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Autore: _Elahlea_    13/11/2013    2 recensioni
Loro: si sa ormai, One Direction. Internazionali, amati, desiderati, odiati, ricercati, giovani e infaticabili.
"Che la gente mi dica per quale motivo dovrei sbavare loro dietro! No davvero, nemmeno per Brad Pitt si fa tutto questo chiasso! Ma si può sapere che hanno di speciale? Insomma sì, musica che mette allegria e tutto il resto, però c'è bisogno di andare in visibilio come fosse resuscitato John Lennon? Dammi una buona ragione, Bob, una sola, e ti giuro che esco a cena con uno di loro!!!"
Lei: Emily, cantante, giovane, bella, piena di talento e...scettica. Perché a tutti piacciono gli One Direction? Emily è convinta di poter resistere al fascino che miete milioni di giovani ragazze in tutto il mondo: sarà vero o crollerà miseramente? E se dovesse cedere, quanto potrebbe farsi travolgere da questa febbre che impazza? L'occasione per mettersi alla prova sembra essere un incontro in uno studio televisivo. Ce la farà o no? Si accettano scommesse.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Buona sera"
Il presentatore le andò incontro stringendole la mano. Lei sorrise: una pura maschera di imbarazzo, ecco come credeva fosse la sua espressione in quel momento. 
Lo studio era circolare: da una parte erano sistemati due divani bianchi in pelle e al centro una poltrona con le stesse caratteristiche. Emily gettò uno sguardo al divano occupato: il gruppo si era alzato educatamente e la aspettava per salutarla.
"Coraggio, sta' calma! Sembri una bambina di cinque anni"
"Ciao, sono Zayn" si presentò porgendole la mano.
 Ricambiò il gesto cercando di trattenere una risata: proprio quello di cui aveva storpiato il nome, che sfiga! Doveva proprio essere il primo?
"Emily" rispose sorridendo.
"Louis"
"Harry, molto piacere"
"Niall"
"Io sono Liam"
Strinse la mano, sorrise e ripeté il suo nome 5 volte in tre secondi. I tre secondi più lunghi della sua vita. Finalmente raggiunse il divano che le stava indicando il conduttore e vi si sedette. Ora era di fronte ai ragazzi e al pubblico. Lo studio era grande e lei si sentì piccola e vulnerabile, come fosse ancora alle prime armi.
"E ci ha raggiunto anche Emily, inglese anche lei. Allora, è la tua prima volta in America?"
"Ma, è sola?" lo interruppe Harry. L'attenzione si catalizzò su di lui: il conduttore e Emily lo guardarono, la ragazza con espressione neutra (non era neppure certa di aver capito bene, stava cercando di regolarizzare i battiti del cuore), i compagni con un sopracciglio alzato. 
"Beh, che c'è?" chiese dopo averli fissati.
"Intendeva che è seduta sola, perché pensate sempre male?" intervenne Louis in sua difesa.
"Infatti, sembra in punizione!" continuò Harry.
"Già, chi sa perché pensiamo male! Vieni Niall, facciamo i gentiluomini"
Zayn e Niall si accomodarono alla destra e alla sinistra di Emily, che si sentì lievemente circondata. 
"Ciao" le disse Zayn. Emily sorrise. Di nuovo.
"Dannazione! Dovrò sembrare una stupida o una che ha esagerato col botox con tutti questi sorrisi. Che diavolo mi prende?"
"Allora, ti piace New York?" chiese il conduttore riprendendo le fila.
"A dire il vero sono arrivata da poche ore e durante il tragitto...ho dormito" ammise arrossendo e suscitando l'ilarità generale. Si afferrò una ciocca di capelli e si sciolse anche lei in un sorriso meno teso e decisamente più naturale.
"Lo so che non è attraente da dire. Rimedierò presto comunque, ho una serie di concerti da fare nei prossimi mesi, quindi potrò senz'altro vedere qualcosa"
"Voi siete i ragazzi più famosi del momento, invidiati da centinaia di vostri coetanei: come vi fa sentire questo?"
Louis rispose per primo."Benissimo!"
Gli altri risero.
"Sì insomma, è bello poter fare quello che più amiamo e ad una età così giovane. Penso che siamo stati fortunati ad arrivare a questo punto, non ce lo saremmo mai immaginati" continuò Niall.
"Non ci sono dei lati negativi?"
"In ogni cosa ci sono lati positivi e negativi. Magari non abbiamo molta privacy ma, insomma, fa sempre piacere quando ti fermano per strada per chiederti un autografo o cose del genere! E' inutile negarlo" replicò Emily. Gli altri annuirono.
