medimaga l’aveva costretto a indossare e, affondando sempre più con la schiena nei cuscini, finse di interessarsi alla lettura.

 

Gli occhi dorati della Caposcuola colsero un movimento e lo videro mentre si sistemava comodamente nel letto a torso praticamente nudo e con un libro di Piton tra le mani.

Sembrava uscito da qualche giornalino sconcio per ragazzine, di quelli pieni di bei ragazzi in pose provocanti che ammiccano al pubblico facendo lavori quotidiani o impegnati in scene usuali, bisognava però ammettere che Malfoy avrebbe fatto un baffo a tutti quanti i grandi palestrati delle copertine intenti a cucinare uova al tegamino e ad arare l’orto.

Male, molto male, aveva cercato di ritardare il più possibile il momento della verità mettendosi a leggere per far passare il tempo nella speranza che lui si addormentasse, ma era come credere al Coniglio Pasquale, bastardo com’era con ogni probabilità Malfoy sarebbe rimasto lì ad aspettare finchè la Chips non avesse accusato gli effettivi colpi del sonno e lei non fosse crollata addormentata per poi svegliarla in malo modo.

Non che in quel momento le sarebbe dispiaciuto troppo essere svegliata dal certo qualcuno che leggeva Pozioni accanto a lei, ma si sentiva terribilmente terrorizzata all’idea di doversi spingere un po’ più in là di dove erano sempre arrivati.

Il perché, poi, era un assoluto mistero visto che a Capodanno se non fosse stato lui a fermarsi, probabilmente gli avrebbe permesso di continuare il lavoro appena iniziato.

Era stato così anche quella volta, aveva avuto una paura maledetta, ma quando lui la guardava e la accarezzava questa se ne volava dalla finestra, invece sarebbe dovuto essere l’esatto contrario! Maledetti ormoni che le giocavano strani scherzi…

Sbatté un paio di volte gli occhi e tornò alla lettura, dov’era rimasta? Di cosa stava leggendo?

Accidenti a Malferret, riusciva a svuotarle completamente la mente e questo non andava per niente bene, non voleva essere sua succube come lo erano state tutte le altre, lei era diversa, per se stessa e per lui, doveva comportarsi in maniera diversa; anche se, a giudicare da come ghignava, in quel momento lui avrebbe davvero voluto che facesse come tutte le altre, chiudesse a chiave le porte e si lanciasse a braccia spalancate verso di lui… con ogni probabilità non erano le braccia ad essere spalancate, ma si poteva sorvolare sui sofismi dell’atto in sé.

 

*          *          *

 

Lanciando un’altra occhiata ai suoi due pazienti che sembravano pronti per iniziare la guerra nucleare, Madama Chips richiuse la porta dell’infermeria dietro di sé prima di crollare addormentata in uno dei letti a furia di andare avanti e indietro.

La Granger era una persona assennata, dopotutto, non avrebbe permesso a qualche mascalzone di farle qualcosa che non voleva, sapeva usare la bacchetta come nessuno e certo non sarebbe stato Malfoy a impedirglielo.

 

Draco udì il suono della serratura della porta principale che scattava, guardò attorno al buio dove risaltavano solo le due grosse abat-jour sui loro comodini

-          Vogliamo finirla con questa pagliacciata? – disse chinando il libro e guardandola con aria sufficientemente eloquente

-          Non capisco di cosa tu stia parlando – rispose lei, ma dovette alzare tutta la copertina per coprirsi la faccia che aveva assunto un inusuale colorito rosso. Inusuale per modo di dire perché, con Malfoy tra i piedi, lei quel colore lo prendeva fin troppo spesso.

-          Se mi prendi in giro guarda che non ne ho voglia e non credo che tu ti sia dimenticata di una cosa del genere…

-          Io… continuo a non capire – farfugliò lei incerta

Lo Slytherin allungò una mano e tirò giù il libro

-          Granger… - sospirò mesto - sono due ore che stai leggendo la stessa pagina… - le fese notare indicando il numero apposto in alto

-          È… una formula molto complessa… - si giustificò lei prendendo nota della sua totale inesperienza in fatto di bugie

-          Sinceramente, non credo…

Perché era arrossita? Maledizione, doveva assolutamente smetterla!

-          Draco… - cominciò – io… non credo di…

Le sopracciglia bionde si sollevarono, pareva che il messaggio subliminale “mi ci sarei giocato le palle” stese lampeggiando a caratteri cubitali dietro di lui, si sentì terribilmente meschina a fargli una cosa del genere.

-          Di essere pronta per…

-          Per cosa, Granger? – s’informò, lei avvampò di nuovo, stupido!

-          Beh, lo sai… - se glielo stava facendo apposta lo avrebbe schiantato, lei era lì che si deprimeva per lui e quello cosa faceva di utile?

