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Autore: Lecter_D    13/11/2013    0 recensioni
Il fuoco, uno degli elementi che preferiva, l'unico che riusciva a non lasciare più traccia di quello che toccava, l'unico che cancellava ogni cosa dopo il suo passaggio; Non potevi sfuggirgli, era impossibile da fermare e se arrivava con molta forza riusciva ad abbattere ogni cosa.
-Il fuoco..-
Sussurrò il ragazzo con le labbra semiaperte. Chiuse gli occhi e si voltò verso la casa; Una villa, no, per meglio dire una comune casa di campagna. Le finestre grandi con i battenti in legno, la tintura della casa di un giallo sporco, quasi logorato dal tempo.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO:
 
Il suo respiro pesante, il suono di vestiti che si strusciano, l'odore di sangue penetrante,
tutto era avvolto dal silenzio della stanza. Stava ridendo, una risata sadica, perversa, malvagia;
Nella sua mano destra un coltello insanguinato, quella sinistra sporca di sangue. 
I due corpi erano distesi sul pavimento, uno vicino all'altra, le loro mani, ormai fredde come il marmo,
erano vicine, ma non si sfioravano, i capelli ricoprivano quasi completamente i loro volti. Quelli della donna, lunghi biondi come il sole, mentre quelli dell'uomo castani come il tronco di una quercia. I loro idumenti macchiati di rosso, fatti a brandelli, le loro carni erano visibili, ed il sangue continuava ad uscire dalle ferite. I loro volti ormai fermi in una smorfia di dolore e di agonia; Quel ragazzo che all'apparenza era un tipo estroverso, sorridente, con la testa fra le nuvole e che vedeva tutto positivamente, in quel momento si stava pulendo il sangue della mano leccandola; Poi con un sorriso perverso e soddisfatto leccò la lama del coltello alzandosi in piedi. Guardava i loro corpi,  ormai senza vita, ridendo alzò la testa al cielo, poi, piombò un silenzio penetrante, come mille aghi che ti colpiscono contemporaneamente. Il tappeto aveva assorbito il sangue che usciva da quelle ferite, il ragazzo, di appena diciassette anni,si era seduto su una poltrona godendosi quel quadretto. I capelli lunghi fino alle spalle, di quel colore dorato, che sembravano riportare i riflessi del sole; erano macchiati di rosso, i suoi occhi grandi, azzurri come il ghiaccio in quel momento ritraevano perfettamente la sua soddisfazione nell'aver sfregiato quei corpi, mentre il suo ghigno non scompariva dal viso; Non una lacrima, non un lamento, nemmeno un piccolissimo senso di colpa lo aveva avvolto. Chiuse gli occhi alzandosi dalla poltrona lasciando cadere a terra l'arma, un suono metallico rimbombò per la stanza
così come i suoi passi lenti; Si avvicinò ad uno specchio, si guardò, ma la sua espressione non cambiava. Uscì da quella maledetta stanza, cominciò a spogliarsi mentre si avvicinava al bagno, una volta entrato lasciò quei vestiti sporchi di sangue da una parte, si immerse nell'acqua calda che emanava vapore, si sentiva solo il rumore delle gocce che cadevano sull'acqua ed il suo respiro pesante. Si immerse completamente, fino a coprire anche la testa, il liquido cambiò leggermente colore a causa del sangue che aveva addosso; Riemerse prendendo fiato, si lavò per bene e poi uscì, avvolse l'accappatoio sul proprio corpo, prese nuovamente i vestiti imbrattati di sangue e si avvicinò al cortile. Non c'era nessuno, erano i soli ad avere una casa in quella lurida campagna.
Buttò ogni cosa per terra e gli diede fuoco.
L'odore di sangue bruciato lo invase assieme a quello incofondibile di cotone. Il fumo nero si alzava dalle fiamme che piano piano stavano cominciando a crescere; Rosso e arancione, due colori molto accesi e molto forti. Il fuoco, uno degli elementi che preferiva, l'unico che riusciva a non lasciare più traccia di quello che toccava, l'unico che cancellava ogni cosa dopo il suo passaggio; Non potevi sfuggirgli, era impossibile da fermare e se arrivava con molta forza riusciva ad abbattere ogni cosa.
-Il fuoco..-
Sussurrò il ragazzo con le labbra semiaperte. Chiuse gli occhi e si voltò verso la casa; Una villa, no, per meglio dire una comune casa di campagna. Le finestre grandi con i battenti in legno, la tintura della casa di un giallo sporco, quasi logorato dal tempo. Gli interni erano tutti moderni,
-La modernità.. Che cosa stupida.-
Sussurrò ancora guardando la struttura, il tetto rosso era illuminato dal sole che lo rendeva più acceso e più vivo, simile al colore del fuoco. Si allontanò dirigendosi verso il capanno, i piedi nudi calpestavano l'erba morbida nel prato, ancora bagnata dalla rugiada mattutina. Aprì il vecchio portone che cigolò facendo un rumore assordante, prese una tanica di benzina e tornò verso la casa, facendo il giro e versando il liquido infiammabile per tutto il perimetro. 
Infine rientrò in casa, prese le sue sigarette e il suo accendino, uscì velocemente e diede fuoco ad ogni cosa. Il fuoco prese velocemente facendo il giro della casa seguendo il rigagnolo di benzina che si era lasciato dietro; Guardava estasiato quello spettacolo senza dire una parola, i loro corpi senza vita che prendevano fuoco e si incenerivano senza più speranza di tornare indietro. La sua risata risuonò di nuovo nella campagna circostante, nessuno lo avrebbe sentito. Si inginocchiò a terra con la testa bassa. Era stato lui, era stato lui a creare tutto ciò.
 
  
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