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Autore: ryoko    13/11/2013    0 recensioni
Il finale, secondo me. Ne ho immaginato uno che chiudesse il cerchio... Ho citato quindi diverse frasi del manga originale, proprio per dare un'idea di risoluzione definitiva. Tutti i nodi vengono al pettine, e i sentimenti di Naruto e Sasuke vengono a galla. Ho riabilitato Sakura senza averne la minima intenzione. Sarà che sotto sotto voglio bene anche a lei... Ma è più probabile che le sia semplicemente dovuto, persino da parte di Kishimoto. E che quindi mi sia venuto naturale.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Team 7 | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Si trovavano lì, ancora una volta. L’uno di fronte all’altro, a fissarsi, nella Valle dell’Epilogo. Diversamente dall’ultima volta, non c’era traccia di rabbia o delusione. Tanto negli occhi di Naruto quanto in quelli di Sasuke. Negli occhi di quest’ultimo, in particolare, era riflessa un’emozione potente, preponderante, e confusa. Sasuke trattenne le lacrime. Naruto si accorse di quanto fossero diverse dalle lacrime a cui si era abituato nei propri sogni: quelle lacrime rosse, intrise d’odio, adesso erano allo stesso tempo limpide e tempestose, come il mare in inverno. 
Sasuke… “ sospirò, ostentando poi un falso sorriso, “… Qualcosa non va? Avevi detto che saresti stato tu il primo!”
“Il primo… Ad uccidere, vero?” Sakura, a diversi metri di distanza, trattenne il fiato. Una platea silenziosa ed inquieta si era riunita al limite della Valle ed osservava inerme uno scontro a cui non avrebbe mai desiderato assistere. Lei ne faceva parte, ma sentiva che sarebbe stata l’unica ad applaudirne il termine. Forse, finalmente, aveva cominciato a capirli. Pur essendo certa delle ripercussioni che l’esito avrebbe avuto su di lei, aveva deciso di appoggiare quello spettacolo che, non fosse stato per una certa promessa mortale, sarebbe stato un successo. Perché lo doveva ad entrambi.
“Parli proprio come se questa fosse una normale sfida tra normali ninja di Konoha” disse Sasuke, alludendo ai loro precedenti scontri. Ghignò: la delusione era tornata a bruciare sotto la pelle. Non aveva mai voluto che la loro sfida fosse comune. Né tantomeno che fosse una sfida.
“La nostra non è mai stata una normale sfida tra ninja di Konoha, Sasuke.”
Colto alla sprovvista, Sasuke sgranò gli occhi. Fece per parlare, ma Naruto lo interruppe:
“Scusa se non l’ho capito subito. Con il tempo, ho cominciato a sospettarlo. Ma il nostro contatto della scorsa volta me l’ha confermato…”. Notando un Sasuke visibilmente scosso, Naruto fece una pausa, per poi proseguire.
“Il nostro è un legame davvero speciale, e anche tu lo sentivi. Per anni ho creduto che il mio fosse un sentimento univoco, non ricambiato. Ma adesso so che non è così. Se hai voluto che i nostri pugni si incontrassero, è stato solo per assecondare me che credevo che tu non mi avessi riconosciuto. Ma non era così. Quanto sono stato stupido, neh?”
A quel punto Naruto sorrise, e comprese che mantenere la promessa sarebbe stato difficile. Il suo cuore si era fatto pesante, e forse non si sarebbe rivelato capace di sostenerla.
“Non sei stato stupido.“ribattè Sasuke, cercando di assumere un tono canzonatorio, “Sei stato un coglione [=usuratonkachi]!”
L’Uchiha stava evidentemente tentando di alleggerirla. Ma era consapevole – lo erano entrambi – di essere lui stesso l’origine di quel peso. La risata di Naruto eccheggiò nell’ambiente, e tutti ammutolirono. Anche Hashirama e Madara, nell’immobilità delle loro statue, parvero unirsi a quel coro silenzioso.
