L’Arma
Dell’Amore
Era
un giorno perfetto per esercitarsi alla spada, il sole
spelendeva alto nel cielo e un leggero tepore si diffondeva
nell’ampia tenuta
dei Grandier. Due bambini dalle arie vispe e giocose, erano intenti in
un
entusiasmante duello, e nessuno dei due era intento ad arrendersi.
-Mousier
Andrè, Mousier Alain!-esclamò la governante- dove
eravate
finiti, vi stavamo cercando dappertutto!...non fateci prendere
più simili
spaventi!.
-Ma
Nanny…- squittirono i due bambini
-Niente
“ma” giovanotti, adesso venite con me, e voi
Mousier Andrè,
Intanto
nei bassifondi di Parigi un’altra inusuale scena si stava
verificando…
-Ortence!
Ortense!, daiii alzati da quel letto e vieni a giocare
con me! Dai dai!- ripeté la piccola testolina bionda!
Sentendosi
oppressa dalle parole della piccola, la giovane donna
si alzò dal letto pronta a risponderle e tono.
-Mai
e poi
Conoscendo
il carattere e le abitudini della sorella maggiore,
Oscar, ormai a conoscenza dei suoi monologhi, si arrese, decidendo di
raggiungere il padre alla bottega delle armi.
Correva
spensierata in quei vicoli in cui era nata e cresciuta, i
suoi passi risuonavano sull’acciottolato e alcune persone si
affacciavano
timide dalle finestre per vedere chi era il responsabile di tutto quel
rumore.
Ma
ormai tutti sapevano che poteva essere solo lei, la figlia
dell’armaiolo, la ragazza che tutti amichevolmente
soprannominavano “la piccola
combattente”.
Appena
arrivata alla bottega del padre, con il fiato che le
mancava per la lunga corsa, Oscar si guardò intorno in cerca
di qualcuno, finchè
non vide spuntare dal bancone del negozio Marcel, il giovane
apprendista che
suo padre aveva assunto affinché potesse aiutarlo nella
fabbricazione delle
armi.
Il
piccolo aveva più o meno l’età di
Oscar, 11-12, e appena vide
la ragazza la salutò amichevolmente:
-Hey
Oscar ciao!, che piacere vederti, come stai?,credevo stessi a
casa ad aiutare tua madre e Ortense in qualche lavoretto!-
esclamò con enfasi
il ragazzo.
-Ciao
Marcel, senti per favore non ricominciamo con questa
storia!, ogni volta devi sempre fare apprezzamenti su cose che io
categoricamente odio fare!!, lo sai benissimo che Ortense è
sempre nervosa e
che non vuole avermi tra i piedi, e per quanto riguarda mia madre. Bhe
lei è
l’unica che posso salvare!-disse Oscar.
Il
ragazzo rimase un po’ interdetto sulle parole della ragazza,
ormai sapeva benissimo che lei odiava stare a casa, sapeva che era uno
spirito
libero e che ormai era dedita dedicarsi solo all’uso delle
armi. Ma a lui
piaceva così, già da quando aveva conosciuta,
Marcel aveva nutrito nei
confronti della piccola Oscar un certo affetto, che poi, con il passare
degli
anni, era riuscito ad identificare come “amore”.
Oscar
aveva notato che ogni volta che parlava con lei, le sue
guance assumevano un leggero color porpora, cosa che Oscar non era mai
riuscita
a spiegarsi.
-Scusa
Marcel sai dov’è mio padre?-chiese con aria
interrogativa
la giovane,
-Si
è nel retro bottega, ma mi ha pregato di dire a tutti i
clienti che non vuole essere disturbato poiché sta lavorando
ad una cosa molto
importante.- disse Marcel.
In
quel momento la curiosità incominciò ad
impadronirsi di Oscar-
una cosa importante-pensò Oscar- che sarà mai?,
forse un’arma per un ricco
signore, o persino per il re!!.
In
quello stesso istante Marcel vide spuntare dalle labbra della
giovane un bellissimo sorriso e vide luccicare nei suoi occhi una
scintilla di
curiosità.
-Ok
ok Marcel!, puoi dire a mio padre che sono passata e che
l’aspetto a casa?.
-Ma
certo Oscar- disse Marcel.
-Grazie
e alla prossima!.
In
quel momento Marcel non ebbe nemmeno il tempo di salutarla, che
Oscar, folle per la curiosità, saettò fuori dalla
bottega, lasciando Marcel
sulla porta intento a gurdarla mentre correva.
-Finalmente
sei arrivato Andrè, ti stavo aspettando.
-Scusatemi
padre ma con questa bella giornata io e Alain non
potevamo certo rimanere nei nostri appartamenti a studiare con il
precettore, e
poi lo dite sempre voi che l’allenamento è la cosa
principale e che…
-Ora
basta!- lo interruppe bruscamente l’uomo- sono tornato
apposta per te figlio mio!, ormai credo sia arrivato il momento di
portarti sui
campi di battaglia e di farti assaporare il vero gusto del
combattimento!, già
ho aspettato tanto che questo momento arrivasse Andrè,
andremo insieme in
America e combatteremo al fianco delle truppe Americane. Credo sia
un’ottima
esperienza per te e per Alain, ormai so che tieni a lui come ad un
fratello
perciò verrà con noi.
