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Autore: j3yinlove    15/11/2013    0 recensioni
Era colpa sua. Lui aveva attaccato bottone alla festa, lui l'aveva fatta sentire amata, ma era stata lei a cadere nella trappola. Lui ha solo teso la mano per invitarla a fare una passeggiata. Stava a lei accettare o meno. Adesso lei si sentiva stupida e vulnerabile. Lei non sapeva che anche lui l'amava anche se non lo dimostrava. Non ancora almeno.
La guerra era finita ed era il loro ultimo anno ad Hogwarts, l'ultimo anno insieme. Tutto era cambiato anche i sentimenti tra la Mezzosangue e il ragazzo che non aveva scelte. Adesso entrambi erano liberi e quella libertà gli fece scoprire l'amore!
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Lavanda/Ron, Luna/Neville
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 5 


Dopo essersi smaterializzata dalla villa Malfoy si era teletrasportata davanti al cancello di Hogwarts. Adesso una magia permetteva ai soli studenti e docenti di materializzarsi in quel luogo. Era magia innovativa e faticosa per la Mcgranitt ma ci teneva a farla. 
Hermione piangeva, ma non si era accorta di farlo fino a che una lacrima era arrivata dritta a terra come pioggia.  Aveva lasciato una macchia sul terreno. Era triste e solitaria. Hermione si chinò a terra e tenendo le mani sulla faccia cominciò a singhiozzare.  Aveva deciso di chiudere con Draco prima che i suoi sentimenti crescessero ulteriormente. Ormai quella era una storia estiva. Vista in quel modo per Hermione sarebbe stato più facile non soffrire. Ma lei sapeva che non era giusto per il suo cuore, anche se il cervello le diceva insistentemente che lo era,  non amare quel ragazzo. 


- Allora come va a casa Ron?- chiese Hermione mentre si avviavano verso la prima lezione di quell'anno. Divinazione.  
- Mamma parla poco, ma sembra stare un po' meglio. Quello che ci preoccupa è George. Non è uscito per tutta l'estate dalla sua stanza. Il cibo se lo faceva materializzare con la bacchetta. Non è mai uscito.- Ron era diverso dagli anni passati ma non aveva perso il suo sorriso. Era quello che gli dava forza. " Si sempre positivo" era il suo mantra adesso. Lo faceva per sua madre suo padre e i suoi fratelli. Se non ci fosse stato lui, adesso, quella famiglia sarebbe più devastata di come poteva già  apparire. - Vedrai che andrà meglio Ron!- lo incoraggiò Harry. Hermione posò una mano sulla spalla dell'amico e poi entrarono in classe. 
Passò davanti al banco di Draco lasciando dietro se solo un veloce sguardo al ragazzo. Anche lui la fissò ma poi tornò a ridere e scherzare con i suoi compagni. 