-          Non credo… che cosa? – ok, Draco Malfoy aveva appena firmato la sua condanna a morte: ad ucciderlo non sarebbero stati i mangiamorte capeggiati dalla zia Bellatrix e neppure Harry Potter in un eccesso di rabbia, bensì lei, Hermione Granger

-          Lo stai facendo apposta, Malfoy? – indagò, lui ghignò come solo lui era capace

-          Ovvio

Si morse le labbra per non alzarsi e tirargli uno schiaffo. Chiuse di scatto il libro e guardò negli occhi il ragazzo

-          Ti ci potrei spaccare la faccia, lo sai? – sottolineò agitando la pesante arma impropria

-          Come credi…

Ma facevano un corso accelerato a tutti i Malfoy per risultare così odiosi e terribilmente irritanti? Perché lei non aveva altra spiegazione…

-          Dai, vieni qui – e le indicò le coperte con il palmo della mano

-          Cheeee? Ma ti ho detto che non me la sento! – lui sbuffò

-          Non ti farò niente, promesso, ma tu vieni qua

C’era da fidarsi? Le promesse delle serpe erano come quelle dei marinai, non venivano mai mantenute.

Amen, se fosse dovuto accadere meglio lui che qualcun altro, almeno non le avrebbe fatto tanto schifo…

Posò il libro sul letto, scese e risalì in quello appena affianco. Sollevandola praticamente di peso, la pose tra le sue gambe e, abbracciandola, la tirò indietro con lui

-          Che cosa stai facendo?

-          Niente… - e non mentiva, in effetti era immobile come una statua

Passò qualche attimo di silenzio

-          Draco, che cosa hai intenzione di fare? – Draco spostò la testa

-          Nulla

-          Ma scusa, non ti annoi a stare qui così?

-          Se ti dà così fastidio possiamo sempre impiegarci in qualcosa di più…gratificante?

-          Questo è divertentissimo - si affrettò a dire lei. Lui rise

-          Dunque se io facessi così – e spostò lentamente la mano accarezzandole la spina dorsale – non sarebbe meglio?

-          Lo sai che dovresti smetterla di prendermi in giro?

-          Non posso farne a meno…

Ammise lui mentre con le labbra socchiuse le percorreva appena il contorno dell’orecchio destro: era lecito gemere?

I grandi interrogativi esistenziali sulle possibili conseguenze di quanto stava per fare attraversavano la sua mente con la potenza della piena del Fiume Giallo e chiedevano a gran voce udienza ai suoi neuroni che, tuttavia, erano decisamente troppo impegnati ad occuparsi del ragazzo che la stava abbracciando.

-          E’ come essere dentro ad un libro – disse all’improvviso, lui si fermò e rimase ad ascoltarla – la nostra storia segue proprio tutti i passaggi: la conoscenza, l’odio, la condivisione, la similitudine, le esperienze in comune, la segretezza…

-          Veramente ci mancano ancora il sesso e la tua verginità – puntualizzò lui facendola arrossire, lei comunque non tacque

-          Non ti sembra tutto così strano – Draco la guardò sorpreso e un poco preoccupato: non è che la Chips gli aveva drogato la Granger per evitare qualche follia? Nessuna ragazza poteva mettersi a parlare di cose del genere in un momento del genere!

-          Granger – disse con aria solenne – stai filosofeggiando un po’ troppo per trovarti tra le braccia di un uomo, lo sai?

Hermione rise, un po’ più rilassata e un po’ felice

-          Ma se sei solo un ragazzo – protestò

Quando voltò la testa per guardarlo, però, l’espressione maliziosa che colse sul viso della serpe non la tranquillizzò molto di più: il ghigno made-in-malfoy storpiava le belle labbra e gli occhi luccicavano di un brillio assai sospetto

-          Vuoi che ti mostri che cosa sono davvero

Lei si affrettò a girarsi e a guardare avanti nel vano tentativo di non pensare a… già, a cosa? Probabilmente a quello che lui voleva davvero dire. Draco Malfoy non parlava per giri di parole, se aveva qualcosa da comunicare lo faceva senza mezze misure.

-          Rilassati Granger, non farò niente, dopotutto ho promesso, no?

-          Posso davvero fidarmi delle tue promesse?

Il ghigno sadico che si dipinse sul viso di lui la diceva lunga

-          Tu che dici? – un sospiro mesto le uscì dalle labbra, di certo la risposta non poteva essere sì…

-          No

-          Beh, in quel caso… - la mano s’insinuò sotto il pile della maglietta finchè le dita di lui non girarono attorno al suo ombelico – non credo che potrei peggiorare la già pessima opinione che hai di me…

Sentì un borbottio e poi avvertì la stretta al polso della mano sottile di lei e la parola “fermo” venne finalmente riconosciuta dal suo cervello prima in stand by.

