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Autore: ladyvampiretta    13/11/2013    7 recensioni
Osservo Castiel afferrare i lembi della giacca del ragazzo Winchester e stringerli, fino ad affondarvici la faccia. È un angelo che piange, le sue lacrime celesti bagnano un corpo senza vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Gabriel
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Gabriele.

Il mio nome è Gabriele e sono un Arcangelo. Gli esseri umani si ricordano il mio nome quasi esclusivamente per un fatto successo diversi secoli fa. Il mio nome è legato all'Annunciazione, al fatto di aver detto a Maria che aspettava il figlio di Dio, Cristo.

Eppure, nella mia vita, ho fatto molte altre cose che le creature preferite del Creatore ignorano. Ho lottato per loro, ho rischiato la vita senza mai aver nulla in cambio. E mi è sempre andato bene così. Di tutte le sofferenze che ho patito, solo alcuni angeli ne sono a conoscenza. Eppure, tutto il dolore che posso aver provato, non è niente rispetto a quello di Castiel. L'ho sempre considerato come un fratello minore da accudire e da proteggere. L'ho sempre fatto, ma adesso non posso. Il cielo sopra di noi si è squarciato in un temporale. Sembra che il cielo accompagni le lacrime del mio fratellino.

Castiel è in ginocchio, nel fango, che piange disperato sul corpo senza vita di Dean Winchester. Lui era molto legato all'umano e vederlo così mi lacera... nel profondo. Sento un groppo alla gola e un peso sul petto. Mi riesce difficile perfino respirare.

Il cacciatore ha creduto fino all’ultimo di non aver speranze contro Lucifero, ma si è lanciato nella lotta a testa bassa.

Dopo anni di separazione, Dean ha rincontrato suo fratello Sam. Le loro strade si sono divise perché il minore dei Winchester aveva detto "sì" a Lucifero. Noi angeli abbiamo bisogno di un corpo per poter camminare sulla terra e mio fratello Lucifero aveva scelto Sam, Sam Winchester. Dean ha avuto tutte le intenzioni di fermare il diavolo, puntando la colt alle tempie di suo fratello. Ma alla fine non ce l'ha fatta. Non è riuscito a premere il grilletto. Quello era comunque suo fratello, era il suo Sammy.

A situazioni invertite, sono sicuro che neanche Sam lo avrebbe fatto. È l'amore che condiziona la vita degli umani, sono le loro scelte a renderli perfetti nella loro imperfezione. Noi angeli, invece, non possiamo scegliere, ne tantomeno possiamo provare dei sentimenti diversi dall'amore per nostro Padre. Non possiamo.

Eppure, da quando siamo sulla Terra, anche noi abbiamo imparato il significato della parola "amare". E adesso è Castiel a pagarne il prezzo più alto. Io, invisibile, lo osservo gemere sul quel corpo ormai senza vita. Vorrei andare lì, portarlo via da quel dolore, ma sono certo che non ci riuscirei. Castiel aveva stretto un profondo legame con Dean e Lucifero si era sbarazzato di lui con una mano sola, soffocandolo. Senza poter intervenire, ho osservato la scena dal mio angolo. Ho sentito Sam, legato da Lucifero dentro il suo stesso corpo, urlare e pregare il Diavolo di non uccidere Dean. Ha supplicato, mentre Lucifero rideva.

Per lui, gli umani non sono mai stati altro che degli aborti, qualcosa che non sarebbe mai dovuto nascere. Non ha impiegato molto a sterminare la razza umana. Dopo quasi cinque anni, è arrivato a metà dell'opera. I sopravvissuti, non più di un migliaio in tutto il pianeta, hanno vissuto di nascosto, aspettando la propria ora. L'unico che si è ostinato a combattere era il campo Chitaqua, l'unico insediamento umano del Nord America che contava dieci abitanti. Ormai nove.

Osservo Castiel afferrare i lembi della giacca del ragazzo Winchester e stringerli, fino ad affondarvici la faccia. È un angelo che piange, le sue lacrime celesti bagnano un corpo senza vita. Nei suoi occhi si legge la morte, la sofferenza. Il suo dolore pervade l'aria, i suoi gemiti sovrastano lo scrosciare imperterrito della pioggia.

Il cielo piange con lui...

Non so per quanto tempo resto fermo e invisibile ad osservare il dolore di mio fratello, incapace di intervenire... incapace di allentare la sua sofferenza.

Poi, finalmente, Castiel si alza in piedi. Il trench è grondante e sporco di fango.

