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Autore: saramermaid    15/11/2013    5 recensioni
Se c’era una cosa che Ichigo odiava di più al mondo,molto più del caldo afoso o delle code interminabili davanti alla cassa,quella era l’influenza.
Non riusciva a sopportare la sensazione di stanchezza che si impossessava del suo corpo,né era ben propensa al naso tappato e alla gola dolorante.Sospirando infastidita spense la sveglia posta sul comodino,per poi tirare la calda trapunta fin sopra la testa.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Catlike Fever


Se c’era una cosa che Ichigo odiava di più al mondo, molto più del caldo afoso o delle code interminabili davanti alla cassa, quella era l’influenza.
Non riusciva a sopportare la sensazione di stanchezza che si impossessava del suo corpo, né era ben propensa al naso tappato e alla gola dolorante. Sospirando infastidita spense la sveglia posta sul comodino, per poi tirare la calda trapunta fin sopra la testa.
Quella mattina non aveva per niente voglia di abbandonare il tepore del suo letto, ma all’ennesimo richiamo di sua madre decise che forse era meglio sbrigarsi prima di assistere ad una vera e propria irruzione nella sua stanza.
Si lavò e pettinò con calma ,prima di indossare la sua divisa scolastica grigio scuro appesa accanto all’armadio. Un’ultima occhiata allo specchio e dopo aver salutato i suoi genitori si avviò verso la scuola.
Le ore passarono lentamente, o almeno così sembrò a lei, finchè il suono della campanella annunciò la fine di quell’orribile giornata. La sensazione di freddo era aumentata a vista d’occhio, tanto da procurarle brividi intensi.
La cosa più saggia da fare sarebbe stata tornare a casa, mettere il pigiama e riposare finchè non fosse stata meglio, ma il Caffè Mew Mew aveva bisogno di lei. Non se la sentiva di lasciare da solo Kyle proprio quando il locale andava a gonfie vele.
Senza dire una parola quindi, spinse la porta di quella strana struttura rosa pastello ed entrò godendo per un attimo della sensazione di calore sul viso, dovuta al riscaldamento acceso.

«Ichigo va subito a cambiarti, stiamo per aprire il locale. »

La voce di Minto le arrivò nitida alle orecchie, per questo si affrettò a raggiungere lo spogliatoio dopo aver annuito alla mew bird. Le ci volle qualche minuto per sistemare il colletto della divisa alla lolita e prima di raggiungere la sala si sciacquò il viso accaldato con l’acqua.
La testa le doleva non poco, ma decise di accantonare la sgradevole sensazione dovuta a quell’improvvisa ondata di influenza invernale. Quindi si stampò sul viso un sorriso cordiale e si accinse a servire la prima coppia di clienti.
Per metà del servizio riuscì a cavarsela come se nulla fosse, finchè un capogiro non la costrinse a bloccarsi davanti al bancone della cucina dove Kyle stava sbattendo energicamente dei bianchi d’uovo.

«Principessa tutto ok? Sei pallida come un lenzuolo.»

«Sono solo stanca e raffreddata. Non preoccuparti Kyle.»

Regalò al suo amico un caloroso sorriso ,che venne prontamente ricambiato, ma mentre stava per tornare a servire i clienti, uno starnuto la costrinse a bloccarsi. Istintivamente si portò le mani alle tempie cercando di alleviare il senso di spossatezza, ma era una mossa del tutto inutile.
La febbre si cura solo con assoluto riposo e stando al caldo.
Sua madre glielo ripeteva sempre da quando era piccola ed in quel momento dovette darle ragione. Si lasciò scivolare sul ripiano di marmo bianco e chiuse gli occhi color cioccolato per pochi secondi.

«Ichigo dovresti andare a casa a riposare, non stai affatto bene», la sua mano fresca si posò sulla fronte accaldata coperta dalla frangetta rossa, «ed inoltre hai la febbre.»

«Non posso tornare a casa adesso, tu hai bisogno del mio aiuto qui al locale ed inoltre Ryou si arrabbierebbe moltissimo se andassi via.»