Lei voltò il viso e lo guardò negli occhi imbarazzata

-          Io… mi vergogno… - disse appena spostando la mano lontano – io… sono grassa. Non voglio che tu mi tocchi così.

 

D’accordo, le cose stavano così: nonostante la Granger fosse senza dubbio la persona più preparata in circolazione le mancavano addirittura le basi di una certa cosetta. E stava usando stupide scuse per non fargli credere una cosa così assurda.

Ma c’era mai stato un cazzo di qualcuno che le avesse parlato di tutte quelle stronzate da bambini come le api, i fiori, le cicogne, i cavoli o quant’altro?

Ma la Granger lo sapeva davvero da dove era venuta fuori?

Che non gli dicessero che la responsabilità di tutto questo toccava a lui perché non avrebbe retto, oh no!

-          Mezzosangue, tu sai da dove nascono i bambini, vero? – indagò preoccupato

Lei annuì riluttante.

D’accordo, almeno quello…

-          Allora spiegami dove sta il problema!

La vide arrossire al buio, doveva esserci qualcosa, qualcosa d’altro

-          Ecco… io… non è che non so… o che non sappia… sì, cioè, so come succedono queste cose, l’ho letto in molti libri… però… non so cosa bisogna fare, cosa devo fare, cosa va fatto…

Era dunque quello il problema?

Beh, se non altro era un passo avanti.

Maledette vergini, creavano solo casini, avrebbe preferito mille volte che la mezzosangue fosse una schifosissima puttana che era andata a letto con mezza scuola, almeno quei problemi non sarebbero saltati fuori proprio con lui.

No, alt, un momento, puttana un accidente, la Granger era solo sua, non avrebbe permesso che venisse condivisa da altri.

Bah, si faceva troppi pensieri in un momento in cui, in genere, i pensieri non dovrebbero esserci per niente.

-          Tu e i tuoi libri – mormorò mentre le sue teorie sulle brave ragazze vedevano la loro completa conferma nelle parole della grifoncina. E quella sarebbe stata l’ultima volta che sarebbe andato a letto con una vergine, si appuntò mentalmente. Dopotutto, la Granger non poteva mica tornarlo, no? – ma hai mai fatto qualcosa senza quelli?

Hermione annuì convinta

-          Non preoccuparti

Lei alzò le sopracciglia, poco convinta e molto imbarazzata.

Cielo, ma stava davvero implorando una ragazza di andare a letto con lui? Era davvero caduto così in basso?

Suo padre avrebbe voluto morire.

I genitori della Granger, invece, con ogni probabilità avrebbero voluto ucciderlo.

Il che presupponeva comunque il decesso di qualcuno.

Beh, come al solito vigeva la regola che era meglio se i genitori della ragazza non fossero venuti a conoscenza di tutta la faccenda, meglio che morisse suo padre, almeno lui sarebbe potuto rimanere in vita a godersi i frutti del suo lavoro.

-          Sicuro? – gli domandò all’improvviso la Gryffindor dopo aver riflettuto sull’intera questione, lui si riprese e annuì

-          Cosa credi, lo so sai che non hai mai combinato niente in vita tua, mica è una novità! – lei parve offendersi

-          E comunque resto grassa lo stesso – mugugnò contrariata voltandogli di nuovo le spalle

Povero Draco, costretto a quei punti, non avrebbe immaginato di potersi mai trovare in una situazione del genere…

-          Facciamo così, spegniamo le luci, d’accordo?

La ragazza annuì, buon segno.

-          Però tu potrai sentire quanto sono grassa anche al buio

Il Principe degli Slytherin si morse un labbro per non imprecare; ma il cervello della mezzosangue andava mai a farsi una passeggiata?

Occorrevano misure drastiche e anche molto.

La afferrò per un braccio, la strattonò verso di lui, strinse le spalle minute e la baciò, se non altro avrebbe dato un taglio a quella serie di ragionamenti insulsi, la mezzosangue non era solo la Regina dei Gryffindor, era anche la Regina delle Seghe Mentali!

-          Adesso ti spiegò le uniche due cose da sapere in questo momento – le disse forte del fatto che lei stava ancora cercando di non morire per mancanza d’aria – la prima è che puoi fare tutto quello che vuoi: non sono solo io che faccio qualcosa né solo te. Io non lo so che razza di idee bacate abbiano da voi al Grifondoro sulla questione, ma cancellale tutte, d’accordo?

Annuì convinta, finalmente una argomentazione costruttiva.

-          E la seconda cosa? – finalmente poteva dirlo, quasi non ci credeva… magari stava sognando

-          Ci sono troppi vestiti tra me e te – le fece notare puntando un dito al bottone che chiudeva il pigiama fino all’ultima asola.

