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Autore: SynysterIsTheWay    13/11/2013    9 recensioni
Cosa farebbe una ragazza aristocratica in un covo di criminali?
"Spaventata, provo ad indietreggiare ma lui stesso, tenendo la sua mano calda sulla mia gamba, mi incita a guardarlo.
Per un attimo, ho pensato di esser in una sottospecie di Paradiso terrestre.
Le sue labbra piccole e sottili, quasi a forma di cuore, cominciano a torturare le mie facendomi sentire una stupida.
Perchè mi sento così impotente? Perchè non riesco ad allontanarlo?
Sentendo la sua lingua, giocare improvvisamente con la mia, provo a capire quali sono le sue intenzioni.
Lui si ferma, cacciandomi la lingua per mostrarmi una sottospecie di pillola bianca che sta per sciogliersi. Riprende a baciarmi e quella pillola
comincia ad entrare nella mia bocca.
Senza rendermene conto, finisco per ingoiarla.
Quando Gates smette di baciarmi, si allontana dalle mie labbra mostrandomi la lingua completamente vuota.
Ho appena ingoiato una pillola di cui non sò neanche l'esistenza!
-Buonanotte piccola.-
Guardo il volto soddisfatto del ragazzo con stranezza, inarcando un sopracciglio non capendo cosa stia accadendo.
Sto per ribattere ma non ci riesco vedendo improvvisamente il volto del ragazzo duplicarsi, per poi triplicarsi.
Chiudo gli occhi, annusando uno strano profumo di birra e sigarette..."
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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2° Kill me.





 
Gli occhi molto belli sono insostenibili, bisogna guardarli sempre, ci si affoga dentro, ci si perde, non si sa più dove si è.
(Elias Canetti)




 
Mi sveglio sentendo la testa quasi scoppiare.
Le luci del mattino, riempiono la stanza dando vita ai colori vivaci situati all'interno.
Un momento, sono davvero a casa?
Tasto con decisione il mio materasso comodissimo per poi stringermi al petto il mio stesso lenzuolo in seta cosparso di vivacità.
Mi guardo intorno, notando le mie solite pareti in rosa, il mio armadio bianco adornato con alcuni contorni dorati, la mia scrivania 
in legno ed il divanetto che si sposa perfettamente con le stesse mura.
Uno specchio, posizionato proprio accanto all'armadio e la porta del mio bagno privato, accanto alla scrivania.
Caccio un sospiro leggero dalle labbra, capendo che probabilmente tutto ciò che credo di aver vissuto, dev'esser stato un semplice
ed innocuo sogno. 
Sorrido all'idea del mio sogno alquanto assurdo, per poi alzarmi velocemente dal letto sistemandomi i capelli in una piccola coda di cavallo.
Posiziono i miei piedi scalzi contro il tappeto pregiato ed adornato per poi andare in bagno per sciacquarmi velocemente il volto.
Che strano...ho delle macchie nere sul volto che sembrano somigliare al mio solito mascara. Sciacquandomi velocemente il volto e prendendo l'asciugamano
per asciugarmi, torno nella mia camera.
Prendendo un maglioncino grigio dall'armadio, mi avvicino velocemente allo specchio per poterlo indossare.
Delle urla, riempiono la stanza che prima sembrava essere una dimora piuttosto tranquilla.
Mi specchio terrorizzata, osservando il vestitino che ho indosso completamente ricoperto di sangue. Allora, è tutto vero! Non era un sogno ma...
sono stata davvero trascinata in un posto lurido pieno di topolini e persone a dir poco affidabili? 
Oh per tutti i reali! Sono stata baciata da un assassino!
Porto le mie dita sulle mie stesse labbra rosee per poi sentire un brivido particolare al cuore. Come ho potuto lasciarmi baciare da un assassino?
Semplice, ero spaventata. Se mi sarei rifiutata, probabilmente, mi avrebbe uccisa prima del tempo stesso. Non si può mai sapere cos'hanno in testa
certe persone.
Anche se...in realtà, quel bacio l'ho davvero sentito dentro. C'era qualcosa in quel ragazzo che mi ha letteralmente rapita al primo sguardo.
Sarà che...era una persona terribilmente misteriosa da farti quasi venire le farfalle allo stomaco.
