-Capitolo 1

Era un gelido giorno di fine inverno, l'ultimo giorno di febbraio.

Fuori pioveva e, la gente per le strade era pochissima.

In angolo, a cercare di riscaldarsi c'era un bambina, era magrolina e piccola, non avrà avuto più di cinque anni, i suoi occhi erano grandi e viola, i capelli che gli arrivavano alle spalle neri e spettinati, indossava uno straccio fatto su sul suo corpo a mo' di vestito.

Si teneva le ginocchia strette al petto e, tremava violentemente.

Tutte le persone che gli passavano acconto non la degnavano di uno sguardo.

“Ehi piccolina, sei tutta sola?” una voce attirò l'attenzione della bimba.

Alzò lo sguardo e vide un bellissimo ragazzo, con capelli neri come la pece e occhi scuri, era vestito elegantemente, di certo un nobile.

La bimba annuì.

Il ragazzò si abbassò. “Non devi avere paura di me” le scostò un ciocca di capelli che era davanti agli occhi. “Puoi venire a casa con me”.

La bambina rimase sorpresa da quelle parole, nessun si era mai fermato a parlare con lei, i soli che si fermavano erano dei bambini che la prendevano in giro e, poi venivano trascinati via dalle madri o dai padri dicendo che lei non portava altro che sfortuna.

Il ragazzo tese la mano alla piccolina che l'afferrò, poi la prese in braccio e, si diressero verso casa.

Quando giunsero davanti ai cancelli della “casa”, la piccola rimase stupita nel vedere che quel bellissimo ragazzo viveva nella villa dei Baskerville.

Appena varcò le soglie del cancello ed entrò nella villa un uomo bello quanto il suo salvatore venne verso di loro.

Aveva lunghi capelli argentei legati in una coda e piccole treccie, occhi color ghiaccio e i suoi abiti eleganti erano abbinati agli occhi.

“Oswald! Eccoti! Ti stavo cercando... Oh! Ma chi è questa bellissima fanciulla?” soltanto dopo che si era avvicinato di molto ad Oswald, l'uomo notò la piccola che tremava ancora.

“Dimmi, piccola, qual'è il tuo nome?” chiese sorridendogli.

La bimba fissò per un momento gli occhi azzurri e abbassò lo sguardo “Non lo so” rispose come se fosse colpevole di qualcosa.

“Come non lo sai?” chiese sorpreso il nobiluomo.

“Glen, credo che sia lei” mormorò Oswald in modo non dibile per la bambina, ma solo per la persona che gli era difronte.

Udite quelle parole, Glen sgranò gli occhi e, tornò a fissare la bimba.

“Allora... che ne dici se da ora in poi il tuo nome sarà 'Axel'?” Glen sorrise alla bimba che gli faceva tanta tenerezza, quei gli occhi così grandi e profondi lo facevano sorridere.

Axel sorrise entusiasta, finalmente aveva un nome tutto suo!

“Bene, ora ti facciamo conoscere le persone che da oggi saranno la tua famiglia ma, prima dobbiamo sistemarti i capelli e darti un vestito adatto una bella bambina come te” Glen e Oswald portarono Axel in un salottino in cui c'erano un caminetto acceso, due divanetti messi uno difronte all'altro, due poltrone accanto ai divani e, in mezzo un tavolino.

Chiamarono una sarta per prendere le misure ad Axel.

La sarta la fece salire su un piedistallo e, dopo avergli preso le misure delle braccia, della vita, delle gambe, del cavallo e, l'altezza, iniziò a disegnare gli abiti.

Quando ebbe finito anche di farli, ne fece indossare uno ad Axel e, gli altri finirono nell'armadio della camera della bimba che, Oswald aveva dato ordine di preparare.

Tutti rimasero incantati nel vedere come le stava l'abito ad Axel.

Il vestito aveva una gonna gonfia rosa, una camicetta bianca con bottoni dorati e, un fiocco rosso, abbinata c'era una mantellina rossa con i bottoncini dorati.

I capelli erano stati legati in due codini con dei nastrini rosa e, le scarpette erano anche loro di quel colore.

Axel, vestita in quel modo, sembrava una bombolina e, l'effeto era davvero bellissimo.

“Vieni, ti facciamo conoscere gli altri” Oswald e Glen presero per mano Axel e la portarno in una altra stanza.

“Ragazzi, siamo lieti di presetanrvi Axel. Trattatela bene” Oswal presentò la bimba che, si nascose dietro la sua gamba.

“Uh! Una nuova?” una bambina sui dieci anni si avvicinò per vederla.

“Ma è così... carina!” disse entusiasta non del fatto che Axel fosse carina, ma del fatto che adesso lei non era più la più piccola di casa.

“Come si chiama?” chiese un uomo robusto con tatuaggio sulla guancia.

“Chiedetelo direttamente a lei” disse semplicemnte Glen.

Una donna molto giovane si avvicinò ad Axel e, si abbassò. Aveva occhi e capelli rosa e, come gli altri nella stanza, un mantello rosso scarlatto.

“Ciao, io sono Charlotte, ma puoi chiamarmi Lotty. Tu invece come ti chiami?”

“...Axel” rispose la bimba sporgendo solo un lato della faccia per vedere la donna che gli aveva appena parlato.

“Axel, sono sicura che diventeremo come sorelle” Lotty sorrise alla bimba che, uscì dal suo 'nascondiglio' e, abbracciò senza alcun motivo la donna.