-          Però…

-          Smettila di parlare. Adesso vediamo se c’è qualcosa che Draco Malfoy può permettersi di insegnare alla so-tutto-io Hermione Granger.

Hermione rise e, per una volta, non aggiunse altro.

 

Draco le sorrise e con un gesto si voltò sul fianco e poi la spostò sotto di sé, c’era una cosa, un punto, che aveva visto quando erano a Londra ed ora pensava che sarebbe morto se non l’avesse baciato subito.

Slacciò i pomelli della blusa e le scoprì una spalla mettendo in mostra l’attaccatura del seno, lì, in quel lembo di pelle, posò un bacio e vi passò la lingua facendole il solletico.

Hermione gli chiuse le braccia intorno al collo, quella era una buona cosa; aveva aspettato molto, aveva deciso di assecondare lei, se avesse voluto, allora l’avrebbero fatto sennò… l’avrebbe fatta dire comunque di sì, l’esperienza lo aiutava.

Si scostò un poco e la guardò, sembrava una persona diversa… poi le indicò col dito un punto sul petto, proprio sopra il cuore

-          Che stai facendo? – s’informò preoccupata

-          Mi sembra ovvio – rispose lui – ti sto insegnando

-          Ma ma… che dovrei fare?

-          Quello che ho fatto io, no?

L’espressione costernata che lesse sul viso di lei lo frenò un poco, non gli pareva di essere andato troppo oltre, non ancora, almeno…

Sospirò, altro che lavoro da fare… poi le prese la mano e se la posò sul petto

-          Cosa senti? – lei parve riflettere su quella domanda

-          Il cuore che batte, no?

Era una risposta che avrebbe preferito non udire, anche se era stato proprio lui a chiedergliela

-          Hai paura? – gli domandò, lui parve divertito

-          Direi che se batte a quel modo è per un altro motivo…

-          Quale?

La mano di lui si spostò sul torace di lei, accarezzandolo piano, andando poi a posarsi proprio dove si poteva facilmente percepire il cuore di lei che batteva all’impazzata

-          Il tuo perché batte a quel modo? – s’informò

-          Perché ho paura… - Draco alzò gli occhi al cielo, ancora un po’ e si sarebbe dato alla resa incondizionata. Ci mancava solo che una volta successo il fatto la Granger si trasformasse in una ninfomane!

-          Bugiarda

Hermione rimase un po’ sbigottita di quella risposta. E lui come faceva a sapere che non gli aveva detto la verità?

-          Guarda che non mi scandalizzo mica… - sottolineò – ho comunque sentito di peggio…

-          Mh

Quel suono cosa doveva essere, come doveva interpretarlo? Bene, male, malissimo, ottimamente…

La mezzosangue se ne stava girata con la faccia da un lato, tutta rossa e affaticata; se fossero stati in un’altra occasione avrebbe avuto almeno una dozzina di battutine sarcastiche da farle, ma… non era più così e quella situazione l’aveva cercata proprio lui quindi aveva poco da lamentarsi, doveva prendersi moglie e suocera.

-          D’accordo, vorrà dire che faremo un passo avanti, prendo il tuo brontolio per un sì…

E senza la minima esitazione prese insieme l’elastico dei pantaloni e quello delle mutandine e cominciò a tirare in giù.

Animata da nuova vita, Hermione si ridestò dalla sua riflessione sulle parole della serpe e afferrò appena in tempo gli indumenti che stavano scivolandole via

-          Che fai, smettila! – quasi gridò all’indirizzo del biondo. Dire che era imbarazzata era un eufemismo, un volgare eufemismo.

-          A Capodanno non facevi tutte queste storie - borbottò lui poco prima di posare un altro bacio sull’osso sporgente del bacino.

Hermione avvampò mentre lui rimaneva così.

Pensò di spostarlo, ma come le dita vennero in contatto coi capelli di lui, non riuscì a pensare davvero di volerlo allontanare.

Era successo come la volta prima, era bastato poco e tutti i suoi castelli di timori erano crollati con un bacio.

D’accordo, aveva preso la sua decisione.

 

-          Signor Malfoy! – la voce squillante della Chips proveniente da oltre l’uscio riportò i due alla realtà: quella non era certo la posizione migliore dove farsi scoprire dall’infermiera, soprattutto se questa era estremamente convinta che nulla sarebbe accaduto tra i suoi letti quella notte, soprattutto, niente di così sordido.

Sollevando di scatto la testa prima che la chiave girasse nella serratura della porta, Draco afferrò la bacchetta posata sul comodino e fece scorrere la tenda bianca tutt’intorno al letto, cercando di coprire la figura sua e quella della Gryffindor in abiti… decisamente poco presenti.

Hermione avvertì il freddo nel punto dove prima erano le labbra dello Slytherin e udì poi i passi affrettati della medimaga per il corridoietto.

