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Autore: darkangel98    15/11/2013    3 recensioni
Distretto 1. La casa dove tutti gli uomini del Distretto vanno a divertirsi alle spalle delle loro mogli.
Due bambini che parlano.
***
La ragazzina chiuse gli occhi e si accoccolò contro il suo petto, Marvel poteva contarle le lentiggini sugli zigomi e le piegoline sulle labbra imbronciate e morbide. E poi gli venne voglia di sfiorarle con le sue e lo fece. Glimmer aprì gli occhi e lui vide che per la prima volta brillavano davvero, e per un po' fu come se fossero davvero scappati dal mondo.
***
[Glarvel] [Pre Hunger Games] [Ispirato a "Il comico" di Cesare Cremonini
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lux, Marvel
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Vuoi scappare

Marvel appoggiò la testa sulle ginocchia, mettendosi le mani sulle orecchie.
Ogni volta che sentiva un gemito maschile provenire dalla casa dietro di lui chiudeva gli occhi e faceva finta di non pensare che avrebbe potuto essere sua madre a provocarlo, ma sapere qual'èra il suo lavoro per un tredicenne faceva comunque male.
I suoi occhi si soffermarono per un attimo su Glimmer, seduta al suo fianco, e di nuovo avrebbe voluto essere capace di restare freddo come lei, che fissava il muro davanti a lei con gli occhi impassibili e vuoti e verdi come il vetro opaco delle bottiglie, quello che non fa passare la luce.
- Ti va di andare da qualche parte?- bisbigliò piano, cercando una scusa qualsiasi per andare via da quel posto. Avrebbe tanto voluto rimanere a casa con il nonno e i suoi fratelli, anzichè andare a sedersi sulla soglia di quel posto inquietante, ma Glimmer non aveva un altro posto dove andare e voleva restare con lei.
La ragazzina tirò il cappuccio fino agli occhi e scosse la testa. Aveva il dorso delle mani graffiato e scorticato a sangue e Marvel distolse lo sguardo con un brivido.
Una voce beffarda che esisteva solo nella sua mente gli ricordò che non era esattamente la reazione migliore per uno che si preparava a diventare assassino di professione, ma la respinse con decisione.
C'era qualcosa che gli diceva che quei tagli non erano quelli normali che ci si fa in accademia, ed era molto sospetto che da quando Glimmer viveva sola con sua madre girasse senza più un centimetro di pelle scoperto.
A volte Marvel pensava che avrebbe potuto essere una delle favole che sua madre gli raccontava quando era ancora piccolo come Galax, l'ultimo dei suoi fratellini, quelle che finivano bene; la povera principessina dai capelli d'oro e gli occhi verde menta che non aveva più il suo papà e veniva picchiata dalla regina cattiva che invidiava la sua forza e la sua bellezza, per poi essere salvata da un giovane- ma molto forte - principe con i capelli scuri e gli occhi di smeraldo.
L' unica pecca era che tutto questo era molto meno poetico nella realtà, e secondariamente se Marvel si fosse candidato come principe si sarebbe probabilmente ritrovato con l'anello velenoso del papà di Glimmer in un luogo dove non avrebbe voluto averlo.
- Una volta ci sono stato, in accademia di notte. è fantastico, hai tutte le armi per te.- insistette il ragazzo, ma la bionda sembrava non sentirlo nemmeno. Marvel si accorse che tremava.
- Ti insegno a usare le lance. Prima o poi devi imparare a usare qualche arma a parte l'arco, lo sai vero?-
Marvel sorrise e si tirò indietro, sicuro che, come ogni volta che la provocava riguardo alle sue abilità, l'amica gli avrebbe rifilato un paio di schiaffi che ormai per lui erano come carezze.
Ma il massimo che ottenne da Glimmer fu un debole. -Non ne ho voglia, Marv. Non mi sento tanto bene.- e il ragazzo tremò dalla rabbia.
Glimmer non amava nulla, non sorrideva mai se non tra le mura scalfite dell'accademia, con la luce al neon che si rifletteva dalle lame sul suo viso. E allora aveva il sorriso più bello, sincero e sadico che una ragazza del Distretto 1 avesse mai sfoggiato. Chiunque le avesse fatto tanto male da toglierle la voglia persino di fare quello (e Marvel sapeva bene chi poteva essere) meritava di ricevere tutte le morti di settanta edizioni degli Hunger Games combinate insieme.
Il ragazzino sfiorò la caviglia di Glimmer e lei non lo fermò, così sollevò la gamba dei leggins e la lasciò cadere subito, con un brivido di disgusto e pena.
- Cosa ti ha fatto stavolta ?- domandò Marvel con un sibilo furioso, afferrandole la spalla.
La ragazza ebbe un sussulto e Marvel la lasciò subito, pensando di farle male.
- Ha iniziato con la frusta. Dice che ci sono uomini a cui piace, quindi devo cominciare ad abituarmi.- Glimmer ebbe un fremito di ribrezzo così intenso che Marvel ebbe paura che stesse per svenire.
- Quali uomini?- - Quelli che si scopa lei. Dice che mi servirà per quando sarò grande e dovrò lavorare con lei.- il ragazzo udì appena l'ultima parola, perchè la voce della bionda si spezzò in un singhiozzo e abbandonò la testa sulla spalla di Marvel, che le prese la mano. -
- Non diventerai come lei.- affermò il ragazzo, con una calma glaciale in corpo. Lo disse come se fosse la cosa più certa della vita, la voce ferma come quella di un uomo.
Sapeva che era probabile che Glimmer sarebbe finita in quel giro, forse anche prima di avere quindici anni, perchè era persino più bella di sua madre e a volte vederla con la tutina attillata dell'allenamento dava i brividi persino a lui, che non si occupava di cose frivole come sbavare dietro alle ragazze. Eppure andò avanti.
- Tu sei la favorita più forte che si sia mai vista, e potresti offrirti anche quest'anno e vinceresti comunque. Tu non sei come tua madre. Sei tutta tuo padre e sarai una vincitrice come lui, te lo giuro.-
Glimmer sospirò piano, le si leggeva negli occhi che avrebbe voluto crederci. -Voglio scappare.- mormorò con il solo movimento delle labbra. - Ho sentito Gloss che diceva che c'è un casa, vicino all'accademia. Ci possono andare i ragazzini senza genitori, basta che si allenino e vadano a scuola e possono vivere come gli pare. -
- Ma tu non sei senza genitori. C'è tua madre.- le disse Marvel sfiorandole un ricciolo, sforzandosi di usare il tono più delicato possibile mentre distruggeva le sue speranze.
La piccola strinse le labbra. - No, tu hai una madre. Quella non è una madre.-
Era nella posizione di una bambina piangente e avrebbe desiderato più di ogni altra cosa sfogarsi, esplodere in singhiozzi, ma era come se i suoi occhi non fossero fatti per piangere. Non ne era capace.
E quando Marvel la vide così si decise a dire quel che voleva dire. - Forse, non per sempre, ma se vuoi scappare per stanotte credo di sapere che puoi fare.-