Quando dovettero lasciare l'aula Hermione cercò lo sguardo del Serpeverde ma lui prese semplicemente i libri dal banco e lasciò l'aula senza nemmeno aspettare i suoi amici. Draco soffriva nel vederla e non poterla abbracciare, baciare o semplicemente dirle " ciao".
- Che strano comportamento quello di Malfoy oggi. Non trovi Hermione?- chiese Ron. Hermione sovrappensiero non aveva nemmeno udito la domanda del compagno. Ron sventolò la mano davanti alla faccia di lei per farla riprendere.  Trasalì scuotendo la testa e distolse lo sguardo dal punto dove Draco era sparito. - Cosa?- domandò confusa. 
- Ti ho chiesto se anche tu trovi che il comportamento del figlio di papà oggi sia stano!- ripetè lui. - E cosa ne posso sapere io! Perché chiedi proprio a me!- risponse lei spaventata. Forse avevano capito tutto. Forse adesso lei era nei guai.  - Calmati! Senti l'ho chiesto a te perché l'hai visto per tutta l'estate. Volevo sapere se era così solo oggi o ...- rassicura l'amica. Ron e Harry non capivano il suo comportamento ma cominciavano a sospettare che nascondesse qualcosa. 
- Ah... Ecco... Beh io non so niente. Adesso basta parlare di lui!- rispose lei isterica prendendo dal banco i suoi libri. - È successo qualcosa quest'estate che ti fa reagire così nei suoi confronti?- domandò Harry. 
Hermione non sapeva come rispondere. Perché a Harry non riusciva mai a nascondere niente. Erano migliori amici e si conoscevano da troppo tempo. Ron era più tardo nel capire il comportamento femminile ma anche lui la conosceva abbastanza bene. Se lei non avesse fatto attenzione entrambi avrebbero scoperto il suo segreto. - No! Semplicemente... Non ci vediamo da un'estate e parlate solamente di Draco Malfoy. - si difese la Grifondoro. Hermione aveva bisogno di andare in un posto silenzioso e pensare. Ma dove poteva andare? Ormai la scuola era invasa da maghi da tutte le parti. Sospettava che non ci fossero posti silenziosi e solitari. La stanza delle necessità era da escludere, se tutti l'avessero vista entrare sarebbe finita con quelli del primo anno che la occupano 24 ore su 24. Meglio non svelargli subito i trucchetti che Hogwarts riserva per quando si è più maturi. 
- Che materia hai adesso Hermione?- chiese Harry mentre leggeva sulla sua pergamena per sapere dove andare. 
- Pozioni! - rispose semplicemente. 
- Io e Ron invece abbiamo difesa contro le arti oscure, chissà come e chi sarà il professore. Sarà strano senza Piton in giro!- affermò il ragazzo con tono triste. Dopo quello che aveva scoperto sul suo professore la sua opinione su di lui era mutata, migliorata. Adesso sentiva la sua mancanza e sapeva tutto quello che aveva fatto per salvarlo. Persino mettersi contro il signore oscuro. - Ci vediamo a pranzo allora! - annunciò squittente Hermione.  
Aveva mentito a Harry e Ron. Perlomeno in parte. Si, aveva lezione di pozioni adesso, ma non aveva intenzione di frequentarla. Si sarebbe nuovamente imbattuta in Draco e non ne aveva voglia. Appena possibile sarebbe andata dalla preside a chiederle di cambiare l'orario.  Era molto clemente con quelli dell'ultimo anno. Loro che l'anno precedente erano al penultimo e quelli dell'ultimo che avevano lasciato la scuola per trovare lavoro avevano combattuto nella guerra e era uno shock per chiunque. Adesso le casate tutte unite dell'ultimo anno, che erano così per dare esempio di solidarietà, avevano tutta la comprensione della preside e saltare la lezione per un po' di tranquillità non avrebbe provocato ad Hermione una punizione. Quella situazione in un certo senso le piaceva. Dopo la battaglia aveva capito che studiare quella roba, e impegnarsi tanto in classe non l'avrebbe aiutata più di tanto nella vita reale. Aveva intenzione sempre di diplomarsi e lavorare, ma non al ministero. Voleva insegnare, ma non ad Hogwarts. Lei voleva insegnare ai babbani. Riteneva che fosse la cosa più giusta da fare. Con la sua divisa,senza stemma, svolazzante al vento passò per i giardini e si avviò decisa al campo da Quidditch. Aveva scelto il suo posto silenzioso. Essendo il primo giorno il campo non sarebbe stato attivo. Ottimo per qualcuno che voleva solitudine e silenzio. Ma non sarebbe salita sugli spalti, li l'avrebbero vista tutti. Si ricordò del
entrata "speciale" che le aveva mostrato Draco e vi ci si infilò. Si avvicinò alla solita asse possente e comoda, che ora era fornita di un cuscino, e iniziò a liberarsi la testa da tutte quelle preoccupazioni, le bastò poggiarci una mano sopra. Draco fu il suo primo pensiero. Quel cuscino lo aveva sicuramente portato lui, magari in quei giorni era andato al campo a pensare, magari... a lei. Hermione scacciò quel pensiero con rabbia. Non doveva più pensare che avere una relazione con lui fosse possibile. Ormai l'estate era finita. 
Si issò sulla trave e lasciò i piedi ciondolare. 
Li fissò per un istante interminabile e poi si accorse di un rumore, quasi un fruscio, proveniente dalla tenda che  copriva il suo nascondiglio dal resto del mondo. Aveva lo stesso principio del mantello dell'invisibilità di Harry, ma più metaforico. Si girò a vedere chi fosse l'intruso e con pochissima sorpresa sbucò la testa di Draco dalla tenda. Lui la fissò intensamente non sapendo cosa dire, poi uscì dalla tenda e si allontanò. Hermione scende dalla trave e inziò a corrergli dietro. - Draco aspetta!- gli urlo contro fermandosi, stanca di rincorrerlo per i giardini. Lui si stoppó e senza girarsi affermò - Perché? A te piace scappare quando la gente meno se lo aspetta- la rabbia nella sua voce era a dir poco spaventosa. Era arrabbiato, si, ma più che altro deluso da se stesso per essersi perso nei pensieri di un amore impensabile. - Scusa... Avevo, paura!- asserì lei avvicinandosi alla sagoma di lui immobile che le rivolgeva la schiena. Un passo alla volta per quel campo d'erba. - Tu, avevi paura? E di cosa? Ho fatto di tutto per farti sentire a tuo agio in quella casa! - le rinfacciò lui. 
- Non era la casa a spaventarmi e lo sai! - rispose lei secca. Adesso era a qualche metro da lui, non era più necessario gridare. - Non so di cosa parli! -  asserì Draco. La  sua voce era rotta, come se stesse trattenendo le lacrime. - E invece si! Sai che avevo paura di quello che stavo iniziando a provare per te!- confermò lei. 
- Paura... Di me? - chiese dopo un profondo respiro il giovane Serpeverde di schiena.  
- Paura... Di non capire, di non essere ricambiata...- iniziò a singhiozzare lei. 
- Perché io no? Credi davvero che io non abbia le tue stesse paure? - le ringhiò contro girandosi e guardandola in faccia. Entrambi stavano piangendo. 
- Mi dispiace Draco! - disse lei piangendo ancora di più. 
- No, ti prego non piangere! - affermò avvicinandosi a lei ed abbracciandola forte. Poggiò il mento sulla testa di lei e aspettò che smettesse di singhiozzare. Quando si calmò un po', Draco, senza sciogliere l'abbraccio, con due dita le alzò il mento fino a che i loro due sguardi non si incrociarono. - Non lasciarmi mai più Hermione Grenger! Ormai non vivo un giorno senza poterti abbracciare! - affermò mentre l'ultima delle sue lacrime, una di Gioia finalmente, finiva di la sua discesa verso il mento. Vedere Draco piangere faceva effetto, e faceva capire quanto lui tenesse a lei. Hermione di alzo sulle punte e lo baciò. Un bacio passionale e dolce. Di quelli che nei film babbani fanno vedere a rallenti mentre piove.  