-          Che cosa vuole? Ho sonno e sono le due del mattino – guaì la serpe sentendola avvicinarsi

-          Signor Malfoy, dov’è la signorina Granger? – chiese la donna vedendo da lontano il letto vuoto e la lampada accesa

-          Che ne so, sarà in bagno – bofonchiò nella miglior recitazione che gli fosse mai riuscita. La Chips borbottò qualcosa

-          E perché ha la tenda tirata?

-          Perché quella stupida Grifondoro si ostina a tenere l’abat-jour accesa – rispose coerente beccandosi un’occhiata poco amichevole dalla “stupida Grifondoro”.

-          Signor Malfoy – continuò ancora la strega – non ho motivo di credere che la signorina Granger sia lì con lei, vero?

-          No e adesso mi lasci dormire. Non ha nient’altro da fare? – e bofonchiò dell’altro sulle stupide insegnanti che non lasciavano dormire i malati.

Di malumore quanto lui, Madama Chips lasciò la stanza sbattendosi in malo modo la porta alle spalle, piuttosto offesa dal comportamento maleducato dell’erede dei Malfoy.

 

Tirando un sospiro di sollievo, lui alzò la testa e scostò la tenda spegnendo in un colpo di bacchetta la lampada da tavolo.

-          Torna nel tuo letto, Granger

Hermione sgranò gli occhi, un poco delusa da quelle parole e molto, molto sorpresa

-          Perché? – chiese preoccupata

-          Se rimanessi ancora qui conciata in quel modo non credo riuscirei a trattenermi come prima…

Non che prima si fosse trattenuto poi molto, ma erano sottigliezze. E comunque lei doveva solo andarsene, almeno non si sarebbe compiuto quello che prima voleva quasi evitare.

-          Ma… avevi detto…

-          Senti, tu non vuoi ancora fare niente e io mi ero detto che non ti avrei forzato. Torna a dormire prima che ti stenda qua sopra e continui il lavoro.

-          No. – secca e perentoria. La risposta della Granger lo sbalordì quanto il primo fulmine del temporale. Sollevò le sopracciglia e aspettò che lei parlasse non sapendo cosa sperare

Senza dire niente lei slacciò l’ultimo bottone della maglia del pigiama e rimase un attimo in piedi a guardarlo.

-          Io… ho deciso – mormorò sottovoce. Il tono non era incoraggiante, pareva che la stessero portando al patibolo, ma in effetti doveva ammettere di non aver mai preso seriamente in considerazione i sentimenti di una vergine, insomma, una vergine è una vergine, per lei le cose sono diverse…

-          E sei io non volessi collaborare? – probabilmente si sarebbe ammazzato per quello che aveva appena detto… ma che razza di fesserie andava dicendo in un momento simile, maledetto lui?!

-          Beh… allora… - una pausa – resterò vergine tutta la vita.

La parola “vergine” che a Serpeverde circolava così tanto, che tutti dicevano e ciascuno aborriva, aveva un sapore strano sulle labbra della mezzosangue. Pareva che fosse stata fatta apposta per lei.

Avrebbe commesso una follia a liberarla per sempre? A levarle la possibilità eterna di pronunciarla?

Di sicuro non avrebbe più potuto prenderla in giro per quello visto che la responsabilità sarebbe stata in parte sua.

Ma poi, in fondo, perché doveva farsi tutti quei problemi?

Al diavolo tutto!

Al diavolo le Reliquie, Silente, la McGranitt e anche la Chips! Una bella carovana, in quel momento voleva solo rimanere con LEI.

Avrebbe aspettato, se necessario, avrebbe fatto tutto quello che lei avrebbe voluto.

Se gli avesse chiesto di diventare il suo elfo domestico, probabilmente non sarebbe riuscito a rifiutare.

Tutto pur di rimanere con lei, tutto perché lei non dovesse avere paura di lui e scappare di nuovo.

-          Vieni qui… - e indicò il letto accanto a lui e, felice, lei si avvicinò. La abbracciò, cullandola un poco come si fa con i bambini. – lo sai che non si torna indietro? Guarda che la verginità non sono capace a ricucirtela

-          Lo so.

-          D’accordo.

-          Draco?

-          Sì?

-          Non mi lasciare, non abbandonarmi, d’accordo?

Che qualcuno lo salvasse, che gli dicessero che non era quello che aveva sentito!

Erano davvero così le cose? Volevano davvero tutti e due rimanere insieme? Avevano tutti e due paura che l’altro scappasse?

C’era della tristezza in quelle riflessioni, eppure in quel momento era molto, molto felice.

-          D’accordo. Non fare più la stupida, però, mi farai preoccupare…

-          Non avrei mai detto che un giorno tanto paradossale sarebbe esistito, non lo credevo possibile.