Alza il viso al cielo. Anche da lontanto, riesco a scorgere i suoi occhi. Non sono mai stati così profondi e così sofferenti. La sua espressione è dura.

« Maledetto figlio di puttana! » urla con tutto il fiato che ha in corpo. Lo vedo, urla contro il cielo, contro il destino, contro la vita, contro Lucifero.

Non ce la faccio più a guardarlo soffrire. Mi avvicino a passo lento, come in trance. Ho giurato a me stesso che non avrei mai fatto piangere il mio fratellino, che lo avrei preservato dalla sofferenza, ma non ci sono riuscito. Sono ad un paio di passi da lui quando Castiel si accuccia accanto al corpo del cacciatore. Alza una mano e con un sorriso carico di sofferenza gli accarezza il volto. Sembra aver paura di sfiorarlo, quasi fosse di cristallo. Il suo sguardo si affila e con uno scatto allunga le mani e lo afferra. Si rialza in piedi con il corpo di Dean tra le braccia. Lo avvicina al petto, un gesto semplice ma allo stesso tempo profondo e intimo per il quale sono costretto a volgere altrove lo sguardo.

Né io, né lui possiamo riportarlo in vita. Solo una volta Castiel ha strappato Dean, il suo Dean, dall'Inferno. Ma questa volta non può. Forse è questo che lo lacera maggiormente: il sentirsi inutile per l'unico essere umano che ha sempre amato. Anche se non posso leggere i suoi pensieri, so che è così. Castiel è sempre stato un libro aperto per me, non è mai stato bravo a fingere e i suoi pensieri sono così facili da intuire...

Il mio fratellino cammina con Dean in braccio. Non vola, preferisce muoversi tra le pozzanghere e l'erba. Cammina lentamente fino al campo Chitaqua. I passi sono pesanti, le spalle lievemente piegate. Qualcosa, nella sua perfezione angelica si è infranto.

È un angelo "spezzato".

Chuck, il profeta, e gli altri superstiti del campo corrono verso Castiel quando lo scorgono. Ma la loro corsa si arresta quasi subito. Vedono il corpo del Winchester e arretrano. Le donne piangono e si abbracciano l'un l'altra, gli uomini tengono lo sguardo basso.

Davanti a Castiel, Chuck cade in ginocchio, in una pozzanghera, lo sguardo vitreo, nascosto dalle mani. L'angelo non dice niente, li osserva tutti con i suoi occhi, diventati freddi e inespressivi. Senza dire una parola, supera tutti i sopravvissuti e cammina fino alla sua capanna. Lo seguo, incapace di lasciarlo da solo.

Dentro, l'odore acre degli incensi è penetrante. È una sola stanza quadrata, spoglia degli averi umani di mio fratello. Adagia Dean sul letto con delicatezza, come se fosse un bambino che non vuole svegliare.

Ma Dean Winchester non si sveglierà più.

Accarezza per l'ultima volta la guancia del cacciatore e si avvicina, baciandogli con delicatezza la fronte.

Subito dopo stringe i pugni contro il corpo, i denti serrati.

Nei suoi occhi scorgo un unico pensiero, che si è fatto largo dentro di lui.

Vendetta.

Ormai la pioggia si è fermata.

Lo seguo ancora mentre esce e raggiunge gli umani. Si tengono vicini, piangono, ma nessuno si è mosso dal posto in cui li aveva lasciati l'angelo.

Lo vedo, è tornato il freddo soldato. Questa volta, però, Castiel non è al servizio di Dio, né degli angeli. Questa volta è al servizio degli umani. Loro lo guardano con rispetto e pietà. Sembrano volersi avvicinare per abbracciarlo, per farlo sfogare, ma non lo fanno.

« Amici, oggi il nostro leader, D... » comincia a dire in tono solenne, ma la voce gli si spezza. Quelle parole per lui sono troppo difficili da pronunciare. Abbassa lo sguardo, prende un bel respiro e riprende « Dean Winchester è morto. Non abbiamo più speranze. Io ho preso la decisione di affrontare Lucifero...» continua. Chuck, in piedi, sbarra gli occhi « Ma è una missione suicida » sussurra quasi.

Mio fratello lo azzittisce con uno sguardo « Sì, lo so, per questo sono qui per dirvi di andarvene. Raggiungete gli altri nei campi del Sud e pregate. Non vi chiederei mai di unirvi a me in questa ultima missione. Vendicherò Dean e morirò nell'impresa » poi, guardando verso Chuck, continua « Per me va bene così, è quello che voglio ».