Si erano seduti sotto un albero vicino al lago nero. Hermione era sdraiata e la sua testa era sulle gambe distese di Draco, che appoggiato al tronco dell'albero con la schiena, giocava con i riccioli marroni/ dorati di lei, con gli occhi chiusi - Draco...- bisbigliò lei. Non voleva davvero rompere quel bel silenzio rilassante, ma doveva farlo. - Mmm Mmm- mugugnò lui, nel suo più completo relax. Gli piaceva accarezzarle i capelli, lo trovava rilassante e dolce. - È tutto un casino adesso!- affermò lei. - Perché?- domandò lui, improvvisamente attivo. - Come lo diremo a tutti? Cioè... Noi... Adesso ci frequentiamo giusto?- chiese lei presa improvvisamente dal panico per aver frainteso la loro storia. 
- Mi stai chiedendo se stiamo insieme?- domandò lui ghignando. Sembrava ridicolizzare quella domanda. Come se fosse ovvia la risposta. Lei annuì. - Certo che stiamo insieme. E se il problema sono i miei amici li scaricherò! - affermo fiero.  - Non credo sia il caso addirittura scaricarli, basterà fargli capire che per noi è importante!- disse saggiamente lei.  - Quando fai la saggia mi piaci. - asserì lui. - Solo in quelle occasioni? - chiese lei maliziosa. Lui si chinò sulla faccia di lei e la baciò - Mi vedo costretto a corregermi allora, signorina Grenger. Lei mi piace in ogni momento. Anche solo il tuo sorriso mi manda in estasi. - dichiarò romanticamente Draco. Hermione non riusciva ancora a credere a quello che stavano facendo.  Draco tornò a poggiare la schiena sul tronco e ad accarezzarle i capelli. - Draco!  - affermò lei.  - Che c'è adesso? - chiese gentilmente. - Abbiamo già perso due ore, adesso c'è il pranzo, se non ci presentiamo, noteranno la nostra mancanza! - dichiarò lei. - Hai ragione! -  confermò lui. Hermione si alzò e porse la mano al suo compagno. Lui sorrise e l'accettò, quando fu in piedi abbracciati si avviarono verso la scuola. - Io credo che per rispetto, i primi a cui dovremmo dirlo siano Harry e Ron.- affermò Draco. - Lo sai che sei un tesoro?- domandò retorica la Grifondoro. Draco le sorrise. - Si, ma non dirlo in giro, altrimenti perdo la mia reputazione da macho! - scherzò lui. Lei ridendo gli mise la mano sul petto per poi dargli un bacio. 
- Quindi... Pranzi con noi?- gli chiese poggiando la testa sulla sua spalla. Erano quando al portone d'ingresso, tra qualche istante sarebbero stato sotto gli occhi di tutti quelli dell'ultimo anno pronto a giudicare e a spettegolare. Ma entrambi erano pronti. 
Sciolsero l'abbraccio e si presero per mano. Davanti al portone presero un bel respiro all'unisono e entrarono.
  
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