La ragazza aveva ancora troppi occhi puntati addosso per i suoi gusti: di solito si muoveva su un palco, aveva la sua chitarra in mano, la musica che la faceva diventare completamente diversa. Invece era in un posto nuovo con nessun viso familiare e un gruppo con più esperienza di lei. Ed erano in cinque. E lei era una. Si voltò e incontrò due occhi azzurri che la scrutavano. 
Harry: Bob le aveva detto che era il rubacuori del gruppo, perciò nulla di strano che la stesse scannerizzando per bene. Se pensava che gli avrebbe dato soddisfazione, poteva stare fresco! Aveva sviluppato gli anticorpi contro quelli come lui, una cosa per cui doveva ringraziare il suo primo e unico ragazzo. Non ricordava che qualcuno l'avesse mai guardata in quel modo. Questione di allenamento, suppose. Aveva uno sguardo così intenso che le sembrava le stesse leggendo la mente. Non sapeva cosa fare: di sorridergli non se ne parlava neanche (chissà che avrebbe pensato), di distogliere lo sguardo neppure, non si poteva mostrare intimidita, ma se invece avesse continuato a guardarlo avrebbe potuto comunque farsi delle strane idee.
Malgrado la sua perenne sfortuna, questa volta il destino intervenne in suo favore.
Louis gli pestò accidentalmente un piede, distraendo l'amico dalla sua occupazione.
Emily rispose meccanicamente ad un paio di altre domande quando il conduttore mandò la pubblicità. Melanie si fiondò sulla sua protetto con un pennello in una mano e la cipria nell'altra.
"Stai andando bene!" le sussurrò mentre le passava il la polvere sul naso con poca delicatezza.
"Grazie Melanie ma..."
"Sembravi molto tesa prima di entrare" continuò spennellandola freneticamente.
"Melanie fai piano, c'è la mia faccia qui sotto"
"E poi sei splendida e..."
"Melanie calmati! Mi stai infilando il pennello in bocca con tutta questa foga!" la interruppe prendendola per le spalle.
"E mi stai anche mettendo in imbarazzo" aggiunse a voce ancora più bassa.
Melanie si voltò: Harry Zayn e Liam in effetti le stavano fissando.
"Ti stanno guardando!" mormorò con l'espressione di una bambina.
"Già!" replicò Emily con l'espressione di chi cerca di spiegare un concetto ad uno stupido.
"Allora vado" la salutò, e la piantò lì.
"Mah, che strana...sarà qualcosa nell'aria!" pensò tra sé.
"Ciao" la salutò Harry con un sorriso avvicinandosi insieme agli altri. Sembravano un plotone di esecuzione così schierati davanti a lei, che in quel momento maledisse di non aver fatto un gruppo; magari sarebbe stato diverso.
"Non ti preoccupare, è innocuo anche se fa paura" scherzò Louis.
"Abbiamo ascoltato il tuo singolo sai, è proprio forte. Lo hai scritto tu?" continuò Harry ignorando bellamente la battuta.
"Sì, scrivo sempre io e il mio manager mi odia per questo: se non gli piace qualcosa, non c'è verso che mi convinca a cambiarla. Io invece ho visto il vostro video, Best song ever, è geniale!"
"Grazie! Abbiamo cercato di convincere Zayn ad adottare quel look in maniera permanente, ma non ci siamo ancora riusciti!"
"In scena tra dieci secondi!" sbraitò il cameraman.
"Nervosetto eh!" borbottò Emily mentre si andava a sedere con Zayn e Niall, che assunsero un'espressione divertita.
"Ed eccoci di nuovo in diretta"
 
Dopo un'altra mezz'ora di intervista i sei ragazzi vennero congedati e salutati in maniera calorosa dal pubblico e dal presentatore.
Si diressero dietro le quinte dove trovarono Bob e Paul occupati a ridere come dei ragazzini raccontandosi vecchie storie. Si avvicinarono ai due, che sembravano conoscersi da sempre, più confusi che persuasi.
"Ci siamo persi qualcosa?" domandò Emily con l'aria interrogativa che avevano anche i cinque ragazzi.
"Ragazzi, abbiamo scoperto...ahahah...Non ce la faccio diglielo tu" Paul si interruppe in preda ad un eccesso di risa.
I ragazzi si scambiarono un'occhiata interrogativa.
"Ma stanno bene? Sono fucsia in faccia!" osservò Liam.
