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Autore: Youhavesavedme_    14/11/2013    9 recensioni
In questa storia la protagonista chiederà qualcosa di particolare, e scoprirà che la persona che l'ha aiutata la conosce molto bene, solo che per loro due ci saranno diversi problemi, e forse non sarà possibile che stiano insieme.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C
apitolo quindici: Epilogo uno.

DOPO DIVERSI ANNI.

Luke: Ma il mio papà è in cielo? Perché non vuoi farmelo vedere?
Amy: No amore, il tuo papà è sempre nei nostri cuori, solo che sai che non è più potuto venirci a trovare, sai che deve rimanere con Eleonor, ora lei è incinta, quindi non può spostarsi per venire da noi, però vedrai che prima o poi ci dirà che sta bene, e che gli manchiamo. Non sono io che non voglio fartelo vedere, ma capirai quando crescerai.
Luke: Ma io voglio vederlo, come farò senza il mio papà?
Amy: Non starai sempre senza il tuo papà, ma dovrai abituarti a non averlo sempre con noi, come è già successo, perché non potrà stare con noi. Lo vedrai ogni tanto, e starete insieme, infondo voi siete i suoi figli, e lui vi ama.

Dopo qualche giorno realmente ci venne a trovare, e realmente Luke gli disse che voleva stare con lui, quasi gli sembrava che il padre fosse morto, ma come era ovvio che fosse Louis gli spiegò che stava per avere un nuovo bambino e non poteva stare con noi, perché avrebbe creato dei problemi nella sua e nella nostra famiglia. E forse stavolta lo avrei salutato di nuovo per davvero, forse non lo avrei più visto, o forse sarebbe tornato qualche volta per stare con i suoi bambini.

Io e lui non ci rivolgemmo la parola, non avevo voglia di stare male di nuovo per lui nonostante la ferita fosse ancora aperta, quindi semplicemente mi misi in disparte e lasciai lui e i bambini a giocare, per quel breve tempo in cui rimase da noi. Poi, non appena fu pronto si mise la giacca, e non appena stava per uscire il mio piccolo Luke gli si attaccò alla gamba, e cominciò a piangere.

Amy: Luke, amore, non ti preoccupare, il papà prima o poi tornerà a trovarci.
Louis: Amy, per favore non dirgli delle bugie. Luke, la mamma ed io ti amiamo, come amiamo la tua sorellina, ed io sarò sincero, forse quando nascerà questa mia nuova bambina non mi vedrete più, perché avrò ufficialmente la mia cosiddetta “famigliola felice” anche se di felice non avrà niente. Devo chiedere scusa a tutti, e voi due *disse indicando me e Luke* siete quelli che mi dovete perdonare più cose, anche se ormai forse non conta più niente essere perdonato, visto che me ne andrò. Cercate di perdonarmi, e se vi sarà difficile, lasciate perdere tutto, sappiate che mi sarà impossibile dimenticarvi, perché siete la mia famiglia.

Prima che uscisse di nuovo da quella porta lo abbracciai.
Mi stupii del mio gesto, ma nonostante non volessi ammetterlo, io lo amavo, ed avevo bisogno di un ultimo contatto, prima che se ne andasse per sempre.

Lui, rimase inizialmente rigido, poi ricambiò l’abbraccio, e sentii qualche goccia calda cadermi sulla spalla.
Stava piangendo.
Per me.
Per noi.
Mi allontanò dal suo petto, mi accarezzò una guancia, e mi diede un bacio a stampo, che mi spezzò in frantumi il cuore.
Non poteva farmi questo, non ora.
Quasi volevo gridare.

Amy: Louis, un’ultima cosa, non dimenticarti di noi.
Louis: Non potrei farlo, voi siete impressi nella mia mente.

Mi scese una lacrima, come mi aveva sempre dimostrato, noi eravamo importanti per lui.

Amy: Non te ne andare, ti prego. *sussurrai*, ma lui riuscì a sentirmi.
Louis: E’ difficile allontanarmi da voi, ma devo farlo. Ti amo Amy. Sei sempre stata la donna che desidero, e che desidererò avere accanto, ma questo non si può fare, ormai non ci è più possibile. Vorrei poter avere altri figli da te, e gridare al mondo che sei la mia donna e che loro sono i miei figli, ma non posso, quindi sono costretto ad andarmene.

Detto questo, uscì da quella porta, e le sue parole mi fecero capire che probabilmente non lo avremmo più rivisto. Nonostante io volessi rivederlo, nonostante io avessi bisogno di rivederlo, e nonostante io necessitassi di stare accanto a lui. Ma infondo stava per avere una vera famiglia, ed il continuare a venire da noi sarebbe stato solo un modo per mantenersi legato a noi, e per mantenere in vita una possibile speranza che non sarebbe più potuta esistere, ma non per volere nostro, per volere degli altri.