Sarà che mi ha guardata come nessuno avrebbe mai fatto. 
Scuoto velocemente la mia testa, liberando la mente da questi pensieri assurdi che non faranno altro che danneggiarmi. 
Non posso neanche permettermi di pensare che mi sia piaciuto uno stupido bacio che mi ha dato un assassino, criminale, egocentrico ed antipatico!
Io sono una ragazza per bene...lui è un poco di buono. 
Rabbrividisco, realizzando quella piccola scena nella mia mente. Quel Gates, che prende una pistola per puntarla contro ai suoi stessi complici.
Mi si gela il sangue nelle vene, pensando poi che lui stesso ha osato darmi quella pillola per farmi addormentare. Sono stata quasi drogata!
Se non altro, quei mal viventi mi hanno riportata a casa sana e salva. Per fortuna che i miei genitori sono dovuti partire tre giorni fa per un 
importantissimo viaggio di lavoro a Pechino. Almeno, ho evitato di subirmi tutte le domande che loro stessi mi avrebbero fatto e avrei evitato
di parlare di quest'avvenimento che voglio solo dimenticare.
Ma è difficile...
Perchè quelle stupide labbra poco affidabili sono riuscite a rubarmi un bacio?
"Stupida Frances, stupida!" Dico a me stessa, sentendomi davvero una buona a nulla. Non sono stata neanche in grado di dargli un 
ceffone!
Distogliendo la mia mente da quei pensieri penetranti, mi lascio scivolare velocemente il vestito dal corpo per poi buttarlo a terra.
Con i piedi scalzi, ritorno nel bagno dove ho intenzione di fare un bagno schiumoso altamente rilassante. Ho proprio bisogno di rilassarmi.
Uscita dal bagno, indosso velocemente il maglioncino grigio, per poi lasciare i miei capelli in completa libertà.
Indossando le mie solite pantofole, esco dalla camera ritrovandomi la figura di Linda davanti agli occhi. 
-Buongiorno signorina Frances, ha dormito bene?- Mi chiede con prontezza e dolcezza la mia domestica inchinandosi a me con educazione.
Linda è la mia domestica, nonchè la mia confidente. E' italiana ma parla anche benissimo la lingua locale. Ha dei capelli neri che porta
spesso raccolti, gli occhi verdi e non dimostra per niente la sua anzianietà.
Sono cresciuta con lei dato che i miei genitori mi hanno sempre lasciata in disparte per questioni lavorative. Io stessa, non ho mai
avuto il piacere di vedere la mia famiglia tutta raccolta intorno ad un tavolo per pranzare allegramente. 
Credono davvero di comprare la propria figlia con quei soliti regalini costosi che mi regalano quando tornano da un viaggio?
-Bene Linda, i miei hanno telefonato?-
-Si, mi hanno chiesto di lei e...-
-Non importa. Non ci sono mai stati quando ho avuto bisogno di loro...-
-Mi dispiace signorina, ma è pur sempre la sua famiglia.-
-Non credo di poterli considerare più tali. Adesso Linda, se vuoi scusarmi, ho una colazione che mi attende.-
-Certo signorina, Dasmond la sta aspettando per la sua solita colazione mattutina.-
Annuisco per poi attraversare l'infinito corridoio che mi si presenta dinanzi tutte le mattine. 
Non credo che al mondo possa esistere una villa più grande di questa. Quarantadue camere da letto, due cucine ben attrezzate in cui i chef preparano
delle vere e proprie prelibatezze, una sala per le riunioni importanti utilizzata alcune volte dai miei genitori, un salotto quasi grande quanto
ad una hall di un albergo, un bagno per ogni camera da letto, dei corridoi infiniti quasi somiglianti a dei labirinti, un giardino immenso con piscina
ed oggetti di un valore inestimabile. 
E' casa mia, ma a volte, sento di potermici perdere.
Avanzando lungo il corridoio, mi ritrovo dinanzi delle scale a chiocciola che scendo velocemente per poter raggiungere la sala da pranzo principale.
-Buongiorno signorina Frances, la sua colazione è pronta...devo portargliela in camera o preferisce semplicemente consumarla quì?- Mi sorride
Desmond, il maggiordomo di fiducia mentre mi mostra un vassoio enorme che ha tra le mani.