"Bob ti sei fatto?" insisté Emily, ma scatenò solo un altra eccesso di risate: erano letteralmente piegati in due!
"Che dici, lo prendiamo per un sì?" chiese la ragazza rivolta a tutti e a nessuno in particolare. In risposta, ricevette solo sguardi attoniti.
"Dai Paul calmiamoci" cominciò Bob asciugandosi le lacrime; cercarono di riprendere fiato.
"E quindi? Che avete da ridere?" li incoraggiò Louis vedendo che non parlavano. Si fissarono per cinque secondi e poi ricominciarono a ridere. I ragazzi sospirarono esasperati.
"Emily, abbiamo scoperto che ahahah...eravamo amici"
"Però quando...ahahah avevamo la vostra età" concluse Paul.
"Ed una cosa così divertente?" insisté Louis: evidentemente sfuggiva loro il lato esilarante della faccenda, pensò.
"Non è questo. Stavamo ricordando quello che facevamo: sapete le prime ragazze le prime volte e..."
Venne interrotto dai versi dei ragazzi con la faccia schifata.
"Bleh!"
"Ma è disgustoso!"
"Non vogliamo sapere niente!"
"Che schifo!"
"Le prime volte! Ma come vi salta in mente di venircelo a dire?"
"Mi è venuta la nausea!"
"E poi avevate la nostra età! Dico, come fate a ricordarvelo! Sarà stata una vita fa!" aggiunse poi Harry.
Paul e Bob si irrigidirono di colpo, perdendo ogni accento scherzoso.
"Non so, fossi in te non ci scherzerei tanto; non vorrei farlo arrabbiare" suggerì Emily notando la stazza di Paul.
"Infatti farò finta di non aver sentito" disse scandendo bene.
"Comunque, abbiamo deciso di vederci questa sera in albergo, così voi farete amicizia e noi rinfrescheremo le nostre memorie antidiluviane!" spiegò Bob.
"Fantastico. Avete sentito? Rispolvereranno i bei vecchi tempi andati!" esclamò Louis con finto entusiasmo.
"E noi saremo a portata d'orecchio! Meraviglioso!" continuò Niall.
"Non dovete stare per forza con noi. Potete stare per i fatti vostri" 
"Ci mancherebbe altro!" commentò Zayn
"Bene, così possiamo stare tra di noi" disse Harry posando una mano sulla spalla di Emily e facendole un largo sorrise.
"Eh, che bello!" replicò cercando di sembrare convincente.
 
"Cosa è che continui a borbottare?"
"...odio! Quanto ti odio! Quanto ti odio! Quanto..." continuò ad imprecare Emily con la fronte poggiata contro lo specchio dell'ascensore.
"Ancora? Stai diventando monotona; è da quando siamo entrati in macchina dopo lo show che continui a lanciarmi maledizioni in greco-aramaico e turco-ostrogoto. Pensavo ti fossi rassegnata ormai" sentenziò Bob placidamente.
Emily si scollò dallo specchio.
"Io dico, ma come diamine ti salta in mente di organizzare la rimpatriata oggi, con quello lì, che sta con quelli là, portandoti questa qua!" sbottò alzando il tono di voce ad ogni parola.
"E per questa qua intendo me stessa medesima in persona! Cavolo, oggi lo segnerò sul calendario come la giornata "One Direction", sono una fedele discepola iniziata al culto ormai! Non ho mai sentito parlare tanto delle stesse persone per così tanto tempo nell'arco di una sola giornata. E poi a me nemmeno piacciono e mi stai costringendo a passare una serata con loro o ad ascoltare te che e quell'altro lì che vi fumate un sigaro in onore della vita che fu! Ma quando accidenti arriviamo allo stramaledettissimo piano???"
Sbraitò fuori di sé. L'imperturbabilità di Bob poi le dava ancora più sui nervi.
"Hai finito?" 
Rispose con un tic all'occhio.
"Guarda che ai ragazzi non piacciono mica le ragazzette isteriche come te, sai?"
Emily evitò di rispondere: se avesse replicato era certa che gli avrebbe fatto ingoiare una delle Converse che stava indossando.
"E poi non è colpa mia se la loro stanza è al diciassettesimo piano. Credevo che aveste fatto amicizia, sembravate così in sintonia mentre prendevate in giro me e Paul!"
"Va bene, facciamo che ingoio il rospo per questa sera, solo perché in fondo in fondo ti voglio bene. Ma chiariamo che non sono tra le prime dieci persone con le quali passerei una serata. Non ci credo siamo arrivati!" esclamò infine sorpresa davanti alle porte che si aprivano.
