Versi scritti per partecipare ad un concorso che poi non si è tenuto per mancanza di concorrenti. La poesia di solito non è il mio genere, per cui ho scritto con poche regole, senza metrica precisa, inseguendo più che altro una certa “musicalità” del tutto. Non so se si possa definire una vera poesia: forse è solo una prosa insolita. Comunque, a voi lettori il giudizio! Commentate!

 

 

 

 

THE TRIPLE WAY TO THE SKY

 

1. Way of the stray dog

 

Capisco quello che sono

in una fredda serata. Sdraiato

su sabbia rossiccia;

il mio sangue che fugge

                                      da me,

mi vedo inutile e straccio.

Io schiavo,

io cane,

io assassino!

Io complice di una giustizia

che giusta non è. Bugiardo

che mente a sé stesso

e più non si crede.

Bambino che vuol scimmiottare

le gesta di un grande guerriero,

e poi teme inutili ombre.

E allora, guardando quel cielo

che mi rinnega ostinato e arrogante,

         abbaio alla Luna!

Che è tanto più alta di me.

 

2. Way of the princess

 

Un sogno proibito, più audace

di quel che ho mai osato pensare.

Nel mare fulgente e arancione

di quei tuoi selvaggi capelli,

nuotare leggera.

Curarti poi ogni ferita,

ma in un nuovo e splendido modo.

Un bacio ogni goccia di sangue.

Ogni ferita: lasciandone una,

una sola,

nel cuore,

uguale a quella che ho io.

Così mi vorrai sempre accanto.

Mi sveglio di schianto

inutile, nuda, sudata.

E poi mi ripeto, pensando a te solo,

sprezzante? Ritroso? Distratto?

         “Che sciocca che sono!”

Ormai lo capisco da me.

 

3. Way of the hypnotizer

 

La ringrazio,

e l’uccido. Leggera

mi scivola addosso,

mi annaffia di sangue vermiglio,

mi implora con umidi occhi,

mi sfiora col suo profumato

                                      sospiro.

Io sono altrove.

Contemplo il non-senso del mondo,

e piango la squallida sorte

                                      di noi,

caduchi balocchi del caso.

Disperato,

e rabbioso,

aspiro alle vette dei cieli

(lei piange: ma è solo un singulto).

Lassù cercherò senza tregua

quel Dio capriccioso ed infido

che a noi donò tanta miseria.

E poi, perché no?, se trovassi

soltanto una reggia deserta,

che attende con ansia un padrone,

io stesso monarca sarò

(lei muore. Ancora mi ama,

                                      ma muore).

E già mi contemplo glorioso,

sovrano di anime e corpi,

signore del cosmo, seduto

         sul trono del cielo!

Il posto perfetto per me.