-Mangio quì Desmond, grazie.-
-Come preferisce.-
Dopo aver fatto colazione con la mia solita tazza di thè caldo con l'aggiunta di latte e biscotti glassati, entro nella mia biblioteca situata
nel retro della villa per poter leggere qualcosa.
E' strano come dei semplici libri, possano farmi tornare il sorriso anche quando sembra essersi completamente spento.
Frugando tra i vari scaffali, trovo alcuni romanzi che leggo da quando avevo almeno undici anni e sedendomi sulla poltroncina comincio a sfogliare
un romanzo in particolare.
Immersa nel mio mondo, sento di poter ritrovare me stessa nelle pagine dei libri che leggo.




























Dopo aver pranzato da sola, come al solito, mi ritiro nella mia camera.
Apro di nuovo l'armadio, prendendovi un vestitino rosa in lana, dei collant neri ed una giacca abbastanza invernale
sempre in rosa.
Indossando il tutto e completando l'abbigliamento con dei tacchi abbastanza comodi, osservo la mia immagine riflessa nello
specchio dinanzi a me.
Armeggiando con i trucchi, riesco a disegnare una perfetta linea di eyeliner sulle palpebre degli occhi per poi concludere il tutto
con un lucidalabbra rosso.
Sorrido alla mia immagine con soddisfazione, aggiustando infine la piccola frangia che porto sul viso e prendendo la borsetta che ho
intenzione di allegare all'abbigliamento.
Dopo essermi specchiata per una bella mezz'oretta, esco dalla camera salutando Linda con un cenno di mano e Desmond che mi guarda in lontananza.
Raggiungo la limousine guidata da Max per poi entrarvici dentro.
Max è il mio autista o meglio, l'autista di mio padre.
-Al solito posto signorina Frances?- Mi domanda Max con gentilezza, cominciando a mettere in moto l'auto.
-Si Max, grazie.- Rispondo, per poi guardare fuori dal finestrino il modo veloce ed agile con cui ci stiamo allontanando dalla villa.
Osservando il sole diventare sempre più splendente, non mi ero neanche resa conto di esser arrivata già a destinazione.
Scendo dalla limousine con disinvoltura, per poi salutare Max che verrà a riprendermi stasera stesso.
Chiudo lo sportello dell'auto, avviandomi verso un vicoletto buio che ormai non riesce più a spaventarmi in alcun modo.
Arrivata dinanzi ad un enorme portico che sta per cadere a pezzi, suono al campanello sapendo che Aria verrà presto ad aprirmi.
-Frances! Che bello rivederti!- Sbotta Annie con allegria, sorridendomi con un sorriso a trentadue denti.
-Annie...- Ribatto io con dolcezza, ricambiando il sorriso della mia più cara amica.
Annie ha i capelli biondi, degli occhi verdi davvero folgoranti ed un viso così piccolo e dolce da far intenerire chiunque.
-Entra, che aspetti?- Continua la mia amica, facendomi entrare nell'orfanotrofio di Huntington Beach.
E' un mese che non vengo a trovare quei piccoli orfanelli.
Guidata da Annie, attraverso il lungo corridoio per poi ascoltare il continuo scricchiolio del legno fragile che sta entrando in contatto
con i miei tacchi.
Le mura, ricoperte da disegnini allegri e polvere, mi trasmettono la solita sensazione di angoscia.
-Sei mancata molto ai bambini...specialmente ad Hope...-
-Avrei dovuto immaginarlo...-
Annie apre velocemente una porta in legno che mi porterà tra le braccia di quelle creature.
Vengo improvvisamente travolta da una valanga di emozione e sorrisi che mi sono mancati fin troppo.
Tutti i bambini, nella camera, corrono verso di me per potermi abbracciare. Mi inginocchio a loro per riuscirli ad abbracciare tutti.
-Frances! Sei tornata da noi!- Urla Janice con allegria, stringendomi forte.
-Io non me ne sono mai andata piccoli miei...- Sussurro ai bambini mentre osservo i loro volti stanchi e rigidi.
-Verrai a trovarci anche domani, vero?- Continua Josh, un bambino di colore.