-          Evidentemente, anche Hermione Granger può sbagliare. – lei rise

-          E se tornasse la Chips? Se domattina ci trovasse insieme?

-          Non tornerà

-          Come lo sai?

-          Ho messo indietro il suo orologio di un paio d’ore… - confessò

-          Draco, non avresti dovuto! – in realtà non sembrava molto pentito, no, per niente.

Attesero qualche minuto, lui la baciò di nuovo.

C’era qualcosa di magico nella Granger, c’era qualcosa di magico in quella strega.

Qualcosa di magico che trascendeva la magia fatta di sortilegi e formule.

-          Forse non sei bella e sei anche una rompiscatole di prima categoria – confessò lui – ma mi basta che tu ci sia, nient’altro mi interessa.

-          Chiudi la luce e tira la tenda – disse sorridente lei

-          Non credo che questo sia qualcosa che tu debba insegnare a ME – frecciò lui agitando la bacchetta e facendo scomparire la lampada.

-          Allora vediamo un po’ che cosa c’è che TU dovresti insegnare a ME

-          Di questo se ne parla

E la tenda bianca del letto scivolò lungo la sbarra metallica, circondando il materasso e nascondendo i due dall’altra parte.

-          E se sono timida e mi vergogno è perché non so cosa fare… – si udì appena – non credere qualche altra stupidaggine, Draco.

 

Spazio autrice: ordunque, eccoci giunti ad un capitolo un po’ particolare.

Mi rendo conto che la descrizione di ciò che accade non è né carne né pesce, né una bella scena romantica come nelle Relazioni né una presentazione decisamente più spinta come nella shot.

Forse descrivere scene d’amore non è il mio forte o forse è solo che tramite questa scena non sono riuscita a trasmettere a me stessa quello che volevo dirmi, boh. Ad ogni modo mi sarebbe piaciuto rappresentare le insicurezze di una ragazza al momento della sua prima esperienza, una tematica che nelle altre fic avevo deliberatamente saltato a piè pari; in particolare, in questo caso, al di là che Malfoy possa essere un figo da paura, bisogna ammettere che una verginella come Hermione avrebbe qualche bel dubbio, qualche insicurezza che le nasce, fondamentalmente, da questo elenco di cose:

1)      è la sua prima volta e quindi è normale perché le manca l’esperienza

2)      il soggetto con cui dovrebbe condividere la sua prima volta è nientemeno che il Principe degli Slytherin che, invece, di esperienza nel settore ne ha fin troppa il che, penso io, aumenta notevolmente il suo senso di inadeguatezza

3)      in questa particolare fic la nostra Herm è un personaggio piuttosto complessato per quanto riguarda il suo aspetto fisico e le sue relazioni con gli altri e se non è una relazione far l’amore con qualcuno…

4)      la sua prima volta, momento che ogni ragazza immagina a modo suo, dovrebbe essere in una infermeria di Hogwarts con il terrore di Madama Chips che apre la porta e grida “Sacrilegio!” (ammetto che la mia vena moooooolto sadica avrebbe voluto metterci quella scena, ma poi ho avuto pietà dell’intimità di quei due).

5)      Direi che, nonostante parli e parli troppo, Hermione non si sente davvero e veramente pronta per fare un passo del genere, o almeno finchè non lo capisce…

Insomma, dubito che tutto questo sia stato trasmesso tra le mie parole, ma dopotutto, lo spazio autrice serve a questo, no?

Io mi auguro comunque (sempre troppo speranzosa) di esserci riuscita.

 

Precisazione: viste le tematiche trattate in questo capitolo e l’attuale rating della fic, Arancione, quindi non vietato a minorenni, se ritenete che la scena possa offendere il vostro senso del pudore riferitemelo che provvederò a mettere un avviso ad inizio capitolo e a far diventare la storia NC17 (anche se, personalmente, non credo sia il caso).

 

PS: ho tagliato la soglia del ventesimo capitolo, eh già… e dire che nel plot originario questo doveva essere l’ultimo, vabbè, le cose sono andate diversamente, ma il finale si avvicina ormai a grandi passi…

 

Adesso passo ai ringraziamenti di tutti voi che seguite così fedelmente la mia storia, grazie davvero dal cuore per il sostegno che date ad una autrice in erba =^_^=

 

Luana1985: penso che geniale sia un po’ eccessivo e sminuisca i veri scrittori che impiegano ricerche e studi approfonditi per le loro storie. Però sono molto felice di essere in grado di tenere col fiato sospeso i lettori, in effetti quando ho scritto la storia dei tre gemelli mi sono detta: “non sarà un po’ eccessivo?” ma intanto, anche in libri famosi e di successo, fanno accadere cose decisamente meno probabili, quindi mi sono decisa.

