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Autore: _Lia    15/11/2013    1 recensioni
Sente un rumore, come di passi, ed alza lo sguardo, incontrando quello imperscrutabile di Shery.
[...]
Già era una cosa alla quale, lo sapeva, non sarebbe mai stato pronto, ma venirlo a sapere da una lettera....
Era questo che non riusciva a mandare giù.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Se ne sta seduto a guardare il vuoto, con una mano vicino alle labbra, tenendo in bilico tra due dita una mezza sigaretta rovinata, e l'altra, con le dita strette su un foglio stropicciato -che, in origine, avrebbe potuto benissimo essere una lettera- poggiata sulla gamba semistesa sul tavolino di fronte a lui.
Sente un rumore, come di passi, ed alza lo sguardo, incontrando quello imperscrutabile di Shery.

"Oh...sei tu..."

Lei si inumidisce appena le labbra, annuendo. Non parla - non crede di sapere davvero cosa dire o come dirlo - ma si avvicina al ragazzo. Gli passa una mano tra i capelli, gli lascia perfino la sigaretta, che normalmente avrebbe spento. Lo guarda negli occhi per un poco, non troppo o finirebbe per piangere anche lei -anche perché poco ci manca, ecco.
Sospira sedendosi accanto a lui e sposta lo sguardo sul foglio -lettera, ora è sicura che è una lettera- che l'altro ha tra le mani.
Neanche in quel momento riesce a dire qualcosa, né tanto meno ne ha bisogno. Temeva quel momento e, a dirla tutto, non riusciva a spiegarsi perché il ragazzo fosse già tornato.
Sporgendosi in avanti sfila leggermente la lettera dalla mano stretta dell'altro e, lentamente, si mette a leggerla. In fondo, neanche lei voleva venire a patti con la realtà.

Lui si lascia sfilare la lettera dalla mano senza opporre resistenza -tanto, ormai, che motivo c'era per vivere?-.
Non sarebbe dovuto tornare, lo sapeva. Non VOLEVA tornare. Sapeva di dover rimanere lì e voleva farlo. Come al solito i suoi "fantastici" genitori avevano lavorato contro di lui, rispedendolo a scuola per "non perdere troppe lezioni", tanto, avevano detto, "ci pensiamo noi a nonna".
Ma neanche il suo odio verso di loro stava riuscendo a distrarlo dall'unica cosa alla quale quel giorno riusciva a pensare.
Si sentiva sopraffatto. 
Già era una cosa alla quale, lo sapeva, non sarebbe mai stato pronto, ma venirlo a sapere da una lettera....
Era questo che non riusciva a mandare giù. 
Questo e il fatto di non essere lì con lei, quando lei per tutta la vita era stata con lui.
Sapeva che lo avrebbe preso bonariamente in giro se lo avesse visto così, ma non poteva evitarlo.
Riprende a fumare -grato a Shery di non avergliela spenta, quella sigaretta, come, invece, normalmente avrebbe fatto- fissando di nuovo gli occhi al pavimento, senza singhiozzi o pianti, lasciando, però, le lacrime libere di scendere.

"Addio Tata..."
  
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