"Alleluia"
Nel corridoio si sentivano imprecazioni e persone che correvano.
"Sei un deficiente!"
"Detto da te è un complimento"
Zayn e Louis si stavano inseguendo per tutto il corridoio.
"Ehi, ciao" la salutò il moro sfrecciandole davanti.
Rispose con un ciao poco convinto; che stavano facendo???
"Guarda che puoi correre quanto ti pare. Tanto sono più veloce di te"
"Ah si, scansa questo allora"
Emily non capì nulla: sentì solo un "Emily attenta!" pronunciato da Bob e mezzo secondo dopo si ritrovò con la maglietta completamente inzuppata d'acqua.
Louis e Zayn le corsero subito incontro.
"Oddio, mi dispiace! E' colpa nostra!" si scusò Louis.
"Nostra? Sei tu che le hai lanciato quel palloncino addosso!" protestò Zayn
"Ti dispiace scusarti e basta?" inveì Louis in preda all'imbarazzo.
"Hai ragione. Scusa Emily, mi dispiace che Louis abbia una mira tanto pessima!"
"Non vi preoccupate, è solo che...sto morendo di freddo" disse battendo i denti.
"Sì, l'avevo riempito con l'acqua più fredda possibile in effetti. Aspèttatene un altro a sorpresa Zayn! Vieni Emily" 
Li guidarono verso la loro camera e bussarono.
"Siamo noi, apri"
Niall aprì la porta sorridente.
"Ciao" lo salutò Emily.
"Ciao. Ma che...Louis, un cretino! Gliel'hai tirato addosso?" disse Liam arrivando per accoglierli.
"Ma no, è sudata perché si è fatta diciassette piani a piedi!" cominciò sarcastico.
"Certo che gliel'ho tirato addosso, non l'ho mica fatto apposta"
"Ma che ti hanno fatto?" domandò anche Harry arrivando e squadrandola.
"Bob, Emily ciao. Ma...Louis che è successo?" lo accusò subito Paul.
"Perché sei sicuro che una cosa del genere sia opera mia?" si schermì risentito.
Tutti i presenti lo guardarono contraddittori.
"Scusalo Emily, la sua età anagrafica non corrisponde a quella mentale"
"Non fa niente" lo rassicurò la ragazza con la maglia gelida ancora incollata alla pelle.
"Vieni, ti do una mia maglietta" disse Niall.
"Grazie!" esclamò sinceramente Emily. Finalmente si sarebbe potuta togliere quell'ammasso di ghiaccio.
Entrò nella stanza del ragazzo dove c'era anche un altro letto.
"Con chi dormi?" domandò per fare un po' di conversazione.
"Con me" rispose Harry appoggiandosi allo stipite della porta. La scrutava con lo stesso sguardo che aveva allo show.
"Tieni, questa dovrebbe andare bene" 
Niall le porse una felpa grigia col cappuccio.
"Grazie"
"Harry, renditi utile, dalle un'asciugamano"
Le scollò gli occhi di dosso e fece ritorno nella stanza con un'asciugamano.
"Ok. Se non ti piace, puoi prenderne un'altra. Fai come fosse il tuo armadio" disse Niall con un sorriso spingendo Harry fuori dalla stanza.
Emily rimase a fissare la porta con l'asciugamano in una mano e la felpa nell'altra.
"Non è giusto. Questo non è giusto! Non può essere gentile con me! Se fanno così come faccio a disprezzarli senza sentirmi un verme! Che palle, vi odio!!!"
Si tolse la maglietta bagnata e, dopo essersi asciugata, si infilò la felpa. Le sembrò l'indumento più caldo che avesse mai indossato. Aprì la porta e si diresse nella stanza da cui sentiva provenire le voci dei ragazzi.
"Ehi, ti sta meglio che a Niall!" le disse Harry mentre Liam gli tirava un cuscino in faccia.
"Questa dove la metto?" chiese mostrando la maglietta bagnata, dopo aver risposto con un sorriso timido ad Harry.
"Ci penso io" rispose Liam alzandosi e prendendo la maglietta per stenderla.
"Allora, che vogliamo fare?" chiese Zayn.
"Giochiamo a -non ho mai-?" propose Liam tornando.
