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Autore: Stanys    15/11/2013    1 recensioni
un viaggio, alla fine del Viaggio, dove tutto acquista un senso.
Genere: Dark, Mistero, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[metro: dodecasillabi sciolti]


La Morte t'ha colta, giovane ragazza:
la sua lama tagliente spezzò, gravosa,
la tua bionda vita, avara ancor di luce.
Ora, sola, giaci in riva all'Acheronte
in cerca d'un chiarore che non avrai,
chiedendo ad un'ombra calor che non ha.
Giunge allor l'infame nocchiero Caronte
per caricar l'empi gettati all'Inferno,
e tu tremi, piccola foglia d'autunno
strappata al tuo ramo ancora che era estate,
mentre lui t'adocchia con sguardo lascivo.
“Qual vento nefasto t'ha condotta qui,
o dolce anima dispersa nelle tenebre?”
“Non so – tu gli dicesti, in preda al terrore -
Chiusi l'occhi una notte e li riaprii qui”.
“Non temere – ti sedusse con la mano -
in te vedo la luce, vieni con me”.
Ma tu, rondine solitaria, sapevi
l'inganno che ordiva l'ombra del malvagio
e timida ti ritrasti dall'invito.
Allora l'ira sua infiammò l'occhi e le gote
mentre, assassino, tendeva su di te
le mani grinzose e candide di morte.
Come una cerva che dalla tigre fugge
lesta, sentendo appena muover le foglie,
non ti voltasti indietro mentre correvi.
Guidata dal vento volasti lontano
nel buio di Notte che Giorno non sa
fino a ritrovarti dentro a un cimitero,
enorme Campo Santo in terra dannata.
Sconvolta planasti sulle tristi tombe
coperte da verdi arbusti senza età,
e subito salì nell'aria pesante
l'urlo orribile d'un lupo di vedetta:
accanto al cancello chiamava i compagni
che accorsero lesti a sbarrare l'uscita,
grigi come la pietra, le zanne in mostra.
Sconfitta, cercasti con l'occhi altre uscite
trovandone due, ma entrambe inaccessibili:
d'una ne uscì un gruppo d'atri felini
'l manto avvolto nella notte senza stelle
e l'occhi gialli, stretti qual due fessure.
Dall'altra scorgesti il bianco piumaggio
(non fosti ingannata) d'aironi eleganti
con l'ali spiegate, a sbarrarti la strada.
Tra le mani il capo, urlasti il tuo dolore
cadendo disperata al terrore cieco
d'una fuga scellerata senza uscita.
La voce di Caronte s'erse tremenda
Come nascesse dalla tua stessa mente
e affilata come uno stiletto, chiese:
“Qual nome ti diede la Morte al trapasso?”
Sentisti la tua voce urlare in ginocchio
come in un ultimo respiro: “Rebecca!”
“Alzati, mia bianca ammaliatrice d'uomini,
la tua grazia risplenderà tra gli aironi”.
E mentre t'alzavi, il tuo corpo cambiava
fino a librarti, finalmente felice,
trovando la quiete nel volo d'airone.

   
 
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