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Autore: Agnes_97    13/11/2013    3 recensioni
Non voglio morire.
Ho bisogno di abbracci.
Piango.
Impazzisco.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10 SETTEMBRE 2013

È la sera dell'ultimo giorno di queste strane vacanze estive e io invece di finire i miei stramaledetti compiti scrivo, perché altrimenti credo che potrei impazzire.
Ho paura della terza opzione, di quell'opzione che finora nessuno ha ancora osato nominare: o è un'infezione o è un difetto genetico o...
E se ho il cancro? E se muoio?
Ho paura della morte. Tanta. Non sono pronta.
Io voglio vivere!
Diplomarmi, laurearmi in Legge, fare il magistrato e combattere per la giustizia.
Dire al ragazzo di cui sono innamorata quello che provo.
Organizzare altre serate con pizza, zucchero filato e interminabili giri alle giostre con le amiche, sedicenni fuori ma eterne bambine dentro.
Compiere diciotto anni, prendere la patente, andare a vivere da sola.
Vedere il mondo: l'India, l'America, la Cina...
Non vorrei nemmeno pensare alla terza opzione, eppure lei è lì, al centro della mia testa.
Forse, in fondo, non me ne importa nulla: io so di non avere il cancro. E allora al diavolo quella vocetta che continua a ripetermi da giorni "Predisposizione familiare al tumore. Predisposizione familiare al tumore."
Non voglio morire.
Ho bisogno di abbracci.
Piango.
Impazzisco.
Voglio solo che mi dicano che non ho niente.
Non ho niente, non ho niente, non ho niente...
Morirò dentro ancora prima che mi dicano se devo morire anche fuori.
Stare sola mi distrugge.
Ho bisogno di qualcuno, qualcuno che mi abbracci, qui e adesso. Qualcuno, puoi spuntare fuori da dove ti sei nascosto? Fai veloce, ti prego...
In fondo sono forte, passerà. Passa tutto, prima o poi.
Vivrò.


10 NOVEMBRE 2013

Vivrò. Vivrò. Vivrò. Vivrò!
Non so se sia giusto gioire visto quello che mi sta succedendo intorno, visto che per il cancro che io avevo paura di avere e la gente muore ogni giorno.
Però non posso fare a meno di essere straordinariamente felice.
Continuo a non trovare né carine né divertenti le mie "ossa a pois", come ormai era uso chiamarle, ma almeno adesso che so che non hanno niente di grave sto tornando ad amare un po' di più il mio corpo e ad accettarle per quello che sono: strane, quasi uniche, originali, ma almeno non pericolose!
Ho ancora bisogno di abbracci, come tutti, come sempre, ma almeno adesso sono tornata viva dentro e so che questo mio spirito sensibile ma maledettamente forte non lo lascerò andare più.


Spazio autrice:
Queste sono pagine di qualcosa che non si può nemmeno definire diario, piuttosto "insieme di foglietti spiegazzati su cui buttare le emozioni nei momenti più carichi".
Sinceramente non so perché le condivido con voi, ma sento che non è sbagliato...

Un grazie sincero a chi mi è stato vicino e a tutti voi che leggerete.

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