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Autore: yellowloid    13/11/2013    4 recensioni
[ RanMasa | fluff | questi due ragazzi sono secchesi, aw ♥ | prompt: Macine ]
Perché io amo le Macine. E i biscotti. E la RanMasa. ♥
‘Diede un ultimo
sguardo al mare
di latte sottostante,
e si tuffò.

Spero davvero che vi piaccia, mi ci sono impegnata tanto. c:
Magari lasciatemi una recensione, mh? ♥
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: IbbyKiseki { la sottoscritta, Kis-chan ♥ }

Titolo: Macine. ~ Un modo meraviglioso per iniziare la giornata. {O forse no.}

Pairing: RanMasa. Perché ne ho bisogno. ouo E perché liamoliamoliamo. ♥♥♥♥

Parole: narra Word che siano 1.255, maiononmifiderei.

Note: in fondo. c:

 

 

Macine. ~ Un modo meraviglioso per iniziare la giornata.

{O forse no.}

 

L’odore del caffè che aveva preparato per il fidanzato si confondeva con il lieve odore del tè in bottiglia nella sua tazza, creando una miscela di aromi che Masaki non sopportava.

Stupido Kirino, e stupida la sua passione per il caffè di prima mattina. Kariya non riusciva proprio a capire come facesse il suo ragazzo a bere quella robaccia proprio per colazione, e per di più a non metterci almeno cinque cucchiaini di zucchero. Lui ne avrebbe messo una decina, dato che odiava il sapore amaro di quella bevanda e, in generale, odiava i gusti amari.

Al contrario di Kirino, Kariya era, sin da adolescente, abituato a bere del tè al limone per colazione; ma non di quei tè in bustina da mettere nell’acqua calda: quelli li odiava, perché recuperare la bustina a volte era un suicidio.

Semplicemente, comprava il tè in bottiglia, di quelli che si possono bere come bibita fredda o cose così.

Il tè, poi, gli piaceva freddo, a volte anche ghiacciato. I mal di pancia che gli venivano dopo aver bevuto un pezzo di ghiaccio simile a un ghiacciolo al tè erano dettagli.

Guardò il contenuto della sua tazza: il freddo liquido dall’odore dolciastro che conteneva rimaneva impassibile a qualunque cosa accadesse. Infatti, al contrario di Masaki, il tè rimase fermo quando Kirino fece il suo ingresso trionfale nella stanza.

-… Buongiorno…- mormorò, con voce armonica seppur impastata dal sonno tormentato.

-Uhm, buongiorno.- rispose Masaki, trattenendo a stento le risa. Il suo ragazzo sembrava piuttosto scosso dalla nottata, e non era per quel che avevano fatto: quella notte sia il rosa che il turchese erano rimasti al proprio posto, avevano semplicemente dormito abbracciati l’uno all’altro. Però Ranmaru aveva un aspetto pessimo. I capelli rosa sciolti dai soliti codini gli ricadevano sulla schiena, alcuni ciuffi corti gli incorniciavano il viso.

Delle lievi occhiaie gli contornavano gli occhi color cielo, creando un contrasto di azzurro-viola -o qualunque colore fossero le occhiaie-. A Kariya, però, la voglia di ridere passò presto, quando alzandosi per andare a prendere i biscotti che avrebbe dovuto mangiare a colazione vide che Kirino non si reggeva in piedi, le gambe gli tremavano.

-Che hai?- chiese, nascondendo la preoccupazione.

-Niente, niente.-

-Sicuro di stare bene? E’ successo qualcosa?-. Quando Masaki iniziava a fare domande, era difficile che smettesse così facilmente. Ancor di più se quelle domande riguardavano il suo senpai preferito.

Kirino sembrò alterarsi. Non gli piaceva ricevere troppe attenzioni, non ci era mai stato abituato.

-Ho detto di no.-. L’insolita freddezza della sua voce fece zittire il ragazzo dai capelli turchesi, che prese i biscotti dal mobile dove li teneva e tornò a sedersi, spostando lo sguardo dal pavimento al fidanzato. Si sentì quasi mortificato, pensando che magari era colpa sua se Ranmaru era isterico, quella mattina.

Masaki osservò dal suo posto a tavola Kirino che bisticciava con la sua tazza, cercando di asciugarla da dentro con un panno. A un certo punto gli scivolò e cadde a terra, frantumandosi in decine di cocci appuntiti. Kariya si alzò di scatto, sperando con tutto il cuore che il ragazzo non si fosse fatto male. Lo sentì imprecare contro l’oggetto rotto, per poi accucciarsi a terra per raccoglierne i cocci.

Il turchese decise di non intervenire: sarebbe servito solo a meritarsi un altro urlo da parte di Ranmaru, e sinceramente non ci teneva. Così, si sedette di nuovo e iniziò a mangiare i suoi biscotti.

Preso dalla noiosa quiete del momento -a parte le imprecazioni di Kirino-, Kariya iniziò a leggere quel che c’era scritto sulla confezione di biscotti.

In alto c’era la marca, e al ragazzo parve un po’ troppo appariscente quel marchio decorato. Poi si notava una scritta in corsivo: ‘Questa storia inizia con…’.

Leggendo più in basso, si notava il nome della tipologia dei biscotti, ‘Macine’, e ancora più in basso c’era una frase senza senso, ma che dava un’impressione di armonia. Tutto per vendere di più, forse.

‘Diede un ultimo

sguardo al mare

di latte sottostante,

e si tuffò.’

L’ultima parola era fastidiosamente evidenziata in grassetto, chissà perché, si chiese Masaki.