Lo sguardo castano del ragazzo si soffermò sulla sua figura, mentre le braccia si posavano lungo i fianchi in segno di disapprovazione. Sotto quelle vesti Kyle sembrava proprio mamma chioccia, constatò Ichigo.

«Non se ne parla nemmeno, tu ora ti cambi e vai a riposare. Al locale ci penseranno le altre ragazze e quanto a Ryou se la dovrà vedere col sottoscritto.»

Ichigo sorrise all’ultima affermazione, annuendo poi accondiscendente agli ordini di Kyle. Quel ragazzo era il migliore amico che si potesse desiderare, era sempre attento alle esigenze di ognuna di loro. Si preoccupava sempre per tutti, dispensando suggerimenti e consigli.
Strisciando la sedia si alzò lentamente per non rischiare un altro capogiro, ma nel farlo incontrò gli occhi azzurro ghiaccio di Ryou che stava entrando in quel momento nella stanza.

«Ichigo che diavolo ci fai qui in cucina? I clienti aspettano le loro ordinazioni.»

Schiuse le labbra per rispondere all’americano, ma ancora una volta Kyle la precedette, mentre continuava a sbattere le uova e controllare le torte nel forno.

«Ichigo ha la febbre e per questo le ho dato il permesso di tornare a casa a riposare.»

Gli occhi di Ryou si posarono alternativamente sul pasticcere e sulla ragazza ancora ferma immobile di fronte a lui. Ora che ci faceva caso Ichigo non aveva una bella cera ed in più gli occhi erano incredibilmente lucidi, segno che la febbre doveva essere salita di parecchio.
Annuendo alle parole del suo tutore, si diresse verso l’attaccapanni per indossare il giubbotto di pelle nera, sotto lo sguardo confuso di entrambi.

«Coraggio ragazzina, fila a cambiarti ti accompagno a casa.»

La mew rosa non se lo fece ripetere due volte e passandogli velocemente accanto sparì per pochi minuti per poi ricomparire vestita e coperta di tutto punto con un giubbotto invernale contornato da pelliccia.
Salutò Kyle ringraziandolo e si affrettò a seguire Shirogane uscendo insieme a lui dalla porta sul retro. Faceva terribilmente freddo fuori, tanto che Ichigo si strinse automaticamente nel cappotto, osservando come il cielo si fosse tinto di bianco. Da lì a qualche ora la prima neve della stagione avrebbe imbiancato Tokyo, tingendola di un’atmosfera suggestiva.
Camminarono in silenzio finchè non raggiunsero l’abitazione della ragazza. Ichigo si fermò davanti al portone chiuso a chiave, segno che i suoi genitori non sarebbero tornati prima di mezzanotte dal meeting lavorativo. Il suo sguardo cioccolato si incastonò in quello chiaro di Ryou Shirogane, mentre le guance le si coloravano di rosso.

«Grazie per avermi accompagnata Ryou e porta le mie scuse a Kyle per averlo lasciato a gestire i clienti senza di me.»

«Non preoccuparti. Rimettiti presto Ichigo.»

