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Autore: JapanAddicted    15/11/2013    2 recensioni
Una colonia estiva, un ragazzo e una ragazza alle prese con la prima cotta.
Si parleranno la prima sera ma si conosceranno meglio solo durante il volo di ritorno.
"Quando vuoi veramente qualcosa riesci a battere anche la più forte delle timidezze"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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1. Destino?

Posto F12.
Questo era il numero del mio biglietto di imbarco.
Dopo due settimane in Inghilterra in cui avevo conosciuto molte persone ma mi ero fatta pochi amici, ero contenta di ritornare a casa, anche se il viaggio sarebbe stato abbastanza lungo.
Quel mattino ci eravamo svegliati molto presto per fare il check-in e tutti i controlli necessari in un aeroporto.
L’aeroporto di Birmingham era bellissimo, faceva pensare ad un centro commerciale.
L’aereo sarebbe partito a mezzogiorno per arrivare a Roma un’ora e mezza dopo, e io feci un giro con le due ragazze che erano state sempre con me, una delle quali non mi stava molto simpatica…
Giunto il momento dell’imbarco, raggiungo il mio posto e vedo che sul sedile di fianco a quello che sarà il mio c’è lui, il “ragazzo del destino”.
La prima sera avevamo fatto come attività uno speed-dating per conoscerci meglio, e lui mi era subito piaciuto perché mi aveva fatto ridere e fatto sentire subito in confidenza (cosa per me difficile, essendo molto timida) e perché era l’unico che mi aveva salutato dopo il minuto che avevamo a disposizione per conoscerci.
Quando le ragazze mi chiedevano se mi piacesse qualcuno io rispondevo sempre di no, ma il mio pensiero andava a lui.
Io però cercavo di scacciarlo, non volendo innamorarmi e illudermi.
Avevo notato che ogni volta che andavamo in mensa o in gita da qualche parte lui era spesso nei miei paraggi, ma cercavo di archiviare il tutto come una mia impressione.
Una volta, avendolo visto con la coda dell’occhio, mi sono detta: “Se è destino succederà qualcosa”, e da qui il soprannome “ragazzo del destino”.
Dopo aver controllato due volte il numero del posto per essere sicura di non essermi sbagliata, mi sono seduta di fianco a lui e mi sono allacciata la cintura.
Sono rimasta in silenzio per un po’, poi lui ha cominciato a parlare e mi ha fatta di nuovo sentire subito in confidenza, come se fossimo stati amici da sempre.
Dopo aver parlato, riso e mangiato insieme, mi è venuto sonno e mi sono appoggiata alla sua spalla.
Lui si è appoggiato al finestrino e si è addormentato, io invece sono rimasta nel dormiveglia e sentivo alcune persone intorno a noi che ridacchiavano, ma non riuscivo a capire se ci stessero prendendo in giro o se ridessero per altri motivi…
I due ragazzi dietro di noi ci urlavano nelle orecchie e ci facevano i dispetti per svegliarci, ma lui dormiva come un sasso e io facevo finta di niente, era tutto troppo bello per essere interrotto.
Quando lui si è svegliato, ho fatto finta di svegliarmi anch’io e lui si è appoggiato sulla mia spalla durante gli ultimi momenti di viaggio.
Ho avuto un tuffo al cuore, non riuscivo a crederci! È stato il momento più bello della mia vita, la sua testa sulla mia spalla e il profumo dei suoi capelli nelle narici…
Era tutto perfetto, non avevo più bisogno di niente.
Sorridevo compiaciuta, ma siamo atterrati e lui ha alzato la testa dalla mia spalla.
Non volevo scendere, non volevo che quei bellissimi e brevi momenti finissero… Ma mi sono alzata per prendere il mio zaino dal portabagagli senza degnarlo di uno sguardo, consapevole che non l’avrei mai più rivisto e non volendo dirgli addio perché sarebbe stato dolorosissimo, sebbene avessimo passato pochissimo tempo insieme…
Sentivo le lacrime che spingevano agli angoli degli occhi ma mi sono trattenuta a forza dal farle sgorgare e ho raggiunto le mie amiche sulla navetta.
Lui era seduto poco distante da me, e ogni tanto gli lanciavo occhiate sperando che lui mi perdonasse per non averlo nemmeno salutato e di poter ancora recuperare qualcosa, siccome il nostro viaggio non era ancora finito…
Tutti e due avevamo ancora un aereo da prendere: io per Torino, lui per Treviso.
Era ancora possibile che ci rincontrassimo in giro per l’aeroporto di Roma.

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 Angolino Autrice:
Questa "ff" è un'esperienza personale, tutto quello che è scritto è successo veramente, ma non farò nomi e se li farò saranno inventati.
Ho cercato di rendere al meglio le mie emozioni ma forse ho esagerato o non le ho rese abbastanza bene... >//<
Comunque avevo bisogno di condividerle con qualcuno!
Scusate per eventuali errori e grazie mille a chi leggerà/recensirà/salverà la storia! C:

JapanAddicted
 
  
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