Io mi auguro che ti sia piaciuto anche questo stravagante e forse un po’ malriuscito capitolo, aspetto quindi i tuoi commenti, ciao! Nyssa

 

Gloria85: le cose tra Draco ed Herm prendono qualche svolta in questo capitolo (chiamiamola svolta, va’). Per quanto riguarda la storia, dal prossimo post cominceranno le avventure vere e proprie, ovvero i casini di ogni santa favola.

Tutto semplice? Beh… no, non lo è proprio e ci sono ancora un paio di questioni che vorrei chiarire prima di mettere la parola fine.

Spero comunque che ti piaccia anche questo capitolo, un bacio, Nyssa

 

Vavva: mentre scrivevo il cappy precedente pensavo se non sarebbe stato più saggio dividerlo, ma poi ho pensato che, se l’avessi fatto, metà dei collegamenti sarebbero andati perduti da un aggiornamento all’altro e così alla fine ho fatto qualche taglio e li ho uniti, anche perché la storia di Silente, bene o male, era già stata ampiamente discussa qualche post precedente.

Per quanto riguarda il preside, io penso che sia davvero troppo troppo saggio per non aver toccato con mano la sofferenza umana, dopotutto credo sia un ottimo modo per comprenderla davvero e fino in fondo, per questo comprese così bene la situazione di Orion come quella si Sirius, Honor, Nicholaa, Harry e anche Tom Riddle.

Se d/h fanno morire te che leggi, immaginati io che scrivo, sto sempre a fissare il vuoto immaginandomi scenette romantiche poco probabili, ma il fatto è che li adoro veramente veramente tantissimo ^^

Per la lunghezza non posso dare un dato definitivo perché sto ancora scrivendo, ma mi auguro di non superare i 25 capitoli, anche perché sarebbe il caso che cominciassi seriamente a studiare per l’esame ehehe

Mi auguro che ti piaccia anche questo cappy strampalato, ciao e un grande kiss! Nyssa

 

Sly_Monica: innanzi tutto benvenuta! Secondo punto: ottimo nick, sono una Monica anche io e quindi molto orgogliosa di trovare qualcuno con quel nome tra i miei lettori, insomma, il solito spirito campanilistico spostato al nome che mi coglie in maniera inspiegabile… (sorvoliamo che non è il caso).

Io non credo di avere una fantasia così sfrenata, penso che la storia che davvero mi aiuta sia l’intrico di parentele stravaganti che mi piace creare, gli alberi genealogici sono la mia passione e quando si mescola un po’ di sangue è facile costruirci una bella vicenda sopra ^^

Concordo con te, Draco ed Herm sono una coppia super fantastica e, secondo me, la zia Row avrebbe dovuto farli sposare alla fine del settimo libro, ma questo deriva soprattutto dal fatto che sono nata Ron/Herm e ormai aborro quella coppia senza un motivo a parte la fesseria del rosso.

Happy ending o non happy ending? Bel problema… sono la prima ad amare i lieti fine ma chiaramente deve adattarsi alla vicenda, quindi non so se posso spoilerare sulla cosa anche perché sarebbe legato ad un sviluppo che si deve ancora vedere, ehehe

Nel frattempo spero che ti piaccia anche il ventesimo capitolo, ciao e un bacione! Nyssa

 

Giuliabaron: meno male che non annoia, quando comincio a descrivere parentele e simili mi diverto moltissimo (io), ma rischio sempre di far diventare il tutto una minestra melensa e noiosissima, quindi sono felice che non sia così, anche perché le parentele sono al centro della storia, quindi se sono noiose tutta la vicenda lo è.

Mi auguro che ti piaccia anche questo cappy quindi aspetto un tuo commento, ciao! Nyssa

 

Shavanna: su su, non era niente di così TERRIBILE… solo la rivelazione shock di una famiglia disperata con storia drammatica alle spalle e presente da suicidio immediato, il solito insomma. A parte gli scherzi, immagino che seguire una storia come questa debba essere un vero calvario.

Visto quello che mi hai scritto l’altra volta probabilmente darai della malata mentale ad Herm per farsi tutte quelle piste mentre succede “il fatto” (non quello di Enzo Biagi), ma alla fine finisco sempre per giustificare i miei poveri personaggi perseguitati da un’autrice crudele… probabilmente li compatisci anche tu, ammettilo XP

Se però il bacio era un passo avanti, in questo momento ci siamo dotati letteralmente degli stivali delle sette leghe! Ottimo, vuol dire che non ho messo in stallo la vicenda, bene!