Sapevo che lo avrebbe fatto, non me ne stupisco. La sua espressione mentre riportava Dean al campo era inconfondibile. Mi si stringe comunque il cuore nel sentirgli pronunciare quelle parole.

Una donna si fa avanti. È alta, snella, con i capelli scuri raccolti in una morbida coda. Ha la pelle olivastra e gli occhi gonfi e rossi. I suoi vestiti sono zuppi, lo sguardo è deciso.

« Vengo con te » afferma.

Castiel la guarda « Reesa, non posso chiedertelo » dice, atono.

Lei fa un altro passo avanti « Lo so, infatti sono io che ho deciso »

Dietro di lei, si alza un mormorio di consenso. Due uomini avanzano anche loro.

« Veniamo anche noi » asseriscono, all'unisono.

« Anche io »

« E io »

Pian piano, tutti i cacciatori del campo si sono fatti avanti, pronti a sacrificarsi, pronti per vendicare Dean. Un tempo, mi sarei stupito del coraggio di quegli esseri umani. Sacrificarsi per qualcuno che non c'è più mi sarebbe apparso inconcepibile. Ora no, conosco gli uomini e so quanto quel semplice cacciatore abbia significato tanto per tutti.

Anche Chuck, con voce tremante, si fa avanti per combattere il Diavolo.

Le labbra di Castiel si increspano in un sorriso tirato.

« Sono con te fratello » mormoro, tornando visibile. I sopravvissuti fanno un balzo indietro, spaventati. Mio fratello no, lui mi osserva con i suoi profondi occhioni blu.

Mi sorride di gratitudine. Non mi fa domande, non mi chiede perché io sia lì. Forse sapeva che lo stavo osservando, forse no. Non dice niente e questo mi basta.

« Gabriele » mi dice, a mo' di saluto. La sua voce è dolce e triste al contempo.

Chuck si fa avanti e mi guarda, impaurito « Gabriele? L'arcangelo? » domanda.

« Mica potevate andare senza di me » borbotto, fingendomi offeso.

In molti volti si allarga un sorriso.

Inaspettatamente, Castiel mi prende per un braccio e mi tira a se'. Mi abbraccia e io non posso far altro che ricambiare. È il mio fratellino e lo proteggerò.

 

È Castiel a prendere in mano una fiaccola e a dar fuoco al campo Chitaqua. Tutti lo osservano in religioso silenzio.

È un segnale inequivocabile: non si torna indietro.

Lo vedo vacillare quando le fiamme lambiscono la sua capanna. Corro verso di lui e lo afferro, prima che cada al suolo.

« E' un funerale degno di un cacciatore » gli sussurro all'orecchio, mentre si scioglie in un pianto a dirotto.

« Addio, Dean » sussurra tra i singhiozzi. Gli accarezzo i capelli e guardo anche io verso la sua capanna.

« Addio, Dean » ripeto ad alta voce.

 

Camminiamo tutti verso il cimitero. È lì che è stato visto per l'ultima volta Lucifero. Io e Castiel apriamo il corteo, mentre gli uomini ci vengono dietro. L'agitazione è palpabile, ma nessuno vuole scappare.

"Uccideremo il Diavolo o moriremo combattendo" penso, camminando accanto a mio fratello.

Tra le lapidi, scorgiamo subito una figura. Alto e vestito di bianco, Sam Winchester ci guarda con sorriso serafico. Castiel si irrigidisce e stringe la presa sulla sua lama angelica.

La Grazia macchiata che aleggia intorno al più piccolo dei Winchester non lascia scampo, quello è Lucifero. Ci fermiamo a pochi passi da lui.

Mentre gli altri si fermano, io faccio un passo in avanti.

« Lucy, sono a casa » dico con un ghigno mentre tiro fuori la mia spada angelica.

Lucifero emette una specie di ringhio.

Alzo la lama in modo solenne.

« Si comincia! » mormoro, mentre insieme a tutta la truppa mi scaglio contro il Diavolo.

 

 

-FINE-

 

 

Angolo dell'autrice:

Ciao a tutti! Questa one-shot è nata ascoltando "Humanity" degli Scorpions (http://www.youtube.com/watch?v=0755SXCTCN0)

Spero di aver reso bene la sofferenza di Castiel vista con gli occhi di Gabriele.

Ringrazio davvero tanto VenerediRimmel per avermela sistemata :)

Fatemi sapere cosa ne pensate, alla prossima!

 

  
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