-Certo che verrò!- Esclamo con felicità, per poi sorridere ad Hope che come al solito è rimasta in un angolino nella speranza che io vada a 
salutarla.
Accarezzando tutti i bambini, dal primo all'ultimo, avanzo verso la piccola Hope. 
-Non sei felice di vedermi Hope?- Le sorrido, vedendola giocherellare con una bambolina in pezza.
Hope è una bambina molto silenziosa e tranquilla...forse un pò troppo. Difficilmente riesce ad interagire con i suoi amici e difficilmente
si lascia avvicinare dalle persone.
Colpa del trauma che ha vissuto all'età di quattro anni.
-Si...- Mi risponde Hope con una vocina dolce e tranquilla mentre mi lascia un bacio sulla guancia.
Hope ha i capelli neri, gli occhi azzurri ed è così piccola da sembrare uno scricciolo.
-Mi sei mancata tanto, lo sai? O meglio, mi siete mancati tutti!- Sbotto portando il mio sguardo anche verso quello degli altri bambini. I loro
visi dapprima sciupati, adesso sono perfettamente allegri. 
Ogni fine settimana vengo quì a trovarli portando loro qualche indumento caldo e del buon cibo preparato dai miei stessi chef. Ogni settimana, 
dono dei soldi per questi piccoli angioletti che hanno bisogno di cure e specialmente di una famiglia...
La mia amica Aria lavora quì ed ogni settimana mi aggiorna sul da farsi. Purtroppo questo luogo cade a pezzi, ma donando una metà del denaro
di famiglia sono sicura che riusciremo a regalare una vita a questi bambini. 
Loro sì che hanno un bisogno esasperato di sorridere.
Mentre comincio a coccolare i bimbi, Aria mi fa un cenno di mano, facendomi capire di doverla seguire nella sala accanto.
Nella sala accanto, ovvero una cucina che non può esser neanche considerata tale, Aria comincia a parlarmi porgendomi una tazza di caffè.
-Allora, come mai quest'assenza? Sei riuscita a diplomarti?- Borbotta Aria con la sua solita ed innata dolcezza, sedendosi di fronte a me
e sorseggiando anch'essa del caffè in mia compagnia.
-Come sai, sin da bambina ho ricevuto lezioni private a casa senza dover frequentare un vero e proprio liceo. Tuttavia, con il professor Colin
mi sono trovata davvero bene e lui stesso mi ha sottoposto ad un esame. E' stata dura, ma sono riuscita a diplomarmi nonostante sembrasse
che stessi antipatica ad una professoressa esterna. E' andata bene.-
-E' per questo motivo che non sei più venuta?-
-Si...ti avevo già detto che sarei stata impegnata con gli studi...ma adesso sono quì ed aiuterò questi bambini a vivere una vita fatta di
spensieratezza e gioie.-
-Sò che lo farai, ti conosco ma...sei sicura che non sia accaduto nient'altro?-
-Perchè me lo chiedi?-
-Oh andiamo. Ti conosco da tempo ormai ed ho imparato a leggere in quegli occhioni che ti ritrovi!-
-In realtà è accaduto qualcosa...-
-Lo sapevo! Hai conosciuto qualcuno?-
-Annie, devi promettermi che non ne farai parola con nessuno...è una cosa troppo seria per poterci scherzare sù.-
-Mi stai spaventando Fran...sei sempre stata una combattente!-
-Sappi allora che ieri mi sono lasciata baciare da uno sporco criminale!-
Aria sbarra gli occhi, incredula quasi quanto me.
-Tu hai fatto cosa!?-
-Aria, è stato uno sbaglio. Ero al parco e stavo leggendo alcuni drammi scritti da Shakespere e all'improvviso sono caduta in un sonno profondo.
Due ragazzi, mi hanno rapita per poi portarmi in un covo di gentaglia! Ti rendi conto che mi sono risvegliata in uno scantinato a dir poco
igienico e pieno di topi?-
-Due ragazzi? Okay, quì ci vuole una bella denuncia!-
-Non credo possa servire...-
-Ma Fran, ti hanno rapita!-
-Non intendevo quello...i due ragazzi sono morti.-
-M...morti!? Ma, come?-
-Sono stati uccisi da dei loro stessi complici...o meglio, da un loro complice.-
Annie comincia a tremare, non riuscendo neanche più a parlare. Come biasimarla...
