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Autore: Laylath    13/11/2013    2 recensioni
Una raccolta di ventuno voci, una per ogni lettera dell'alfabeto, relative al mondo militare di Amestris.
Grazie all'aiuto del nostro team preferito, e al "Manuale del perfetto soldato" faremo un percorso alla scoperta dell'esercito.
Le scene sono di diverso genere: drammatico, comico, serio etc etc.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Team Mustang
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Military memories'
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B come “Bandiera”

 
La bandiera è il simbolo del nostro glorioso ed amato paese: essa rappresenta tutto ciò a cui un soldato deve fedeltà ed obbedienza.
Ogni militare deve ad essa il massimo rispetto ed è tenuto ad onorarla per tutta la sua permanenza nelle forze armate, in ogni occasione, sia ufficiale che non.


 
 
I combattimenti a Pendleton, contro Creta, sembravano non finire mai.
Il sottotenente Breda durante la sua carriera militare ne aveva visto di guerre e anche molto violente: la realtà che stava vivendo nella zona Ovest di Amestris non gli era sconosciuta, tutt’altro.
Ma sapere che dietro a tutte quelle morti e quel dolore c’era la volontà degli homunculus di creare uno stemma di sangue, gli lasciava un forte senso d’amaro in bocca.
E’ dunque per loro che hai rischiato la vita in battaglia tutte quelle volte? La tua devozione per il paese non è stata altro che un’illusione?
Questi pensieri lo attanagliavano ogni volta che andava in missione in quelle campagne ricoperte dai crateri delle bombe esplose, dove spesso c’erano ancora cadaveri disseminati sul terreno che nessuno si era preso la briga di recuperare. Sono i vivi a necessitare di attenzioni, i morti possono attendere.
Quello era un pensiero tremendamente umano e razionale… forse uno dei pochi che non appartenesse agli homunculus, ma ai soldati.
 
Quel giorno era andato in avanscoperta rispetto alla squadra di soccorso: si stava ancora riprendendo da una ferita e dunque la prima linea gli era stata risparmiata almeno per quella settimana. Un pensiero incredibilmente gentile dato che gli uomini del colonnello Mustang venivano spediti senza esitazione dove c’era più pericolo: un decesso in campo di battaglia è perfettamente giustificabile.
Giustificabile ed onorevole… maledetti loro.
Ancora una volta scosse la testa fulva di fronte a quella storpiatura dei valori in cui aveva creduto e si concentrò sulla missione. Ma quando arrivò sul luogo indicato fu chiaro che per la squadra che dovevano soccorrere era troppo tardi: l’imboscata nemica era stata fatale
“Merda!” sibilò, avanzando con cautela in mezzo a quei cadaveri e a quelle lamiere, tenendo il fucile ben stretto nell’eventualità che il nemico fosse ancora nelle vicinanze. L’odore della polvere da sparo, della carne bruciata dalle granate gli punse le narici: si era tutto consumato nemmeno un’ora prima.
Dopo qualche secondo, gli occhi grigi colsero un movimento a sinistra, proprio sui resti di un veicolo dell’esercito ormai distrutto dalle esplosioni: vide un giovane soldato che si muoveva ancora, la schiena poggiata pesantemente alle lamiere.
“Ehi! Stai bene?” esclamò Breda, accostandosi a lui e levandogli l’elmetto.
Era molto giovane e in un tremendo modo gli ricordava Fury, se non fosse stato per la mancanza degli occhiali. Per un millesimo di secondo i suoi pensieri corsero al piccolo sergente che cercava di sopravvivere nel fronte sud del paese, ma poi la sua attenzione ritornò al ferito.
“La… la gamba” mormorò quel soldato senza nome, accennando all’arto.
Breda abbassò lo sguardo e vide che era ridotta a una massa rossastra e sanguinante: probabilmente i medici gliel’avrebbero dovuta amputare… sempre che arrivasse in tempo all’ospedale da campo.
“Bisogna fermare l’emorragia: – dichiarò il sottotenente, cercando qualcosa con cui bendarlo – cerca di restare cosciente.”
Si guardò attorno, cercando qualcosa con cui fasciare quella ferita che stava rapidamente uccidendo quel ragazzo, ma non c’era niente in quella radura sconvolta dalla morte.
Poi colse un bagliore verde sotto le lamiere dove stava appoggiato il soldato: scostando diversi pezzi del veicolo militare ormai distrutto, vide che si trattava della bandiera di Amestris.
Era piegata con cura e miracolosamente linda e pulita: evidentemente era trasportata assieme ai rifornimenti e in qualche modo si era salvata dalle esplosioni. Prendendola in mano e spiegandola, il sottotenente ripensò al momento in cui, anni prima, aveva giurato fedeltà all’esercito, tenendo tra le dita quella bandiera che per lui aveva significato tanto.
No… non è corretto: significa ancora tanto.
Serrò gli occhi con rabbia e strappò a metà la stoffa verde e argento che cedette immediatamente alla sua forza.
“Coraggio, - disse usando quella benda improvvisata per fasciare la gamba del giovane – ce la puoi fare, ragazzo.”
Il verde diventò subito scarlatto come entrò in contatto col sangue.
Non erano due colori che si abbinavano felicemente.

 
  
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