In fondo, però, non era così male come presentazione. Certo, quell’immensa M della parola ‘Macine’ poteva essere evitata, così come i fiori colorati nel marchio.

Mentre masticava un pezzo di biscotto, Kariya concentrò di nuovo il suo sguardo verso Kirino, e notò che il ragazzo dai capelli rosa si era seduto al tavolo, di fronte a lui. Si era fatto i codini alla bella meglio e ora aveva un’aria relativamente più presentabile. Al posto della tazza frantumata, si era arrangiato con un bicchiere di vetro, e ora sorseggiava il caffè in una sorta di calma dopo il terremoto.

Kariya frugò di nuovo nella confezione di biscotti e afferrò un altro biscotto, portandoselo alla bocca e mordendone una parte. Assaporò per bene quella fetta di paradiso, beandosi della sua dolcezza e, nonostante tutto, semplicità.

Oh, le Macine gli piacevano così tanto. Erano forse i biscotti che preferiva.

Kirino prese improvvisamente parola, interrompendo la trance in cui era finito Masaki.

-Ho dormito male. Tutto qui. Scusa se prima ti ho risposto male.- disse, e sorrise. Kariya dovette fare di tutto pur di non arrossire. Ma i suoi tentativi furono vani: quel sorriso lo faceva sempre instupidire, seppur non volesse ammetterlo.

-Oh, non fa niente… Piuttosto, Kirino, ti piacciono le Macine?- chiese poi il turchese, ingoiando l’altra parte del biscotto e frugando di nuovo nella confezione, afferrandone un altro.

-Eh?- chiese a sua volta Ranmaru, sinceramente confuso nel sentire la domanda del ragazzo. Masaki si portò il biscotto forato al centro davanti all’occhio ambrato.

-Vedi, secondo me sono buonissime. E poi la loro forma così perfettamente tonda è bella, no?-.

Kariya sorrise, inclinando leggermente il capo di lato. Kirino, riflettendo sulla domanda incoerente che il suo ragazzo gli aveva fatto, non si accorse che il turchese si era alzato, gli si era seduto in grembo e gli aveva avvicinato un biscotto, tenendolo di fronte a uno dei suoi occhi azzurri.

-E’ una bella idea che siano forati al centro. Così i tuoi occhi sembrano ancora più luminosi… Senpai.-.

Oh, Kami. Era da quando si erano messi insieme che Masaki non usava più quell’appellativo per chiamarlo; al massimo si limitava a ‘Kirino-san’ o ‘Ranmaru-kun’, e quell’affermazione improvvisa fece arrossire vistosamente il ragazzo dai capelli rosa.

-Masaki…- riuscì a bisbigliare, anche se la sua voce risaltò, per quanto bassa, nel silenzio della cucina.

-Non è vero, senpai? Secondo me hai degli occhi bellissimi.- affermò con sicurezza e malizia il ragazzo dagli occhi ambrati, facendo arrossire ancora di più il grande.

Stupido Masaki, farebbe di tutto per farmi imbarazzare… Lui e il suo umorismo sadico. pensò Kirino.

-Kariya, ricordati che stanotte non ho dormito. Se provi a farmi qualche scherzo, giuro che io ti…-. Ranmaru non riuscì a finire la frase, Masaki si era avvicinato e ora lo stava baciando. Così, semplicemente e con dolcezza, a stampo.

-M-Masaki!- esclamò, quando il più piccolo si accoccolò sul suo petto, sorridendo leggermente e chiudendo gli occhi. Sembrava si stesse rilassando così tanto…

-Ehm, comunque sì, mi piacciono le Macine.- disse Kirino, rispondendo alla domanda di prima.

Kariya non rispose subito, no. Si strinse di più al petto del suo ragazzo, sistemandosi meglio sulle sue ginocchia, e poi fece un ghigno diabolico, che il rosa non notò. Masaki sospirò, continuando a tenere gli occhi chiusi, rilassato.

-Allora va a comprarle, le ho appena finite.- disse il turchese, calmo.

E qualche secondo dopo si ritrovò dolorosamente sul pavimento.

-Kariya! Te l’avevo detto che avevo dormito male!-.

 

 

Ice creaaaaam {and biscuits}.

Ok-- questa RanMasa era sul mio computer da almeno un mese, ovviamente incompleta. Ma stasera mi ci sono messa e l’ho finita, per vostro immenso dispiacere.

Ebbene sì, io amo le Macine. Oddio, Barilla mi sta sulle scatole da quando ha fatto quello scandalo sulle famiglie omosessuali, ma a me piacciono i biscotti che produce, damn. Quindi scialla. uwu

Omg omg insomma, io ho bisogno di più fiction con questi due. Non sono stupendi? Eh? E ce li vedevo tanto ma tanto alle prese con le Macine, che io adoro. Sono come Masaki, a colazione mangio sempre questi biscotti e il tè freddo. Io e lui ci somigliamo tanto, aw.

L’idea mi è venuta dalla fanart che vi metto alla fine delle note, lol. E’ di quel disegnatore che mi piace tanto asdfghjkl Ho ordinato una doujinshi RanTaku di questo disegnatore, awn  E insomma, il mio Masaki-chan che si siede sulle ginocchia di Ran-chan è splendido *^* Ma lo sono entrambi, ceh. ♥ 

E niente, spero che questa piccola os -si fa per dire- vi sia piaciuta. Lasciatemi un commentino, magari. Mi farebbe piacere! *^*

Chu!

Kis-chan.


RanMasa Macine

  
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