"Sì, così Paul e Bob ci ammazzano definitivamente. Già Louis le ha rovesciato addosso l'acqua che aveva messo in freezer per bagnare Zayn! Se la facciamo pure bere ci buttano giù dalla finestra"
"Mica dobbiamo bere per forza Niall. Possiamo farlo con la Coca Cola" propose in risposta il ragazzo.
"Per me va bene" assentì Emily.
"Sì anche per me"
"Perfetto. Vado a prendere le bottiglie"
Zayn fece ritorno con sei bottigliette da mezzo litro di coca cola; gli altri erano già disposti in cerchio per terra.
"Allora chi comincia?" chiese Emily.
"Tu" rispose Liam passandole una bottiglietta.
"Ok..." mormorò poco convinta. I ragazzi la fissavano in attesa della frase.
"Dunque...non ho mai...preso una multa"
Bevve solo Harry.
"Che c'è? L'avete vista la mia macchina? Se non corri con quella con quale dovresti farlo? La multa per eccesso di velocità più bella che si possa avere!" spiegò in risposta alla faccia di Liam ed Emily che lo fissavano con un sopracciglio alzato.
"Non ho mai avuto una sospensione" proseguì Liam
Non bevve nessuno. Dopo qualche secondo, tra la sorpresa generale, Emily prese un lungo sorso.
"No, non ci credo!" esclamò Louis.
"Che hai fatto? Stavi troppo zitta?" scherzò Harry.
"No. La professoressa di matematica mi aveva chiesto di farle un esercizio alla lavagna, poi me ne ha fatto fare un secondo, l'ho sbagliato e lei ha detto che ero una stupida incapace di capire la matematica"
"E tu?" fece Niall
"E io le ho detto che la stupida era lei che non sapeva spiegare le cose. E poi le ho fatto anche notare che il risultato era giusto. A quel punto ha cominciato a sbraitare ma le uniche cose che ho capito sono state "ufficio preside adesso!""
"Non ho mai fatto una cosa a tre!" disse Harry
"Bevi!" ordinò Louis visto che nessuno sicuramente avrebbe bevuto.
Harry fece spallucce.
"Non ho mai fatto una cosa" disse Niall.
"Una cosa, cosa?" chiese Zayn.
"Suppongo "quella" cosa" azzardò Emily.
Niall annuì.
"Aah...vabbè ma tu esprimiti no?"
Emily bevve.
"E dunque?" chiese Louis in attesa.
"E dunque cosa?". Guardò in faccia gli altri.
"Sentite, io non chiedo a voi della vostra prima volta e voi non chiedete a me della mia non volta!"
Harry scosse la testa divertito.
"Infatti, se no sarei interpellato anche io" aggiunse Niall.
"Non ho mai...vomitato sul palco" disse Zayn con un sorrisetto rivolto ad Harry.
"Avevo appena mangiato, lo sai bene!" replicò acido Harry bevendo.
"Non ho mai..." cominciò Louis; ci pensò su per qualche secondo.
"Non ho mai picchiato qualcuno"
"Gli schiaffi valgono?" chiese Emily.
"Sì"
Lei, Zayn ed Harry bevvero. Il sonoro rutto di Zayn non si fece attendere.
"Che schifo" commentarono scoppiando a ridere.
Continuarono a giocare così per un po', fin quando non cambiarono occupazione: Twister.
C'avevano messo un po' a carburare, perché in un primo momento l'equilibrio era davvero precario, ma adesso il gioco si era fatto davvero duro: era circa mezz'ora che avevano ricominciato e ancora nessuno accennava a cadere. Erano un groviglio umano: chi si trovava davanti i piedi, chi le ginocchia, chi il...(vabbé, avete capito!) e chi semplicemente il pavimento.
"Accidenti Louis! Giuro che per Natale ti regalo una fornitura di calzini; non si può vivere così! Mi stai facendo tornare il ciuffo biondo!!!" si lamentò Zayn con i piedi dell'amico a distanza pericolosamente ravvicinata.
"Io sto benissimo!" commentò sorridente Harry, che davanti aveva Emily.
"Perché siete gli unici due a guardare parti del corpo che di solito si guardano! Sono un'arma di distruzione di massa. Potresti compiere un genocidio catastrofico come quello ebreo!" proseguì cercando aria.
"Quanto la fai lunga!"
"No Louis, lo sento da qui" assicurò Emily.
Qualcuno rise.
"Fermi, non vi muovete!" intimò Liam che si reggeva sulle due braccia.
"Allora, la giriamo questa cosa o no?" continuò.
"E ti pare facile?" si lamentò Louis che cercava disperatamente di allungare la mano verso l'indicatore.
