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Autore: HarrysSwallows    14/11/2013    1 recensioni
Mi chiamo Anita, ho 18 anni e una figlia di tre. Dov'è suo padre? Quanti di voi mi crederebbero se dicessi che suo padre è Niall Horan?
Genere: Fluff, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Back, In front of..I needed you near me!

_*Anita’s Pov_
-Stavo proprio per chiamarti sai? Pensavo di invitare anche Niall oggi pomeriggio- mi dice Daniel. No. -Scusa, anche io stavo per chiamarti, Andy sta poco bene, non posso venire- mento. Anche solo l’idea di passare un pomeriggio intero con il bastardo mi ripugna. -Posso parlarti un attimo?- mi chiede il biondo. -No- dico secca prendendo Andy e iniziando a salire la scale. Sento dei passi dietro di me. Niall blocca la porta mentre sto per chiuderla. -Vattene- sbotto arrabbiata. -Senti, so che non vuoi andarci per me..ma se vuoi vai tu, io sto qui con Andy- Sgrano gli occhi. -Quale parte di :Stai fuori dalla mia vita e da quella di mia figlia. Non ti è chiara?-  detto questo gli sbatto la porta in faccia. Ecco le consuete lacrime. Stringo i pugni, è rabbia, tanta, troppa. Prendo un cuscino a caso e comincio a dargli pungi immaginando sia lui. -Per quale cazzo di motivo mi hai abbandonata!? Perché!- grido al cuscino. -Perché non avevo scelta- Una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare. Ha riaperto la porta. È entrato. Ha sentito. Mi ha vista. Mi volto, in silenzio, probabilmente rossa di rabbia. -Cosa!?- domando. -Ho dovuto- spiega pacato chiudendosi la porta alle spalle. -Il tour sarebbe partito la mattina dopo, alle sette avevo il volo. Me ne sono dovuto andare, non avevo il tuo numero e non ho avuto la possibilità di cercarti..ma non ti ho mai dimenticata- ormai è a due passi da me. -Se potessi tornare indietro non lo farei mai..ma guardami, sono qui davanti a te a chiederti scusa- Sbuffo. -Indietro, davanti..io avevo bisogno di te accanto a me- non urlo, parlo ad un tono di voce normale anche se l’irritazione nella mia voce è più che evidente. -Sono qui- mi accarezza una guancia avvicinando piano il suo viso al mio. -È troppo tardi- dico allontanandomi con il corpo. Si gira per andarsene, però prima si ferma.
-Chi è?- chiede. -Chi?- domando. -Il padre di Andy..lo hai amato più di me? Lo ami più di me?- cosa devo rispondere. “Sei tu Niall, sei tu suo padre e io non potrei amare nessuno quanto ho amato te..però adesso è tardi, fai come non fosse vero, come hai sempre fatto, fregatene e vivi la tua vita da rockstar, non pensare a noi, come hai sempre fatto, divertiti, ignoraci, abbandonaci ancora, come hai sempre fatto, per quanto ci riguarda tu sei morto tre anni fa”
-È scappato con un’altra- rispondo abbassando lo sguardo. -Non lo sa nessuno, solo tu ed Adrianne- continuo. -Non l’ha mai conosciuta, appena ha saputo di lei se n’è andato- Bugie, Bugie. Ma necessarie. -L’hai amato più di me?- Ripete. “No, non potrei mai amare qualcun altro che non sia tu, mi hai tolto la possibilità di amare” vorrei rispondere di Si, in modo da fargli male almeno un decimo di quanto lui ha fatto a me, sputargli in faccia che non l’ho amato, che mi fa solo schifo, ma come posso? Mentire, fino ad un certo punto. Resto in silenzio. Guardando in basso. -No, guardami negli occhi e dimmi che lo hai amato di più!- si avvicina velocemente e mi prende per le spalle. Punto i miei occhi nei suoi. -No- rispondo secca. Sento le guancie bagnarsi. Niall butta fuori l’aria che aveva trattenuto. -Ti amo- dice. “Anche io, da morire” -È troppo tardi- detto questo esce. Mi accascio a terra sfinita. -Mamma?- chiama Andy. -Stai bene?- domanda. -Si amore- dico. -Mio papà è andato via con un'altra ragazza?- vedo già i suoi occhi luccicare. -No, ma non dirlo a Niall va bene?- annuisce. -Perché gli hai detto una bugia?- come spiegarglielo? -Vedi, ogni tanto i grandi dicono le bugie, ma va bene perché è per proteggere altre persone..- Sembra capire. -Volevo proteggere sia te che papà..quindi ho detto una bugia a Niall-  Annuisce. -Va bene mamma- mi viene vicino e mi abbraccia. La stringo forte prima di metterla a letto.