***

Glimmer si strinse accanto a Marvel sotto la coperta. - Grazie di avermi invitata.- mormorò riconoscente. - Non riuscirò mai ad andare abbastanza lontano, però sono contenta di essere qui.-
A Marvel scappò un sorrisino, ricordando il viso sorpreso dell'amica quando la mamma del ragazzo l'aveva abbracciata per darle il benvenuto come se fosse la figlia femmina che non aveva mai avuto.
Nessuno aveva mai abbracciato Glimmer da quando aveva undici anni.
- Non c'è di che.- La ragazzina chiuse gli occhi e si accoccolò contro il suo petto, Marvel poteva contarle le lentiggini sugli zigomi e le piegoline sulle labbra imbronciate e screpolate.
E poi gli venne voglia di sfiorarle con le sue e lo fece. Glimmer aprì gli occhi e lui vide che per la prima volta brillavano davvero, e per un po' fu come se fossero davvero scappati dal mondo.
Ma Marvel sapeva che lei non sarebbe mai scappata davvero, non sarebbe mai stata bene fino al giorno in cui l'avrebbero portata nell'arena, a dimostrare che era nata per vincere.
E in questo piano lui non c'entrava quasi nulla.

 

 

 

Sclerotime
Ciao! Allora, la MarvelGlimmer è una delle mie coppie preferite, ma non ho mai avuto occasione di scriverci su prima d'ora e sono discretamente soddisfatta di questa prima OS. Se non si fosse capito, le madri di Marv e Glim lavoravano insieme come, ehm... ragazze di malaffare ed è così che si sono conosciuti. Sì, nella mia mente il Distretto 1 è un enorme bordello, ma questi sono dettagli.
Spero di non essere andata OOC: conosciamo questi due ragazzi solo nel contesto degli Hunger Games che qui non è nemmeno accennato, quindi non penso di avere sbagliato qualcosa. In caso, fatemi sapere.
In ogni caso, vi prego di non venirmi a dire che Glimmer era una stupida troietta. Vi prego, in tutto Hunger Games non ho letto una parola che possa far pensare questo.
Quindi non portiamo avanti lo stereotipo della bionda stupida, per favore *la scrittrice è bionda e si vede, coff*
Beh... credo di aver detto tutto! Enjoy!
Darky <3

  
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