Andrè
che ancora non si era capacitato dell’idea di partire con il
padre, cominciò a pensare ad una marea di domande a cui non
si dava risposta,
cosa faremo appena arrivati?, quando partiremo?, era ovvio che la sua
giovane
mente non fosse ancora pronta per un passo del genere, non si
capacitava di ciò
che l’avrebbe atteso e di ciò che avrebbe dovuto
affrontare in quelle lande, l’unica
cosa che sapeva è avrebbe combattuto al fianco di suo padre
con tutto se
stesso.
-Andrè
Andrè!!- la voce del padre lo riscosse dai suoi pensieri.
-Si
padre-
-La
partenza sarà prevista per la prossima settimana quandi
riferisci ad Alain queste parole, in quanto alle armi, le andremo a
prendere
oggi, le sto facendo fare da un famoso armaiolo di Parigi, sperando che
faccia
un ottimo lavoro.
-Armi
nuove!, oh grazie grazie padre non vedo l’ora di vederle e
provarle…una cosa soltanto vorrei chiedervi…-
-Dimmi
Andrè-
-Ma
dopo la partenza resteremo in America o torneremo in
Francia?...-
La
domanda del giovane lasciò interdetto l’uomo, che
non sapeva
affatto quello che il destino avrebbe riservato per loro.
-Non
so Andrè…questo davvero non lo
so…comunque adesso puoi andare
ciò che ti volevo dire tel’ho detto, e spero che
non avrai dubbi su ciò.
Un’ultima cosa, dopo aver desinato andremo a prendere le armi
di cui ti avevo
parlato, farò chiamare te e Alain da Nanny, fatevi trovare
pronti.
-Certo
padre, con il vostro permesso mi ritiro…-
E
dopo aver aspettato un cenno del capo del padre, il bambino
corse negli ampi corridoi del palazzo, confuso ma altrettanto felice,
speranzoso di raggiungere Alain per raccontargli ciò che gli
aveva riferito il
padre.
-Alain
Alain!!- disse con il fiato alla gola il bambino.
-Hey
Andrè!, ma dove ti eri cacciato credevo che tuo padre ti
tenesse rinchiuso in quella stanza per sempre!!-
Alain
era l’attendente del piccolo Andrè, avevano su per
giù la
stessa età, e Nanny l’aveva portato a palazzo, su
ordine del padre, affinché
Andrè potesse imparare l’uso delle armi e
soprattutto potesse proteggerlo da
eventuali pericoli. Il ragazzo era rimasto seduto sul bordo della
fontana per
aspettare il suo amico, che era stato letteralmente trascinato negli
appartamenti del padre.
La
luce del sole filtrava attraverso le fronde degli alberi,
facendo assumere ai due ragazzi riflessi dorati sui loro capelli.
-Macchè!!,
mio padre mi ha preannunciato una grande novità, la
prossima settimana partiremo per l’America Alain, per
combattere al suo
fianco!. Mio padre dice che sarà un’ottima
esperienza militare per noi due,
così avremo l’opportunità di conoscere
il vero combattimento.-
Detto
ciò Alain non mostrò alcun segno di interesse, e
questo
rammaricò Andrè che credeva in una reazione di
entusiasmo da parte dell’amico.
-Come
mai non dici niente…credevo ti avesse fatto piacere partire
per altri posti, e combattere avvincenti duelli…- chiese con
rammarico Andrè
-Sai,
credevo che saremmo andati sui campi di battaglia ad
un’età
più matura e soprattutto consapevoli dei pericoli che
dovremmo
affrontare…perché Andrè tu sai quali
sono vero??...-
-…-
-Ecco
vedi questa è la chiara prova tu non sei pronto, anzi NOI
non siamo pronti…-
-Alain
dai non significa nulla tutto ciò!!, se mio padre mi ha
comunicato questa notizia è ovvio che ci ritenga
responsabili no?-
-Ma Andrè questo non significa nulla!!, credo che tuo padre abbia sottovalutato le nostre capacità!, ci ritiene degli uomini quando invece siamo ancora ragazzini che giocano con gli spadini!- disse il ragazzo indicando gli oggetti ai suoi piedi- l’unica cosa che voglio farti capire è che la guerra non è gioco e divertimento, ma sangue e sofferenza!!- detto questo il ragazzo fuggì davanti gli occhi stupefatti dell’amico, che rimase immobile mentre nella sua mente si formava un vortice di pensieri.
CONTINUA...
Spero
tanto che
vi piaccia cari lettori, sappiate che questa è la mia prima
ff, e che siamo
soltanto al 1°capitolo. Non sono una di quelle scrittrici
FENOMENALI, ma volevo
fare qualcosa anch’io. Mi piaccio tanto le ff, soprattutto mi
appassiona
leggerle, e questa volta voglio farvi leggere la mia!
Se
volete
lasciate anche commenti belli o brutti che siano accetto qualsiasi
suggerimento.
Un
saluto con
l’augurio che vi piaccia!
Vale