“Sei grande, Sasuke. Ed è proprio perché sei grande, che ti devo la sincerità più totale. Mi piacerebbe chiarire anche sui miei sentimenti. Quindi… Beh…
L’Enneacoda arrossì ed il suo viso si contrasse nello sforzo di esprimersi. Cominciò a gesticolare, imbarazzato e teso come una corda di violino, nella speranza che il linguaggio del corpo fosse di aiuto. Guardò infine Sasuke, ed azzardò un tentativo:
“Sono sempre stato confuso su ciò che provavo per te… Non sono mai riuscito a fare distinzioni, e credo che questo sia dovuto al fatto che, come mi hai sempre rinfacciato tu, non ho mai avuto genitori, fratelli, o veri legami all’infuori di te. Non so perché, ma non riesco a pensare a Shikamaru come penso a te. Né a pensare a Sakura come penso a te. Shikamaru è un amico. Di conseguenza, tu non lo sei. Mi sono sorpreso a pensare più a te che a Sakura – in verità non hanno fatto che ripeterlo da anni, ma dato che la gente tendeva ad infierire su di te ho cominciato ad ignorarla -… Perciò ho capito di non essere innamorato di Sakura. Ho letto su dei libri – che mi ha prestato Sai – che generalmente si tende a dare la priorità a chi si ama… Quindi.. Beh…
Narutò parve giunto ad un impasse. Furono udibili solo certi inconcludenti balbettii.
“Sei ripetitivo, perdente [=dobe]! Ti avverto, sto perdendo la pazienza!” fece Sasuke, ma non risultò convincente. Persino Sakura se ne accorse: in quel momento, Sasuke fu incontenibilmente felice. E fu felice per un unico motivo: aveva appena avuto la prova che Naruto tenesse lui almeno quanto lui stesso teneva a Naruto. Difatti, la vera reazione del moro non tardò ad arrivare. Incapace di impedire alle lacrime di scorrere copiose lungo le proprie guance lattee, Sasuke digrignò i senti, gridò
Ti amo [=aishiteru, lo stesso aishiteru di Itachi]!”
E scoppiò in singhiozzi. Pur essendo eretta in una postura perfetta, la sua intera figura parve attraversata da scariche elettriche che nulla avevano a che fare con il chakra. E il cuore di Naruto fu sul punto di sfondargli la cassa toracica.
Stranamente, nessuno degli “spettatori” mostrò sconcerto. Ci fu solo sorpresa, e non tanto per la dichiarazione in sé, quanto per chi l’aveva pronunciata. Sakura si coprì il viso, colta da un’improvvisa fitta di dolore. Qualcuno le cinse le spalle, avvolgendola con le braccia. Pensò che si trattasse di Kakashi. La vista annebbiata dalle lacrime, scorse i lineamenti di Sai. L’immagine della morte del maestro le apparve davanti agli occhi, ed ex abrupto giunse anche la consapevolezza di quella - imminente - di Naruto e Sasuke.
“Tranquilla, Sakura. Ci siamo noi”
La vocina di Hinata, rotta dal pianto, le giunse all’orecchio con un certo ritardo. Era in piedi, dietro di lei. Ci siamo noi, non Andrà tutto bene.
“Grazie, Hinata”.
Naruto, in piedi sulle acque tranquille della Valle, rise sguaiatamente e sinceramente.
“Mi hai tolto le parole di bocca, lo sai? Sei incredibile, Sasuke. Dopo così tanto tempo, però… Se ti avessi rivolto la parola quando eravamo bambini, forse non saremmo arrivati a questo punto. Mi dispiace. Ma è nostro dovere, adesso.”
A quest’ultima affermazione, Sasuke si riprese. Si asciugò malamente le lacrime, in fretta, come se il tempo a loro disposizione fosse improvvisamente scaduto e fosse rimasto spazio solo per i pugni.
Arrivo!” gridò, correndo verso il biondo e caricando il suo chidori.
Ti sto aspettando” sussurrò Naruto, raggiante, spalancando le braccia e preparandosi all’impatto.

***

Naruto gli stava dando la mano. Sasuke la stringeva. Sentiva un calore assoluto, ultraterreno. Non riusciva a vedere distintamente i lineamenti dell’altro, ma il suo sorriso restava solare, accecante. Forse più del solito. All’improvviso la stretta di Naruto si fece più debole, fino a diventare evanescente. Il suo viso splendente cominciò ad allontanarsi. Sasuke, sconcertato, fece per toccarlo. Ma le dita attraversarono quel calore e, frustrato il contatto, percepirono un freddo improvviso.
Naruto! Aspetta!” gridò Sasuke, ma Naruto parve non udirlo e continuò a sorridere e ad allontanarsi.
