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Autore: Aida    26/04/2008    3 recensioni
Dean ritorna con il pensiero alle crudeli parole che il demone gli disse e prende coscienza delle sue colpe.
Chiede scusa a chi dovrebbe, ma non quando dovrebbe.
[Partecipante al concorso a fandom libero con tema scusarsi del sito Fire&Blade]
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TITOLO: Scuse vigliacche.

AUTORE: Aida.

BETA: Sprezia e Aleksej Larkey.

FORMATO: one shot, 737 parole con Word (testo effettivo).

TEMA: apologize/scusarsi.

RATING: Pg15.

FANDOM: Telefilm, altri, Supernatural.

GENERE: Angst.

AVVERTIMENTI: Incesto, slash.

PAIRING: Dean/Sam.

PERSONAGGI: Dean Winchester, Sam Winchester.

DISCLAIMERS: ogni riferimento a persone, cose o fatti è puramente casuale e non volontario, i personaggi di questo storia sono immaginari e non esistenti nella realtà. Le canzoni e i loro testi non appartengono a me, ma ai loro rispettivi autori o a chi per loro ne detiene i diritti; lo stesso dicasi dei personaggi e della serie. L’unica cosa che mi appartiene è questo pezzetto di storia.

Scuse vigliacche

“…Scusa se ti chiamo amore

sei la sola parte di me che non so dimenticare,

scusami se ho commesso io l’errore

di amare te molto più di me…”

"Scusa se ti chiamo amore’’ di Massimo di Cataldo

“…Dio, come ti amo

mi vien da piangere

in tutta la mia vita

non ho provato mai

un bene così caro,

un bene così vero.

Chi può fermare il fiume

che corre verso il mare,

le rondini nel cielo

che vanno verso il sole,

chi può fermare l’amore,

l’amore mio per te?

Dio, come ti amo…”

"Dio, come ti amo’’ di Domenico Modugno

Dean guidava quella notte senza davvero pensare alla strada, alla prossima città o al loro prossimo problema sovrannaturale. Guidava, ma era lontano dall’abitacolo stretto creato dall’Impala, era lontano da Sam che gli dormiva di fianco sul lato del passeggero e con il pensiero ritornava alle parole che quel maledetto demone gli aveva detto, a volte il dubbio che fossero vere gli mozzava il fiato e aveva il bisogno concreto di sentire il fratello sulla propria pelle, per non avvertire quel senso di vuoto, d’abbandono. Come non convincersi che le persone per lui più importanti non avessero bisogno della sua presenza, quando egli stesso a volte si convinceva che forse loro da sole potrebbero vivere senza problemi? Ma lui non riesce a vivere da solo. Dalla morte della madre, a Dean sembra di aver solo lottato per tenere in piedi quei poveri pezzi del suo cuore, ma lottare sempre alla fine stanca. E si maledice per tutte le volte che ha fatto pesare questo su Sam, sul suo piccolo, grande Sam, in cerca della normalità. Manderebbe tutto in malora per dargli quello che vuole, e già l’ha fatto una volta, ma anche lui ha il diritto di essere felice, si dice, per convincersi che quello che cerca e prova a creare sia giusto. Perché Dean vuole solo la sua famiglia, ma ancor di più vorrebbe Sam; vorrebbe che Sammy fosse solo e completamente suo.

E sa bene che questo è sbagliato, che ciò che vuole più di tutto va contro qualunque credo e religione, ma ancora adesso, dopo tanto tempo, non riesce a impedirsi di amare il proprio fratello. Piangerebbe ancora una volta il suo tormento, il suo dolore, ma non vuole disturbare il sonno dell’altro. Per questo Dean sorride sempre, scherza sempre e cambia ragazza ogni sera, perché ha bisogno di dimenticare se stesso e smettere di lottare, di sperare in qualcosa di sbagliato, perché ha capito che oltre la loro ricerca di vendetta lui può ben poco sugli eventi; ma di giorno e nelle notti di lavoro combatte lo stesso per cercare di avere indietro i pezzi del suo cuore, invece nelle notti fiacche cerca una donna e prova a dimenticare.

Sam mugola nel sonno e lo riporta lì con sé, nell’Impala.

Lo guarda e pensa che alla fine di tutto lui se n’andrà e che il loro padre continuerà quest’eterna lotta contro il male. E lui? Cosa farà? Dean non vuole pensarci adesso e riporta lo sguardo sulla strada. Sa solo che questa notte fa parte di una di quelle in cui deve sputare sangue per avere ciò che desidera e lo farà, perché ne ha bisogno, perché, in fondo, è un egoista e gli egoisti prendono sempre ciò che vogliono. Lotterà per tenere insieme la sua famiglia, ma se questo per lui sarà impossibile, andrà anche fino allo stremo delle sue forze, delle sue certezze per tenersi Sam. Alla fine, quando lui avrà avuto quello che brama ci sarà tempo e modo per scusarsi del suo egoismo, del suo sbagliato amore. Si scuserà con i gesti, con le parole, lo farà con gli occhi, la pelle e la voce, lo farà con mente, anima e corpo. Perché Dean sa bene d’essere l’unico colpevole e già ogni notte sia che stia con Sam che nel corpo di una ragazza qualsiasi, lui chiede perdono nel suo cuore sanguinante, non ancora cicatrizzato dal primo tradimento, per i suoi desideri e i suoi sbagli.

Questa notte, però, sarà diversa. Anche se Sammy dorme può sempre recepire le sue parole, no? Dean sa che deve cominciare da qualche parte, che deve iniziare a chiedere scusa per diminuire i suoi torti e lo inizierà a fare, ora, alle 03:00 di questa notte vagabonda, nella sua adorata auto.

Prende fiato, espira e con la sua solita voce sorridente dice: “Scusami per quello che ti ho fatto, per quello che ti sto facendo e per quello che ti farò. Scusami per il mio amore e per il mio egoistico desiderio di possesso. Scusa, ma ti amo.” Le sue sono le scuse di un vigliacco, perché fatte all’altro mentre dorme, perché sa che in ogni caso non cambierà idea e lo farà soffrire, ma lui è un egoista e ama chi non deve. Dean stringe forte le mani sul volante, tanto da far diventare le nocche bianche e ripete tra sé e sé le proprie inutili, ormai logore, scuse.

“Scusa, ma ti amo.”

Note della storia: i testi delle canzoni sono presi dal sito http://testimania.leonardo.it/ e con l’accenno alle parole del demone mi rimando all’episodio 1.22 “Devil’s Trap – La trappola del diavolo”; penso che, per tutti quelli che seguono la serie, sia scontato sapere che l’Impala è l’auto dei ragazzi. Per precisare io non mi rifaccio in nessun modo a Federico Moccia e al suo libro, mi rifaccio solo e soltanto alla canzone di Massimo di Cataldo.

  
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