Quindi il suo continuare a vederci sarebbe stata una scusa per staccarsi da quella famiglia che gli era stata imposta, infondo come aveva detto lui la sua famiglia eravamo noi.
Il mio bambino venne ad abbracciarmi e si mise a piangere, non ce la faceva a capire e ad accettare che non sarebbe stato con suo padre, solo perché la moglie di suo padre ci aveva minacciati di portarlo via.

Forse se Luke sapesse che tutto questo dipendeva da lui credo ci starebbe ancora più male di quanto ci stia io, perché comprenderebbe che suo padre non è potuto stare con lui, per colpa sua, una colpa che effettivamente lui non ha, perché non è dipeso da lui.

Ora, eravamo solo noi tre, e sapevamo di non poter contare su di lui. Ora sapevamo di poter contare solo su noi stessi. Probabilmente i miei bambini quando sarebbero stati grandi avrebbero sempre potuto contare sul padre, e credo che avrebbero sempre potuto chiamarlo, e parlare anche solo un po’, solo che ora non potevamo fare affidamento su di lui, perché ora lui aveva la sua famiglia, e noi non eravamo inclusi, gli avremmo portato solo altri problemi, altra sofferenza, ed altro dispiacere che non sarebbero stati utili per cercare di vivere senza di noi, per cercare di abituarsi a stare con la sua nuova famiglia.

Ora eravamo davvero pronti a salutarci, e chissà che non si fosse deciso a dire la verità ai miei bambini, ed a dire loro che non si sarebbero più visti, ma questo era un suo compito, ed io non volevo togliergli il suo compito di padre, di cui non sarebbe mai stato privato.

Comunque, quello era il momento dei saluti, era il momento degli addii, era il momento dell’allontanamento, della separazione, era il momento di chiudere questa storia, e forse non l’avremmo più riaperta. Chissà che non ci fossimo incontrati di nuovo per fargli rivedere i suoi figli, e chissà che lui non decida di far conoscere ai miei bambini la loro sorellastra.

Però, questo ora non è il momento per pensarci, questa è la nostra storia ed è finita con un addio, e così deve terminare. Magari un’altra storia terminerà in un modo felice, ma la nostra necessita di finire così, perché noi non potremo mai stare insieme, quasi come se non ci fosse permesso, come se il destino non ci volesse far stare insieme, come se non lo meritassimo, e forse non lo meritavamo davvero.

E magari non meritavamo questa nostra fine, ma avevamo bisogno di capirlo, di accettarlo, di soffrire e di convivere con tutto questo.

Ora era seriamente il momento di diventare due anime differenti, era il momento di smettere di essere uno l’ombra dell’altra, era il momento di smettere di considerarci un “noi” per poterci considerare una persona singola, era il momento di sentire che non eravamo più insieme, nonostante con il pensiero ci gridassimo di appartenerci, noi eravamo nostri.

Non sapevo come lui stesse affrontando questo, ma sapevo che no sarebbe stato forte, sapevo che non sarebbe stato in grado di avere la forza necessaria per aprire un nuovo capitolo della sua storia, saremmo stati per sempre noi il suo capitolo preferito, il capitolo che avrebbe voluto rileggere, il capitolo che avrebbe avuto bisogno di rileggere, e di rivivere.

Sapevo che non sarei stata forte, quanto avrei voluto, sapevo che non sarei mai stata in grado di dimenticarlo completamente, magari ci sarei passata sopra, sarei andata avanti, avrei cominciato un nuovo capitolo, avrei iniziato ad essere nel mio nuovo capitolo, ma forse il suo capitolo sarebbe stato quello che mi sarebbe stato per sempre dentro, il suo capitolo sarebbe sempre stato quello più importante, nonostante io non avessi mai voluto ammetterlo.

E faceva male dover affrontare la realtà, doversi convincere del fatto che il mio uomo si fosse sposato con un'altra donna, e stesse per avere un figlio da lei. La cosa più difficile sarebbe stato affrontare questo discorso con i nostri bambini, e chissà come sarebbe venuta fuori la mia personalità, chissà come sarei stata capace di parlare di Louis ai miei bambini. Ne sarei stata capace? Infondo Nicole poteva anche non conoscere della sua presenza, non lo aveva mai visto, ma il mio desiderio era realmente quello di farle capire chi fosse suo padre, quanto la amasse, e quanto lui avesse voluto starle accanto.
 
*Angolo scrittrice*
Allora, lo so, sono stranissima, ogni finale è più triste dell’altro, ma c’è ancora un piccolo particolare, ci sarà una specie di confronto, una specie di incontro, una specie di resa dei conti, dove ci saranno tante spiegazioni, e dove ci sarà anche qui qualcosa che farà decisamente e realmente concludere la storia. Spero che questi tre finali non vi stiano pesando, anche perché forse ognuno di questi è importante per la storia, e lo so che mi vorreste picchiare, però, credo che anche l’ultimo (seriamente) capitolo che andrete a leggere, credo che in un certo senso sia essenziale.
Ci vediamo all’ultimo capitolo, spero non mi abbandonerete.
Carol.
  
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