La voce del ragazzo non le era mai parsa così sensuale ed attraente, ma si diede della stupida da sola convincendosi del fatto che fosse la febbre a tirarle brutti scherzi. Ryou Shirogane non sarebbe mai potuto essere interessato ad una come lei, sebbene tra di loro più volte ci fossero stati momenti estremamente imbarazzanti.
Scacciando dalla testa l’immagine delle invitanti labbra del biondino, si affrettò ad aprire la porta di casa ma un altro capogiro, questa volta più intenso degli altri, la travolse. Si accorse con orrore di star perdendo stabilità e prima dell’impatto sull’asfalto chiuse gli occhi.
Ma non avvenne nessuna collisione, anzi si ritrovò premuta contro il torace muscoloso di Ryou che la teneva stretta tra le sue braccia. Arrossì ancora una volta a causa di quella vicinanza, ispirando l’odore di uomo che le arrivava alle narici.
Da quando aveva deciso di troncare la relazione con Masaya, prima che lui partisse per Londra, si era ritrovata a constatare che la presenza dell’americano le faceva uno strano effetto.
Ogni qualvolta che i loro occhi si incrociavano, il suo cuore batteva all’impazzata quasi come se volesse uscirle dal petto. Le mani iniziavano a sudare e il suo stomaco si attorcigliava. Fin’ora aveva sempre giustificato quei sintomi, ripetendosi che fosse colpa del carattere di Shirogane. Non era un mistero infatti che quegli occhi celesti avevano il potere di mettere in soggezione chiunque.
Eppure Ichigo nel profondo del suo animo sapeva che vi erano altri motivi che la spingevano a comportarsi a quel modo. Lo sapeva, ma nonostante ciò si era intimata di non ascoltare il suo cuore, seppellendo i sentimenti in un angolo lontano per paura di restarne delusa o semplicemente per non rovinare il loro rapporto d’amicizia.

«Ichigo! Ichigo rispondimi! Stai bene?»

La voce preoccupata di Ryou la riscosse dalle sue riflessioni, si limitò ad annuire mentre mandava giù il groppo alla gola che le impediva di parlare. Stretta tra le sue braccia si sentiva al sicuro.

«Sto bene..Nulla che un po’ di riposo e qualche medicina non possano sistemare.»

«Ti porto dentro, qui fuori inizia a far freddo. Mi hai fatto prendere un bello spavento.»

I suoi occhi brillarono nello scoprire quanto in realtà quel ragazzo ci tenesse a lei tanto da preoccuparsene. Per questo si abbandonò al calore del suo abbraccio, posando la testa nell’incavo della sua spalla e lasciandosi trascinare dentro casa.
Quella sera stava superando tutti i limiti che si era imposta di non oltrepassare, a cominciare dal fatto che la vicinanza col ragazzo si era protratta per ben oltre pochi minuti.
Ancora stordita a causa della febbre, si accorse a malapena che Ryou l’aveva condotta all’interno dell’abitazione, chiudendo la porta con l’aiuto del piede destro e portandola al piano di sopra ancora stretta tra le sue braccia.

«Ichigo dov’è la tua camera? Non so se te ne sei accorta ma non sei esattamente una piuma.»

«Hey! Come ti permetti razza di antipatico?»

Gonfiando le guance, gli tirò un pizzico al fianco, restando incantata dalla risata di Ryou mentre la rimetteva a terra. Non appena i suoi piedi toccarono il pavimento lucido, si accorse che il suo corpo era ancora a contatto con quello del biondino.
Le sue mani forti la trattenevano per i fianchi per paura che cadesse ancora una volta, ed i suoi occhi color oceano scrutavano il suo volto con attenzione. Il respiro regolare di Ryou le arrivava sul viso in un contatto fin troppo ravvicinato con le sue labbra.
Gesticolando imbarazzata, si scostò velocemente liberandosi del cappotto ed impugnando il suo pigiama rosa con le fragole. Si sentiva estremamente vulnerabile in quel momento, soprattutto perché sapeva di sembrare una bambina ai suoi occhi.

«Arrivo subito..Fa come se fossi a casa tua.»