-Frances, non ti hanno fatta del male, vero?-
-Per fortuna no...ma solo perchè non ero io la ragazza che cercavano. E' stata l'esperienza più brutta della mia vita ed io stessa non credo
di voler ricordarne i dettagli...-
-Fran, spiegati ti prego!-
-Il criminale che mi ha baciata è colui che ha ucciso poi i due ragazzi! E' stato orribile...per non parlare poi degli schizzi di sangue
situati sul mio vestito.-
-Vorresti dirmi che ti sei lasciata baciare da un assassino?-
-Shh, non urlare per favore! E' andata così ed ora non sò neanche io cosa mi stia accadendo. Non faccio altro che pensare a quegli occhioni
e a quelle labbra così piccole e sottili che baciavano così bene...per quanto avrei voluto dimenarmi, non sono riuscita a fermare quella strana
attrazione che ho provato. Non mi era mai accaduto nulla del genere...eppure, adesso mi sento una completa stupida! All'inizio avevo pensato
di assecondare la richiesta del ragazzo per paura di ciò che avrebbe potuto farmi se mi fossi opposta ma poi...ho cominciato a provare dei brividi
a dir poco inauditi!-
-Fran, smettila di parlare in questo modo, mi spaventi...-
-Annie io...sono stata una stupida ma...non riesco a non pensare a quel bacio. Tuttavia, sò che non incontrerò mai più quelle persone
nel resto della mia esistenza e la cosa mi fa star meglio.-
-Devi denunciarli Fran!-
-Vorrei, ma non posso dato che non mi hanno strappato neanche un capello. Buon per loro, avevo appena fatto lo shampoo!-
-Sei senza speranze amica mia.-
-Lo sò.Ah, quasi dimenticavo...tra un pò arriverà Mike con del cibo per i bambini ed alcuni giocattoli nuovi.-
-Sei una snobbettina del cazzo...ma ti adoro.-
-Oddio, hai appena detto una parolaccia?-
-Ma và?-
-E' inaudito!-
Annie comincia a ridere ed io l'assecondo come mio solito. Ha un sorriso decisamente contagioso questa ragazza.
































1.00



Un rumore assordante, mi fa sbarrare gli occhi nel cuore della notte mentre mi stringo al mio stesso cuscino.
Mi alzo velocemente dal letto e con un pò di coraggio, provo ad aprire la porta della mia stessa camera. 
Passo velocemente la mia testa sia verso destra che verso sinistra per poter verificare che sia tutto apposto. 
Impaurita, torno a letto, ricordandomi di esser completamente sola.
Maledetto quel giorno che mio padre comprò una casa accanto alla nostra villa e la intestò ai domestici e alle altre persone che lavorano
quì. Dopotutto, anche loro hanno bisogno della loro privacy e la loro casa è comunque una villa di proprietà che a noi non è mai servita.
La notte solitamente, Linda mi saluta come il resto dei domestici e mi raccomandano di non aprire agli sconosciuti e di non combinare guai
in loro assenza. Mi hanno forse preso per una bambina?
Provo a chiudere i miei occhi, ma li riapro subito sentendo ancora uno strano rumore, questa volta più assordante provenire dal piano inferiore.
Il rumore di qualche vaso caduto a terra o di qualche oggetto che è stato appena distrutto.
Coraggiosa ma allo stesso tempo timorosa, scendo di nuovo dal letto ed esco con decisione dalla camera guardandomi ancora intorno.
Quì almeno, sembra tutto normale. 
A piedi scalzi, continuo ad avanzare lungo il corridoio per poi scendere le scale ed avanzare verso il piano inferiore.
Passo per passo, mi rendo conto di quanto possa essere fifona e timorosa. Infondo si sà...il mio lato da snobbettina è un semplice modo
per difendermi. 
Arrivata al piano inferiore, continuo ad avanzare lungo il corridoio che nel cuore della notte sembra esser diventato ancor più lungo.
Quasi tremante, prendo il primo vaso che mi capita dinanzi agli occhi, ricordando di poterlo buttare addosso a qualcuno che probabilmente è entrato
in casa. Non sono sola...è come se sentissi la presenza di qualcun altro quì.