Quando scendo in salotto sono tutti lì. Meno Niall. -Ah eccoti!- esclama Adrianne senza staccarsi da braccio di Harry. -Eccomi- ripeto. -Cos’è successo?- chiede Daniel. Merda, ci hanno sentiti. -Mamma ha litigato con Niall- se ne esce Andy. Adrianne mi guarda mimando con gli occhi: “gli hai detto...?” e io ribatto : “No..ti spiego dopo”
-Comunque, stasera volevamo andare alla festa di Pamela la zoccola, vieni?- mi chiede Daniel. Io gli voglio bene ma non credo capisca cosa significa avere una bambina di tre anni. -Ovviamente non posso, davvero, Andy non sta bene e io non posso lasciarla sola-
-Ti prego!- mi fa gli occhioni dolci Adrianne. -Ma come faccio? Mia madre è via fino a domani mattina, senza contare che domani c’è scuola, ah! A proposito, devo avvisare che domani sarò assente, e poi dove lascio Andy?- Non posso assolutamente lasciarla, ha la febbre e mia madre è via fino a domani con Clark. -Non ho nemmeno la macchina- finisco. Adrianne mi prende da parte. -Potresti lasciarla con suo padre- Mi trattengo dal tirarle uno schiaffo in pieno viso. -Assolutamente no!- Urlo. -Davvero, andate voi e divertitevi. Io e Andy staremo qui- intanto Daniel e Harry ci hanno raggiunte in cucina. -E Niall- dice Dani poi. -Cosa?- chiedo. -Niall non viene stasera- Ma che cazzo! Ha diciannove anni, si andasse a divertire!
-Niall fa quello che gli pare, io non posso venire- alla fine cedono. -Noi andiamo- mi informano. Con nostalgia li lascio andare e mi siedo sul divano con mia figlia. Sono circa le sei.
Prendo il telefono e compongo il numero del Professor Feats. -Anita?- domanda rispondendo. -Si, mi scusi il disturbo professore, ma volevo informarla che domani non potrò essere presente alle lezioni- dico.
-In parole povere domani non vieni a scuola-
-No, mi scusi, è che mia madre è fuori e credo che Andy abbia la febbre, quindi devo rimanere a casa con lei- Mi giustifico. -Va bene, a martedì- dice. -Arrivederci- e attacco.
Fatto questo chiamo anche l’asilo. -Pronto?- risponde la maestra. -Holly? Sono Anita- la saluto. -Ciao, dimmi tutto!- esclama contenta. -Domani Andy rimarrà a casa, temo abbia un po’ di febbre- la informo. -E tu come farai?- domanda. -Ho già avvisato a scuola che non ci sarò..rimango a casa con lei- Incerta Holly accetta e attacca mentre ci salutiamo. -Mamma, sto male- se ne esce Andy. -Cos’hai?- domando allarmata. -Ho sonno e ho caldo- ecco, febbre. Gli tocco la fronte, in effetti è calda. -Vieni, andiamo a letto, ti misuro la febbre e dormi un po’- Ricordo la prima volta che ha avuto la febbre, altissima, quasi a quaranta, aveva tredici mesi, io non sapevo che fare, io e mamma siamo corse all’ospedale e l’hanno ricoverata per tre giorni, i più brutti della mia vita. Quando è uscita è stata una settimana a letto e poi stava finalmente bene. Che paura terribile.
Poggio la piccola sul letto. -Torno subito- le dico lasciandole un bacio sulla fronte. -Dove vai?- chiede. -A cercare il termometro, stai qui- la informo uscendo subito dopo dalla stanza. Mi dimeno per tutta casa tra i molteplici bagni a cercare un termometro. Non ne trovo nemmeno uno. Cosa fare? Provo a chiamare mia madre ma non risponde. Cazzo e adesso? No. Non lo faccio. Mi rifiuto. No, devo farlo, per Andy.