Naru-
Sasuke avvertì una brezza umida e spalancò le palpebre. La consapevolezza di essere vivo ebbe l’effetto di una sferzata in pieno petto. Si alzò a sedere e si guardò attorno. Ciò che vide non gli piacque. Tutti erano fastidiosamente attorno a lui, con il terrore negli occhi. Ma soprattutto, Naruto non era più.
“Non è possibile!” fu il commento scioccato di Ino.
Non uccidere mai Naruto. Potresti pentirtene!
La rabbia e il dolore che Sasuke aveva tentato di sfogare ed estinguere in quello stesso scontro riemerse e riarse con rinnovata violenza. L’urlo che scaturì dal suo petto atterrì i presenti e li indusse ad allontanarsi.
“Moriremo insieme. Questo, avevi detto. Era una promessa!” gridò, gettandosi su Naruto e scuotendolo senza alcuna riserva. “Perché sono ancora vivo?”
Allora Tsunade si fece largo fra gli astanti e parlò:
“Forse Naruto ti ha lasciato in vita perché tu prendessi il mio posto di Hokage. Uccidendo Naruto hai distrutto i biju, sei diventato un eroe ed hai riscattato il nome degli Uchiha. Perciò, ne avresti tutto il diritto.”
“Credi che me ne freghi qualcosa, vecchia?” sputò Sasuke, la follia nello sharingan. “Tu non puoi capire. Voi non potete capire! Questo riguardava solo me e Naruto! Senza di lui... Se io sono qui…”.
Mentre il monologo di Sasuke si perdeva nel vuoto, la disperazione prese il sopravvento. Quella era una solitudine che non sarebbe mai stato capace di sopportare. Nemmeno la tanto agognata riabilitazione del clan gli parve sufficiente. Gli parve, anzi, di essersi macchiato di una nuova colpa. Cercò di evocare del chakra, invano. Aveva esaurito tutte le forze nel combattimento, quindi optò per Kusanagi. Inginocchiatosi, rivolse la lama al proprio stomaco.
“Fratello mio, avevi ragione… Non sei stato la mia unica guida. Naruto ha sempre illuminato il mio cammino… Tornerò ora sui miei passi e lo raggiungerò. Questa volta per sem-“.
Sasuke s’interruppe, notando che Sakura si era accostata a Naruto. La noncuranza con cui gli mise le mani addosso infiammò Sasuke.
“Che cazzo fai?” strillò, fuori di sé, tentando di strattonarla via. “Togligli le mani di dosso!”
“Toglimi tu le mani di dosso” mormorò Sakura e, senza alcun preavviso, lo colpì con tutta la forza che aveva in corpo, scaraventandolo a diversi metri di distanza.
Shikamaru ebbe un’illuminazione, ed i più basirono vedendolo colto da un panico apparentemente immotivato. “Sakura, non farlo!”
Sasuke la raggiunse e fece per colpirla, ma il sorriso della ragazza lo spiazzò.
“Non preoccuparti, Sasuke. Non sto facendo nulla di male. Adesso che sono al vostro livello, voglio rendermi utile. Avevo promesso a Naruto che non sarei più stata una palla al piede. Ma non lo faccio per lui. Questo è per te, Sasuke”.
Si accasciò all’istante.  Un mormorio concitato si diffuse nella folla. Poi, inaspettatamente e repentinamente, Naruto aprì gli occhi. L’espressione confusa di Sasuke fu la prima cosa che vide.
Sasuke…” chiamò il biondo, scombussolato. Sasuke, sopreso ed eccitato, accorse al suo capezzale.
Naruto!” esclamò, la voce spezzata. “Sei vivo!”
“Vivo? Io non capisco…”. Poi, la verità gli attraversò la mente. “Oh…No… Sakura!”
“Dici che è stata lei?” domandò Sasuke, voltandosi verso la compagna. Si accorse che era ancora distesa per terra. Ebbe uno strano presentimento, ma decise di ignorarlo.
I singhiozzi di Ino suonarono come un campanello d’allarme, e il Questo è per te, Sasuke di Sakura riecheggiò nel suo cervello. Alla fine, Sasuke comprese.
“Grazie, Sakura”. Non potè far altro che ringraziarla. E questo grazie fu diverso da quel grazie. Stavolta non ci fu alcuna sfumatura di pietà o compassione. Stavolta fu non solo dovuto, ma anche sentito.

















  
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