Più ansiosa che mai, cammino lungo il corridoio arrivando poi davanti al salotto di casa completamente distrutto. Tutti gli oggetti di valore
inestimabili sono stati letteralmente distrutti, per non parlare poi delle collezioni di macchinine d'epoca a cui mio padre tiene tantissimo.
Sto per urlare, ma qualcosa me lo impedisce.
-Se ti azzardi anche solo ad urlare, non esiterò a premere questo fottutissimo grilletto.- Borbotta una voce non ben definita alle mie spalle,
mentre sento il ferro metallico entrare in contatto con il tessuto caldo del mio pigiama.
Deglutisco, gettando a terra il vaso senza neanche rendermene conto. 
Il rumore assordante del vaso frantumato a terra, in mille pezzi, mi fa spaventare ancor di più.
Resto immobile, per poi vedere dei ragazzi cominciare a prendere degli oggetti ancora intatti per poterli riporre in alcuni borsoni.
No...non possono essere...
-Felice di rivedermi piccola?
Come immaginavo. 
Il solito sorrisino beffardo, i soliti occhioni color nocciola ed il solito sguardo da stronzo che lascia a desiderare.
Non riesco a parlare, voltandomi poi verso il ragazzo che continua a tenere puntata la pistola contro la mia schiena.
E' quel...Teck...Rev? Si, insomma, quello.
Gates si avvicina a me, lasciando scivolare un dito verso il mio mento per poter alzare il mio stesso volto contro il suo.
-Non mi tocchi!- Dico agitando il mio volto per evitare che lui potesse continuare ad infastidirmi.
-Ieri non la pensavi così piccola...cosa c'è, adesso ti faccio paura?- 
Smettila di guardarmi in questo modo. Smettila di guardarmi e basta.
Non rispondo neanche questa volta, capendo che probabilmente non mi avrebbero risparmiata.
-Tuttavia...io e te possiamo divertirci in un altro modo...-
Gates prende un pugnale dalla tasca dei suoi jeans per poi portarmelo sul collo. Il contatto con l'acciaio freddo mi fa rabbrividire mentre sbotto
un piccolo gemito dalla mia bocca.
Un gemito sommerso dalla paura che sto provando in questo preciso istante. Mi avrebbe uccisa. Questa volta,  non posso scappare.
Gates armeggia ancora con questo fastidioso pugnale, per poi tagliare via tutti i bottoni del mio pigiama. 
Ha davvero intenzione di...spogliarmi?
Arrivando all'ultimo bottone però, qualcuno richiama la sua attenzione.
-Brian, guarda quì! Questo è davvero un quadro di valore inestimabile! Che ne dici?- Borbotta il nanetto con la cresta che era in loro
compagnia anche ieri. Gates...o forse Brian, sbuffa per poi voltarsi verso l'amico per annuire alle sue parole.
A questo punto, Brian si allontana dal mio corpo dandomi finalmente una possibilità in più per respirare.
-Prendete tutto quello che trovate.- Ordina poi Gates in tutto il suo fascino aiutando poi il ragazzo dagli occhi cristallini.
Gli altri continuano a mettere gli oggetti di proprietà in alcuni borsoni senza neanche guardarmi. Rev continua a minacciarmi con la sua pistola
ed io sento di esser stata derubata del mio onore!
-Cosa c'è ragazzina, stasera non hai niente da dirci?- Mi istiga Matt, mostrandomi per la prima volta i suoi a dir poco bellissimi occhioni verdi.
Forza Frances, un pò di coraggio...
-Come osate voi, entrare in casa mia nel cuore della notte e derubarmi del mio onore?- Sbotto con cattiveria, vedendo la mascella di Brian cominciare
a contorcersi. Brutto segno.
-Senti puttanella, ti conviene restare in silenzio.- Sbotta il ragazzo dagli occhi cristallini, sorridendo come un vero e proprio idiota.
- Lei mi ha davvero chiamato in questo squallido nome? Faccio fatica io stessa a pronunciarlo!-
-Zacky, credo che tu sia diventato gay.- Ghigna Matt, dando una pacca amichevole sulla spalla dell'amico.