Pronunciò quelle parole con immensa fatica, rifugiandosi subito dopo nel bagno adiacente alla stanza e non attendendo risposta da parte del suo interlocutore. A Ryou non restò che accomodarsi sulla sedia della scrivania, iniziando ad osservarsi intorno.
Era la prima volta che entrava nella camera di Ichigo, constatò divertito. Dacchè il progetto Mew era iniziato, e finito, non ce n’era mai stata occasione e gli sembrava totalmente assurdo trovarsi lì anche se per una buona causa.
La sua attenzione frattanto venne catturata da alcune foto poste sulla scrivania alle sue spalle, che raffiguravano Ichigo. Una in particolare però lo colpì dritto al cuore, ricordava perfettamente il momento in cui la foto era stata scattata.
Il progetto Mew si era appena concluso e tutti loro avevano deciso di organizzare una piccola festicciola all’interno del Caffè per celebrare l’evento. Rammentava ancora di come fosse stata Zakuro ad avere l’idea di immortalare il momento e nella sua mente poteva ancora percepire la vicinanza di Ichigo alla sua sinistra.
Un piccolo sorriso si aprì sul suo volto a quei ricordi non troppo lontani e fu così che la mew neko lo trovò quando rientrò in camera. Una mano di Ryou stringeva la cornice saldamente ed il suo sguardo brillava di orgoglio e commozione.
Erano rare le volte che il glaciale Ryou Shirogane mostrava le proprie emozioni, per questo si appoggiò allo stipite della porta senza fare alcun rumore, non volendo interrompere assolutamente quel momento speciale ed unico.

«Mi sembrano passati secoli da quando questa foto è stata scattata, eppure non sono passati che solo alcuni mesi. Ho portato a termine il lavoro di mio padre con determinazione e la Terra ora è un luogo sicuro.»

Ichigo gli si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla e stringendo appena la presa. Aveva capito cosa si celava dietro quelle frasi, ed aveva imparato a conoscere bene i silenzi del ragazzo. In quel breve discorso c’era molto più di quel che sembrava.

« Sono sicura che tuo padre sarebbe stato fiero di te Ryou e sono altrettanto certa che ovunque lui sia, ti stia osservando. Hai reso onore alla memoria dei tuoi genitori portando a termine il progetto ed hai protetto tutte noi con la tua stessa vita. Non potevamo chiedere di meglio e non potevamo avere un capo migliore di te.»

Quelle parole lo toccarono nel profondo, tanto che ricambiò la stretta di Ichigo con forza. Ancora una volta i loro occhi si incatenarono, creando quella strana alchimia che c’era sempre stata tra loro dal primo giorno che si erano incontrati.

«Grazie.»

Quella semplice parola ebbe il potere di scaldare il cuore di Ichigo, portandola a stringere il ragazzo in un abbraccio sincero. Dal canto suo Ryou si beò di quel contatto, ricambiando la stretta ed avvolgendo la ragazza di cui era da sempre innamorato tra le sue braccia.
Ispirò l’odore di fragola dei suoi capelli rossi, sospingendo la mew neko affinchè potesse sedersi sulle sue ginocchia in modo da ritrovarsi alla stessa altezza. Non gli sfuggì il leggero rossore che le colorava le guance, ma decise che quel momento era troppo prezioso per rovinarlo con le sue solite battute.
Furono però i brividi di freddo di Ichigo a ricordargli che forse era meglio lasciarla riposare. Si era completamente dimenticato che la rossa aveva la febbre e che avrebbe dovuto essere sotto le coperte già da un pezzo.

«Dovresti riposare ora ed io devo tornare al Caffè.»

Dopo quelle parole si alzò dalle sue ginocchia, imitata subito dopo dal ragazzo che si avviò verso la porta. Non sapeva nemmeno lei cosa le stava accadendo, ma in un attimo di totale impulsività, bloccò il polso di Ryou costringendolo a guardarla confuso.

«Ti prego non andare…»

La sua voce resa tremante ed incerta dalla febbre ruppe lo strano silenzio della stanza e lei si morse la lingua per evitare altre frasi compromettenti. La fronte di Shirogane si aggrottò confusa e lui si ritrovò a fronteggiare un Ichigo decisamente strana.
La vide torturarsi l’orlo della maglia del pigiama ed abbassare lo sguardo verso il pavimento. La frangia le copriva il volto, celandola al suo sguardo indagatore e speranzoso.

«Non ce la faccio più a tenermi tutto dentro, so che quello che sto per dirti potrà rovinare la nostra amicizia ma la verità è che da quando ho lasciato Masaya mi sono accorta di sentirmi confusa ogni volta che incontro il tuo sguardo, che mi parli o mi osservi..»