"Prima che a Zayn venga un cancro ai polmoni possibilmente"
"Grazie Emily" replicò Zayn.
"Emily sta' zitta, non possiamo ridere" protestò Niall.
"Ok, allora...era il turno di Harry vero? Mano destra nel blu"
"Ce la faccio" mormorò a denti stretti in preda allo sforzo.
"Ciao" disse arrivando ancora più vicino ad Emily.
"Come va?" replicò lei.
"Mah, ti dirò, mi fanno male muscoli che non pensavo neppure di avere"
Emily sorrise.
"O-oh!". Il tono era quanto mai allarmato.
"O.oh? Che vuol dire "o-oh"?" chiese Liam col fiato corto.
"C'è un problema" cominciò Niall.
"Un problema?"
"Che problema?"
"Che vuol dire c'è un problema?"                         
"Devo starnutire" ammise il biondo sempre con lo stesso tono.
Tre secondi di silenzio in cui i ragazzi si fissarono tra di loro con gli occhi sbarrati. Poi sbottarono tutti insieme:
"No Niall!"
"Ti prego, finirei con la faccia appiccicata a questi cosi, potrei morire o perdere coscienza nella migliore delle ipotesi"
"Scherzavo, fallo! Così me lo tolgo di torno una buona volta! Glielo infilo in bocca il mio piede!!!"
"Cavolo, trattieniti per favore"
"Non è colpa mia..."
"Non puoi starnutire! Non so più nemmeno dove si trova il resto del mio corpo, potremmo romperci tutti qualcosa!" esclamò esasperato Liam.
Niall cominciò a storcere la faccia.
"Niall ti ammazzo!!!"
"Siamo morti!"
"Non è poi così grave" ribatté Harry a pochi centimetri dal viso di Emily. Se fossero caduti, lei gli sarebbe atterrata proprio di sopra.
"Tu credi Harry? Ho il ginocchio di Liam sulla pancia, se cado potrei espellerti tutto il mio apparato digerente sulla faccia!" spiegò Emily.
"Così però gli uccidi la libido" intervenne Zayn.
"Ragazzi è tutto a posto, è passato" assicurò Niall.
Ci fu un sospiro generale.
"ETCIU!"
Due secondi di baraonda: improperi, urla e cadute.
"Ahi..." fu il lamento comune.
"-Salute Niall- -Grazie!-" sbuffò il ragazzo.
"Fai lo spiritoso, non appena avrò ripreso sensibilità al corpo, ti farò vedere" biascicò Liam.
"C'è qualcuno che ha la mano in posti in cui non ci dovrebbe essere"
"Colpa mia" borbottò Zayn ritirando la propria mano.
"Allora c'è vita dopo i piedi di Louis"
"State tutti bene?" chiese Louis ignorando il commento acido.
"Una pacchia, sai quante volte ho sognato di avere i tuoi piedi fetenti sulla pancia? E' un desiderio che diventa realtà!" rispose Harry spingendoli via.
"Mi fa male tutto" si lamentò Liam.
"Perché sono sul tuo braccio" spiegò Emily.
"Ok, al tre ci alziamo. Uno, due, tre..." contò Niall.
Si alzò un coro di:
"Ahi" "Ohi" "Che male"
"Ma chi ha acceso la tv?" osservò Harry.
"Forse Zayn è caduto sul telecomando" spiegò Louis massaggiandosi la schiena.
"Ma è il Re Leone!" esclamarono entusiasti Emily e Zayn scattando sul posto.
"Che cosa? Alza il volume, forza" incitò Harry.
"E un attimo; non trovo il telecomando" 
"Il Re Leone? Ma quanti anni avete?"
I ragazzi si voltarono: Bob e Paul li fissavano divertiti.
"Beh? Io ho visto "I Puffi 2" al cinema quando è uscito" asserì Emily con la dignità di chi sta pronunciando un giuramento.
"Confermo" disse Bob.
"Tzé, ma che ne volete capire?" disse Louis con la stessa espressione della ragazza.
"-Quanti anni avete?- Mah! Come se uno dovesse guardare i cartoni solo a cinque anni!" continuò Liam.
"Volete stare zitti? Non sento niente" sbottò Harry accompagnato da Niall, già comodamente seduti.
Bob e Paul si scambiarono un'occhiata esasperata.
"Non ce ne andremo fino a quando non sarà finito, vero?" chiese Bob.
I sei ragazzi risposero all'unisono:
"SSHHHHH!"                                   
  
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