Salgo le scale e mi avvicino cautamente alla porta chiusa. Prendo un profondo respiro indecisa se bussare o meno. Mi convinco. Busso una volta. Due. La porta si apre, lui è di fronte a me, stupito nel vedermi. -Mi puoi aiutare a trovare un termometro? Andy ha la febbre credo- La mia voce non è mai stata più incerta. Ancora sconcertato annuisce andando verso il bagno alla fine del corridoio, lo seguo. -Tieni- mi porge l’oggetto che stava sulla mensola più alta del ripiano, a cui io non arrivo. -Grazie- dico volando in camera mia e di Andy. -Amore?- la chiamo. -Mamma?- fa lo stesso. Mi avvicino infilando il termometro sotto il braccio, accendendolo e aspettando. Tre minuti che sembrano un’eternità. Quando finalmente suona lo estraggo. Trentanove e sette. Oddio.
-Niall!- chiamo senza pensarci, accorre. -Dobbiamo andare all’ospedale, è troppo alta!- spaventata come non mai vesto Andy e la prendo in braccio, sembra stordita. Saliamo in pochissimo in macchina e in, se possibile, meno tempo, siamo in clinica. Attendiamo pochissimo perché fortunatamente c’è poca gente, il padre di Daniel è pronto per riceverci.
Ci fanno attendere fuori, io sono nervosa come non mai, cammino avanti e indietro mentre Niall sta seduto su una delle poltroncine.  Dopo trenta minuti che a me sembrano trent’anni un infermiera esce dalla sala. -Ehm..i genitori di Andy Collesanto?-  chiama, molte teste si girano verso di lei, ma appena sentono il nome ritornano tutti a quello che stavano facendo. Mi butto praticamente addosso all’infermiera. -lei devi essere la sorella grande- mi dice. -Sono la madre! Dov’è mia figlia?-  Non ho tempo di pensare alla reazione dell’infermiera.  -Dov’è?!- chiedo ancora urlando. -Si calmi! È dentro, sta riposando, vorremmo tenerla in osservazione stanotte, ma deve andare in segreteria a firmare le liberatorie, possibilmente tutti  due- Si riferisce a Niall. -Non è mia figlia- fa Niall tranquillo. Oh eccome se lo è..però non ho mai fatto un test. Anche se non ce n’è bisogno, sono stata con Niall e solo Niall in vita mia. Non ho più avuto un ragazzo da allora.
-Bene, e il padre?- domanda l’infermiera. -È morto- faccio secca. -Mi dispiace..ehm..comunque vada in segreteria- 
Volo nel posto che mi è stato indicato.
-Ehm..devo firmare la liberatoria per poter far ricoverare mia figlia per stanotte- La segretaria, una donna sulla sessantina, con i capelli bianchi e le rughe mi guarda male. So cosa sta pensando “Una figlia? Ma quanti anni avrà?” La vecchia mi consegna i moduli, una volta compilati li do all’infermiera.
-Bene, potete andare a casa- mi fa la donna. Andare a casa? La mia piccola è ricoverata in ospedale e io vado a casa? Non se ne parla.
-Restiamo qui- la informo, dicendolo più a me che a lei. -Come volete- fa lei prima di andarsene. -Tu puoi andare se vuoi- dico a Niall. -No, rimango- Non voglio rimanga. -Niall, davvero, grazie ma non è più un problema tuo, è mia figlia, posso cavarmela da sola- Sono calma anche se nella mia voce c’è decisione. Mi guarda storto. -Mi dispiace se ti ho fatto credere il contrario, ma il fatto che ti abbia chiesto aiuto non cambia le cose- dico. Posso leggere la delusione nei suoi occhi. -Bene- stringe i pugni. Lo sto ferendo ma va bene. Detto questo se ne va.
Passo la notte a guardare la mia piccola dormire, da dietro il vetro della stanza.
La mattina dopo possiamo finalmente tornare a casa, la febbre è scesa, quasi del tutto passata grazie ai farmaci dell’ospedale. Pericolo scampato.


Eccomi qua! Greta lo so che stai leggendo! Ciaooooooo! Hahahahahahahaha okay spero vi piaccia questo avvicinamento di Niall e Ani MUAHAHAHAHHHAHA A presto!

 

  
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