«Cosa stai cercando di dirmi Ichigo?»

«Sto cercando di dirti che mi sono innamorata di te Ryou. Ti amo.»

I suoi occhi si allargarono per lo stupore di quella rivelazione mentre sentiva il suo cuore accelerare i battiti. Per troppo tempo aveva sperato, sognato, di sentire quella frase uscire da quelle labbra rosee ed ora stentava a credere fosse tutto reale.
Ci pensarono gli occhi lucidi di Ichigo pieni di lacrime a fargli comprendere che non fosse un sogno ma la semplice realtà. Immediatamente accorciò le distanze che lo separavano da lei, fiondandosi su quelle labbra invitanti che da sempre desiderava appartenessero soltanto a lui e a nessun altro.
Le sue mani si chiusero dolcemente attorno al suo viso rigato di lacrime, mentre sentiva Ichigo abbandonarsi a quel bacio inaspettato ma colmo di amore. Passarono quelle che ad entrambi sembrarono ore, prima che l’assenza d’ossigeno si facesse sentire costringendoli a separarsi di pochi centimetri.

«Ti amo anche io Ichigo. Ti ho sempre amata, sei sempre stata tu la ragazza in grado di possedere il mio cuore.»

Sulle labbra della sua mew rosa si aprì un lieve sorriso, mentre frattanto ancora scosso dalle proprie emozioni le stringeva la mano intrecciando le loro dita in un legame che difficilmente si sarebbe spezzato. Ichigo era sua e non avrebbe permesso a nessuno di portargliela via.
Restarono abbracciati ancora per un po’, beandosi del contatto con l’altro finchè la sveglia non segnò le dieci di sera. Si era fatto incredibilmente tardi e sicuramente Kyle era preoccupato. Di malavoglia si staccò dal calore della sua ragazza regalandole una carezza sul capo.

«Credo che dovrò avvertire Kyle che è tutto apposto, sicuramente si sarà preoccupato nel non vedermi tornare. E poi non voglio rischiare di farmi trovare qui dai tuoi genitori, qualcosa mi dice che tuo padre non la prenderebbe bene.»

«Probabilmente mio padre ti ammazzerebbe, ma in compenso guadagneresti un’altra fan. Mia madre ha sempre avuto un debole per te sai? Diciamo che tra te e Masaya ha sempre tifato per te.»

«L’ho sempre detto che tua madre era una donna eccezionale e poi dovrò ringraziarla per aver fatto una figlia così sexy.»

Entrambi si lasciarono andare ad una risata divertita e mentre la labbra di Ryou tornavano a impossessarsi delle sue, Ichigo si trovò ancora una volta a pensare che sua madre aveva maledettamente ragione.



A/N


Inizio col dire che è la prima volta che scrivo una storia sulla coppia Ryou e Ichigo, che confesso ho sempre trovato perfetta. Nè ho mai capito le scelte degli autori del manga di affiancare alla Mew Neko un personaggio come Masaya Aoyama, a mio avviso alquanto noioso e privo di personalità.
Per carità non ho nulla contro di lui, solo credo che il suo personaggio non sia poi così stupefacente o degno di attenzione. Nell’anime poi compare ben poche volte ed ognuna di esse è legata al suo rapporto con Ichigo e alla conseguente scoperta che Profondo Blu è nel suo corpo.
Trovo invece il personaggio di Ryou molto ben sviluppato ed affascinante a causa della sua storia personale e del suo carattere. Ogni volta che si parla di lui è sempre un piacere cercare di scoprire le motivazioni dei suoi gesti, le parole celate dietro i suoi silenzi o i suoi sguardi gelidi. Ed alla fine scopriamo che questo benedetto ragazzo tanto gelido poi non lo è.
Ma non mi perdo in ulteriori chiacchiere e vi lascio alla lettura della storia che, spero, sia di vostro gradimento. Se ci sono dubbi, curiosità o domande sarò lieta di rispondere alle vostre recensioni.
Sara


  
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