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Autore: corvonero83    15/11/2013    1 recensioni
«Posso uccidere Claus?»
Fu una domanda inattesa per il clown. Certo Brian non era un ragazzo dolce e tranquillo….era molto irruento e aggressivo…ma non pensava di certo che quella mente giovane stesse meditando un omicidio!
«Perché vuoi saperlo?»
«Per precauzione…»
«Brian…mi raccomando…»
«Credimi Claus…è solo per sapere fin dove poso spingermi…»
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Condannato a morte
 
 
 
Quando lo vide provò un brivido di paura.
Lui, un fantasma, ebbe paura di quello che si trovò davanti. Come potevano trattare così un ragazzo? Aveva già sentito parlare di quella gabbia, la cella dei condannati a morte, ma vederla era tutta un’altra cosa. Era una cella di un metro per tre, posta dietro l’altare della cappella, solo una finestrella sbarrata che dava sull'atrio.
E freddo. Tanto freddo.
Il ragazzo era rannicchiato in un angolo di quel tugurio. La testa avvolta tra le braccia e portata in avanti. Una robusta porta in legno bloccava l’accesso o la fuga. Ma i segni sul corpo del giovane gli facevano ben intendere che non avrebbe avuto le forze per tentare di scappare.
«Brian!» un sussurro. La sua voce era un sussurro. Il legno massiccio non fu un ostacolo per la sua consistenza eterea, solo….quello spazio ridotto lo metteva in difficoltà.
Il ragazzo pensò di sognare. Il suo nome detto da una voce maschile, appena accennata. Non alzò subito la testa convinto di essere ormai perso nei suoi deliri di condannato a morte. Ma al terzo “Brian” decise di alzare gli occhi. Troppo convinto di non trovare niente se non la sagoma della porta in legno, rimase di sasso nel vedere una figura nera dall'aspetto umano.
Come cavolo era entrato?
Poi l’ombra avanzò di un passo mettendosi nella zona illuminata dalla fievole luce proveniente dallatrio. Il volto illuminato e con lui il vestito da clown che ricopriva la sagoma di quello che fu una volta il corpo  enorme dell’ombra.
«Claus!» era incredulo. Ne aveva sentito parlare per anni. Sapeva tutto di lui, chi era, come era fatto….ma non lo aveva mai potuto vedere. Lui non ne era capace. Ora invece il fantasma era lì davanti a lui.
E voleva significare solo una cosa.
«Ora sai che non mentivano» disse l’ombra con tono rassegnato.
«Non l’ho mai pensato!» il ragazzo sorrise amaramente «Allora è vero che morirò?»  Brian si ricordava molto bene quello che Mona gli aveva raccontato su Claus e i fantasmi in generale. Vero che a Tanek non esistevano fantasmi, ma lui Claus non lo aveva mia visto ne percepito. Solo Mona e Jimmy sapevano di lui…e se una persona che non aveva il “dono” , come lo chiamava  Mona, lo vedeva di punto in bianco….voleva dire solo una cosa: stava per morire.     
Claus rimase immobile davanti al ragazzo, cominciò a percepire il tanfo delle mura marce e piene di muffa.                                                                                
«Mona ti ha descritto molte volte, ma….scusami io…tu sei…»
«Spaventoso?» lo precedette il fantasma «Lo so…ma cosa posso farci? Sono morto proprio a causa di questi squarci!» non era arrabbiato, anzi. Si avvicinò a lui, nel farlo notò il cambiamento di temperatura che la sua presenza aveva portato in quella cella già fredda. Ora si stava davvero congelando e il ragazzo tremò appena lo ebbe vicino.
«Tra poco tornerà una temperatura decente»  fece una pausa «Brian…io devo parlarti…vuoi?»
«Certo!»
«Ho bisogno del tuo aiuto….per continuare a proteggere Mona ho bisogno di te! Io sono stanco ormai….sono con lei da molti anni, troppi e qui…qui mi sto esaurendo. E’ difficile, sono il solo fantasma….non ho un riciclo di energia…e i miei anni cominciano a pesare…»
«Cosa dovrei fare io? qui a Tanek rischio di perdere del tutto l’anima no?»
«Non ho ancora capito come funziona su questo pianeta…..penso che una volta che il corpo sia distrutto l’anima se ne vada via e si disperda in polvere stellare….»