Ad ogni modo spero che ti piaccia il mio nuovo cappy, me lo auguro davvero e sono curiosissima di conoscere i tuoi commenti al proposito! Quindi aspetto la tua recensione, ciao e un bacio! Nyssa

 

Lord Martiya: confesso che all’inizio di ogni storia mi dico sempre “no, questa volta devo cambiare famiglia, non possono essere sempre i Black…” ma poi finisce che li uso e strauso sempre, sarà che mi piacciono, sarà chissà che ma è successo di nuovo.

Considero una piccola conquista quindi, essere riuscita a sorprenderti e ti ringrazio tantissimo per il sostegno e l’aiuto che mi hai dato mentre sto buttando giù la bozza della prossima storia che, tuttavia, non so se vedrà davvero la pubblicazione prima dell’estate (causa ovvi motivi).

Nonostante sia un capitolo un po’ sdolcinato spero che ti piaccia ugualmente, ciao e a presto! Nyssa

 

Semplicementeme: anche a me a volte capita di leggere un cappy e di recensirlo dopo, solo che sono fondamentalmente un po’ svampita e nella maggior parte dei casi mi dimentico anche di lasciare commenti, quindi sono un’autrice/lettrice degenere e ti ammiro molto perché te, invece, hai trovato la memoria e il tempo di lasciarmi una recensione così bella, grazie mille!

Mi hai fatto prendere un mezzo accidente quando ho letto che sei rimasta delusa, se non vuoi ammazzare l’autrice prima della fine della pubblicazione ti prego di non attentare più così brutalmente alla mia vita ç_ç

A parte gli scherzi, sono davvero molto felice e lusingata che ti sia piaciuto. Devo dire che sei molto acuta ad intuire chi era davvero Devlin, sarà che invece io sono una lettrice che si sbalordisce di tutto… Dev è un personaggio a cui sono affezionata perché è ispirato ad un bambino molto speciale per me, quindi mi fa piacere che riscuota il suo modesto successo.

Faccio solo una piccola precisazione: quando Albus va nel futuro consegna la cesta al vecchio Silente ma non incontra Minerva infatti lui non saprà mai se lei, terminati gli studi, andrà a insegnare a Hogwarts oppure no, capirà solo dopo. Il vecchio Albus, però, sa quello che succederà di lì a poco e lo guarda con rassegnazione. So che è un po’ un pasticcio, il fatto è che non so bene come rendere uno che guarda se stesso da giovane sapendo ciò che accadrà ma impossibilitato a cambiare il tutto.

Figurati, è sempre bello rispondere ai miei lettori anche perché la cosa mi riempie di orgoglio. In effetti è un impiego che occupa il suo tempo e mi riduco sempre all’ultimissimo, ma fa piacere sentire cosa le persone hanno da dire e a volte ho anche preso qualche spunto interessante.

Tempo scaduto anche per me, ciao! un bacio, Nyssa

 

Potterina_88_: non prendertela con te stessa, quelli che parlano da soli sono doppiamente intelligenti perché sostengono una doppia conversazione, no? (volgare scusa con cui l’autrice giustifica il suo costante parlare da sola).

Concordo con te, la verità viene a galla, lentamente e a modo suo, ma si scopre sempre qualcosa. È spuntato il passato di Silente, il suo viaggio nel tempo, la storia dei Malfoy, adesso anche quella dei black, insomma, manca solo quella della pozione che ha reso piccoli i protagonisti e arriverà presto.

Per quanto riguarda la faccenda Black, mi rendo conto di aver descritto la cosa un po’ male, faccio un breve riassunto:

1)      Orion ha tre gemelli dalla ragazza di cui è innamorato

2)      Georgiana e Honor vengono portate tra i babbani e cresciute lì come sorelle ma credendo di non esserlo

3)      Sirius entra nei black

4)      A unidici anni si conoscono

5)      A quindici Orion riconosce Honor e cerca di parlarle ma questa scappa

6)      Incontra Nicholaa/Georgiana e riconosce anche lei

7)      A casa dice a Regulus di aver trovato una delle due gemelle perdute (riferendosi a Nicholaa) e delle sue intenzioni di ufficializzare la cosa

8)      Regulus parla con Bella che crede si tratti di Honor (perché somiglia a Sirius)

9)      Bella uccide Honor

10)  Quello stesso giorno Orion la dichiara ufficialmente sua figlia (lo fa per prima visto che è la maggiore delle due)

11)  Spaventato da quello che è successo, decide di non riconoscere l’altra per paura che le capiti la stessa sorte

Questo è quanto, spero di essere stata esauriente, effettivamente sarebbe più efficace un diagramma di flusso, ma penso che verrebbe un po’ troppo complesso.

Immagino che tu abbia confusione, ma stai tranquilla che presto sparirà quando tutti i tasselli prenderanno il loro posto in questo gigantesco puzzle.

Spero che ti piaccia anche questo capitolo, ciao e un bacio! Nyssa

PS. Aspetto con ansia la tua recensione, kiss!

 

 

 

   
 
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