-Hey Gates? Perchè non te la scopi? In questo modo, forse, resterà buona buona!- 
Senza pensarci sù ulteriormente, calpesto con forza il piede di Jimmy per le parole che ha appena pronunciato. Come si può essere così meschini?
Sentendo il ragazzo gemere dal dolore, prendo velocemente la pistola dalle sue mani per poi porgergliela contro.
Il ragazzo continua a saltellare per la casa con un piede tra le mani mentre gli altri smettono improvvisamente di riporre gli oggetti nelle borse.
Gates, mi fissa semplicemente con uno sguardo divertito.
-Mani in alto o sparo!- Minaccio mentre continuo a tremare tenendo la pistola tra le mani.
Zacky,Matt e l'altro ragazzo annuiscono mentre Brian si limita a ridermi in faccia.
-Anche tu!- Sbotto poi verso Brian, vedendolo ridere ancor di più.
-Cosa c'è piccola, non utilizzi le "buone maniere" con me?- Ghigna ancora Gates avvicinandosi sempre di più a me.
-Non meriti niente. Una persona così spregevole come te merita solo di giacere all'inferno!- Urlo sentendo le lacrime pungermi negli occhi.
-Questa troia mi ha calpestato un piede!- Urla anche Jimmy, riferendosi ancora a me.
-Tra un pò non potrà fare neanche questo.- Risponde Gates, rivolgendomi uno sguardo colmo di rabbia.
Sussulto, cominciando ad indietreggiare.
-Non ti avvicinare.-
-Altrimenti?-
-Altrimenti...ti sparo una pallottola diritta in testa.-
-Non lo farai.-
A quelle parole piene di convinzione, mi sento mancare qualcosa.
Cosa mi prende adesso? Perchè sento di non potercela fare?
-Non mi conosci. Posso farlo.-
Brian, alle mie parole, si avvicina ancor di più ed io sento di poter quasi svenire per colpa di tutta questa vicinanza.
Gli occhi prima pieni di rabbia, adesso sono diventati completamente...tristi.
Forse, sarà solo una mia impressione...
Con velocità gli punto la pistola sulla fronte mentre avrei una voglia esasperante di piangermi addosso.
-Allora fallo. Fallo adesso. Un colpo e dopo non ci penserai più.-
Mi sta incitando ad ucciderlo?
Non rispondo, vedendolo inumidirsi le labbra per ricominciare a parlare.
-Sparami.- Continua con decisione, togliendo la sicura dalla mia stessa pistola per poi ridarmela.
E' pazzo.
-Vuoi davvero farti uccidere?- Gli domando quasi balbettando.
-A chi vuoi che manchi un assassino.-
Dopo alcuni minuti di riflessione, abbasso la pistola per poi lasciarla cadere a terra. 
Soddisfatto, Brian mi sorride per poi far cenno ai ragazzi di andarsene. 
Respiro a fondo, sentendo di poter svenire da un momento all'altro.
Gli altri escono velocemente dalla finestra con le borse piene di oggetti di gran valore. Brian invece, si ferma accanto alla finestra per poi
rivolgermi un altro sguardo, questa volta più intenso.
-Ci si vede piccola.- Ed ecco che con un ultimo sorriso pieno di malizia, Briann sparisce con il resto dei suoi complici.
Fisso per alcuni minuti la finestra, per poi cadere a terra per poter affogare tutta la mia rabbia, la mia paura ed il rancore in un pianto che non 
avrà un lieto fine.













































NOTE DELL'AUTRICE.

Ed eccomi quì con il seguito! Mi dispiace se a molte il prologo non sia piaciuto
ma ho fatto del mio meglio, credetemi. Ci tengo a precisare che nel capitolo precedente, Frances si lascia
baciare da Brian perchè ne rimane completamente infatuata. Ognuno ha il suo carattere no? :)
Comunque, ringrazio le mie lettrici per i bei consigli e credetemi che ne farò tesoro! Grazie mille!
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto...ed ovviamente, fatemelo sapere con una recensione.
Io vi aspetto chiaro!? <3
Un bacio e buona serata a tutti lettori! 
xoxo



-SynysterIsTheWay
   
 
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