Il ragazzo lo ascoltava ma non riusciva a guardarlo….era bloccato da quello spettacolo immondo. Non capiva come Mona potesse aver convissuto con quell'immagine per tutta la vita….quello squarcio sulla guancia che metteva in evidenza i denti….rosso ovunque, un po’ per il trucco un po’ per il sangue raggrumato. Era morto così…non poteva mutare il suo aspetto. Era comunque una parte di Mona e doveva accettarlo…guardarlo, quindi si fece forza  e mise i suoi occhi in quelle due sfere nere, prive di ogni vitalità che lo fissavano.
«Cosa vuoi che faccia?»
«Mona ti ha raccontato un po’ di cose su noi fantasmi vero?» il ragazzo annuì con la testa «Vorresti proteggerla al mio posto?» una domanda a bruciapelo che lo fece vacillare e che soppesò per un po’ di tempo: aveva capito bene?
«Potrei farlo?»
«Si» il gigante vestito da clown prese un respiro profondo «Posso prendere la tua anima prima che svanisca e posso metterla al mio posto…ma devo avere il tuo consenso al cento per cento….facendolo io scomparirò ma ci sarai tu con lei…e con Jimmy, dato che anche lui può vedermi!»
«Jimmy…» era il suo miglior amico….poteva vegliare anche su di lui….lui e Mona, le cose a cui teneva di più «Posso farlo…io…io accetto! Se sono destinato a morire…allora voglio proteggere le persone a cui tengo di più!»
«Dovrai imparare molte cose da solo Brian…non ho molto tempo per stare con te…io ti dirò l’indispensabile…te la senti veramente?»
«Si!...come faremo?»
«Tu devi stare tranquillo…so che è difficile ma quando sarai sul patibolo devi cercare di non pensare a niente, di essere sereno e….consapevole che stai per cambiare il tuo destino. Quando starai per sentire la fine…e credimi lo sentirai quel momento…devi solo dire dentro di te “sono pronto”…io sarò con te, non ti lascerò un momento e verrò a fare lo scambio il giorno dopo…prima che la tua anima svanisca»
Il giovane stette in silenzio poi pronunciò quella frase che gli ronzava in testa da un po’ «Cosa si prova Claus?....quando si muore, dico…»
«E’ come se ti strappassero la pelle…la tua anima è portata via all'improvviso, recisa come con un coltello e di botto ti ritrovi ad osservare il tuo corpo inerme, privo di vita….dura un attimo…e io sarò con te!»
«E con i ragazzi? Come devo fare? Mona sa quello che vuoi fare?»
«No! Non ho il coraggio di dirglielo….non capirebbe! E non sa neanche che tu stai per morire! Per un po’ manterrai il mio aspetto…con il passare del tempo lo muterai e diventerai te stesso….e avrai tutti il tempo per gestirti la situazione e spiegarla a loro…»
Calò un altro silenzio carico di ansia e aspettative. Fu sempre il giovane a romperlo.
«Claus…ma…ma come è successo? Come ti sei ritrovato a stare con lei?»
Il ghigno sghembo e deforme del clown assunse un inclinazione quasi dolce.
«E’ successo sulla Terra….la bellezza di 18 anni fa…dopo uno degli spettacoli!»  soppesò le parole «Credimi Brian…non è stato poi cosi male che vi abbiano portato via e vi abbiano cresciuto senza il ricordo di quel pianeta! Gli uomini si sono meritati quello che è successo….era diventato un posto pieno di male, odio, perversione….io non facevo eccezione, sia chiaro! Ero un ubriacone intrattabile! Una sera mi hanno aggredito perché volevano rubare nella roulotte…ero già ubriaco e nel tentativo di difendermi feci arrabbiare ancora di più quelle bestie. Sai qual è il brutto? Potevano uccidermi e fare quello che volevano, invece dato che avevo ancora il trucco e il costume cominciarono a deridermi e mi fecero quello che mi fecero….solo per il loro divertimento….ho una gamba quasi del tutto scuoiata grazie alla loro follia….Riuscii a liberarmi dalle mani di uno di loro che mi teneva la bocca chiusa e le mie urla attirarono l’attenzione dei miei compagni del circo. Solo…avevo perso troppo sangue e…all'ospedale non poterono fare niente» stava tremando. Non era un bel ricordo per niente! «Ho sentito quello strappo finale, doloroso ma che mi diede finalmente un sollievo. E quando mi vidi disteso in quel letto bianco, macchiato dal rosso del mio sangue capii…percepii una forza che mi attirava e iniziai ad assecondarla. Ma poi lo sentii, il pianto di un bambino appena nato. Allora una voce, non so da dove venisse lo giuro! mi disse “Se vuoi puoi restare con lei e proteggerla da tutto il male che la circonderà”…e senza pensarci due volte accettai. Mona è uscita dalla pancia della madre lo stesso preciso momento in cui la mia anima veniva strappata dal mio corpo!» sorrise «Penso sia stato un modo per darmi una seconda possibilità…prima di diventare polvere celeste!»
«Claus…» non sapeva cosa dire il ragazzo.
Era sconvolto. Sconvolto da quello che avevano fatto a quello che una volta era un uomo. Un essere umano. E che gli era stato fatto da altri esseri umani.
«Brian…ricordati questi tre punti fondamentali: puoi leggere la mente delle persone e capire subito la loro anima, se buona o cattiva….puoi sostituire la tua anima con quella di qualcun altro come io sto facendo con te, ma solo con il suo pieno consenso!…ma soprattutto puoi salvare la vita di chi stai proteggendo….se Mona dovesse rischiare la morte tu puoi darle la tua forza e salvarla»
Il ragazzo strabuzzò gli occhi «Davvero?»
«Si!...solo che, se le darai la tua energia…tu scomparirai immediatamente…diventerai polvere stellare o celeste o quello che è….ma le darai la tua forza e una nuova vita!»
«Posso uccidere Claus?»
Fu una domanda inattesa per il clown. Certo Brian non era un ragazzo dolce e tranquillo….era molto irruento e aggressivo…ma non pensava di certo che quella mente giovane stesse meditando un omicidio!
«Perché vuoi saperlo?»
«Per precauzione…»        
«Brian…mi raccomando…»
«Credimi Claus…è solo per sapere fin dove poso spingermi…»
Il clown ci pensò su ma poi ammise la verità «Potresti…molto tranquillamente….se ti concentri puoi toccare le cose e anche gli uomini….se vuoi e lo vuoi davvero potresti toccare anche Mona o Jimmy….perché loro ti vedono! Farlo con chi non ti vede è divertente….e può essere fatale per il soggetto preso di mira….potresti portarlo alla follia!»
Il ragazzo sogghignò, un ghigno che si velò di malvagità e di voglia di vendetta «Sai se qualcuno degli insegnati può vederti?»
«Solo uno, padre Cristoforo….ma ha molta più paura di padre Teodoro che di noi fantasmi…quindi anche se ti vede ti ignora!»
«Claus…io devo vendicarmi di Richard…e devo tenerlo lontano da Mona….quello schifoso…ho paura che possa farle del male!»
«lo so…per questo voglio che tu prenda il mio posto….solo ricordati…uccidere porta ad un largo consumo di energia….dopo potresti stare in uno stato vegetativo per molto tempo….»
Il ragazzo annuì. Aveva delle profonde occhiaie sotto gli occhi, il freddo gli era passato ma aveva delle scosse di tremito probabilmente dovute alla tensione. In più gli doleva ogni ferita lasciata da quel frustino maledetto!
«Brian…io mi fido ciecamente di te….ricordati….domani quando sentirai il momento dello strappo ripeti quello che ti ho detto e fissami negli occhi…io sarò li con te»
«Va bene»
«Ora cerca di riposarti…non sarà una giornata semplice»
Il ragazzo si accoccolò come meglio poté contro quell'ombra che si era seduta di fianco a lui. Stranamente sentiva un calore emergere dal fantasma e ne provò un sollievo.
«Claus?»
«Dimmi?»
«Puoi cantarmi la ninna nanna che mi cantava Mona quando eravamo più piccoli? Mi ha detto che gliela hai insegnata tu….e stranamente mi rilassa molto….mi fa dormire sereno, senza incubi o sogni strani!»
«Chiudi gli occhi Brian…ci penso io…»
Era da molto che non la cantava. Mona non ne aveva più bisogno e poi l’aveva imparata tutta a memoria.
“Trotta trotta il cavaliere…trotta sul cavallo incontro al suo destino, trotta piano e dolcemente…ma non sa che il suo destino è più nero della notte senza stelle…”
Era una filastrocca che gli cantava sempre sua madre quando era piccolo.
Mille ricordi lo assalirono e fissando le pupille nere sul giovane volto addormentato di Brian si chiese perché la vita degli uomini fosse sempre così meschina. Una lacrima scese dal suo viso rigando la guancia bianca di trucco e finendo nell'oscena voragine che c’era al posto della carne. Una lacrima salata e amara. Non sapeva neanche più cosa volesse dire piangere…ma quel sapore improvviso nella sua bocca lo convinse a non trattenersi e continuò a cantare la sua nenia sapendo in cuor suo di aver fatto la scelta giusta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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